CELLULE
FOTOCONDUTTRICI
Dispositivi
atti a sfruttare la fotoconduttività, cioè la variazione di conducibilità
elettrica che si osserva in alcuni materiali quando sulla loro superficie
incide una radiazione luminosa di determinata lunghezza d'onda o di una stretta
banda di lunghezza d'onda. Il materiale fotosensibile può essere un elemento
semplice, come selenio, boro, iodio, diamante, germanio, silicio, o composto,
come solfuri, seleniti, telluriti di piombo, tallio, cadmio o antimonio.
L'elemento fotosensibile fa parte di un circuito elettrico comprendente un
generatore di forza elettromotrice di alcuni volt; l'incidenza della radiazione
luminosa sul materiale determina un brusco aumento della corrente, rilevabile
con un galvanometro inserito nel circuito. Le grandezze caratteristiche di
queste c. sono: la sensibilità, definita come rapporto tra variazione di
resistenza e corrispondente variazione di illuminamento; la prontezza, cioè la
velocità con cui la variazione di resistenza segue la variazione di
illuminamento; la risposta spettrale, costituita dal diagramma che, per un dato
illuminamento, rappresenta la sensibilità in funzione della lunghezza d'onda
della luce incidente. Fra le c. fotoconduttrici sono particolarmente usate
quelle al solfuro di cadmio, al solfuro di piombo e al solfuro di antimonio. Le
c. al solfuro di cadmio, usate nelle applicazioni industriali e in
cinefotografia per la loro alta sensibilità nello spettro visibile, sono
caratterizzate dalla bassa prontezza e dalla risposta condizionata dalle
precedenti esposizioni (fenomeno dell'isteresi) tanto che si hanno anche
correnti di buio, cioè produzioni di corrente per valori nulli
dell'illuminamento. Le c. al solfuro di piombo sono invece molto sensibili nel
rosso e nell'infrarosso vicino. Le c. al solfuro di antimonio sono caratterizzate
da mancanza di isteresi e da grande prontezza, per quanto siano meno sensibili
di quelle al solfuro di cadmio. In generale, comunque, la caratteristica
distintiva delle c. fotoconduttrici è la buona sensibilità all'infrarosso, per
cui vengono utilizzate nei microscopi ad alto potere risolutivo e come
rivelatori di raggi infrarossi.