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MODELLI DI GIORNALISMO
Mass Media e politica nelle democrazie occidentali
INTRO: Il testo cerca di stabilire l'esistenza di possibili Relazioni tra Sistema Politico e di Comunicazione, e allo stesso tempo delineare differenti modelli professionali di giornalismo.
3 sono i modelli emergenti dallo schema rappresentativo testuale: (Mediterraneo o Pluralista-Polarizzato, NordEuropeo o Democratico-Corporativo, NordAtlantico o Liberale)
Cap. II^: Una proposta x L'ANALISI COMPARATIVA: Lo schema generale dei sistemi di comunicazioni Europei e NordAmericani, proposto nel testo, utilizza 4 fondamentali termini di paragone: I))Sviluppo dei MERCATI della Comunicazione; II)PARALLELISMO POLITICO, ovvero grado e natura dei legami fra Media e Partiti Politici III)Sviluppo della PROFESSIONALITA' Giornalistica IV)Intervento STATALE nel Sistema di Comunicazione
I) Struttura dei MERCATI dell'Informazione: lo Sviluppo della Stampa di Massa:
La differenza principale tra i vari sistemi di comunicazione sussiste nello sviluppo o meno di una Stampa a circolazione di Massa: (evidenziamo un massimo di 720 copie ogni 1000 abitanti in Norvegia sino ad un minino di 78 in Grecia). Ma la differenza, oltre che sulla quantità, si basa anche sulla fascia di distribuzione: i quotidiani dell'Europa Meridionale, spesso sovvenzionati da soggetti politici, sono indirizzati a piccole elite urbane, ben educate e politicamente attive; i quotidiani NordEuropei e NordAmericani verso un pubblico di massa. Altro fattore discriminante è la netta disparità di Genere rilevante fra i lettori dei quotidiani dell'Europa Meridionale, nulla invece negli altri paesi. (In Portogallo lo scarto tra uomini e donne raggiunge addirittura il 34% !!!, in Svezia è invece pari allo zero.).
Quando assente, la stampa di Massa è sostituta prevalentemente dai media elettronici.
II) PARALLELISMO POLITICO: Alla fine del XIX sec. si delineò un differente Modello di Giornalismo Politico, con una figura giornalistica fungente da "Arbitro neutrale" della comunicazione politica, una sorta di professionista offerente informazioni ed analisi "prive di partigianeria". Odiernamente, nonostante una Stampa di Partito vera e propria sia (quasi) completamente scomparsa, è innegabile come le differenze stabilitesi tra i vari sistemi di comunicazione mondiali (sia giornali che media elettronici) vadano analizzate sempre in riferimento al grado d'intensità instaurato dagli stessi con la sfera Politica.
Le divergenze rilevanti nella relazione Media/Politica, rientrano nella nozione comune di Parallelismo Stampa/Partiti, riconducibile a sua volta al concetto + esteso di PARALLELISMO POLITICO. Il parallelismo fa essenzialmente riferimento al Contenuto Mediale e al differente livello cui i vari media riflettono i propri orientamenti politici, sia nella notizie di attualità che negli approfondimenti o nell'intrattenimento.
Il termine Pluralismo ESTERNO indica la tendenza dei vari mezzi di comunicazione ad esternare punti di vista politici/ideologici distinti. Il termine Plularismo INTERNO, è riferito ai diversi punti di vista dei Sistemi di Comunicazione all'interno dello stesso giornale, programma o canale. Il parallelismo politico si manifesta anche nella cosiddetta "Partigianeria dell'Audience" ovvero dell'Ascolto, tramite circuiti di diffusione connessi al partito o all'ideologia di appartenenza, ed un diverso livello di Enfasi posto nel commentare le notizie.
- PARALLELISMO POLITICO nella REGOLAMENTAZIONE della TELEVISIONE:
A livello mondiale, sono i Servizi RadioTelevisivi PUBBLICI ,+ che quelli commerciali, a relazionarsi con il sistema Politico: 4 sono i principali modelli di GESTIONE delle Tv Statali:
a)M. GOVERNATIVO: TV Pubblica controllata direttamente dall'esecutivo o maggioranza politica; b)M.llo PROFESSIONALE: o neutralità (vedi la BBC inglese).
c)M.PARLAMENTARE o di RAPPRESENTANZA PROPORZIONALE: vedi il sistema italiano con la Lottizzazione o i paesi di lingua tedesca con il principio Proporz.
d)M. CIVICO o CORPORATIVO. Con il controllo della Tv Statale distribuito tra vari gruppi sociali e politici e con una rappresentanza estesa anche ad altri tipi di gruppi socialmente rilevanti: sindacati, associazioni economiche, organizzazioni religiose.
- Sia il modello Professionale che Parlamentare e Civico/Corporativo, (fra essi quasi sempre integrati), sono tesi ad evitare un "controllo" diretto della tv Pubblica da parte
della forza politica dominante. Oggi è tuttavia necessario, nell'ottica di un sistema pluralista, e in considerazione delle notevoli pressioni politiche di maggioranza sugli stessi, che tutti i moderni sistemi televisivi detengano adeguati strumenti di "risposta" per le inedite richieste e necessità dei vari gruppi sociali e politici.
III) PROFESSIONALIZZAZIONE: Storicamente, il modello ideale di professionalizzazione si fonda sulle professioni liberali e classiche, come per esempio quelle del Diritto o della medicina. In base a tale modello "una professione si basa su una conoscenza sistematica", acquisita solo mediante un lungo periodo di pratica: il giornalismo, che non ha un tale corpo sistematico di conoscenze o dottrine, sembra quindi allontanarsi da tale nozione.
Negli USA non tutti gli addetti delle testate più prestigiose hanno una adeguata formazione universitaria, ed inoltre è assente una dovuta regolamentazione nell'accesso alla professione. Paradossalmente l'Italia è l'unica eccezione del mondo occidentale; x divenire membri dell'Ordine dei Giornalismi è infatti necessario superare un esame obbligatorio.
Tuttavia, sotto altri aspetti, il giornalismo italiano ha modesti livelli di Professionalizzazione. CRITERI di Professionalizzazione:
1)AUTONOMIA: la ricerca di professionalizzazione in molte occupazioni va anche intesa nella necessità di un maggior controllo sul proprio processo lavorativo. Storicamente il giornalismo non ha MAI raggiunto l'analoga autonomia medica o giuridica, strutture offerenti servizi personalizzati. I giornalisti, infatti, lavorano in un settore in cui la produzione di massa è la norma; tranne casi specifici, essi raramente sono stati proprietari dei propri mezzi di produzione, ma spesso solo semplici impiegati di grandi imprese. Tuttavia, Il controllo del processo Redazionale, rappresentò un importante tentativo collegiale in merito.
2)NORME PROFESSIONALI DISTINTE: ovvero i criteri comuni di notiziabilità su cui gli addetti ai lavori concordano, al di la dei diversi orientamenti politici. Ovviamente l'esistenza di norme professionali specifiche è collegata all'autonomia
3)GIORNALISMO come SERVIZIO PUBBLICO: ovvero l'acquisizione stabilita dal ruolo del giornalismo assunto nella società, con conseguenze importanti sulla pratica professionale e sulla relazione tra media e altre istituzioni sociali.
4)STRUMENTALIZZAZIONE: il controllo dei media da parte di attori esterni, partiti, gruppi sociali/economici, alla ricerca di influenza politica. Spesso anche i giornali di proprietà privata sono stati "veicolo" d'intervento politico o strumentalizzati commercialmente.
IV) IL RUOLO DELLO STATO: La forma + importante d'intervento statale è rappresentata sicuramente dal Servizio Audio-T elevisivo Pubblico: (nell'analisi Europea evidenziata nel testo, solo la Grecia ha uno share televisivo pubblico inferiore al 20%). Lo stato, e le aziende da esso controllate, sono anche importanti sponsorizzazioni dei mezzi di comunicazione, oltre a diffondere sussidi a favore dell' industria cinematografica.
Altre forme di intervento statale: Leggi sulla diffamazione, Privacy, Diritto di replica;
- Leggi sul segreto professionale dei giornalisti - Leggi regolanti la proprietà, la concentrazione, la competizione mediatica, la comunicazione Politica, (specie le campagne elettorali) e il Contenuto delle Trasmissioni;
Il differente Ruolo che uno Stato ricopre come proprietario, regolatore o finanziatore dei media, va analizzato in base al suo compito societario.
A riguardo, differenziamo il sistema delle Democrazie LIBERALI (vedi Usa) da quelle del WELFARE STATE, (dominanti in gran parte dell'Europa).
In ambito europeo lo Stato oltre a finanziare sanità, educazione e istituzioni culturali, sovvenziona anche la Tv e (spesso) la carta stampata. Quindi, in Europa, l'intervento Statale nei mercati della comunicazione, è teso al raggiungimento di OBIETTIVI comuni: Pluralismo Politico; Qualità della vita Democratica; Difesa della lingua e della Cultura nazionale.
In America, invece, l'interna tradizione giuridica, assegna ai proprietari dei mass media margini di autonomia molto elevati; nei paesi europei invece la comunicazione politica è notevolmente regolata: divieti di pubblicità politica a pagamento, limite della durata delle campagne elettorali e del tempo assegnato ai politici nella tv pubblica e commerciale:
Divieti non applicabili in USA, in quanto infrazioni della nota legislazione del "First Amendment", e quindi possibili oggetto di ricorso alla giustizia.
Oggi, quindi nel contesto mediterraneo, lo Stato, oltre alla proprietà, al finanziamento e alla regolamentazione mediatica, svolge l'importante funzione di Fonte informativa giornalistica, con un elevato potere d'influenza sull'Agenda della discussione Pubblica.
Cap.3: MASSA MEDIA e CONTESTO POLITICO:
RELAZIONE MEDIATICA con VARIABILI ECONOMICHE: Oltre che una istituzione Politica, i Media sono sicuramente anche un impresa commerciale influenzata profondamente da diversi fattori economici. Tra questi, fondamentale è lo sviluppo dell'Industria Pubblicitaria: PILATI a riguardo osserva come "In Europa i mercati hanno dimensioni nazionali, e quindi di valenza, assai inferiore a quelle americane; da un lato ciò è il significato di un elevata omogeneità culturale, da un altro confina le stesse imprese ad una dimensione intermedia, legata all'investimento pubblicitario, in misura meno diretta rispetto alla grande dimensione". Altro rilevante fattore economico è il livello di Concentrazione di Capitali: un alto livello di concentrazione è equivalente ad un forte relazione legame fra Stato e Proprietari dei mezzi di comunicazione, mediante sussidi, regolamenti o Patti Clienterali e Alleanze.
DEMOCRAZIE CONSENSUALI e MAGGIORITARIE: la distinzione determinata da LIPHART negli studi di politica comparata, fra democrazie Consensuali e Maggioritarie, è di notevole utilità per comprendere la relazione stabilita tra Sistemi Politici e di Comunicazione. Nel modello MAGGIORITARIO un giornalista, + che portavoce di un particolare indirizzo politico, è configurato come un "Servitore neutrale" del pubblico. Considerando che anche nella cultura politica di un sistema maggioritario, la competizione fra i partiti politici avviene per poter rappresentare l'intera nazione, e non per aumentare il proprio potere societario, la nozione di professionalità neutrale appare più consona a tale sistema;
Il sistema Maggioritario va anche associato allo sviluppo dei cosiddetti Partiti Pigliatutto (Catch All Party: vd Manuale Comunic.-Mancini), a loro volta originanti i Media Pigliatutto.
Nei sistemi MAGGIORITARI è tipico il Modello governativo di regolamentazione delle trasmissioni: applicandolo essi si indirizzano inconsapevolmente verso un sistema mediatico professionale: i partiti, infatti, comprendendo come, in un modello con maggioranza variabile, la totale padronanza dei media non garantisce una supremazia definitiva (nelle successive elezioni, infatti, lo stesso predominio potrebbe tramutarsi in un analoga monopolizzazione, ma stavolta di parte avversa) preferiscono confidare nell'Autonomia e nell'equilibrio dei professionisti dell'Informazione.
Il Sistema CONSENSUALE, è invece basato sulla Condivisione del Potere: pensiamo alla gestione della tv pubblica nella forma dell'applicazione Parlamentare (Italia, Belgio), o Civico/Corporativa (Olanda, Germania).
PLURALISMO INDIVIDUALE vs P.SMO ORGANIZZATO.
LIBERALISMO vs CORPORATIVISMO nel Pluralismo INDIVIDUALIZZATO la Rappresentanza Politica è strutturata in termini di relazione fra istituzioni governative e singoli cittadini; vi è quindi, presenza di molteplici interessi particolari in competizione ed uno scarso livello istituzionale.
Nei sistemi di Pluralismo ORGANIZZATO, invece, i Gruppi d'interesse occupano un posto centrale nel processo decisionale. Vedi per esempio la "Struttura a Pilastro dell'Olanda", in cui nella prima parte del 900, diverse subculture (protestanti, cattoliche, socialiste e liberali) svilupparono le proprie istituzioni culturali, sociali, politiche e scolastiche, spaziando da associazioni sportive, sindacati ed anche partiti politici.
Anche in Italia, le subculture cattoliche e comuniste originarono un analoga rete di strutture organizzative, denominabili di Pluralismo SEGMENTATO.
- Il CORPORATIVISMO fa invece riferimento all'integrazione formale, all'interno del processo Politico, di diversi Gruppi SOCIALI.
AUTORITA' RAZIONALE-LEGALE e CLIENTELISMO X Weber, la caratteristica fondamentale di un Sistema RAZIONALE-LEGALE è la Burocrazia, un apparato amministrativo ben distinto da partiti, individui e gruppi sociali, agente secondo procedure prestabilite e concepibile come un servizio per l'intera società. La Burocrazia si fonda sul Reclutamento dei funzionari in base al merito e sul principio di Coerenza collettiva, tesa a rafforzare e proteggere il processo amministrativo da interferenze esterne.
L'Ordine Razionale-Legale è basato inoltre su: a)un Sistema Giudiziale Autonomo;
b)La presenza (o meno) di pubblici ufficiali, tecnici e altre autorità, al servizio dell'interesse pubblico. Se relazionate all'autorità Razionale-legale, le Tv Pubbliche e Statali sono relativamente autonome dal controllo del governo e dai partiti, poiché costituite alla loro base, da regole e procedure standardizzate contrarie a favoritismi.
Nei paesi in cui l'autorità Razionale Legale è meno efficace, (come in Europa Meridionale) il controllo dei partiti e il loro inserimento nelle tv pubbliche, è + accentuato e profondo.
La strumentalizzazione mediatica è quindi MENO probabile in sistemi con forte autorità razionale-legale: i proprietari dei media stabiliscono alleanze meno stabili con i partiti politici, e difficilmente questi utilizzano gli stessi per intervenire negli Affari Pubblici.
Differente è il CLIENTELISMO POLITICO: Mentre, l'Autorita Razionale Legale implica generalmente una struttura e cultura politica fondata sulla nozione di Bene Comune e pubblico interesse, nel Clientelismo tale nozione è praticamente inesistente. Esso, infatti, è generalmente associato a forme di Strumentalizzazione mediatica (Pubblica/Privata) e a modesti livelli di professionalizzazione giornalistica; nei sistemi Clienterali l'accesso dei giornalisti alle informazioni politiche dipende principalmente dai legami politici degli stessi. La comunicazione Politica, + che informare il pubblico di massa, stabilisce forme di negoziazione tra gruppi di elite.
PLULARISMO MODERATO vs P. POLARIZZATO
il Pluralismo POLARIZZATO è caratterizzato dalla presenza di importanti partiti politici Anti-Sistema: in Italia, per esempio le formazioni NeoFasciste e Comuniste. Tale pluralismo si relaziona generalmente ad un alto livello di Parallelismo politico,a tradizioni di partigianeria e ad un giornalismo incline al commento e dai toni esasperati. Come il Clientelismo, anche nel Pluralismo Polarizzato la concezione di bene comune è sminuita. Le società a Pluralismo Polarizzato sono storicamente caratterizzate, da aspri conflitti politici, e da frequenti cambi di regime: spesso i Media, in tali conflitti, sono utilizzati come "armi"di battaglia ideologiche.
Nel pluralismo MODERATO, invece, le differenze ideologiche fra partiti sono meno marcate; in esso prevale una maggiore accettazione di ordine politico, un livello INFERIORE di Parallelismo Politico e di strumentalizzazione mediatica.
RADICI STORICHE: le istituzioni politiche Europee, cosi come i Sistemi di Comunicazione, si svilupparono in seguito ai conflitti radicati da vaste trasformazioni sociali: Riforma protestante, Rivoluzione Industriale e Democratica, Riforma dello Stato Nazione.
In gran parte dell'Europa Settentrionale gli interessi terrieri, base sociale del vecchio ordine di potere, furono prevalentemente Deboli, e presto le forze liberali consolidarono la propria egemonia. Presto quindi si affermarono i sistemi a Pluralismo Moderato, di'Autorità Razionale Legale uniti ad una rilevante presenza mediatica di alta professionalità.
Nell'Europa Meridionale gli interessi terrieri e la Chiesa cattolica furono, invece, molto + forti: Industrializzazione e Mercato si imposero quindi + tardivamente.
E' paradossale rilevare come l'odierno indice di circolazione dei quotidiani Nord e Sud Europei, rifletta ancora i parametri d'esordio di fine xix secolo.
CAP. 5: Modello MEDITERRANEO o PLULARISTA-POLARIZZATO:
La differenza principale tra Europa Meridionale, e la restante parte Occidentale e Nord Americana è determinata dal Tardivo sviluppo delle Istituzioni Liberali
Nell'Europa Meridionale le forze dell'Anciem Regime (Aristocrazia terriera, Stato assolutista, Chiesa) furono + marcate e, a causa della tardiva affermazione democratica, Sistemi Politici e Mediali, entrarono in stretta relazione. Di conseguenza il Mercato non riuscì ad espandersi, e la Professionalizzazione Mediatica continuò a dipendere e da altre Istituzioni.
LE RADICI POLITICHE E LETTERARIE del GIORNALISMO: In Europa Meridionale, una Stampa a Circolazione di massa vera e propria, NON riuscì mai a svilupparsi. L'unica eccezione pervenne dalla FRANCIA. Storicamente la stampa transalpina non fu mai stabile in termini di lettura e Libertà editoriale: seppur diffusi, i quotidiani commerciali francesi non eguagliarono mai le tirature britanniche ed americane. Tuttavia, l'esperienza francese, influenzò notevolmente la restante area mediterranea: in Italia e nella Penisola Iberica la stampa cominciò a proliferare sulla scia delle conquiste napoleoniche.
L'economia di mercato Italiana e Spagnola fu + contenuta rispetto ai paesi liberali e democratici-corporativi. Tranne la Francia, dove lo Stato ebbe un ruolo determinante nella Diffusione della Istruzione, le percentuali di Alfabetismo riscontrate nei paesi mediterranei, furono considerevoli: l'Italia raggiunse un' adeguata unificazione linguistica solo tramite l'intervento della Tv Statale !!
Ai primi del XX sec, l'Europa Meridionale, fu "travolta" da una forte Stampa di Partito: si pensi al PCI, ai Socialdemocratici tedeschi,ecc: (L'Unita (organo del Pci, fondata da Antonio Gramsci nel 1924), raggiunse nell'edizione domenicale tirature pari a 700.000 copie!! )
Altri quotidiani politici furono "Il Popolo" della DC o "l'Avanti" del Partito Socialista.
Interrotta dal Fascismo, la Stampa di Partito Pluralista, rifiorì rapidamente dopo la Liberazione: alla fine degli anni 40, il 50% dei giornali italiani era ancora costituito da Giornali di partito, e lo stesso dicasi per Francia e Spagna.
Nei Paesi Mediterranei, (soprattutto in Italia), un ruolo significato fu svolto anche dai media relazionati alla Chiesa Cattolica: si pensi a "L'Osservatore Romano" o "L'Avvenire".
In ogni caso, sia commerciali che connessi a partiti o Chiesa Cattolica, i quotidiani "mediterranei" furono sempre indirizzati verso una Elite Politicamente interessata:
L'illustre giornalista Enzo Forcella, nel suo famoso saggio intitolato "1500 Lettori", scrisse: "Un giornalista politico può contare su circa 1500 lettori . il resto non conta; .tutto il sistema si organizza quindi sul rapporto tra giornalista e quel gruppo di lettori privilegiati".
Dagli anni 70, e particolarmente negli 80, i sistemi di comunicazione mediterranei si indirizzarono verso una stampa orientata al mercato; non diretta a "1500 lettori", ma rivolta comunque a benestanti minoranze istruite e con una forte identità culturale e politica.
Queste le odierne Caratteristiche del MERCATO EDITORIALE Mediterraneo:
Nette Differenze di Genere; Vendita dei quotidiani circoscritta alle Edicole (+ che all'abbonamento) Assenza di Tabloid o giornali popolari sensazionalistici (tranne che in Francia), sostituiti in parte dai quotidiani sportivi.
Lo scarso sviluppo dei quotidiani di Massa mediterranei è riconducibile anche all'assenza di condizioni economiche e politiche favorevoli ai mercati dell'informazione: per questo nell'Europa Meridionale i Veri Mass Media sono solo quelli Elettronici.
PARALLELISMO POLITICO Nei paesi Mediterranei si sviluppò una forte Politicizzazione Mediatica ed un alto livello di Parallelismo Politico: i giornali, come anche la Tv Pubblica, rappresentarono distinte appartenenze e orientamenti politici, spesso svolgendo azioni mobilitative (vd la Grecia, o i giornali parigini "Le Monde o "Le Figaro").
Durante l'era fascista, in Italia i media furono quasi "obbligati" a perseguire fini politici (lo stesso Mussolini era un giornalista!!). Negli anni 50/60 la forma più rilevante di Cronaca Politica Italiana, fu rappresentata dal "Pastone" , un articolo di cronaca di prima pagina scritto da giornalisti prestigiosi. Negli anni 90, i quotidiani "l'Indipendente" (Lega Nord) e il "Giornale", (Forza Italia), si proiettarono verso un esasperato livello Sensazionalistico, caratterizzato da titoli urlati e aspetti scandalistici.
In Spagna e Portogallo la tradizione di una stampa pluralista politicamente impegnata venne interrotta dalla dittatura. Notevoli furono le analogie spagnole con il caso italiano, dove solo di recente si sono configurati canoni di parzialità. Tuttavia, nel contesto spagnolo, nonostante la sensibile influenza americana, canoni di professionismo neutrale continuano a coesistere con consolidate tradizioni di Partigianeria.
Nei paesi mediterranei, anche i Sistemi di Tv Pubblica, (come quelli della carta stampata), dovettero coesistere con i partiti politici, delineando il cosiddetto modello della "Politica della Televisione". Anche stavolta la Francia fa eccezione: dopo l'iniziale forma di Modello Governativo stabilita sotto la direzione del ministro DeGaulle, l'intervento governativo nella gestione televisiva, mediante la mediazione del Csa, venne notevolmente ridotto.
Mentre Francia, Spagna, e Portogallo sono tutti essenzialmente sistemi Maggioritari, l'ITALIA è invece un Sistema Consensuale, con un sviluppo di Politicizzazione televisiva ben differente.
Negli anni 70, il predominio politico Democristiano venne ridimensionato dai cosiddetti Partiti Laici. Parallelamente anche il controllo della Rai, passato nel frattempo dal Governo al Parlamento, subì un generale processo di Lottizzazione, in cui i partiti assunsero una posizione rilevante; negli anni 80 venne dunque a determinarsi un netto Sistema di Spartizione televisiva, che assegnò la gestione della rete statale alla DC, di Rai 2 ai partiti laici e di Rai 3, originariamente intesa come canale regionale, alla opposizione comunista.
La lottizzazione coinvolse, oltre che le cariche amministrative e di Dirigenza della Rai, anche le nomine di gran parte del personale. Negli anni 90, lo scenario venne modificato dal progressivo indebolimento del sistema partitico italiano (causa scandali finanziari).
Il personale continuò ad essere selezionato tramite forme Lottizzative ma la passata divisione tra canali fu quasi annullata del tutto.
Concludendo, in tutti i paesi mediterranei la logica Politica ha un ruolo significativo nella televisione, nei telegiornali e nei programmi di approfondimento.L'agenda dell' informazione, + che dettata da giudizi giornalistici, è frutto di una determinata linea governativa
PROFESSIONALIZZAZIONE: Nei paesi mediterranei, il Giornalismo venne originariamente configurato come una occupazione secondaria,"trampolino di lancio" verso una carriera politica. Una reale identità professionale fu raggiunta solo alla fine del xix sec., grazie allo sviluppo della Stampa Commerciale e di pratiche di "New Journalism".
Storicamente, nel contesto mediterraneo, la limitata crescita del Mercato dell'Informazione e il rilevante Ruolo Statale, determinarono una modesta Autonomia finanziaria dell'Editoria.
Questo, tuttavia, non si tradusse in un basso livello di istruzione professionale: in Italia, ad esempio, scrittori o intellettuali furono spesso anche giornalisti, (vedi Pasolini/CorSer).
E' inoltre innegabile, come la qualità di scrittura e analisi politica di quotidiani come "Le Monde", "El Pais" o La Repubblica, sia decisamente superiore rispetto ai giornali sensazionalisti e ai tabloid americani e inglesi.
Per quanto riguarda le Organizzazioni professionali, ed i Sindacati dei giornalisti, Francia e Spagna, registrano debole strutture. Al contrario, Grecia e Portogallo, ma soprattutto Italia registrano solide organizzazioni: L'Ordine dei Giornalisti italiano venne istituito per legge nel 1963: tutti i giornalisti, x esercitare la professione sono obbligati ad appartenervi. Tuttavia l'Ordine, pur rilevante come regolatore d'accesso, non fu analogo promotore di standard comuni di condotta professionale. La preparazione formale giornalistica, nei paesi mediterranei, si affermò tardivamente: Bechelloni a riguardo sostenne come, in Italia per anni, si sia diventati giornalisti, solo tramite amicizie o "relazioni familiari".
Nel contesto mediterraneo, quindi, i sistemi di responsabilità formale sono praticamente assenti, così come Aleatoria è la riservatezza delle fonti.
AUTONOMIA GIORNALISTICA vs STRUMENTALIZZAZIONE
La modesta Autonomia giornalistica mediterranea, da sempre soggetta ad esterne regolamentazioni politiche ed economiche, ha la sua più ovvia conseguenza nella scarsa Autoregolamentazione professionale: PANSA, un illustre giornalista italiano, coniò l'espressione "Giornalista Dimezzato", proprio riferendosi ad una figura giornalistica italiana per "metà" appartenente a se stesso e per un'altra appannaggio di poteri esterni.
Difatti, una delle consuetudine più consolidate dell'area mediterranea, , è l'utilizzo dei Media da parte di imprese pubbliche e private come strumento di Intervento Politico.
In Italia, il quotidiano su larga scala, si sviluppò ai primi del xx sec, solo tramite il supporto di imprese industriali e finanziarie, (per es. Ilva e Perrone). Recenti sono i legami finanziari tra CorSera e gruppi industriali, Stampa e Fiat, Montedison e il Messaggero; tuttavia la relazione più eclatante resta quella stabilitasi tra la Tv commerciale e l'impero di Berlusconi.
Tuttavia vi furono delle eccezioni: in Francia, si tentò di affermare una concezione di Stampa come servizio pubblico fuori dal controllo del capitale privato. Si pensi al caso de "Le Figaro" e alla profonda disputa post-bellica, in merito alla linea editoriale da adottare, fra i nuovi e precedenti proprietari: durante la contesa, molti giornalisti scioperarono, esercitando il diritto stabilito dalla "Clause de Conviene" nazionale, ad abbandonare il giornale dietro risarcimento, qualora la linea ideologia interna fosse mutata per volere della proprietà.
Anche in Italia si registrarono casi analoghi: vedi il NO del Messaggero sul referendum del Divorzio, stampato senza considerare l'ideologia proprietaria.
In generale, quindi, il livello di autonomia giornalistica mediterranea, sia per la Carta Stampata che Televisiva, è notevolmente inferiore rispetto ai sistemi democratici-corporativi e liberali
I MEDIA e LO STATO Nei paesi mediterranei, lo Stato ha da sempre rivestito il ruolo di "Censore Editoriale": in Francia, in determinate circostanze, lo Stato può bloccare le pubblicazioni stampate; in Spagna, comuni sono le azioni legali intentate contro i giornalisti; ancora oggi i cronisti greci possono essere perseguiti per Diffamazione di Pubblico Ufficiale.
Oltre che di Sistemi Televisivi, lo Stato è stato anche proprietario di organizzazioni editoriali: agenzie di stampa, quotidiani nazionali (vedi il Giorno o il Messaggero); diffusi inoltre sono stati i sussidi statali, diretti o indiretti, a favore della stampa Italiana e transalpina.
Contrariamente al modello Liberare Americano, i sistemi mediterranei configurano i Mass Media come "Istituzioni sociali, legittimamente soggette nell'interesse pubblico, sia nella forma Privata che Pubblica, ad una dovuta Regolamentazione"
Il deciso intervento Statale, nei sistemi di comunicazione mediterranei, ha tradizionalmente limitato la funzione mediale di WatchDog (di controllo governativo), ampiamente diffusa nelle teorie Comunicative Liberali.
Tuttavia, negli anni 90, gli svariati Scandali politici coinvolgenti gran parte dei paesi mediterranei modificarono notevolmente i tradizionali assetti comunicativi.
In Italia Tangentopoli alterò profondamente la struttura politica nazionale: i Media, a loro volta, diminuirono la "storica ubbidienza" verso i Sistemi Politici, determinando legami con gli stessi molto + conflittuali: va ricordato come nello scandalo politico, almeno inizialmente,
i Giudici della procura di Milano furono notevolmente sostenuti dalla stampa nazionale.
DEREGOLAMENTAZIONE SELVAGGIA: In riferimento ai mutamenti avvenuti nei Sistemi di Comunicazione di Massa portoghesi degli anni 80/ 90, Tarquinia coniò la nozione di Deregolamentazione Selvaggia. Per lo studioso, l'introduzione delle tv commerciali portoghesi avvenne in modo incontrollato, senza alcun vincolo al servizio pubblico e protezione di interessi.
Se escludiamo ancora una volta la Francia, il fenomeno è applicabile all' intera area mediterranea: L'Italia, ad es. condivise con i paesi di tendenza Democratica-Corporativa, una lunga tradizione di Televisione come "Servizio Pubblico": sotto il governo democristiano, la consuetudine fu determinata dalla funzione Educativa (Sistema Pedagogizzante-vd Sorrentino); negli anni 70, invece, con l'affermarsi dei partiti della sinistra, e con la fine della egemonia cattolica, si impose una concezione mediatica Pluralista. In seguito,nel 1976, la Corte Costituzionale arrestò il Monopolio della Rai; tuttavia poiché non adeguatamente regolamentato, lo sviluppo delle emittenti commerciali si determinò mediante un'incontrollata Deregolamentazione. In Spagna, cosi come in Grecia e Portogallo, una tv pubblica intesa nel senso pieno della parola non è mai esistita. In Francia, invece, latitarono possibili forme applicative di deregolamentazione: l'interna tradizione dirigista di intervento statale, garantisce infatti una chiara regolamentazione mediatica. Inoltre, nello stato transalpino, rimane diffuso il comune consenso sul principio di Tv come istituzione nazionale, confermata dalle severe norme sul Linguaggio e sul Contenuto dei programmi prodotti da altri paesi Eur.
PLULARIMO POLARIZZATO: Quando finalmente determinatasi nel contesto mediterraneo, la Democrazia Liberale assunse la forma del Pluralismo Polarizzato (Sartori-76), sistema con il quale diversi apparati politici, ideologicamente divergenti, tra le tante possibilità, inclusero nella loro organizzazione, Partiti anti-sistema di destra e sinistra.
Il Sistema Polarizzato influenzò notevolmente lo sviluppo dei Mass Media: le divergenze ideologiche, l'asprezza dei conflitti politici, resero problematico il distacco Mediale dal mondo Politico, ostacolando allo stesso tempo lo sviluppo di una cultura professionale indipendente.
La maggior parte del processo di Comunicazione dei Sistemi Multipartitici delle nazioni Pluraliste-Polarizzate, è determinato al di fuori della sfera Pubblica, o in forma indiretta.
Di conseguenza i Media, (soprattutto i giornali) rappresentarono, per le elite cittadine, gli strumenti + adeguati, per seguire l'andamento delle Negoziazioni o sottoporre all'attenzione Pubblica i propri programmi comunitari.
Il sistema della comunicazione mediterranea è dunque notevolmente relazionato all' impianto funzionale Polarizzato: si pensi all'ampio spazio dedicato alla Cronaca Politica, alla natura Elitaria giornalistica (specie in Italia) tesa principalmente in direzione Politica.
Come i paesi Democratici-Corportativi, i sistemi politici mediterranei sono basati, oggi come ieri, sulla diffusione del Voto d'appartenenza + che su quello basato su singole issue.
CLIENTELISMO E AUTORITA' RAZIONALE-LEGALE: il tardivo sviluppo LIBERALE nel Europa Meridionale, è associabile alla rilevante influenza Clienterale, ed alla parallela, modesta affermazione, dell'Autorità Razionale-Legale.
Il Clientelismo va configurato come un organizzazione sociale in cui l'accesso alle risorse è controllato da "padrini" e trasmesso ai clienti solo tramite deferenza o sostegno.
Inizialmente, la sua sopravvivenza nel mediterraneo, fu determinata dalla notevole debolezza Liberale, del mercato e dello stato burocratico. In seguito, mediante la Modernizzazione, le prime forme Clienterali, furono lentamente modificate, senza xrò essere completamente rimosse. A riguardo, la Francia, fa eccezione: organizzazione sociale al confine tra un Sistema Pluralista Polarizzato e Democratico Corporativo, lo stato transalpino detenne, da sempre, consolidate tradizioni di Stato come personificazione della Volontà Generale e di Amministrazione Professionalizzata, (risalente sin dai tempi dell'Ancien Regime).
Odiernamente, nei paesi Mediterranei, il Clientelismo è in fase di drastico Decadimento: questo grazie ad una rinnovata rilevanza istituzionale, oltre per l'affermarsi di una distinta identità giornalistica. Tuttavia, la sua storica permanenza passata, continua ad influenzare negativamente gli interni sistemi Comunicativi: nei sistemi Clienterali, infatti, l'informazione venne da sempre trattata come una Risorsa Privata non condivisibile pubblicamente: di conseguenza, il giornalismo, tardò ad affermarsi come istituzione.
Le forme clienterali accentuarono le relazioni tra attori sociali e partiti politici.
Si pensi alla regolamentazione Televisiva: prima di "scendere"nell'arena politica, Berlusconi intrattenne un intensa "relazione" con il Partito Socialista di Bettino Craxi !!
A causa della forme Clienterali, l'intervento Statale nella sfera mediatica mediterranea, venne notevolmente ridotto: le relazioni del Clientelismo, infatti, ostacolano forme di azioni organizzate e consistenti, sviluppando allo stesso tempo modelli di Deregolamentazione televisiva Selvaggia e incontrollata. E' dunque innegabile come, nel Mediterraneo,
il Particolarismo Politico rappresenti una notevole MINACCIA per l'interesse pubblico, e contemporaneamente x lo sviluppo di una autonoma professionalizzazione giornalistica.
CONCLUSIONI In Europa Meridionale, lo storico legame stabilito tra Sistema della Comunicazione e Mondo Politico, venne originato dalla lenta transizione verso il Capitalismo e la democrazia Borghese. In seguito, quando la democrazia fu consolidata, il rapporto si sviluppò tramite un netto Parallelismo Politico; La Stampa Commerciale, e allo stesso tempo la Professionalizzazione Giornalistica, tardarono quindi ad affermarsi, sostituiti dalle notevoli Strumentalizzazioni di Stato e Partiti Politici.
Odiernamente, i sistemi di comunicazione mediterranei, non hanno ancora assunto una forma LINEARE e spesso il problema è stato avvertito dagli stessi giornalisti, cittadini e studiosi locali. Oggi, quindi, La Comunicazione Mediatica mediterranea, è prevalentemente di Cronaca Politica. Allo stesso tempo, i Partiti hanno innalzato il proprio potere societario: l'Italia è un caso esemplare, ma lo stesso vale per la Francia, la Spagna o il Portogallo, dove gli apparati politici nazionali hanno imposto forme giornalistiche Elitarie e numericamente Deboli in termini di ascolto.
CONCLUSIONI DEL LIBRO: Il testo del Mancini ha inizialmente configurato
4 Dimensioni generali cui confrontare i diversi sistemi di comunicazione mondiali:
a)Struttura dei Mercati, (incluso il livello di circolazione della stampa) b)Grado e forma del Parallelismo Politico c) sviluppo della Professionalizzazione Giornalistica d)Intervento Statale.
In seguito si è argomentato sulle relazioni stabilite tra i modelli di sviluppo dei Sistemi Mediali e le caratteristiche base del Sistema Politico. Tra queste:
a)Ruolo societario dello Stato b)Sistema Politico Maggioritario o Consensuale c)Organizzazione dei Gruppi di Interesse, differenziati tra Sistemi + frammentati da quelli del Corporativismo; d)Divisione tra Pluralismo Moderato e Polarizzato; e)Sviluppo delL'Autorità- Razionale Legale contrapposta al Clientelismo delle organizzazioni sociali.
Le varie Caratteristiche Politiche analizzate si manifestano differentemente a seconda della Struttura Mediatica: in tutti i Sistemi in cui i Partiti Politici hanno un forte controllo sui processi decisionali ( vedi il modello Pluralista Polarizzato) i proprietari dei Media, così come il singolo giornalista, svilupperanno intensi relazioni con gli stessi; al contrario, nei sistemi in cui sono i Gruppi Sociali Organizzati ad avere influenza, le strutture mediali sono più indipendenti, e il Giornalismo internò può costituire autonome organizzazioni.
Il testo circoscrive 3 principali modelli di Comunicazione: 1) Sistema Pluralista Polarizzato, (Mediterraneo) distinto per l'elevato livello di politicizzazione interna: notevole l'intervento di Stato e Partiti in molti aspetti della vita sociale; forte scetticismo verso nozioni di Bene Comune; netta divergenza tra popolazione politicamente attiva da quella inattiva, consumante poca informazione politica, e rivolta essenzialmente alla televisiva.
2) Sistema Democratico Corporativo (NordEuropeo) contraddistinto dalla rilevanza dei gruppi Sociali Organizzati all'interno della società, da nozioni di Bene Comune e regole accettate oltre le divisioni sociali; grande la rilevanza assunta dal Libero Flusso di Informazione: allo Stato è affidato il compito di promuoverlo; consolidate tradizioni Partigiane, che configurano i Media come veicoli per l'espressione dei gruppi sociali e le diverse ideologie; notevole Autonomia della informazione
3)Modello Liberale (NordAmericano) imperniato su una concezione di Rappresentanza individualistica, in cui il ruolo dei gruppi sociali organizzati è meno enfatizzato e quello dello Stato inferiore; presenza di un forte individualismo ed elementi diplomatici privilegianti la Vita privata sulla Pubblica; ruolo mediatico concepito in termini di rappresentanza di gruppi sociali, e di WacthDog del governo.
Le trasformazioni nella struttura politica ed economica, relazionati alla notevole influenza della Tecnologia e Commercializzazione dei sistemi di comunicazione, hanno sviluppato negli anni 80, un processo di Omogeneizzazione che ha fra la sua principale causa un forte indebolimento dei Vincoli passati, nei legami tra Media dei Sistemi Pluralisti Polarizzati e Democratici Corporativi, ai partiti politici ed ai gruppi sociali organizzati, ed un conseguente spostamento verso la struttura e le procedure del professionismo neutrale, tutte caratteristiche base del sistema LIBERALE, forme differenziante che meglio di altri sviluppa livelli maggiori di modernizzazione. Tuttavia il processo di Commercializzazione, pur "emancipando" i sistemi Mediali dalle istituzioni politiche, tende contemporaneamente a subordinarli alle logiche del Mercato e della Competizione.
In questo senso
i media riescono ad avere maggiore differenziazione dalle altre istituzioni
politiche, ma, allo stesso tempo, si sovrappongono a quelle economiche. Il
Mancini quindi si chiede se, rispetto al passato,
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