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Il Madagascar è una Repubblica dell'Africa che coincide con l'isola omonima, situata nell'oceano Indiano, di fronte al Mozambico, nel punto più stretto del canale, circa 400 Km.
Ha una superficie di 587 041 Km2, popolata da circa 13 000 abitanti.
La sua capitale è Antananarivo o Tananarive, che, con i suoi 520mila abitanti, sorge nella parte centrale dell'isola, sull'altopiano dell'Imerina.
Essa è il principale centro economico e commerciale del paese: infatti ha al suo interno un discreto aeroporto internazionale ed è il punto d'incrocio di importanti vie di comunicazione ferroviarie e stradali; inoltre le produzioni agricole nel territorio circostante alimentano fortemente l'economia cittadina, costituita anche da un buon apparato produttivo industriale, che conta fabbriche alimentari, metalmeccaniche, elettroniche, calzaturiere, del legno e del tabacco.
La città è inoltre un importante centro culturale con università, musei, biblioteche e numerosi istituti superiori di ricerca.
L'asse fondamentale del rilievo è costituito dalle formazioni cristalline, geologicamente antiche, che attraversano l'isola longitudinalmente.
La catena rocciosa, alquanto discontinua e segnata da aspre vallate e scarpate, si struttura come un vastissimo e irregolare altopiano collinoso, elevato mediamente tra i 1 000 e i 1 500 metri.
La massima altitudine dell'isola (il massiccio del Tsaratanana, alto 2 876) si raggiunge nella zona settentrionale, che è anche la più impervia per la presenza di formazioni vulcaniche, molto diffuse peraltro su tutta l'isola.
L'altopiano incombe a est con versanti scoscesi, su una stretta fascia costiera uniforme e sabbiosa; a ovest, invece, i rilievi scendono dolcemente in una pianura sedimentaria, accidentata dalle formazioni a "cuesta" (rilevi a pendio dolce da un lato e ripido dall'altro) e dalle espansioni laviche.
Su questo versante la costa è di natura rocciosa, ma scarsamente movimentata tranne che nella sezione settentrionale, dove si trova anche un piccolo cordone insulare.
I fiumi più lunghi, dal regime però molto incostante sono quelli che si gettano nel canale del Mozambico, mentre i tributari dell'oceano Indiano sono ricchi d'acqua ma brevi e impetuosi.
Il clima è caratterizzato da temperature piuttosto alte, attenuate sui rilievi, in aumento verso nord.
Le differenze più significative sono però date dall'andamento delle precipitazioni, molto abbondanti e continue su tutto il versante orientale e su parte degli altipiani centrali, esposti agli alisei costanti, ma anche alla furia dei cicloni; nell'ovest, prevalentemente arido, le piogge hanno invece carattere stagionale e decrescono verso sud.
Il manto vegetale originario ha subito, a causa della pratica della fertilizzazione dei terreni con le ceneri ottenute bruciando la vegetazione spontanea, ma anche dall'intenso sfruttamento del periodo coloniale, una fortissima degradazione, che ha risparmiato solo limitate aree nelle valli orientali ed è causa a sua volta di gravi dissesti idrogeologici.
La flora, ma soprattutto la fauna, presenta caratteri di originalità, più di quanto sia comune nelle isole e con caratteri quasi da subcontinente.
Mancano le scimmie antropomorfe e i grandi carnivori, ma sono diffusissimi i lemuri; mancano i serpenti velenosi, ma sono presenti i boa e pitoni affini a quelli dell'America meridionale.
Di grande importanza per l'insediamento umano è la mancanza degli insetti portatori della tripanosomiasi e della febbre gialla, che infieriscono alle analoghe latitudini nel continente africano.
Molto diffusa è, però, la malaria, che scompare solo al di sopra dei 1800m.
Il quadro etnico è molto complesso, e discussa è l'origine dei diversi gruppi che abitano il paese.
I merina, il gruppo più numeroso, rappresentano circa 1/4 della popolazione complessiva e sono situati nella parte settentrionale dell'altopiano centrale, mentre sulle pendici meridionali sono stanziati i betsileo.
Numeroso è pure il gruppo dei betsimisaraka, che vivono nella fascia costiera orientale .
Ci sono poi un'altra ventina di gruppi minori; tutti questi popoli presentano caratteri somatici in parte indomelanesiani e in parte negroidi .
Nel Madagascar vivono anche minoranze francesi, comoriani, indiani, cinesi.
Il popolamento è piuttosto debole e il tasso di accrescimento tende a stabilirsi intorno al 3% annuo, creando inoltre forti squilibri nella distribuzione della popolazione fra zona e zona: gli accentramenti maggiori si trovano sulle alteterre centrali e, più in generale, su tutta la fascia orientale.
Assai prevalente è l'insediamento rurale, ripartito in villaggi più o meno sparsi e popolati.
Un'analoga percentuale della popolazione attiva è impiegata nel settore agricolo, dove prevale la piccola proprietà coltivatrice e ancora in larga misura un'economia di autoconsumo.
Una situazione così statica e arretrata determina complessivamente un livello di vita scadente, attestato dal reddito pro capite molto basso.
Le lingue ufficiali sono il francese e il Malagasy (o malgascio), idioma del gruppo indonesiano scritto con l'alfabeto latino, che ha sostituito nell'800 quello arabo.
Il reddito nazionale ha avuto negli anni Settanta e all'inizio degli anni Ottanta un incremento molto debole a causa dell'eccessiva incidenza dell'agricoltura nella vita economica del paese.
Un tentativo di far uscire il paese dall'arretratezza è condotto dalle nuove forze politiche al potere, d'ispirazione socialista: si è proceduto, parallelamente agli esperimento di socializzazione nell'agricoltura, alla nazionalizzazione dei settori fondamentali dell'industria e del settore terziario nel tentativo di sviluppare piani produttivi autonomi
L'agricoltura ,viene praticata ancora largamente in arretratissime forme produttive, con la prevalenza della piccola proprietà policolturale e l'estrema ristrettezza dei mercati; inoltre, solo una minima parte dei terreni è coltivabile.
Dopo i mutamenti politici degli anni Settanta si è assistito a tentativi di rifondare una struttura cooperativa, basandosi sull'antico istituto malgascio dei "fokonolona" (comunità agricole di villaggio), integrato dalle esperienze delle comuni agricole cinesi.
Prevalgono nettamente le colture destinate al consumo interno e innanzitutto quella del riso, che si coltiva sia nei terreni irrigati sia in quelli paludosi e perfino asciutti, dove le rese sono naturalmente molto basse.
I prodotti di sussistenza sono completati dalla manioca, dalle patate e dal mais.
Le colture di piantagione sono rappresentate dal caffè, canna da zucchero, cacao, cotone, tabacco, sisal, spezie ed essenze varie.
Queste colture sono destinate prevalentemente all'esportazione e occupano una superficie molto inferiore rispetto a quelle per il consumo interno.
Di rilevante importanza è l'allevamento bovino e l'attività peschereccia, di cui i gamberi sono uno dei suoi principali prodotti.
Nel Madagascar sono piuttosto scarse le risorse minerarie del sottosuolo, consistenti soprattutto in minerali di cromo e uranio.
Il settore industriale è quasi interamente legato alla lavorazione dei prodotti agricoli, come piccoli stabilimenti alimentari e tessili, ma anche questo settore è in via di degrado a causa delle nazionalizzazioni.
Buoni risultati ha dato invece la recente istituzione di zone franche industriali dove affluiscono capitali stranieri attirati dai vantaggi fiscali e dal basso costo della manodopera.
Ed è proprio a queste imprese straniere che si deve l'installazione di una raffineria di petrolio e di un'industria meccanica ( montaggio di automobili).
Per un lungo periodo di tempo l'organizzazione del Madagascar rimase a uno stato piuttosto tribale.
In seguito all'arrivo dei navigatori europei (secoli XVI - XVIII) si costituirono numerosi regni locali, alcuni, come quelli dei betsileo, a sud, chiusi a ogni contatto esterno, altri dediti alla pirateria e alla tratta degli schiavi.
Il Madagascar poté essere unificato in un solo regno solo alla fine del secolo XVIII grazie all'opera di Nampoina e di suo figlio Radama I, i quali diedero anche al paese un'ottima amministrazione centrale e periferica e cercarono di sfruttare a proprio vantaggio le rivalità franco-britanniche in quella parte del mondo.
La minor capacità dei loro successori nel condurre la difficile politica delle equi distanze, le gravi interferenze di avventurieri europei e le conseguenti manifestazioni razziste resero molto tormentata la storia del Madagascar nel secolo XIX finché, nel 1883 , la Francia intraprese la conquista dell'isola, che concluse nel 1895.
L'amministrazione coloniale francese non riuscì, però, a stroncare del tutto la resistenza indigena, che continuò con alterne vicende nel secolo XX e si accentuò dopo la 2° guerra mondiale dando luogo anche a episodi molto sanguinosi.
Conseguita l'indipendenza nel 1960, la nuova Repubblica Malgascia fu governata per oltre un decennio da una coalizione di partiti conservatori.
Nel 1972 un colpo di stato diretto al generale Ramantsoa ribaltò la collocazione internazionale del paese, avvicinandolo all'area comunista .
Un nuovo colpo di stato , che avvenne nel 1975, trasformò il Madagascar in democrazia popolare (Repubblica Democratica Malgascia); ma gli scarsi risultati della pianificazione economica hanno dato forza, dalla fine degli anni '80, a diversi movimenti di opposizione che, legalmente riconosciuti nel 1990 hanno provocato il crollo del vecchio regime nelle elezioni del 1993.
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