Monet: "L'impressione del sorgere del sole"
Esso è divenuto uno dei simboli della pittura
impressionista. In questo quadro ci sono molti degli elementi caratteristici di tale
pittura: la luce che svolge il ruolo da protagonista, il colore steso a tocchi
e macchie e la sensazione visiva che fa a meno della definizione degli oggetti
e delle forme. Il quadro rappresenta uno scorcio del porto di
Le Havre. L'immagine è colta all'aurora,
quando il sole inizia a filtrare attraverso la nebbia mattutina. Due barche sono
solo due ombre scure, il cerchio del sole rimanda alcuni riflessi nell'acqua,
un insieme di gru e ciminiere fumose si intravedono in
lontananza. In questo quadro la sensazione, o meglio l'impressione, visiva è
data dalla sintesi di luce e di colore. Ed è una
sintesi che si basa sulla percezione istantanea. La registrazione che dà il
quadro della percezione riguarda un attimo fuggente.
Un istante dopo la visione può essere già diversa, perché la luce è cambiata e,
con sé, anche la tonalità di colore che essa diffonde nell'atmosfera. Ma rimane una sensazione, fatta di suggestioni ambientali e
atmosferiche, che il pittore coglie come testimonianza del suo vedere e del suo
sentire. Inoltre, in questo quadro, un ruolo essenziale lo svolge lo specchio
d'acqua del porto. In moltissima parte della pittura impressionista e di Monet in particolare, l'acqua svolge sempre un ruolo fondamentale.
Essa riflette le immagini, distorcendole, cosicché il riflesso varia in
continuazione. Questa visione tremolante che si coglie di riflesso nell'acqua,
è un'immagine impressionista per eccellenza. Essa
permetteva ai pittori di rappresentare le immagini con una libertà di tocco,
fatto in genere a tratteggi e virgole, che sintetizzano
immediatamente la loro poetica dell'attimo fuggente. Monet
è del tutto indifferente a ciò che ha innanzi. Non ne cerca la riconoscibilità, ma abbozza forme indistinte. Egli,
tuttavia, è attento a registrare con immediatezza e verità solo l'impressione
visiva che si coglie guardando un'immagine del genere. Nella sua pittura esiste
solo la realtà sensibile, ossia solo ciò che l'occhio coglie d'istinto: la luce
e il colore. Alle forme e allo spazio egli è del tutto indifferente.
Impressionismo
Corrente pittorica
sviluppatasi in Francia nella seconda metà dell'Ottocento, nata dal rifiuto delle
tradizioni pittoriche contemporanee, a soggetto classico o
sentimentale, e dello stile, promosso dall'Accademia di belle arti di
Parigi, tecnicamente meticoloso e incentrato sul lavoro in studio. Il termine
'impressionista' fu utilizzato per la prima volta dal giornalista Leroy, sul periodico parigino 'Charivari',
per caratterizzare spregiativamente il dipinto di Monet,
"Impression: soleil levant" e fu adottato ufficialmente in
occasione della terza esposizione degli impressionisti, nel 1877. Tra i principali
impressionisti si annoverano Degas, Monet, Morisot, Pissarro, Renoir, Sisley e Bazille.
Tradizionalmente l'Accademia imponeva i modelli ai quali tutta l'arte francese
avrebbe dovuto uniformarsi e promuoveva le esposizioni ufficiali del Saloon di
Parigi, attraverso le quali tali modelli venivano
diffusi presso il grande pubblico. Gli impressionisti, rifiutarono questi
dettami, preferendo dipingere paesaggi, scene di strada e aspetti della vita
quotidiana invece che episodi attinti alla classicità o alla storia aulica, o
ancora improntati al sentimentalismo tardo romantico allora in voga. Scelsero
di dipingere all'aperto piuttosto che in studio, interessati agli effetti della
luce naturale più che al disegno esatto e alla descrizione dei dettagli. I
pittori accademici definivano e modellavano le forme con estrema precisione,
graduando attentamente le sfumature di colore e il chiaroscuro; gli
impressionisti, invece, osservando come la luce dissolva
i contorni e rifletta i colori quasi scomponendoli, stendevano
sulla tela brevi pennellate di colore puro, giustapponendo i colori primari
(rosso, giallo e blu) in modo che si mescolassero nella percezione visiva solo
da una certa distanza, e ponendo in contrasto i colori primari con i
complementari (verde, viola e arancio) per esaltarne reciprocamente
l'intensità. In questo modo ottenevano una luminosità maggiore di quella
solitamente prodotta mescolando i colori, prima di applicarli alla tela.