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Tiziano
Nasce a Pieve di Cadore in Veneto, un paese di provincia e studia a Venezia dove compie la sua formazione.
Amava dire che era nato nel 1477 per far credere che aveva molti anni, e lavora fino alla fine.
Arriva giovane a Venezia, probabilmente a bottega presso Giovanni Bellini, la più importante bottega artistica ed è stato forse anche allievo di Giorgione, e porta avanti ciò che lui ha lasciato.
I fatto che fosse suo allievo è credibile anche sulle discusse attribuzioni di certe opere perché sono molto simili, caratterizzate dall'ermetismo dei soggetti e probabilmente dalla medesima committenza del patriziato veneto.
Tiziano a differenza di Giorgione avrà però una committenza vasta, lavora anche per committenze pubbliche, per ordini religiosi, per una rosa dunque più ampia, come ad ampio raggio sarà la diffusione delle sue opere.
Lavora anche in altre città oltre Venezia, presso varie corti ad esempio dai Gonzaga a Mantova , dagli Estensi a Ferrara e a Roma presso il Papa.
Addirittura quando sarà in piena maturità lavorerà anche all'estero, per Carlo V, in Germania ed in Spagna, diventando un 'artista di molta fama.
Questa fama è dovuta alla bravura, alla facilità naturale nel dipingere lodata negli scritti dei suoi contemporanei. C'è anche fortuna però in questa sua fama, dovuta in parte alla morte prematura di Giorgione e a quella di Bellini; Tiziano si trova dunque in età giovane, nemmeno 30enne ad essere l'unico erede, e svolge il ruolo di primo pittore nella serenissima di Venezia.
"L'assunta"; pag. 837
Opera giovanile, una pala d'altare che si trova alla chiesa dei Frari a Venezia. È di grandissime dimensioni, quasi 7m di altezza per 3,5 m di larghezza.
La cosa particolare è che Viziano,una volta imparato l'uso della pittura tonale da G., per la prima volta la applica in un opera di così grande formato.
In un opera di queste dimensioni poteva sembrare un impresa impossibile.
Viziano prosegue inoltre la rivoluzione Giorgionesca ma comunque anche le differenze di tempera mento artistico sono ben presenti. Se Giorgione con il tono d'insieme tendeva a fondere i vari colori, Viziano lavora sì col colore ma per contrasto, quasi a dare un trauma visivo ed attraverso i colori emerge il significato del dipinto.
In questo quadro il significato è il senso del miracolo, la vergine assunta in cielo; di tutta la scena è questo l'aspetto principale, ed il senso del miracolo è dato dalla luce di colore giallo dorato, forte che contrasta con il rosso ed il verde.
Nel piano basso è evidente grande dinamismo, è uno spazio riempito dalla folla e lo stupore è manifestato da una gestualità concitata; sopra al secondo piano è presente la vergine posta al centro che poggia su un pavimento di nuvole sorretto ed abitato da cherubini. La vergine è contornata da una luce fortissima che viene da un terzo elemento in alto, Dio padre, ritratto in scorcio e controluce, il ché permette a Viziano di sfumane i contorni. Con questo si allude ad una dimensione ultraterrena.
Le due parti sono collegate dalle braccia e da un elemento coloristico. Gli apostoli in basso hanno i colori degli abiti della vergine, un collegamento cromatico.
Questo crea una sorta di triangolo ma soprattutto guida il nostro occhio col colore, con richiami cromatici.
La luce che occupa la parte superiore non è la stessa che illumina gli apostoli, che sono illuminati dalla luce del cielo, più naturale, le ombre ed il chiaroscuro sono più reali. L'insieme è molto coinvolgente.
"Pala Pesaro"; pag. 839
Venezia chiesa dei Frari; qualche anno dopo dipinge una grande tela, "pala Pesaro" per la famiglia Pesaro.
Il tema è quello della sacra conversazione, le figure sono collocate in una gradinata obliqua dove la madonna risiede nel posto più alto; questa gradinata sembra non avere mai una fine.
A fianco della madonna ci sono San Francesco e Sant'Antonio in abiti francescani, e dall'altra parte più in basso è presente San Pietro riconoscibile grazie al simbolo delle chiavi, che a loro volta sembrano avere una posizione casuale come se fossero cadute. Poco più in basso ai lati ci sono i membri della famiglia Pesaro; la figura con il turbante probabilmente allude ad una vittoria che la serenissima aveva ottenuto contro i turchi, una vittoria in cui la famiglia Pesaro aveva rivestito un ruolo importante. Tutta la scena è data da Tiziano come un frammento, l'insieme dà un idea di un architettura grandiosa, come un ingresso al paradiso, l'idea è che l'artista avesse tagliato un frammento di una realtà che continua oltre.
La disposizione diagonale è innovativa, la madonna che usualmente era posta al centro è però percepita lo stesso come la figura più importante, grazie anche ad una luce ed un colore che progrediscono con i scalini della scala. Il vertice di questa diagonale è la Madonna ed il manto che le copre la testa è bianco, illuminato da una luce pura.
Tiziano lavora molto con il colore anche se questo uso non è il cromatismo di Giorgione.
T. infatti lavora anche sui contrasti e grazie ai colori guida il nostro sguardo e la lettura è da sinistra a destra come nella lettura usuale di un libro.
Non manca la luminosità molto naturale data dalla pittura tonale. I particolari sono di gran realismo dato anche dalla luce che mette in evidenza le fattezze dei personaggi. Le nuvole fanno da pavimento ai putti e proiettano l'ombra sul fusto della colonna, dando anche l'idea di tridimensionalità.
Uomo col guanto"; pag. 840
Tiziano si afferma anche come ritrattista e si misura dunque in vari generi.
Molti sono i ritratti famosi grazie anche all'uso della luce. Si serve di uno sfondo molto scuro e la figura si confonde; emergono però illuminati dalla luce alcuni elementi, il volto innanzitutto ma anche alcuni piccoli particolari - le mani, l'abito.elementi non casuali. Con la luce infatti Tiziano svela tratti particolari e dà l'idea della situazione e della psicologia del personaggio.
L'uomo ritratto è un giovane di cui si scorge il volto e lo sguardo, alcuni particolari dell'abbigliamento che ci illumina sulla sua condizione sociale: un giovane aristocratico, porta un anello e vari particolari mostrano che il personaggio seguiva la moda del tempo.
Una mano è inguantata e nello stesso tempo stringe l'altro guanto in mano con disinvoltura ma l'idea che dà questo giovane è quella di un aristocratico in posa che sembra quasi tradurre in immagine quei precetti di comportamento che erano in voga al tempo: il galateo dell'epoca "il cortigiano" di Baldassare Castiglione. Si affermava infatti in questo "libro" che il signore doveva sempre simulare naturalezza.vedi libro. Tiziano riesce a rendere tutto questo.
"Venere di Urbino"; pag. 843
Tiziano dipinge questo tema di figura mitologica, già trattato anche da Giorgione, la cui venere ricava la stessa posizione.
Il contesto è diverso, Giorgione la pone in un paesaggio naturale mentre T. pone la sua venere in un interno, molto più reale rispetto a Giorgione. Tiziano contestualizza la figura e sembra un ritratto, un idea data anche dai particolari reali, il cane, le due serve di cui una, in modo molto reale, cerca gli abiti della padrona.
La figura di Giorgione è dormiente e questa di T. è sveglia ed ha uno sguardo malizioso ed intrigante. Sono entrambe svestite ma mentre una dorme, inconsapevole della sua nudità naturale come il paesaggio, l'altra, fa apparire questa nudità ancor più evidente grazie anche allo sguardo che posa sullo spettatore.
Tiziano lavora sui contrasti, il bianco del luminare mette in evidenza la pelle ed i capelli, gioca con i contrasti ed i richiami cromatici.
Tiziano avrà una vita lunga. Si afferma il Manierismo, una corrente artistica che mette in crisi molti valori. Lo stesso artista partecipa a questa crisi manieristica, dunque le sue ultime opere saranno diverse grazie a questa svolta.
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