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La teoria psicoanalitica come strumento conoscitivo de disagio umano: sigmund freud




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LA TEORIA PSICOANALITICA COME STRUMENTO CONOSCITIVO DE DISAGIO UMANO: Sigmund Freud


Sigmund Freud segna la rivoluzione del 900 facendo emergere la vera natura dell'uomo fatta da irrazionalità ed inconscio. Ebreo di Vienna, dopo l'annessione alla Germania, fugge in Inghilterra. E' medico specializzato in neuropsichiatria e dà origine alla psicoanalisi, che però, nonostante il suo impegno, non viene accetta come scienza. Inizia come neuropsichiatra, accanto al prof. Breuer studiando l'isteria.

Prima delle innovazioni apportate da Freud, l'isteria viene studiata somministrando al paziente dei psicofarmaci che inducono il sonno durante il quale il paziente inconsciamente risponde alle domande che gli sono poste. Quando però finisce l'effetto del farmaco, il malato si ritrova nelle stese condizioni di partenza. Freud capisce che per curare il problema psichico non servono farmaci ma bisogna scavare alla radice, attraverso i sogni o l'ipnosi. All'ammalato da sveglio vengono poste  domande a cui lui risponde facendo associazioni libere. Da ciò Freud capisce che la psiche umana ha zone nascoste che vanno scoperte per poter capire il comportamento di ogni individuo.

Secondo lui la struttura della psiche è triatica: nella zona es risiede l'inconscio; nella zona super ego risiedono gli insegnamenti sociali e culturali; nella zona Ego risiede la coscienza.

La zona es, l'inconscio, è la parte più ricca che si divide in: pre oppure sub conscio; inconscio; inconscio biologico ereditario.

Nell'inconscio biologico ci sono le pulsioni sessuali (cerchiamo di riprodurci); pulsioni di conservazione (cerchiamo di salvarci); pulsioni Gregario (cerchiamo di stare con gli altri). Nell'inconscio ci sono le esperienze personali rimosse e represse. Rimosse significa messe da parte volontariamente, mentre represse quando ce ne dimentichiamo casualmente. Noi non dimentichiamo niente, specialmente dai 0 ai 5 anni. Il preconscio è il guardiano che controlla tutte le esperienze, le pulsioni; quando dormiamo si apre la porta e vengono fuori dai nostri pensieri i sogni.

Quando nella vita quotidiana non si compiono dei gesti, non è per dimenticanza, ma perché non si volevamo fare. Anche coi lapsus (penso una cosa ne dico un'altra), in realtà si vuole dire la cosa "sbagliata": si ricorda solo quello che si vuole ricordare.

Freud istituisce "il rito" della psicoanalisi: il lettino, il dottore seduto dietro il paziente che formula domande o indaga i suoi sogni interpretando ciò che il paziente ricorda (che è ciò che vuole ricordare).

E' una novità la sua impostazione sessuale, nell'interpretare la vita solo dall'ottica dell'affettività (piacere - dispiacere). La vita di ciascuno di noi è segnata da motivazioni affettive: questa è la radice dell'attuale psicologia dinamica, cioè azione e reazione, stimolo e risposta che avvengono nella psiche, l'individuo struttura la propria personalità.

Per Freud la vita comincia nel ventre materno, dove il bambino avverte se è voluto o meno. Quindi il primo rapporto di accettazione tra madre e figlio, realizza uno scambio di emozioni oltre che fisiologico.

Durante il parto c'è il momento dell'angoscia.. Il pianto del bambino è il pianto dell'angoscia, perché prima ha vissuto un contatto psicologico con la madre, e adesso si sente solo e abbandonato nel mondo. Oggi sappiamo che il bimbo, non piange per angoscia, ma per il dolore di respirare per la prima volta con i suoi polmoni. Durante il primo anno di vita si deve ristabilire l'unione psicologica tra madre e figlio. Questa fiducia si realizza con le sensazioni termiche; il bambino riconosce il battito del cuore della madre, ma soprattutto con l'allattamento: la prima soddisfazione che prova il bambino appartiene alla "fase orale", portando in bocca, succhiando e mordendo.

Verso i 3 mesi il bambino ha un modo suo di comunicare: il sorriso al viso materno (visto solo frontalmente e non di profilo) e contemporaneamente l'angoscia per i visi estranei (piange se non conosce qualcuno).

Al 1° anno inizia la fase "autonoma", il bambino inizia a camminare, scopre gli oggetti e li esamina. Importante sarà la figura che gli parlerà e gli lancerà messaggi.

A 2 anni si ha la fase "Anale": se prima il bimbo teneva il pannolino ora impara ad andare in bagno, riconosce lo stimolo: la gratificazione è quella di saper controllare i propri sfinteri. La fase anale prepara il bambino alla fase "fallica ": dopo essere riuscito a controllare i propri sfinteri scopre i propri organi sessuali, ma scoprendo i genitali, sposta l'oggetto del desiderio da sé al sesso opposto nella fase omosessuale (zero-cinque anni). Dopo inizia la fase eterosessuale: la prima donna della sua vita è la madre, il primo amore. (Per la bambina sarà il padre) e si innesca il "complesso di Edipo" o, per la bambina "complesso di Elettra". Il bambino ha sentimenti sessuali verso la madre, ma comprende che appartiene al padre. Il bambino introietta (fa sua) la figura paterna, perché ritiene che somigliando al padre potrà avere la madre.

Dai 5 ai 10 anni c'è la fase "produttiva",  in cui il bambino va a scuola. Dopo i 10 anni si ha la "fase puberale" e "prepuberale": tutto ciò che era in latenza riaffiora di nuovo. E' una fase di ricerca della propria identità in cui non ci si riconosce neanche fisicamente.

Dai 15 ai 18 anni si cerca di riordinare le proprie idee: è la fase della "Maturità". Può durare fino ai 24, ma anche fino ai 90. Per Freud essere maturi vuol dire dare una risposta ai problemi della vita ed essere pronti a formare una famiglia.



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