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TEMI SPECIFICI E RICORRENTI: L ILE DE VÉNUS, LIBERTÀ E LIMITI
Particolarmente interessante è la descrizione del topos dell'eros tahitiano prospettato come luogo libero da freni inibitori morali e religiosi. In uno dei passi del Journal de Navigation, Bougainville descrive l'ile de V nus, ovvero l'isola dell'amore, come un angolo di paradiso abitato da individui che dedicano la loro giornata al puro soddisfacimento dei plaisirs des sens. L'esistenza di quei popoli appare caratterizzata da costumi che sembrano combaciare con quelli di un'umanità impassibile nei confronti di tutto ciò che c è di negativo al mondo, assenza di sensi di colpa, peccato, angoscia, vergogna e pudore. A stupire i francesi infatti, è proprio la concezione di amore libero e disinibito: le donne si denudano in pubblico, si offrono liberamente ai nuovi arrivati e il rapporto fisico di coppia viene consumato apertamente per strada senza compostezza alcuna.
Tale visione arcadico-edonistica è palesemente influenzata da modelli letterari ben precisi, in cui da una parte, si sovrappongono gli effetti della polemica libertaria e anticonformistica ispirata ai canoni dell'ideologia dominante e dall'altro si ritrova l'incombenza dei costumi del XVIII secolo. Motivi arcadici, mitologici, primitivi si uniscono al gusto per le tematiche erotico libertine del Settecento filosofico per dar vita quindi a una suggestiva miscela. Erotismo selvaggio, di cui viaggiatori ed esploratori, discutono generalmente con mesto distacco, ma l'attenzione che Bougainville e i suoi compagnons dimostrano in tal senso, esplicita, da un lato, la palese contentezza per la conclusione del lungo periodo di astinenza, risultato di tanti mesi trascorsi su una nave, ma, dall'altro, dimostra anche la soddisfazione di poter mettere in pratica i principi del materialismo ed erotismo per i quali la cultura del secolo settecentesco porta alta la bandiera. Tale carica disinibente si coglie anche tra le più sincere note dei diari dei compagni di viaggio
di Bougainville, Commerson, ad esempio, afferma: Laggiù né il pudore né la vergona esercitano la loro tirannia .
Esiste ovviamente uno scarto tra la stravaganze sfrontatezza erotica del popolo tahitiano e quella tipica e caratteristica della letteratura libertina settecentesca: la propensione dei selvaggi verso pulsioni meramente fisiche è puramente naturale, contrariamente allo status dell'eros prevalentemente mentale di letterati e philosophes. Di notevole influenza, sono i modelli antropologici come quelli di Buffon e del ginevrino Jean- Jacques Rousseau. Quest'ultimo fornisce un rendiconto dell'amore come inclinazione naturale, sensuale, spontanea, che è innata nell'individuo. Rousseau, nel suo Second Discours, ribadisce che nello stato di natura, l'amore appaga e completa l'essere umano poiché ignora tutte le implicazioni psicologiche e morali inventate dalle donne allo scopo di creare predominio sull'altro sesso. In questi casi, quindi, si ha a che fare con modelli oscillanti tra il primitivismo rousseauiano e il libertinismo filosofico cui si adeguano anche altri compagni di viaggio come Saint Germain e Fesche, i quali criticano il senso di decadenza che impedisce ai nuovi arrivati di godere di quelle bellezze tahitiane che si propongono con tanta sensualit . Inconsapevole di esser stato preceduto nell'azione di scoperta di Tahiti, Bougainville, come del resto il suo predecessore Wallis, giunge sull'isola per caso.
Dopo un viaggio spossante, estenuante e impervio sull'isola di Lancieri e La Harpe , il territorio tahitiano appare, agli occhi del navigatore francese, come un vero e proprio miraggio. Nella relazione di viaggio, Bougainville dipinge il territorio polinesiano come riccamente intessuto di tranquillità e pace:
Je me croyais transporté dans le jardin d Éden ; nous parcourions une plaine de gazon, couverte de beaux arbres fruitiers et coup e de petites rivi res qui entretiennent une fraicheur d licieuse, sans aucun des inconvénients qu entraine l'humidité. Un peuple nombreux y jouit des tr sors que la nature verse à pleines main sur lui. Nous trouvions des troupes d hommes et des femmes assises à l ombre des vergers ; tous nous saluaient avec amiti
I francesi, quindi, vengono ricevuti da una ricca dose di accoglienza, generosità, e abbondanza, le caratteristiche peculiari di quel popolo tahitiano. Persino il loro idioma linguistico risulta piacevole all'orecchio, la loro lingua, infatti, è tendenzialmente musicale, dolce e armoniosa. Bougainville riesce a dipingere graziosamente tale idillio: i fuochi che baluginano lungo la costa la notte prima dell'ancoraggio, i nativi che sventolano i rami verdi in segno di pace, la colazione sul verde presso la casa del capo Ereti, le passeggiate attraverso i campi, i francesi invitati a visitare e riposare in tutte le capanne e soprattutto incitati a fare all'amore liberamente sotto lo sguardo di tutti:
Chaque jour nos gens se promenaient dans le pays sans armes, seuls ou par petites bandes. On les invitait à entrer dans les maisons, on leur y donnait à manger; mais ce n est pas une collation légère que se borne ici la civilité des maitres de maisons; ils leur offraient des jeunes filles; la case se remplissait à l'instant d une foule curieuse d hommes et de femmes qui faisaient un cercle autour de l h te et de la jeune victime du devoir hospitalier; la terre se jonchait de feuillage et des fleurs, et des musiciens chantaient aux accords de la flute une hymne de jouissance .
Tahiti, dunque, è il pianeta in cui risiede il piacere fisico, un vero e proprio regno paradisiaco in cui Bougainville ammette ben presto di essersi comodamente adagiato:
V nus est ici la déesse de l'hospitalité: son culte n y admet point de mystères, & chaque jouissance est une f te pour la nation . Commerson, membro esperto a bordo della Boudeuse, pupillo del famoso naturalista Buffon, definisce la terra scoperta con il nome di Utopia, egli è addirittura stordito, folgorato, ammaliato dal contesto incontaminato e dall'organizzazione sociale di quel posto. Inizialmente, infatti, non vede nei comportamenti lascivi delle donne tahitiane malizia alcuna, sebbene egli avrà modo di ricredersi a riguardo. L accoppiamento, a suo dire, è finalizzato alla procreazione e il discorso amoroso ha una valenza religiosa, in realt , si tratta di impressioni molto lontane dal vero, ma, d'altronde, il naturalista francese, amante delle idee rousseauiane, studia Tahiti con le lenti che si portava dietro da Parigi:
Quelque censeur à double rabat ne verra t il en cela qu un d bordement de m urs, une horrible prostitution, le cynisme le plus effront ; mais il se trompera grossi rement lui même en méconnaissant l'état de l'homme naturel, né essentiellement bon, exempt de tout pr jugé et suivant sans d fiance comme sans remords les douces impulsions d un instinct toujours s r, parce qu il n a pas encore dégén ré en raison .
É necessaria la prospettiva di Bougainville per squarciare il velo di Maya e trascendere il velo dell'illusione: come da un sogno, il navigatore si sveglia e diventa cosciente. Oltre alle sfrenatezze dell'amore, il navigatore francese riesce a cogliere l'altra faccia dell'Eden, il rovescio della medaglia, ovvero l'esistenza di una realtà sociale totalmente diversa rispetto all'idillio prospettato inizialmente.
Bougainville decompone e analizza, torna indietro, si ricrede: le contraddizioni che affiorano maggiormente nel Voyage, infatti, riguardano le opinioni circa l'umanità primitiva. I suoi capitoli tradiscono evidenti tentennamenti e oscillazioni specialmente se confrontati con la stesura a caldo del Journal e con le pagine personali dei diari di bordo dei compagnons come quelle del principe Nassau-Siegen, del tenente Caro e del medico Vivez, In tale direzione, molto interessante e soprattutto di grande ausilio è il lavoro certosino di raccolta dei vari diari di bordo minuziosamente raggruppati da Étienne Taillemite riportanti il titolo: Bougainville et ses Compagnons autour du monde.
Durante il viaggio di ritorno a Parigi, il tahitiano Aoutourou fornisce non poche precisazioni e chiarimenti che conducono Bougainville a ricredersi su numerosi aspetti dell'organizzazione sociale tahitiana. Molte delle contraddizioni e disparità all'interno della relazione di Bougainville, riguardano proprio la valutazione del primitivo e del selvaggio: nel Voyage si assiste a un mutamento duplice e antitetico dei dati offerti dal diario originario, il cosiddetto Journal. Il Voyage autour du monde, d'altronde, nella pubblicazione del 1771, non è da considerare come un puro lavoro di trascrizione dal Journal poiché c è stato un'accurata operazione di riscrittura e limatura. Il diario di bordo è molto più libero e sfrenato rispetto al testo vero e proprio, gli attacchi contro Rousseau, infatti, sono più vividi, le critiche nei confronti dei Gesuiti in Paraguay sono maggiormente incisive, i riferimenti all'antichità sono più numerosi, e l'idealizzazione di Tahiti è in maggior misura calcata. Il Voyage, d'altra parte, contiene delle parti che il Journal non riporta, e la composizione diaristica, è più incline a contenere delle espressioni mitizzanti e idealizzanti rispetto alla stesura del Voyage vero e proprio.
È interessante notare come le sezioni riguardanti l'isola di Tahiti, sono state quelle che nel Voyage hanno principalmente subito modificazioni e rimaneggiamenti: l'inizio del III capitolo della seconda parte del testo originario, ad esempio, debutta con la nobile figura del vieillard, personaggio invece totalmente omesso nel Journal:
Cet homme vénérable parut s apercevoir à peine de notre arrivée ; il se retira même sans répondre à nos caresses, sans témoigner ni frayeur, ni étonnement, ni curiosité ; fort éloigné de prendre part à l espèce d extase que notre vue causait à tout ce peuple, son air rêveur et soucieux semblait annoncer qu il craignait que ces jours heureux, écoulés pour lui dans le sein de repos, ne fussent troublés par l arrivée d une nouvelle race .
Nel Voyage autour du monde, quindi, il viellard gioca in sordina e dietro le quinte rispetto al ruolo esplicito ricoperto dal vecchio saggio nel Supplément au voyage de Bougainville di Diderot: quelle del personaggio bouganvilliano, sono riflessioni che egli affida unicamente alla penna del navigatore francese, impressioni che non formula in persona ma in cui sicuramente lascia trapelare il pensiero contrariato nei confronti dell'altro giunto a invadere la propria terra. Secondo la visione di Bougainville, il selvaggio tahitiano riflette la proiezione di vecchi archetipi poiché vive dei frutti che la natura gli concede generosamente senza affliggersi e preoccuparsi troppo del domani, può permettersi quindi un'incosciente leggerezza nei confronti della vita; egli non conosce ancora gli effetti negativi della proprietà privata poiché nella sua isola non esiste la distinzione tra ciò che è mio e ciò che è tuo in quanto tutti i beni materiali sono in comune, è inoltre lungi dal lusso e dagli sprechi eccessivi, non ha guide religiose a incutergli timore, e soprattutto si lascia avvolgere e catturare da un erotismo ingenuo nonché libero da ogni freno, privo di qualsiasi inibizione religiosa e morale.
Il concetto di bonheur che si rileva a Tahiti, non è frutto di teorie puramente astratte, ma è il risultato di realtà concrete e tangibili, è una felicità materialmente goduta, assaporata grazie al clima mite, all'amore fisico che soddisfa pienamente l'individuo liberandolo da ostacoli e disturbi di ogni genere. Fesche, volontario a bordo della Boudeuse, fornisce, invece, un'immagine della felicità tahitiana leggermente meno carica di aggettivi idilliaci rispetto all'opinione comune: egli afferma che se per raggiungimento del concetto di felicità si intende l'abbondanza di beni primari, un clima ideale, esistenza appagante e sgombra da preoccupazioni nonché allietata dagli allegri piaceri dell'eros, allora Tahiti è proprio il posto giusto.
Commerson, riconduce la realtà tahitiana ai canoni più usuali di ogni utopia: il post- scriptum che conclude la sua relazione di viaggio, contiene dei chiari riferimenti all Utopia
di Tommaso Moro : dal greco eus e topos, si potrebbe definire, a suo dire, Utopia quell'isola felice, situata in un luogo non luogo, se Bougainville non gli avesse già affidato l'appellativo di Nouvelle Cythère. Il botanista, seguendo le orme di Rousseau, definisce questo felix locus, un paradiso in cui non esiste proprietà privata, le decisioni circa il buon andamento in comunità sono mera responsabilità dei padri di famiglia e l'unica divinità riconosciuta al di sopra di tutto è l'amore . Il compagnon continua affrontando anche l'argomento dell'idioma linguistico che di certo si contraddistingue per essere sonoro, armonioso, svuotato da una sintassi artificiosa e complessa come quella invece delle lingue europee. Si tratta di un linguaggio in cui è agile comprendersi anche nelle situazioni di difficile scambio verbale poiché nei casi in cui la parola non giungesse a buon termine, intervengono in aiuto elementi altri appartenenti alla gestualità del corpo e alle espressioni facciali.
Commerson, racchiude queste impressioni in un documento redatto in latino lasciato sull'isola, spiegando che dopo nove mesi di estenuante viaggio, i francesi raggiungono Utopia, terra eterea, paradisiaca, in cui equit , uguaglianza, amore e soprattutto libertà regnano incondizionatamente. Si tratta di un luogo in cui vigono tranquillità, ospitalità e accoglienza, tutti aspetti pacificamente coordinati da un liberale ordinamento appartenete a un patriarchale regimen. L'inglese James Cook, invece, insisterà non tanto sull'attribuire le bonheur di Tahiti alla libertà dei costumi e alla quiete che regna tra i suoi abitanti, quanto piuttosto all'aspetto naturale ed etereo di quei luoghi contraddistinti dalla natura amena, le placide acque, le alte vette dei monti, i Campi Elisi, le piantagioni, le case e i boschi, quasi a voler duellare con un altro modello, quello delle tele di William Hodges, il pittore che il navigatore ha portato con sé e che lascerà dell'isola memorabili ricordi su tela. Rispetto al grande slancio di entusiasmo di Commerson, il pensiero di Bougainville è più ampio e articolato. Come già ribadito, la stesura del Voyage è il risultato di una scrittura composta successivamente rispetto alla versione del Journal de navigation, quest'ultima è forse stilisticamente meno accurata ma sicuramente rappresenta il frutto di sensazioni maggiormente oggettive.
Bougainville non approva né l'eccessivo primitivismo né il gratuito egualitarismo di Rousseau: parla, ad esempio, con sarcasmo dell tat de nature dei Pech rais, tutto fuorché idilliaco. Eppure, le oscillazioni che si riscontrano nella scrittura del Voyage autour du monde, l'apparente levigata chiarezza, oltre a un'infantile passione per la mitologia e al desiderio di non deludere una platea fin troppo orientata verso il fantastico, lo inducono a donare un'immagine della Nouvelle Cythère poco coordinata, ambigua, con codici che si oppongono man mano che si procede dalla stesura istantanea del Journal, alla composizione del Voyage.
Viene naturale, quindi, pensare ad una connessione tra l'utopie tahitiana vera e propria, fulcro dell'opera bougainvilliana, e i canoni utopici, sia di lontana origine ma anche di più recente generazione appartenenti alla cultura francese, aspetti relativi al connubio nature e civilisation e al richiamo di una natura che ignora, del mondo civile, i problemi e la storia. Nel Voyage, il popolo tahitiano assapora quel senso di felicità reale, proprio perché donatogli dallo stretto legame con la natura vera, in tal modo la loro esistenza scorre lieta e serena in quanto non si discosta mai dalla saggezza e dalla sanità di un'esistenza naturale. Quali migliori artifici utilizzare per descrivere le meraviglie eteree appena scoperte se non quelli dell'età dell'oro e della cultura classica: d altronde Bougainville aveva già paragonato, durante la Guerra dei Sette Anni, la realtà degli indios con quella dei personaggi del glorioso passato latino e greco.
Nel Journal, afferma Bougainville, occorrerebbe utilizzare la penna di F nelon per descrivere perfettamente quel paradiso di pace, ed egli si ricollega, quindi, alla celebre digressione della terra felice denominata B tique all'interno delle Aventures de T lemaque « .] Pour bien d crire ce que nous avons vû, il faudrait la plume de F nelon, le pinceau charmant de l'Albane ou de Boucher. Ce peuple a la gaieté du bonheur et ce penchant à une douce plaisanterie qu'enfantent nécessairement le repos et la joie. Les hommes y ont plusieurs femmes et les filles tous les hommes qu'elles veulent .
Si tratta, quindi, di un'esistenza primordiale accompagnata dal rifiuto del superfluo, quella descritta tanto da Fénelon quanto da Bougainville a proposito della bonne foi dei popoli selvaggi: il comandante francese, dunque, colloca la sua isola tra quei luoghi in cui ancora regna la franchise dell'età dell'oro» e a proposito della tematica della terra generosa e feconda che fornisce all'uomo tutto ciò di cui esso necessita, Bougainville si ricollega ai modelli ovidiani, oraziani, senechiani, i quali mettono in evidenza i tempi in cui madre natura era ancora incontaminata e libera dagli effetti negativi dell'uomo; anche Montaigne e Ronsard avevano elaborato la teoria del contatto con il mondo selvaggio decantando la trainante e avvolgente bellezza dei campi. Si tratta di un mito a tal punto seducente tanto da catturare anche il razionale esploratore James Cook, generalmente lungi da facili idealizzazioni: egli descrive Tahiti come caratterizzata da una natura benefica e proficua capace di accontentare i beni primari dell'individuo.
È doveroso concedere un piccolo spazio all'unico compagnon del Voyage a non essere condizionato da schemi mitico-arcadici per quanto concerne la descrizione degli usi e costumi tahitiani: il tenente Caro. La modesta cultura e l'ingenuità tipica di quest'ultimo, lo hanno in un certo senso preservato dall'esser assorbito dai miti primitivistici più correnti: le pagine del suo diario narrano dell'accoglienza e della fiducia con la quale i tahitiani hanno aperto agli ospiti le porte di casa loro, sebbene non avesse problemi a descriverli come abili e furbi saccheggiatori , ma non viene fatto alcun riferimento all'amore erotico e sensuale nei termini sfrenati che si riscontrano invece nelle pagine di tutti gli altri: piuttosto Caro accenna criticamente al personaggio di Aotourou, selvaggio eroticamente ossessionato dall'eros fisico, che, sulla nave, durante il viaggio di ritorno a Parigi, scruta attentamente tutti i membri che vi facevano parte per cercare di trovare una figura femminile con la quale soddisfare i propri piaceri sessuali. È singolare la divergenza di opinioni che emerge tra i membri delle due navi: il tenente Caro, è in controtendenza rispetto agli altri e proprio perché non suggestionato dai principi mitici e utopici, egli offre della libertà sessuale tahitiana una visione notevolmente diversa da quella dei suoi compagni, influenzati invece, in maniera prepotente dal mito corrente .
Caro aggiunge, inoltre, che sebbene i tahitiani riescano a camuffare il sentimento di gelosia, essi siano molto possessivi e oppressivi verso l'altro sesso, non vogliono che si abbia a che fare con le loro donne : su questo punto sono intransigenti e solo le ragazze ancora nubili possono concedersi liberamente, ma in effetti già nel Journal de Navigation egli aveva accennato al fatto che le donne sposate vengono sorvegliate a vista dai loro uomini. Nel Voyage, invece, tale passo viene aggiunto solo successivamente al colloquio con Aotourou, scambio durante il quale Bougainville deve ammettere chiaramente la rigidità che vige all'interno dei rapporti di coppia nella società tahitiana, totalmente soggiogata dal regime patriarcale.
In una fase iniziale, quindi, il navigatore francese omette la verità sulla realtà tahitiana, preferisce lasciare intatta l'idea di amore disinibito e libero della Nouvelle Cythère; anche nei casi della religione, della vita socio-economica e politica, Bougainville si limita semplicemente a introdurre la correzione dei passi senza modificare la prima scrittura destinata alla stampa: è troppo radicata in lui l'idea di mandare avanti le idee e i sogni primitivistici tanto apprezzati in quel particolare periodo per cambiare totalmente idea e direzione. Il navigatore, appare quasi impassibile di fronte alla realt , non sembra volersi rendere conto di quanto surreale e fittizia sia una società secondo cui le donne, da un lato, agiscono in maniera indipendente nei rapporti sessuali e, dall'altro, invece, siano costrette a farlo poiché spinte dai loro uomini. Nonostante Bougainville si limiti a giustapporre le correzioni alle parti precedenti, ci si trova comunque di fronte a una vera e propria scissione, ad una presa di coscienza, ad un vero e proprio indietreggiamento di pensiero del navigatore francese. Nei capitoli del Voyage dedicati a Tahiti, Bougainville arriva quindi a mettere in dubbio l'immagine iniziale che si era venuto a creare dell'isola; il breve soggiorno in quei luoghi, non gli consente prese di posizione perentorie e definitive ma piuttosto formule prudenziali e cautelative che egli adotterà al fine di mettere in luce l'effettivo cambiamento. Il lungo e singolare viaggio di ritorno in Francia percorso insieme al selvaggio Aotourou è stata una delle principali cause del ripensamento dell'esploratore francese; è proprio durante tale viaggio che Aotourou approfondirà ancora meglio gli aspetti della schiavitù tahitiana cui le donne sono profondamente soggette: le isolane, dirà il selvaggio, non conducono una vita oziosa, non sono affatto dedite solo al soddisfacimento dei piaceri fisici, non hanno il diritto di sedersi a tavola con gli altri membri del nucleo familiare.
L'unico a non ricredersi e a mantenere alta la bandiera dell'utopie dell'amore libero è il naturalista Commerson, il quale continua a vivere di chimere, pensando che l'amabilità, a questo punto fittizia, dei tahitiani verso le loro donne, sia la prova della forte distanza tra la Nouvelle Cythère e le tradizioni primordiali e rudimentali di altre comunità selvagge. Di fatto anche Commerson dovrà ricredersi e riconoscere la dura legge che vige a Tahiti a proposito della vita coniugale:
Il nous a paru qu aussitôt qu une fille est mariée ou du moins convennue de rester attach e à un homme, elle lui set fidelle et ne se soucie plus d avoir commerce avec d autres, y ayant à ce qu on pr tend la peine de mort port e contre les adultères. Les filles au contraire tant qu elles restent telles sont très libres de faire tout ce qui leur plait, la jalousie n étant point dans l état de c libat .
Gli altri compagni di viaggio sostengono più o meno la medesima cosa, Saint- Germain, ad esempio, racconta il bizzarro episodio del principe di Nassau che prova a sedurre una delle affascinanti consorti di un capo della comunità: testimonianza che risulta strana se si considerano i diari sul Tahitiano che dovrebbe essere ignaro di ogni gelosia. Nassau afferma:
Ce peuple adonné aux plaisirs les multiplient et les varient tant qu ils peuvent, se permettent plusieurs femmes qui sont rigidement assujettis aux devoirs conjugeaux ; les maris leur permettent cependant des plaisirs avec d autres, mais pareille liberté prise sans leurs consentement coûteroit la vie et à la femme et à l homme favoris s .
Per il medico Vivez, un altro dei compagnons del Voyage, la poligamia è cosa dei padri di famiglia, dei mariti, dei capi e lo stesso Bougainville conferma: La polygamie parait g n rale chez eux, du moins parmi les principaux. Comme leur seule passion est l'amour, le grand nombre des femmes est le seul luxe des riches . Si legge nel diario di Saint Germain, come in quello di Fesche, che le donne sposate si concedono liberamente agli estranei solo dietro gentile permissione dei loro uomini.
Gli inglesi, a riguardo, sono più cauti e ricorrono a litoti eufemistiche: Samuel Wallis, per esempio, descrive la disinibizione delle donne tahitiane affermando che esse in singolare maniera mettendosi nude con gesti di significato non ambiguo li sollecitavano e tentavano apertamente , per poi continuare affermando: Tutte le donne sono graziose d'aspetto ed alcune sommamente belle. Non pare che riguardino la continenza come la virt . James Cook, utilizza la stessa tecnica in occasione dell'incontro con il selvaggio Tootahah:
Soon after the interchanging of our presents with Tootahah, then attended us to several large houses, in which we walked about with great freedom: they showed us all the civility of which in our situation we could accept; and on their part, seemed have no scruple that would have prevented its being carried farther .
È durante la sua seconda visita a Tahiti che Cook ha modo di trascrivere nel suo diario il tradizionale passo dell'offerta delle donne: His majesty in a fit of good humour desired them to look for partners among the daughters of the land, which they understood it was meant at present, in the light of a mere compliment . Più avanti il navigatore inglese modifica ancora la tesi del libertinaggio femminile:
I have already observed before, that the women who made a practice of this intercourse were all of the common or lowest class, and I shall only add at present, that they were the same who had been so liberal of their favours during our first stay at the island. It is therefore obvious, that the prostitutes are only a particular set among the rest, and that the custom is far from being so general as hath been hitherto supposed, on the faith of other accounts. It would be singularly absurd, if o Maï were to report to his countrymen, that chastity is not known in England, because he did not find the ladies cruel in the Strand
Cook cerca di ricondurre i comportamenti delle donne Tahitiane alla normalità paragonando il loro atteggiamento a quello delle occidentali: non solo l'essere libertino non esclude, secondo il navigatore inglese, di seguire delle leggi morali, ma quel libertinaggio è, come in Europa, un fenomeno sociale comune, è una chiara etichetta dei ceti più bassi; concedere volgarmente il proprio corpo è in quei posti, come d'altronde in occidente, cosa comune. Cook, d'altra parte, indietreggia e torna sui passi dell'ideologia collettiva per quanto riguarda l'assenza di pudore sull'isola, quando narra di due marines, Clement Webb e Samuel Gibson, che decidono di disertare e intrattenersi in quegli splendidi luoghi perché sedotti da due bellissime selvagge. È in quell'occasione che il navigatore inglese si rende conto del fatto che i Tahitiani non conoscono vergogna in nessun atto naturale» e, successivamente, facendo riferimento alle danze lascive delle fanciulle, affermerà che esse non possiedono il naturale pudore , e che sicuramente non sono devote alla dea Castità.
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