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Pietà
La celebre Pietà di Roma è una delle prime
scolpite da Michelangelo. Rispetto a quelle di data più recente, ha carattere
meno spirituale, ma è ugualmente meravigliosa.I due personaggi principali sono
estremamente levigati, a differenza del basamento, che risulta essere scolpito
piuttosto grossolanamente. È in dubbio se abbia lasciato il basamento abbozzato
per sua volontà oppure no, ma la tesi più accreditata è che lo abbia fatto di
proposito, per esaltare ancor di più la divinità del Cristo e della Madonna, e
segnare una netta divisione tra umanità (terrena) e divinità.La struttura è
visibilmente piramidale, con la veste della Madre che si allarga verso il
basamente e le gambe divaricate per meglio armonizzare con essa il corpo
orizzontale del Cristo.L'abito sovrabbondante e il sudario contribuiscono a
fornire una solida piattaforma al complesso scultoreo.La loro posizione
rispetta l'iconografia nordica della Pietà, ossia adottata per primi dagli
artisti fiamminghi, la quale prevede che
Battaglia dei centauri
La prima testimonianza sulla Battaglia dei
centauri è una lettera del 1527 dell'agente dei Gonzaga a
Firenze, Giovanni Borromeo, a Federico marchese di Mantova, che voleva a tutti
i costi un'opera di Michelangelo. Nella lettera si fa riferimento a un
'certo quadro di figure nude, che combattono, di marmore, quale havea
principiato ad istantia d'un gran signore, ma non è finito. E' braccia uno e
mezo a ogni mane, et così a vedere è cosa bellissima, e vi sono più di 25 teste
e 20 corpi varii, et varie attitudine fanno'. Il 'gran signore'
è Lorenzo il Magnifico.
Per quanto riguarda le fonti a stampa l'opera viene ricordata per la prima
volta nella Vita di Michelangelo Buonarroti di Ascanio Condivi, pubblicata a
Roma nel 1553, dove si trova testimonianza dell'apprezzamento di Michelangelo,
ormai anziano, per questa sua grande opera dell'adolescenza:' mi
rammento udirlo dire, che, quando la rivede, cognosce, quanto torto egli habbia
fatto alla natura a non seguitar l'arte della scultura, facendo giudicio per
quel opera, quanto potesse riuscire'. E' stato giustamente osservato che
la posizione del Cristo giudice, potente motore dell'intera azione nel Giudizio
finale della Cappella Sistina, richiama la figura centrale della Battaglia:
segno anche questo della memoria sempre viva nell'artista per il suo capolavoro
giovanile.
Mentre la biografia del Condivi testimonia che l'opera fu eseguita per Lorenzo
il Magnifico, su un tema suggerito da Agnolo Poliziano, nell'edizione del 1568
delle Vite Giorgio Vasari inserisce la battaglia nella descrizione del Giardino
di San Marco a Firenze, celebre palestra di esercizio per alcuni giovani
artisti, tra cui Michelangelo adolescente.L'opera rimase sempre nella casa
fiorentina della famiglia Buonarroti, da dove non è mai uscita fino a oggi.
Quando Michelangelo il Giovane cominciò ad allestire
Il rilievo è, come scriveva l'agente dei Gonzaga, 'principiato' ma
'non finito'. Le figure in primo piano rimangono attaccate al fondo
con pezzi di marmo che dovevano essere rimossi. Tutti i personaggi mostrano i
segni dello scalpello. Per quanto riguarda la striscia superiore, si può solo
congetturare che cosa Michelangelo prevedesse di rappresentare.
E' molto probabile che
La formazione e il periodo giovanile
Michelangelo Buonarroti nasce nel
Se la matrice neoplatonica rappresenta uno dei poli dialettici entro cui si
sviluppa la poetica michelangiolesca, un altro importantissimo nodo è
costituito dall'insegnamento del predicatore domenicano Girolamo Savonarola.
Pur non avendo intrattenuto rapporti diretti con il frate ferrarese, il
Buonarroti assimila il portato rivoluzionario della sua lezione maturando
quella spiritualità accesa e travagliata che emergerà negli anni della
maturità.In concomitanza con la cacciata dei Medici da Firenze nel 1494
Michelangelo raggiunge prima Venezia e poi Bologna, dove soggiorna per circa un
anno. Ospite di Gianfrancesco Aldrovandi - secondo quanto ricordano le fonti -
egli si dedica alla lettura di Dante e intraprende l'attività poetica. A
testimonianza del soggiorno bolognese rimangono le statuette marmoree,
realizzate per l'allora incompiuta Arca di San Domenico nell'omonima chiesa. Il
San Petronio, il San Procolo e soprattutto l'Angelo portacandelabro sono
caratterizzati da un modellato vigoroso, certo debitore dello studio diretto
dei rilievi di Jacopo della Quercia nel portale di San Petronio.Al gruppo di
opere giovanili di soggetto mitologico appartiene anche un Cupido dormiente
(andato perduto). Realizzato con tanta perizia da poter essere venduto come
pezzo d'epoca antica, esso procura a Michelangelo l'interesse del cardinale
Raffaele Riario. Introdotto presso la corte romana del potente prelato, il
giovane compie un proficuo soggiorno nella città eterna (1496-1501).
Probabilmente su commissione di Riario, nel 1496 Michelangelo è impegnato nella
realizzazione della prima scultura a figura intera della sua carriera, il Bacco
ebbro, oggi al Museo nazionale del Bargello di Firenze. La libertà dimostrata
in precedenza nel rapporto con l'antico raggiunge qui Bacco ebbro uno
straordinario risultato, destinato a modificare la concezione della statuaria quattrocentesca.
Ma l'audace ambiguità di un'opera in cui, secondo il Vasari, Michelangelo
riunisce 'la sveltezza della gioventù del maschio e la carnosità e
tondezza della femmina' deve apparire eccessiva per i gusti del cardinale.
Rifiutata dal committente, essa viene ceduta al banchiere Jacopo Galli che la
colloca nel suo giardino romano.Il pezzo più noto di questi anni è comunque
Le opere realizzate per Firenze repubblicana
Alle soglie del nuovo secolo Michelangelo è un artista affermato;
prescelto per alcuni prestigiosi incarichi, egli fa ritorno in patria nel 1501.
La sua presenza al servizio del nuovo governo fiorentino rientra nell'ambito di
un ambizioso progetto teso a riportare la città toscana al centro del dibattito
artistico. L'immediato successo riscosso dal David che Michelangelo scolpisce
fra il 1501 e il 1504 trova il suo fondamento nello spirito che anima la
società fiorentina di questi anni; nei disegni del gonfaloniere Pier Soderini
la promozione culturale doveva essere strettamente connessa alla celebrazione
dei valori civili e morali della Repubblica. Inizialmente destinata al duomo di
Santa Maria del Fiore, l'imponente statua ricavata da un blocco di marmo alto
più di quattro metri - e già abbozzato da Agostino di Duccio nel 1464 - viene
collocata in piazza della Signoria, dinanzi alla sede del potere civico.
Affrontando il tema dell'eroe, il Buonarroti celebra un'umanità titanica
pienamente consapevole delle proprie capacità e della propria centralità nella
storia. Impavidamente concentrato sullo scontro imminente, il giovane
combattente assurge a simbolo degli ideali di un'intera epoca.
Gli intenti sottesi al programma decorativo per il salone del Gran Consiglio di
Palazzo Vecchio sono altrettanto espliciti; esso, infatti, è imperniato sulla
raffigurazione di episodi che ricordano il valore militare di Firenze.
Affiancato a Leonardo da Vinci nell'importante impresa, il Buonarroti inizia i
disegni per la trecentesca Battaglia di Cascina nel 1504. Malgrado non venga
portata a termine, a causa della partenza di Leonardo per Milano e di
Michelangelo per Roma (esistono oggi solo copie parziali dei cartoni
preparatori, andati distrutti proprio per l'accanimento con cui essi verrano
studiati dai giovani artisti), quella che Cellini ha definito 'scuola del
mondo' segna un punto di svolta nel passaggio alla maniera moderna. Con
evidente richiamo alla giovanile Centauromachia, Michelangelo sviluppa le sue
riflessioni sul tema del corpo umano e del suo articolarsi nello spazio: quasi
bloccati in un'istantanea, i soldati fiorentini richiamati allo scontro da un
improvviso attacco nemico si dibattono in un vorticoso susseguirsi di gesti e
torsioni su cui l'occhio scivola avvinto dalla frenesia del movimento.
Nonostante una parte dei critici sia oggi incline a restituirgli la paternità
della cosiddetta Madonna di Manchester e della Deposizione di Cristo (en-.
trambe conservate alla National Gallery di Londra) - altrimenti riferite a un
anonimo maestro che prende il nome proprio dalla tavola che raffigura
Madonna della scala
Già Vasari nota il rapporto tra
Nonostante le dimensioni limitate, l'opera ha un respiro monumentale, con la
figura femminile che occupa tutta l'altezza del rilievo, da un margine
all'altro. Rimane ambiguo il significato sia della scala che dà il nome al
rilievo sia dell'azione dei bambini: due in atteggiamento di danza e due che
sembrano tendere un drappo dietro
L
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