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Drosophila significa "amante della rugiada", sebbene in realtà esso sia un insetto appartenente ai moscerini che invadono le nostre case non appena si lascia all'aperto un frutto molto maturo o qualcosa di dolce. Detto anche "moscerino dell'aceto" , appartiene alla famiglia dei drosofilidi, compresa nei ditteri, grande e importantissimo ordine di insetti pterigoti, diffusi in tutto il mondo (regioni polari comprese) con oltre 100.000 specie. È invadente, bisognoso di umidità, amante della luce tenue e ancor più dell'ombra.
La drosofila è lunga 2-3 mm, la sua testa è lunga pressappoco come il torace, con occhi composti abbastanza grandi, di colore rosso scuro e antenne brevi con una setola munita di sottili peli. Ha un corpo color aranciato o bruno rosso con e l'addome più scuro, talvolta nero. Il torace è subquadrangolare con ali ben sviluppate, delicate, trasparenti con nervature trasversali (grazie ad esse le femmine riconoscono il maschio) e zampe sottili, di media lunghezza; l'addome è un po' attenuato all'estremità e nelle femmine reca un ovopositore. L'abitudine di questi ditteri di deporre le uova nella frutta marcia fa si che non abbiano bisogno di un ovopositore pungente al contrario degli altri insetti che devono penetrare la frutta sana. Caratteristica principale di questi insetti è la presenza di un solo paio di ali, quelle anteriori: le posteriori, ridottissime, si sono trasformati in una coppia di minuscoli organi, dette "bilancieri", costituiti da una sorta di bottoncino sorretto da un breve e sottilissimo peduncolo. Nonostante le loro piccolissime dimensioni, i bilancieri svolgono un'importante funzione di equilibrio durante il volo. Un altro carattere distintivo è la struttura dell'apparato boccale che è sempre succhiante, fornito perciò da una specie di proboscide o tromba.
Caratteristiche genetiche
Drosophila ha delle ghiandole salivari che presentano cromosomi molto grandi divisi in sole quattro paia (2n=8). Sei cromosomi (tre coppie) sono autosomi (compresi due piccoli cromosomi sferici centrali) e due sono cromosomi sessuali (XX o XY). I geni per il colore degli occhi è presente solo sul cromosoma X mentre il cromosoma Y porta pochissime informazioni genetiche.
Le larve e il ciclo riproduttivo
Le femmine sono facilmente riconoscibili per le dimensioni un po' maggiori di quelle del maschio e per l'ovopositore. Ogni femmina depone, durante la sua vita, centinaia di uova sulle sostanze con le quali si alimentano. Le piccole uova peduncolate si schiudono con notevole rapidità e nascono larve con cuticola irta di minute spicole, munite di due pseudopodi all'ultimo segmento addominale e di stigmi protoracici di aspetto caratteristico.
Nutrendosi delle sostanze che le attorniano, si sviluppano rapidamente e danno origine a pupe accolte entro un pupario molle, dotato anteriormente di cornetti respiratori e di stigmi protoracici molto evidenti. Lo sfarfallamento avviene entro un tempo brevissimo. Se la temperatura ambientale è favorevole (intorno ai 24°C) produce una nuova generazione ogni due settimane cosicché in un anno si possono avere circa 30 generazioni.
Perché drosofila
Questo moscerino ha contribuito notevolmente agli studi di genetica scelto per la prima volta da T.H. Morgan, un biologo americano. Esso si rivelò subito un 'materiale idoneo' per un ampia gamma di ricerche genetiche in quanto offriva numerosi vantaggi: si riproduce rapidamente e in gran numero, ha ridotte dimensioni e può essere allevato in laboratorio, dove si adatta bene e in poco spazio (basta una bottiglia da un quarto di litro) , presenta artificialmente o spontaneamente un gran numero di mutazioni, cioè nuovi caratteri che vengono trasmessi ai discendenti (per esempio gli occhi bianchi) e soprattutto possiede un corredo cromosomico molto semplice.
I nostri esperimenti con drosophila
Lo scopo degli esperimenti svolti era quello di analizzare drosofila non solamente sul piano teorico o da immagini prese dai testi scolastici, ma anche guardando le loro caratteristiche attraverso un microscopio. Inoltre la prova è stata eseguita anche per prendere dimestichezza con l'analisi di organismi viventi.
Il materiale utilizzato è stato il seguente:
esemplari di Drosophila Melanogaster;
provettoni;
pappetta per il nutrimento;
etere;
microscopio;
lente di ingrandimento;
pinzette.
Dopo aver facilmente catturato esemplari di drosofila mettendo fuori dal balcone un contenitore di vetro aperto con dentro frutta o altri "cibi dolci", esse sono state anestetizzate con dell'etere per poterne analizzare le caratteristiche. Si è proceduto alla distinzione tra maschi e femmine riscontrando, per mezzo di un'attenta osservazione con una lente di ingrandimento o con il microscopio, tutte le caratteristiche sopra descritte quali il colore rossastro, la presenza di un solo paio di ali e di antenne munite di setole, gli occhi rossi e composti etc. Terminata l'osservazione gli insetti venivano riposti all'interno di una provettona sul cui fondo era stata predisposta una pappetta (composta principalmente da lievito) per permetterne la riproduzione e la sopravvivenza. Continuando l'osservazione nel corso delle successive settimane è stato riscontrato un notevole aumento delle drosofile all'interno ed anche la presenza di moltissime larve depositate sul fondo della provetta. C'erano comunque anche drosofile morte segno che il loro periodo medio di vita si aggira intorno ai 20 giorni, ciò significa che , con il passare delle settimane, si sono prodotti molti cambi di generazione.
Le larve non ancora sviluppatesi venivano lasciate nel provettone su cui erano depositate mentre le drosofile vive venivano, sempre dopo averle anestetizzate, analizzate e riposte in un contenitore più pulito.
Sono state anche osservate delle drosofile mutanti con occhi bianchi riscontrando in loro tutte le caratteristiche fisiche invariate (tranne ovviamente il colore degli occhi).
L'esperienza ha avuto un risvolto positivo dal fatto che si sono ottenute molte generazioni diverse e si sono potute analizzare tutte le caratteristiche fisiche abbastanza accuratamente ma anche un risvolto negativo dovuto all'impossibilità di eseguire incroci tra la specie mutante occhi bianchi e quella normale occhi rossi per svariati motivi, tra i quali la mancanza di tempo.
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