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Il maltrattamento psicologico in famiglia




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IL MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO IN FAMIGLIA


L'ambito familiare e quello minorile costituiscono uno tra i più vasti campi di applicazione dell'intervento degli operatori socio-sanitari. Questi ultimi agiscono sia sui familiari, sia sui minori, vittime di abusi sessuali e violenze fisiche e psicologiche.

Nel corso dell'anno precedente, ci siamo soffermati

Sulle varie forme di maltrattamento familiare subite in modo diretto dai minori

Sugli indicatori

fisici, psicologici e comportamentali di tali forme di maltrattamento sul minore

relativi alle famiglie maltrattanti

Quest'anno affronteremo un'altra forma di violenza sui minori: la violenza assistita

La violenza assistita

Definizione: la violenza assistita è una forma di violenza per cui il minore non viene abusato direttamente, ma vive in un contesto familiare in cui si verificano violenze e abusi a cui assiste ripetutamente.

Le statistiche evidenziano che, ad esempio, nei casi di violenza sulla donna, nel 90% dei casi i figli sono presenti durante il maltrattamento o si trovano in stanze limitrofe. Generalmente accade che il figlio asssita a violenze fisiche o all'abuso sessuale sulla madre, che spesso non denuncia il fatto, contribuendo alla sua reiterazione.

È indispensabile pertanto che l'operatore

possa riconoscere il problema

si assuma il carico emotivo che comporta, intervenendo nella

protezione

cura della vittima


Le reazioni dei figli alla violenza assistita

Il bambino protagonista di forme di violenza assistita prova: angoscia, paura, impotenza e rabbia verso l'aggressore. Vivere in un contesto del genere può avere






tre diverse conseguenze per il minore


credere che la violenza sia un ingrediente                 contrastare la violenza

normale nelle relazioni


il più debole, la vittima, viene disprezzato               "dichiarare guerra" al genitore abusante


il minore si identifica con il carnefice                      attuare un'inversione di ruolo: il genitore abusato è "figlio"; il figlio è padre/protettore del genitore abusato



temere la violenza

il figlio si identifica con la vittima


riproduce da adulto gli stessi modelli relazionali con il prossimo

Prova a spiegare perché "l'inversione dei ruoli" è dannosa per la crescita del ragazzo









Le conseguenze e i possibili interventi

Gli indicatori sul minore relativi alla violenza assistita sono gli stessi relativi alla violenza diretta.

Consultando l'elenco sottostante, sottolinea quali tra gli indicatori possibili sono comuni alla violenza diretta e assistita: discuti poi con i compagni

Aggressività o sottomissione

Resistenza a tornare a casa

Sottomissione/paura dei genitori

Ritardo nello sviluppo - insuccesso scolastico

Nevrosi ossessive da pulizia

Comportamento infantile/adultizzazione precoce

Autolesionismo

Disturbi alimentari

Ritardo dello sviluppo: difficoltà di apprendimento/disturbi del linguaggio/scarso controllo motorio scarso tono muscolare


Comportamenti ossessivi/fobici( fissazione)

Enuresi/encopresi (regressione)

Aggressività/sottomissione verso la famiglia e gli altri

Incubi notturni

Personalità rigida incapace di adattamento

Chiusura sociale


Fame

Stanchezza

Deconcentrazione

Apatia e passività

Ricerca di attenzione verso gli estranei

Permanenza  in strada fino a sera

Consumo di alcool/droghe

Atteggiamenti e conoscenze sessuali impropri come indicatori di esperienze sessuali

Masturbazione compulsiva

Coazione a ripetere l'abuso per sfogare impulsi aggressivi su altre vittime

Sintomi postraumatici da stress: paura, ansia, deconcentrazione

Mancanza di fiducia negli adulti




Per quanto riguarda l'intervento, esso si focalizzerà sul fronte di


Protezione/cura del minore                           Recupero della genitorialità


psicoterapia  individuale anche farmacologica psicoterapia familiare o di coppia

O e/o

di gruppo                                              mediazione familiare


LE SEPARAZIONI CONIUGALI CONFLITTUALI E LA VIOLENZA PSICOLOGICA SUI FIGLI

I bambini hanno bisogno di instaurare una relazione affettiva solida con entrambi i genitori, al fine

di soddisfare le loro necessità di accudimento

di riprodurre modelli relazionali sani con gli altri, basati sulla fiducia e sul dialogo

Attualmente, anche in Italia, sono in aumento i casi di separazione/divorzio: se i genitori sono in gravi situazioni di conflitto, perdono di vista il ruolo genitoriale con conseguenze come

la violenza psicologica sul minore


delegittimazione del coniuge agli occhi del figlio


manipolazione del figlio[2]


La sindrome da alienazione parentale ( sap )

Definizione: insieme di sintomi di cui soffrono i minori in caso di separazioni conflittuali. Sono la risposta alla violenza psicologica prodotta su di loro dal tentativo di un genitore ( il genitore alienante) di allontanare il figlio dal coniuge ( il genitore alienato).


Il genitore affidatario mette in atto particolari comportamenti al fine di alienare, cioè allontanare, il figlio dal genitore che non risiede più in famiglia. Per questo sottopone il minore a continui condizionamenti, fino al punto che egli rifiuterà la frequentazione con il genitore alienato.

Le tecniche adottate in modo più o meno consapevole sono:

negare l'esistenza dell'altro genitore o disapprovare ogni suo comportamento, sottolineandone l'inaffidabilità

ripetere in continuazione al figlio di essere il genitore migliore e l'unico che può occuparsi di lui

minacciare il bambino di provare meno affetto per lui, qualora volesse incontrare l'altro genitore

falsare il racconto dei fatti, rielaborandoli a proprio vantaggio

assecondare le richieste del figlio che l'altro genitore disapprova

Il rifiuto del figlio verso il genitore alienato

 
Queste tecniche causano












Gli interventi possibili in caso di SAP

Devono avvenire su più fronti, nei confronti

Del minore




Del genitore alienante




Del genitore alienato


 












Collega l'intervento adeguato a ciascuno dei tre soggetti

La mediazione familiare

Definizione: strategia messa in atto da un mediatore familiare qualificato che permette alla coppia in crisi d'incontrarsi in uno spazio neutrale e di risolvere i conflitti esistenti trovando soluzioni adeguate per la coppia medesima e per il figlio.

Come sempre, il compito del mediatore non è quello di trovare soluzioni, ma di aiutare la coppia stessa a negoziare per trovare soluzioni accettabili.

Si svolge in sedute di 1 ora - 1/1/2, settimanalmente, per un massimo di circa 15 sedute[3]. Il mediatore può essere un libero professionista o un dipendente che esercita in strutture private o pubbliche.




Per Genitorialità s'intende l'assunzione di responsabilità da parte dei genitori nel gestire la relazione con il figlio in tutte le fasi del ciclo di vita e in tutte le sue componenti ( affettive, educative, culturali, etiche e sociali)

Si "manipola" il figlio attraverso una sua strumentalizzazione, cioè il figlio diventa uno strumento, un mezzo per vincere una causa di affidamento. In alcune situazioni esasperate, si fa passare il coniuge per abusante sessuale; spesso, specie se il bambino è piccolo, si manipolano i suoi ricordi facendogli credere di aver vissuto certe situazioni che il piccolo alla fine assume come vere

Il "mediatore" può essere esercitato da psicologi, avvocati, assistenti sociali che abbiano svolto un corso formativo a cura di agenzie formative accreditate, in grado di rilasciare la qualifica di "mediatore familiare"

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