Postimpressionismo
Intorno al 1880 si diffonde in Europa una nuova sensibilità culturale:
gli artisti non si limitano più a raffigurare solo ciò che vedono, ma vogliono
che le loro opere trasmettano i sentimenti, gli incubi, le passioni che prova
l'artista. Il postimpressionismo è un termine convenzionale, usato per
individuare le molteplici esperienze figurative sorte dopo l'impressionismo. Il
denominatore comune di queste esperienze è proprio l'eredità che esse assorbono
dallo stile precedente. Il mondo diventa una foresta di simboli da decifrare,
mettendo in comunicazione l'artista con il suo mondo interiore, che si fonde
con quello esterno. Un aspetto che iniziò a caratterizzare l'opera di diversi
pittori fu la contaminazione di linguaggi e culture diversi. Le incursioni in
campi "altri" e i loro "viaggi" diventarono una fonte primaria di stimoli.
Nel postimpressionismo i colori vengono utilizzati per esprimere
diversi stati emotivi come in il circo di Seurat: per comunicare il senso di
allegria, l'autore combina colori caldi. L'immobilità del pubblico è data
invece da colori freddi. Partendo da ciò che era stato già constatato dagli
impressionisti, (ogni colore che noi vediamo nasce dall'influenza del suo
vicino, perciò il colore, invece che mescolato, deve essere accostato
all'altro, soprattutto al suo complementare e sarà poi l'osservatore a compiere
la sintesi ottica dell'immagine dipinta, fondendo i diversi colori) Seurat
applica sistematicamente il metodo dell'accostamento sulla tela dei colori e
dei loro complementari. Invece che virgole, trattini, strisce i colori hanno la
forma di punti, da cui il pointillisme.