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RELAZIONE DEL TESTO "CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE"
Cattiva Maestra Televisione è un testo che riporta, "parola per parola", un dettato del filosofo Karl R. Popper sulla sua visione fortemente pessimista della neotelevisione e degli effetti che questa provoca sui suoi spettatori.
Il curatore dell'opera e pubblicatore del volumetto è Giovanni Bosetti. Il volume è composto, oltre che dalla testimonianza di Popper, anche da una parte molto significativa, espressione delle idee di John Condry e da altri testi da ricondurre ad autori come Raimondo Cubeddu, ma anche al pontefice Wojtyla, sempre inerenti all'argomento televisivo e alla sua influenza sulle menti. Il messaggio che Popper voleva trasmettere, era quello di un percorso evolutivo della televisione verso il peggio; il peggio per quanto riguarda la democrazia in termini di squilibrio di potere, e il peggio per i bambini che la guardano e da questa vengono diseducati.
La televisione di oggi è cambiata radicalmente da quella degli inizi, è peggiorata e continuerà a peggiorare per effetto di una sua legge interna, quella dell'audience, che porta a trasmettere servizi e programmi scadenti a discapito dell'informazione e dell'educazione.
Popper parla di televisione e fa riferimento in particolare a quello che si scrive di questa nei tre paesi a lui più cari: Stati Uniti, Germania e Inghilterra. Il suo scopo è di scuotere l'attenzione soprattutto sul potere della TV di diffondere violenza e inculcarla nelle menti dei più piccoli che la imitano nella vita di tutti i giorni.
"Sir Karl" asserisce che, essendo la televisione un mezzo comunicativo, il suo primo obbiettivo dovrebbe essere quello di educare alla non-violenza e non pubblicizzarla e incrementarla, prendendo atto del fatto che è proprio l'educazione il mezzo principale che consente di limitare la violenza; perché la televisione, senza rendersene conto, educa ed è una maestra, che in effetti però diseduca ed è una "cattiva maestra".
E' una sorta di scuola per i bambini, specialmente per i più piccoli, e da questa scuola traggono gli insegnamenti. Per questo sarebbe utile e necessario per chi fa parte del mondo dei reality, dell'informazione e dell'intrattenimento, essere in possesso di una preparazione maggiore in virtù del fatto che dovrebbero rendersi conto degli effetti che provocano sui telespettatori.Per questo si parla di una "patente per la televisione", essendo quest'ultima paragonata a una macchina da saper pilotare nel verso giusto visto il grande pubblico che è riuscita a "investire".
Su questo obiettivo, anche se scettico sulla sua realizzazione, Popper si sofferma particolarmente, citando a sostegno delle sue tesi anche quelle di Condry. Popper però, contrariamente a Condry, vede nlla TV un potenziale strumento che se utilizzato a rigore potrebbe portare al bene; ciò purtroppo è estremamente difficile perché creare il bene e il buono è molto più impegnativo e complesso che creare il materiale mediocre e di cattiva qualità oltre che di cattivo esempio. Si assiste così a un calo di livello sempre maggiore, e allora, chi può essere citato a responsabile di questo? Certamente il fenomeno dell'audience e il bisogno che questo cresca in continuazione. Tutto ciò che viene trasmesso non ha scopi educativi bensì quelli di accaparrarsi il maggior numero di telespettatori perché le emittenti televisive sono tante e tute hanno bisogno, per la loro sopravvivenza, del pubblico. Quale potrebbe essere allora la soluzione per far risalire il livello qualitativo della TV almeno a una soglia accettabile? Bisognerebbe tornare alle origini, prospettiva che ora è impossibile, impensabile.
Se è vero che il bambino si adatta all'ambiente in cui vive ( e in questo processo gioca un forte ruolo la TV, in quanto ambiente costruito dall'uomo) allora non dovrebbe sorprendere quest' "assassinio" dell'educazione.
La proposta di Sir Karl è quella di controllare e trattare tutti quelli che sono coinvolti nella produzione della televisione come dei medici, continuamente sottoposti a controlli e verifiche. Questa era l'idea di Popper quando parlava di patente o licenza per la TV. Il corso per il conseguimento di tale patente esporrà in primis il problema di indirizzare colui ch si candida a produttore, e ch quindi è coinvolto nell'educazione di massa, sulla via giusta alla realizzazione di quest'ultima. Questo obbiettivo è, secondo Popper, necessario per il corretto mantenimento della democrazia, la quale deve in un certo modo controllare il potere politico. Ma la democrazia non può essere esercitata al meglio se non si ferma l'abuso dell'immenso potere detenuto dalla televisione.
Come anticipato all'inizio, anche il Papa Wojtyla esprime la sua opinione a riguardo. Consigliava "meno televisione come gesto d'amore verso i figli". Nonostante in principio le riconoscesse un ruolo molto importante nella diffusione dell'evangelizzazione, il suo pensiero è poi cambiato.
Quale è stato il motivo che ha fatto tornare sui suoi passi il Pontefice?
Ultimamente il palcoscenico dell'etere diffonde nel mondo la sua cultura permissiva che corrisponde a un "vuoto morale" e a un'immagine del consumismo di massa dei beni materiali mentre ancora mezzo mondo lotta per la soddisfazione dei beni primari. Sembra strano vedere accordati su uno stesso argomento un liberale come Popper e un cattolico conservatore come il Papa, questo può farci capire quanto sia obbiettivamente constatabile il pericolo a cui siamo già andati in contro.
Per questo lo stesso Papa auspicava alla promulgazione di regole che tutelassero lo spettatore e regolassero le sete di successo dell'autore, affinchè ciò che viene trasmesso possa essere rispettoso della morale e dell'etica. La televisione, facendo parte della vita di tutti i giorni, influenza anche la famiglia come organo della società; può influenzarla certo in bene, ma sempre più spesso lo fa in male, dividendone i componenti e allontanandoli gli uni dagli altri.
E' proprio la famiglia e il suo rapporto con la TV che hanno stimolato l'argomento della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 1994, nella quale Wojtyla si rivolge soprattutto ai genitori come soggetti investiti di responsabilità molto grandi nei confronti dei figli; essi dovrebbero trasmettere ai giovani i metodi migliori per trarre profitto da ciò che il mondo televisivo offre, e metterli in guardia da tutto ciò che in quel mondo è falso, diseducativo, poco etico e amorale.
Così come il Papa pensava alla famiglia vittima della TV, così anche Condry, nel suo saggio, da un punto di vista più laico, si concentrava su questa e sull'educazione dei figli riferendosi in particolar modo al panorama americano. L'educazione proviene dai genitori principalmente, ma anche dalla scuola e dalla TV, e i primi due organi hanno il compito di tutelare il bambino dal terzo.L'influenza della televisione dipende fortemente dall'esposizione a questa e dai suoi contenuti. Un bambino che viene esposto all'influenza della TV per diverse ore al giorno perderà del tempo, che sarebbe stato altrimenti sfruttato leggendo o giocando, così da ridurlo a una vita sedentaria che porta all'obesità; tra i problemi di salute più diffusi in America. La televisione è dunque una "ladra di tempo" e allo stesso tempo un plasmatore dei comportamenti dei più piccoli che essendo per la maggior parte del tempo esposti a episodi di violenza, la apprendono come mezzo di forza e di vincita su qualunque obbiettivo. E' anche quest'ultimo uno dei motivi per i quali la Tv non è adatta a dare ai piccoli informazioni sulla vita reale, in quanto l'unico obbiettivo di questo mass media è di vendere merci e conquistare audience. Quali sono allora i valori più diffusi dalla televisione? Sono soprattutto quelli che si basano sull'aspetto fisico, la bellezza, la sensualità, ma il valore che domina su tutti è quello della felicità; sono valori che rispecchiano più l'egoismo che l'altruismo e questo dovrebbe farci riflettere; la TV è una fonte di informazione pericolosa che presenta idee false e irreali. Oggi uno dei motivi principali dei problemi dei bambini americani è proprio la Tv, che diffonde violenza, false rappresentazioni del mondo. La televisione oggi influenza tutti gli spettatori, ma non tutti allo stesso modo, tutto dipende infatti da cosa si guarda e da quanto lo si guarda.
Il volume di Giacomo Bosetti spiega in modo molto chiaro le posizioni del filosofo Karl R. Popper nei confronti della televisione, dei suoi programmi, dei suoi produttori, dei suoi effetti rivelatisi disastrosi per la società, politicamente intesa, e per i bambini che dovranno in futuro guidarla.
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