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FISIOLOGIA DELLA CELLULA
Come accennato in precedenza, una delle proprietà principali della c. è l'attitudine a reagire agli stimoli chimici, meccanici, termici, elettrici con risposte che variano in rapporto al tipo di c. e alla natura dello stimolo. Si afferma talora che la c. 'percepisce' le situazioni ambientali che tendono ad alterare l'equilibrio omeostatico cellulare, reagendo a esse in maniera adeguata. Una tipica manifestazione reattiva che si osserva nelle c. libere (p. es. le c. del sangue) è costituita dai movimenti di avvicinamento e di allontanamento, rispetto alla sorgente dello stimolo. Tale fenomeno, rispettivamente positivo e negativo, è detto chemiotropismo se lo stimolo è di natura chimica, fototropismo quando è di natura luminosa. Tra i movimenti della c. il più semplice è il movimento ameboide, così denominato perché è il mezzo di locomozione proprio delle amebe. Consiste nell'emissione di prolungamenti o pseudopodi in direzione del moto a cui fa seguito lo spostamento consensuale dell'intero citoplasma. Vanno anche ricordati i cosiddetti movimenti per organelli cellulari, attuati da c. che possiedono ciglia vibratili, flagelli o membrane ondulanti. P. es., il movimento cigliare, tipico degli Infusori, avviene grazie alla flessione coordinata delle ciglia, all'interno delle quali il microscopio elettronico ha rilevato la presenza di strutture fibrillari contrattili.
Organelli cigliari sono talora presenti in c. fisse quali p. es. le c. cigliate dell'epitelio respiratorio. In tal caso l'attività degli organelli non è diretta a favorire lo spostamento della c., bensì quello dei liquidi o dei materiali che poggiano sulla superficie cellulare. Movimenti flagellari di tipo rotatorio o a frusta si osservano nei Protozoi flagellati e negli spermatozoi. Questi ultimi possiedono una lunga coda le cui vivaci oscillazioni (20-40 al minuto) permettono loro di muoversi alla velocità di ca. 3 mm/min. Il citoplasma è d'altra parte sede di movimenti di tipo circolare dovuti a correnti citoplasmatiche che sono evidenziabili soprattutto nelle c. vegetali. È opinione diffusa che la circolazione della massa citoplasmatica consenta scambi più efficienti tra l'interno e l'esterno delle cellule. Le c. possono anche reagire agli stimoli modificando il loro livello metabolico; ciò a volte determina l'aumento o la diminuzione delle attività secernenti oppure modificazioni della sintesi proteica, della respirazione cellulare, ecc. Va inoltre ricordata, nell'ambito delle manifestazioni reattive, la variazione di permeabilità agli ioni che caratterizza i fenomeni bioelettrici a livello delle fibre nervose e del tessuto muscolare. Un'altra importante proprietà delle c. è la capacità di autoregolazione del pH e della composizione chimica del protoplasma. Ciò avviene grazie alla permeabilità selettiva della membrana cellulare e alle peculiari caratteristiche del metabolismo cellulare. La membrana regola gli scambi tra l'interno e l'esterno della c. non solo passivamente, in rapporto ai gradienti osmotici ed elettrochimici, ma anche in maniera attiva, attraverso un sistema di 'pompe' le quali hanno lafunzione di espellere dalla c. sostanze che vi si trovino in eccesso (p. es. pompa del sodio) e di introdurvi sostanze presenti in concentrazioni ridotte (p. es. pompe del potassio). Il funzionamento di tali pompe avviene con consumo di energia la quale è fornita dalla scissione dell'ATP. Un ruolo importante per l'equilibrio chimico endocellulare spetta inoltre a speciali meccanismi di natura metabolica. Occorre sottolineare a tale proposito che la c. animale è un ordinario bersaglio di agenti chimici provenienti dall'esterno tra i quali farmaci, idrocarburi e altri composti aromatici che derivano dalla combustione delle sostanze organiche, insetticidi, metalli pesanti, additivi alimentari. È accertato che gran parte di queste sostanze possono provocare gravi lesioni delle c. qualora vi si accumulino.
Ciò in realtà non si verifica, in quanto nelle c. esistono particolari sistemi enzimatici che agiscono specificamente sulle sostanze esogene trasformandole in composti atossici. Diverso destino hanno invece i materiali esogeni che vengono utilizzati dalla c. per l'accrescimento e per la produzione di energia. Come è noto, nelle piante tali materiali sono esclusivamente di natura inorganica (acqua, anidride carbonica, sali minerali) e la loro trasformazione in composti organici avviene attraverso i processi della fotosintesi clorofilliana. La nutrizione della c. animale, che non è in grado di operare ex novo la sintesi di materiali organici, inizia con la assimilazione di sostanze organiche di struttura piuttosto semplice (amminoacidi, acidi grassi, monosaccaridi), le quali vengono successivamente trasformate in materiale plastico e di riserva oppure utilizzate per la produzione di energia. È qui opportuno ricordare che la prevalenza dei processi metabolici di tipo assimilativo sulla fase catabolica favorisce l'accrescimento della massa protoplasmatica e quindi, per la legge di Driesch, l'aumento della riproduzione cellulare. Nei vegetali ciò vale in realtà soltanto per le c. embrionali, in quanto le c. somatiche crescono per distensione della parete cellulare senza che aumenti la produzione di materiale plasmatico. Tale fenomeno porta alla formazione dei vacuoli che in seguito si fondono in un unico vacuolo centrale. Una particolare forma di accrescimento della c. vegetale è l'aumento di spessore della parete cellulare determinato dalla neoformazione di strati o membrane secondarie nelle quali si depositano materiali vari quali lignina, chitina e pectine. L'accrescimento delle c. animali interessa soltanto il citoplasma senza fenomeni di membrana, cosicché gli stretti rapporti tra nutrizione della c. e riproduzione costituiscono una regola costante. Sembra accertato che tanto negli animali come nelle piante l'accrescimento cellulare sia sottoposto al controllo di speciali sostanze chimiche (fattori di accrescimento o g. f., growth factors) le quali agirebbero in concentrazioni estremamente piccole. Recenti ricerche condotte in tale settore hanno dimostrato l'esistenza di un fattore di accrescimento nervoso (nerve growth factor) di natura polipeptidica, di un fattore di accrescimento renale e di numerosi fitormoni che in rapporto alla concentrazione possono agire da fattori di crescita oppure da fattori inibitori.
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