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Cos'è un terremoto?




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Cos'è un terremoto?


Un terremoto o sisma, è un improvviso scuotimento della crosta terrestre di breve durata.

Tutti i giorni sulla terra si verificano dei terremoti, ma alcuni sono così deboli da essere percepiti solo da strumenti adeguati.

Alcuni sismi tuttavia provocano dei veri e propri disastri, come per esempio quello che distrusse Città del Messico nel 1985 causando migliaia di morti.

Durante un eruzione vulcanica, può accadere che il movimento del magma causi la frattura delle rocce circostanti provocando così un terremoto.

Questi terremoti vengono detti vulcanici.

I terremoti vulcanici più forti si verificano durante le eruzioni esplosive.

Molti sismi sono invece causati da deformazioni della crosta terrestre, e vengono perciò detti tettonici.

Nelle profondità della Terra, enormi blocchi di roccia vengono sottoposti a forze opposte che tendono a deformarli.

Quando le forze superano un certo limite, la roccia si spezza e si ha così una frattura.

Se la frattura è accompagnata da uno slittamento una sull'altra delle due parti di roccia che si sono formate si ha una faglia.

L'energia accumulata durante la deformazione si libera sotto forma di onde sismiche.

Il punto in cui si verifica la frattura della roccia e si originano le onde è detto ipocentro.

Quando le onde sismiche raggiungono la superficie terrestre si origina un terremoto.

Il punto della superficie terrestre più vicino all'ipocentro prende il nome di epicentro.

I terremoti si dividono in due tipi: quelli vulcanici e quelli tettonici.

Quelli vulcanici sono causati dalla fuoriuscita del magma durante un eruzione che spezza le rocce circostanti.

I terremoti tettonici sono invece causati da deformazioni della crosta terrestre.

Le onde prodotte da un terremoto, si propagano dalla zona dell'ipocentro a quella dell'epicentro.

Queste onde si suddividono in onde longitudinali, che vibrano nella  direzione di propagazione delle onde, e in onde trasversali che vibrano perpendicolarmente alla loro direzione di propagazione.

Le onde che si generano nella zona dell'epicentro si chiamano onde superficiale perché si propagano sulla superficie della crosta terrestre.

Le onde superficiali sono le principali responsabili dei danni causati all'ambiente circostante dai terremoti.


Come si individua un terremoto?


La scienza che studia i terremoti si chiama sismologia.

Per studiare i terremoti, i sismologi, hanno distribuito sulla superficie terrestre strumenti detti sismografi, che sono utilizzati per registrare le scosse sismiche.

Il grafico tracciato dal pennino è detto sismogramma.

In tutti i sismogrammi si registrano tre tipi di onde:

le onde primarie (P), sono le onde longitudinali, che per la loro velocità giungono per prime ai sismografi.

Le onde secondarie (S) sono le onde trasversali che essendo più lente delle onde P, giungono con un certo ritardo rispetto alle precedenti.

Le onde superficiali (L),che essendo relativamente lente, giungono per ultime ai sismografi.

Se si verifica un evento sismico di grande intensità, tutti i sismografi della terra sono in grado di registrarlo.

Dai dati registrati dal sismografo, si può risalire alla distanza dell'epicentro.

Nell'ipocentro di un terremoto di solito si verificano le scosse più forti, quindi tanto più è vicino l'ipocentro alla superficie terrestre, tanto è più violento il terremoto.      


Come si classifica un terremoto?


LA SCALA MERCALLI

La scala Percalli è la scala di classificazione dei terremoti più antica ma ancora oggi molto utilizzata.

Essa classifica i terremoti in base ai danni che esso ha provocato sull'ambiente circostante.

Questa scala è in grado di verificare l'intensità di un terremoto senza l'utilizzo di strumenti, però può essere utilizzata solo dopo che si è verificato il sisma.


LA SCALA RICHTER

Questa scala di classificazione è stata inventata dal sismologo americano Charles Richter, nel 1935.

Essa classifica i terremoti in base al "magnitudo", ovvero la quantità di energia sprigionata da un terremoto, ed utilizzata in base ai dati forniti dal sismografo; ha perciò avuto un grande utilizzo a partire dalla diffusione, in tutto il mondo,dei sismografi.


Aree più colpite dai terremoti.

Nella figura è rappresentato un planisfero sul quale sono localizzati gli epicentri dei terremoti verificatisi in questo secolo.

Si può vedere che gli epicentri non sono distribuiti in modo casuale: sono infatti posizionati in alcune aree della superficie terrestre , come gli archi insulari o le dorsali medio-oceaniche.


Osservando la cartina della distribuzione dei vulcani in Italia, ci accorgiamo che le zone nelle quali sono presenti dei vulcani, coincidono con le zone nelle quali si verificano i principali sismi.


Cosa bisogna fare durante e dopo un terremoto?

Durante un terremoto, bisogna innanzitutto mantenere la calma per reagire con prontezza e senza errori.

Se si è all'interno di un edificio, rifugiarsi sotto una trave portante o nel vano di una porta.

Se si è a scuola o al lavoro, rifugiarsi sotto un banco o alla scrivania, per evitare di essere colpiti da calcinacci, vetri o oggetti che cadono.


Non bisogna assolutamente precipitarsi verso le scale poiché esse sono la parte più debole dell'edificio.

Se si è in auto in moto, fermarsi immediatamente e restarne all'interno fino al termine della scossa.

Se ci si trova all'aperto, bisogna restarvi ed allontanarsi da linee elettriche e da luoghi dai quali potrebbero cadere oggetti.

Dopo la fine del sisma, chiudere valvole e rubinetti di gas, luce e acqua.

Non utilizzare il telefono per lasciare libere le linee telefoniche.

Soccorrere i feriti e i portatori di handicap.

Se si esce all'aperto, indossare le scarpe per evitare di ferirsi con vetri e detriti.

Accendere la radio per ascoltare le istruzioni di emergenza.


Il rischio sismico.


L'Italia è una nazione a "rischio sismico".

Questo significa che nel nostro paese i sismi sono una minaccia concreta che può colpire causando molti danni.

Dopo i terremoti di Reggio Calabria e di Messina, lo Stato italiano ha introdotto iniziative per limitare i danni causati dai terremoti, classificando le zone colpite in tre diverse categorie, ognuna con norme sismiche diverse da rispettare.

Le zone di prima categoria sono quelle più a rischio e con norme più severe.

La severità delle regole diminuisce per le altre categorie.


La situazione in Emilia Romagna.


L'Emilia Romagna è una regione che presenta un elevato rischio sismico, perché le zone con il rischio di terremoto coincidono con importanti centri abitati.

Il rischio è più forte in Romagna, soprattutto in prossimità dell' Appennino forlivese e nella costa riminese.

In Emilia il rischio è più modesto, ma ci sono ugualmente zone che possono risentire dei terremoti che nascono in Toscana come l'alto Appennino emiliano.

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