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GEOGRAFIA GENERALE
A partire dalla comparsa sul mercato della "500" il numero di automobili in possesso agli Italiani è cresciuto sensibilmente con il passare degli anni. Ma l'invenzione dell'automobile come bene di massa è anche una delle cause dell' aumento dell' inquinamento atmosferico, infatti nel novecento il livello di CO2 è aumentato del 40% rispetto al secolo precedente. Perciò per quanto riguarda Geografia ho voluto analizzare questo problema ancora tanto attuale.
L'inquinamento atmosferico
Si parla di inquinamento atmosferico per indicare tutte le variazioni della composizione, o delle caratteristiche fisiche dell'aria dovute alla presenza di una o più sostanze in quantità (agenti fisici, chimici e biologici), o con caratteristiche tali, da alterare le normali condizioni ambientali e che si possono rivelare dannose per l'uomo e per la vita di tutti gli esseri viventi. Questo è uno dei problemi maggiormente sentiti dalle popolazioni dei grandi agglomerati urbani, di cui ci si è iniziati a preoccupare solamente negli ultimi 30 anni. Dagli anni '70 infatti sono state adottate delle politiche per la riduzione degli agenti chimici e di numerose altre sostanze particolari presenti nell'aria. Ma ora vediamo cosa è in realtà l'inquinamento atmosferico.
Tipi di inquinanti
Le sostanze che inquinano l'atmosfera possono essere divise in due gruppi:
inquinanti primari, che vengono immessi direttamente nell'atmosfera e provengono da fonti facilmente identificabili;
inquinanti secondari, che si formano nell'atmosfera a partire dagli inquinanti primari, in conseguenza di reazioni chimiche.
Gli agenti inquinanti l' aria possono essere suddivisi anche in altre due categorie:
Particolati: costituiscono un aerosol di piccole particelle solide
classificate in base alla loro dimensione. Le particelle atmosferiche sono di
solito misurate in PTS (Polveri Totali Sospese):
PM10 quando il
diametro aereodinamico medio è minore di 10 micron (possono
raggiungere i polmoni),
PM2,5 quando il loro diametro aerodinamico medio è inferiore a 2,5
micron (più dannose perché possono passare attraverso i filtri delle vie aeree
respiratorie superiori).
L'attenzione si sta attualmente focalizzando sull'impatto sulla salute di
particelle ancora più piccole, le cosiddette nanopolveri,
che alcuni temono possano essere ancora più dannose;
Gas: ancora più dannose dei particolati poiché giungono sino ai polmoni provocando effetti devastanti su di essi. I più importanti sono:
monossido di carbonio (CO): emesso principalmente dai processi di combustione, particolarmente dagli scarichi di veicoli con motori a idrocarburi, a causa di una combustione incompleta. Le concentrazioni maggiori si trovano generalmente nei pressi delle strade. L'inalazione in grandi quantità può causare mal di testa, fatica e problemi respiratori;
Anidride carbonica (CO2 ): anche questo gas è emesso principalmente dai processi di combustione, particolarmente dagli scarichi di veicoli con motori a idrocarburi, escluso il metano. La concentrazione dell'anidride carbonica al di la di lievi variazioni stagionali si valuta che abbia subito un aumento, dal 1750 del 31%;
Clorofluorocarburi (CFC): Sintetizzati per la prima vota negli anni Trenta del XX secolo, fino a non molto tempo fa venivano utilizzati come propellenti nelle bombole spray, come refrigeranti nei sistemi frigoriferi, come solventi e come agenti schiumogeni nella produzione di imballaggi, distruggono lo strato di ozono della stratosfera;
Piombo e altri metalli pesanti: tossici e spesso cancerogeni, mutageni e teratogeni;
Ossidi di Azoto (NO, NO2 , NO3 ): si formano quando l'azoto dei combustibili viene portato a temperature superiori ai 600°C in presenza di ossigeno. Derivano anche dall'azione ossidante di batteri presenti nel suolo e nell'acqua, dall'ossidazione dell'ammoniaca dei fertilizzanti e dalla decomposizione dei materiali organici. Sono estremamente tossici e possono combinarsi con l'acqua, formando acido nitrico. Possono concorrere a distruggere l'ozono presente nella stratosfera;
Biossido di Zolfo (SO2 ): generato dalla combustione di carburanti contenenti zolfo, principalmente nelle centrali elettriche e durante la fusione di metalli ed in altri processi industriali. Il biossido di zolfo causa le piogge acide;
Ozono (O3 ): l'ozono presente negli strati inferiori dell'atmosfera è un inquinante secondario formato da reazioni fotochimiche che coinvolgono gli ossidi di azoto e i composti organici volatili. Sebbene l'ozono presente negli strati superiori dell'atmosfera (stratosfera) aiuti a ridurre l'ammontare di radiazioni ultraviolette che raggiungono la superficie terrestre quello presente nella bassa atmosfera è un gas irritante e può causare problemi alla respirazione;
Componenti organici volatili: (spesso abbreviati in VOC, Volatile Organic Compounds) includono diversi composti chimici organici, tra cui il Benzene (C H Provengono da vernici, solventi, prodotti per la pulizia e da alcuni carburanti (benzina e gas naturale). Il benzene è un cancerogeno, mentre altri sono tra le cause dell'effetto serra.
Le conseguenze dell'inquinamento atmosferico
La variazione della composizione dell'aria ha numerose conseguenze: alcune sono immediatamente rilevabili, altre si manifestano su tempi lunghi. Esistono quindi diversi tipi di problematiche che devono essere affrontate con strategie diverse. Ma fondamentalmente gli effetti connessi con questo grande problema sono tre: l'effetto serra, il buco dell'ozono, e le piogge acide.
Quello che citiamo spesso
come "il problema dell'effetto serra" è in realtà un fenomeno naturale da
sempre presente sulla terra, che consiste nel trattenimento di parte delle
radiazioni energetiche provenienti dal Sole da parte dell'atmosfera. Dall'
effetto serra deriva la temperatura terrestre. Senza, infatti, la temperatura
del globo sarebbe in media
Con il termine 'buco dell'ozono' si intende la progressiva diminuzione dello spessore dello strato di ozono presente nell'atmosfera dovuta all'immissione di sostanze da parte dell'uomo nell'atmosfera che accelerano la distruzione di O3. Questo strato (detto anche ozonosfera) si trova nella stratosfera[1], ha uno spessore di circa una ventina di chilometri. Tale strato contribuisce ad attenuare l'intensità dei raggi solari ultravioletti che sono dannosi per la pelle( sono causa di melanomi), causano una parziale inibizione della fotosintesi delle piante (con conseguente rischio di diminuzione dei raccolti), distruggono porzioni importanti di fitoplancton, che è alla base della catena alimentare marina, oltre che peggiorare l'effetto serra. Si capisce quindi quanto questo "buco" sia dannoso per la vita dell'uomo e di tutti gli altri esseri viventi.
Infine ci sono le piogge acide. Le acque piovane normalmente sono leggermente acide per la presenza di acido carbonico, derivante dal biossido di carbonio presente nell'atmosfera. Comunque in genere, le piogge in condizioni naturali hanno un valore di pH prossimo a 5,6. Le piogge acide invece hanno un pH inferiore a 5. L'acidificazione delle piogge è dovuta alla presenza nell'aria di biossido di zolfo e ossidi di azoto (la loro concentrazione aumenta considerevolmente nelle aree industriali), che nella troposfera[2], in presenza di acqua, si trasformano in acidi forti, come l'acido nitrico e l'acido solforico, che ricadono sulla superficie terrestre con le precipitazioni. Le piogge acide provocano un notevole impoverimento della fauna ittica, hanno effetti nocivi sul rendimento dei raccolti agricoli e sulla vitalità delle foreste e provocano anche numerosi danni al patrimonio artistico (corrodono infatti facilmente metallo, marmo, ecc.).
Il Protocollo di Kyōto
Sicuramente l'immagine più significativa dell'impegno dell'uomo moderno nella lotta all'inquinamento atmosferico è il Protocollo di Kyōto, un trattato internazionale in materia ambientalistica, sottoscritto nella città giapponese di Kyōto l'11 Dicembre 1997 da più di 160 paesi.
Il trattato è entrato in vigore il 16 Febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia (che produce da sola il 17,6% delle emissioni di sostanze inquinanti di tutto il mondo).Infatti perché il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; questa ultima condizione è stata raggiunta solo quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione.
Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti in una misura non inferiore al 5,2%, rispetto alle emissioni registrate nel 1990[3], nel periodo 2008 - 2012. Il protocollo prevede il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti Meccanismi Flessibili , il cui obiettivo è ridurre le emissioni al costo minimo possibile, cioè, massimizzare le riduzioni ottenibili a parità di investimento.
Tra i paesi che non hanno ancora aderito al protocollo figurano gli USA, responsabili del 36,2% del totale delle emissioni[5]. In principio, il presidente Bill Clinton aveva firmato il protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma Gorge W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta. Alcuni stati grandi municipalità americane, come Chicago e Los Angeles, stanno studiando la possibilità di emettere provvedimenti che permettano a livello locale di applicare il trattato. Anche se il provvedimento riguardasse solo una parte del paese, non sarebbe un evento insignificante: regioni come il New England, da soli producono tanto biossido di carbonio quanto un grande paese industrializzato europeo come la Germania.
Stratosfera: è la seconda zona dell'atmosfera. La temperatura dell'aria alla base della stratosfera è molto bassa, ma aumenta lievemente con l'altitudine. La zona di separazione tra la stratosfera e le zone sovrastanti è chiamata stratopausa.
Troposfera: è la prima zona dell'atmosfera, quindi è l'involucro a contatto con la superficie terrestre. In questa zona si verificano tutti i fenomeni meteorologici ed è caratterizzata da una progressiva diminuzione della temperatura con l'altitudine. Il suo limite superiore è detto tropopausa.
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