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Anoressia
"Avevo imparato che ci sono persone che hanno il nemico più
potente dentro di sé, talmente potente da soffocare la loro vita. L'aspetto più distruttivo delle persone ha un
rovescio che, a volte, brilla luminoso, e potente.
In poche parole è il temperamento artistico."
J.Fathallah - SONO BRUTTISSIMA
L'anoressia è caratterizzata essenzialmente da (definizione dell'America Psychiatry Association DSM III-R):
rifiuto di mantenere il proprio peso al di sopra della soglia minima (in relazione a età, altezza);
vero e proprio terrore di acquistare peso o diventare grasso;
visione dell'immagine corporea distorta ("sentirsi grassi");
amenorrea nelle donne
Soggetti interessati: La maggioranza dei soggetti anoressici
sono donne; il disturbo si presenta anche negli uomini, ma in percentuale
minore.
È soprattutto una malattia dell'adolescenza che compare preferibilmente tra i
14 e i 18 anni di età. Nonostante ciò, vi sono alcuni casi in cui il disturbo è
comparso ad un'età più avanzata.
Cause: Può essere interpretata
come un disordine dello sviluppo adolescenziale: è una sorta di incapacità di
far fronte alle richieste evolutive di tale periodo, il soggetto spesso non
riesce a sviluppare un'identità definita.
Dietro un atteggiamento generalmente positivo, vengono celati sentimenti di
debolezza e indegnità;ci si sente come obbligati a corrispondere a quanto si percepisce
come una richiesta incessante di perfezione.
Segni: L'anoressia nervosa ha inizio spesso con una dieta non
controllata, che non è, almeno inizialmente, diversa dai tentativi di altri
adolescenti di perdere peso.
È da tener presente che, in genere, il soggetto anoressico è psicologicamente vulnerabile,
e il fatto di sottoporsi a una dieta genera in lui un forte senso di
autocontrollo, un senso di padronanza e di euforia che va a sostituire la
solitudine e la depressione, esaltato anche da una cultura che valorizza la magrezza.
Vi è anche una soddisfazione secondaria: il potere di manipolazione che i
sintomi danno all'interno della famiglia.
Evoluzione: Una volta in corso,
l'anoressia, ha un andamento caratteristico.
Quando la dieta si trasforma in digiuno, il soggetto tende ad accantonare le sue solite attività e
relazioni personali, a intensificare un già eccessivo regime di esercizio
fisico.
È importante ricordare che il mancato
apporto di cibo non è necessariamente legato alla perdita di appetito.
Il soggetto affetto dalla patologia è ossessionato da:
pensiero del cibo,
farmaci dietetici,
calcoli delle calorie,
la propria immagine riflessa nello specchio.
Inizialmente si ha quindi una sorta di euforia generata dall'autocontrollo
e dai risultati esteriori.
In seguito a questa prima fase, al crescere del periodo di astensione dal cibo,
interviene in genere un senso di depressione. Quando la perdita di peso è ormai
evidente la persona tenderà a giustificare la sua condizione con ogni mezzo a
sua disposizione, anche con l'inganno e le bugie per le quali queste pazienti
sono famose. Il soggetto anoressico non
si limita a ingannare gli altri, ma in
una certa misura è capace di convincere sé stesso che "va tutto bene" e che non
"si è mai sentito meglio".
Giunge quindi il momento di rivolgersi al medico specialista.
La famiglia: Quando la paziente giunge davanti al medico, la malattia è di solito in una fase piuttosto avanzata; e ciò accade perché i familiari sperano sempre che il disturbo sia passeggero e regredisca. Sebbene in qualche caso questo possa essere effettivamente vero, nella maggioranza dei casi la famiglia resta intrappolata in una spirale di negazione involontaria, in quanto tende ad essere orientata verso l'esterno ed è quindi portata a negare l'esistenza dei problemi.
Diagnosi: Quando il disturbo viene identificato clinicamente, si è già coinvolti in una complessa rete di atteggiamenti psicologici e conseguenze fisiologiche associate alla lunga denutrizione.
Sintomi:
Deperimento (pallore, fatica muscolare)
Amenorrea
Crescita di peluria
Battito cardiaco irregolare
Squilibri metabolici
Le conseguenze: L'anoressia ha un esito fatale in un numero variabile tra il 5 e il 10% dei casi diagnosticati, proporzione questa più elevata di quella di ogni altro disturbo psichiatrico.
Problemi post-stabilizzazione: Una volta stabilizzata la situazione compaiono spesso squilibri fisiologici complessi e a volte incurabili che contribuiscono ad aggravare la già alterata condizione mentale della paziente.
livelli degli estrogeni inferiori alla norma;
livelli superiori alla norma degli ormoni della crescita;
livelli ridotti di neurotrasmettitori (adrenalina, serotonina, dopamina);
anomalie nel metabolismo dei carboidrati;
anomalie nella regolazione della temperatura corporea;
ritardi nello svuotamento gastrico.
Alcune funzioni fisiologiche ritornano per la massima parte a livelli normali una volta ripristinati peso e alimentazione normale. Possono comunque restare danni permanenti (ad es. anomalie mestruali o riproduttive e, osteoporosi).
Non si guarisce mai davvero: I risultati di alcuni studi indicano che circa il 75% dei
soggetti anoressici mostra qualche miglioramento sul lungo periodo se ci si
limita a considerare il recupero del peso.
I risultati sono però molto meno eclatanti se si considerano fattori quali la
forma corporea, la preoccupazione per il cibo, e le difficoltà di adattamento
sociale e sessuale.
Puoi costringere le anoressiche a
mangiare,
puoi sedare gli schizofrenici per reprimere la loro violenza, ma combattendo la
malattia in quel modo si domano sia la Scimmia che la persona vera.
Non si potrà mai annientare la prima senza annientare anche la seconda.
-Judith Fathallah, Sono Bruttissima -
I nevrotici si lamentano della loro malattia ma la sfruttano a volontà, e se la si vuole togliere loro la difendono con le unghie e con i denti.
-S.Freud-
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