Emorragia
Fuoriuscita anomala di
sangue dai vasi sanguigni, causata dalla rottura traumatica di uno o più vasi
(arterie, vene o capillari), ad esempio a causa di una ferita, o da una
patologia da cui il paziente emorragico è affetto. L'emorragia, infatti,
costituisce una complicazione di molte malattie. L'ulcera peptica, ad esempio,
può causare emorragia erodendo un vaso sanguigno; l'ischemia cerebrale è
talvolta dovuta a emorragia all'interno del cervello; l'emofilia, malattia
ereditaria caratterizzata dall'incapacità del sangue di coagularsi, rende il
malato soggetto a emorragie anche gravi. La perdita improvvisa di oltre un
litro circa di sangue può causare shock, che può risultare fatale, a meno che
il sangue non venga reintegrato per trasfusione.
|
|
PRONTO SOCCORSO DELL'EMORRAGIA
|
Il sanguinamento si ferma
quando il sangue comincia a coagulare nel punto di fuoriuscita del flusso
emorragico: pertanto, i metodi utilizzati per bloccare le emorragie hanno lo
scopo di rallentare il flusso di sangue a sufficienza perché si formi un
coagulo. Il modo più efficace per fermare la fuoriuscita di sangue è applicare
una pressione direttamente sulla ferita. Il sanguinamento può essere rallentato
anche mettendosi in posizione tale per cui la ferita venga a trovarsi in una
posizione più alta di quella del cuore. Uno strumento talvolta utilizzato per
bloccare il flusso sanguigno è il laccio emostatico, che tuttavia deve essere
usato solo come rimedio estremo, quando tutti gli altri metodi si sono rivelati
inefficaci o inutilizzabili. Per accelerare l'arresto dell'emorragia, vengono
utilizzate anche schiuma e polvere di fibrina, sostanze comunemente usate in
chirurgia e ricavate da una proteina del sangue, chiamata fibrinogeno, che è
coinvolta nei processi di coagulazione.