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Che cosa ha accomunato tanti artisti, provenienti da nazioni e da estrazione sociale tanto diverse, a cavallo tra l'ottocento e il novecento? Sicuramente il fatto che la maggior parte di loro si sia dedicata quasi esclusivamente alla pittura, ma questo non sarebbe bastato a fare un gruppo omogeneo e straordinario. La vera risposta è Parigi, la loro città di nascita o di adozione, che li ha segnati profondamente e che può essere considerata il cuore dell'arte mondiale tra il 1850 e il 1920, un'epoca che si pone alle origini dell'arte moderna.
Anche in campo artistico si avverte la necessità di un radicale cambiamento: per tutta la prima metà del secolo un pittore poteva avere successo solo se le sue opere erano accettate dalla giuria del Salon, un'istituzione nata nel XVI secolo come luogo d'esposizione dell'Ecole des Beaux-Arts. Contro questo sistema chiaramente conservatore, insorgono dei giovani artisti, accomunati dal desiderio di ritrarre la vita moderna e di dipingere all'aperto, in diretto contatto con la natura. I futuri impressionisti hanno esperienze familiari e scolastiche molto diverse, si conoscono frequentando gli ateliers, ma soprattutto il caffè Guerbois, nel quartiere di Batignolles. Nel 1874, presso il fotografo Nadar, tengono la prima delle loro otto mostre: non si danno nome, ma il critico Louis Leroy prende spunto dal titolo di un quadro di : Impression, soleil levant, e li battezza 'impressionisti', un appellativo usato in senso dispregiativo, come per dire superficiali.
L'omogeneità del gruppo è solo apparente, infatti, ogni artista segue un'evoluzione personale, specializzandosi nei paesaggi o nei ritratti, raffigurando il mondo elegante della borghesia o il duro lavoro dei contadini. Inizialmente le loro opere sono rifiutate e derise: pochi mercanti d'arte, primo tra tutti Paul Durand-Ruel, e un numero molto ridotto di collezionisti credono alla qualità delle tele. Il tempo darà loro ragione: i critici cambieranno giudizi e in pochi decenni i quadri degli impressionisti saranno universalmente conosciuti e apprezzati. A distanza di un secolo sono entrati nell'immaginario collettivo e sono pagati a peso d'oro.
Prima dell'impressionismo la pittura era disciplinata dalle rigide regole della prospettiva e dalla necessita di razionalizzare lo spazio. Questi principi, rispettati per secoli, sono messi in discussione dagli impressionisti ed è quest'insubordinazione e non la presenza di nudi, a scatenare le ire dei giudici del Salon, le incomprensioni della critica e la derisione del pubblico.
I fattori che determinano la carica ribelle di queste opere sono la nuova disposizione dello spazio e l'uso rivoluzionario dei colori, che più di qualsiasi altro aspetto tecnico segnano il netto distacco dalla tradizione accademica. Attraverso la pittura all'aperto, en plain air, gli impressionisti concentrano la loro attenzione sui riflessi della luce e sui colori della natura; i contemporanei studi di ottica confermano queste ipotesi e forniscono le basi teoriche per le loro ricerche. All'armonia della composizione sostituiscono il senso del ritmo, dato dai contrasti o dagli accostamenti sempre più liberi dei colori.
Questa nuova concezione è l'eredità più importante lasciata dagli impressionisti e sarà ripresa in maniera diversa dalle singole correnti post-impressioniste.
Gli artisti non si ispirano più alla tradizione artistica del Rinascimento italiano, ma alle culture extra-europee, all'arte orientale, cinese e giapponese, alle culture primitive, africane, precolombiane e oceaniche. Cambia anche il ruolo sociale dell'artista: egli non è più, come in passato, un artigiano alle dipendenze dei nobili o della chiesa, ma un libero professionista che offre la sua "merce" ad una nuova clientela, composta in maggioranza dal ceto medio. Di conseguenza acquista sempre più importanza la figura del mercante d'arte, che allestisce le mostre, tiene i contatti con i critici e i collezionisti. E' lui a determinare il successo o l'insuccesso di un artista, intervenendo anche nell'evoluzione dei pittori. Un ultimo elemento di valutazione è l'invenzione della fotografia. Da sempre il pittore era chiamato a rappresentare la realtà. La concorrenza dell'oggetto meccanico lo mette in crisi e lo costringe a cercare una nuova dimensione e un diverso significato alla sua arte.
PIERRE AUGUSTE RENOIR
Pierre Auguste Renoir nasce a Limoges, nella Francia centrale, il 25
febbraio 1841, sesto dei sette figli del sarto Leonard Renoir e di Marguerite
Merlet, operaia. Nel 1844 si trasferisce a Parigi e lavora come apprendista
presso la ditta di porcellane decorate Levy Freres. Ammesso all'Ecole des
Beaux-Arts, si iscrive ai corsi di Emile Signol e di Charles Gleyre, di cui
frequenta anche l'atelier. Qui conosce, e, con i quali forma il gruppo portante
dei pittori di Batignolles, i futuri impressionisti.
Nel 1874 partecipa alla prima mostra impressionista cui seguono le edizioni del
1876, 1877 e del 1882. Tra il 1881 e il 1882 visita l'Algeria e l'Italia e
rimane colpito dalla pittura rinascimentale, che determina il progressivo
allontanamento dallo stile degli impressionisti.
Nonostante ciò continua a frequentare la casa Berthe Morisot, dove incontra altri pittori, critici, poeti e scrittori. Alla fine di Dicembre del 1888 è colpito da forti dolori di natura reumatica, di cui soffrirà per tutta la vita. Il 14 Aprile del 1890, presso il municipio di Parigi, sposa Aline Charigot. Tra Maggio e Giugno espone per l'ultima volta al Salon. Dal 1899 va ad abitare a Cagnes-sur-Mer, a metà strada tra Nizza e Antibes. Nel mese di Maggio presenta dieci tele all'Esposizione Universale di Parigi; il 16 Agosto è nominato cavaliere della Legione d'Onore.
Nel 1907 Renoir acquista un'ampia tenuta a Les Colletes, una frazione di Cagnes, dove muore il 2 Dicembre del 1919.
JEUNES FILLES AU PIANO :
(1892 PARIGI, MUSEE D'ORSAY)
Questo notevole ritratto fa parte di una serie di dipinti dedicati ai divertimenti spensierati delle giovani figlie della borghesia. Il pittore ha colto in pieno la grazia delle giovani fanciulle in una sala di musica, tema già caro agli artisti olandesi del XVII secolo e ai pittori francesi del secolo successivo. Renoir, a differenza degli altri impressionisti, dava molta importanza al ritratto. La lezione di piano era uno dei suoi temi preferiti. In questa versione la fluidità delle forme e la delicata armonia dei colori chiari e lucenti prevalgono ancora sulle figure, che restano anonime.
LE DEJEUNERS DES CANOTIERS:
(1881 WASHINGTON, MEMORIAL GALLERY PHILLIPS)
Questa tela riflette tutta la spensieratezza delle domeniche passate nelle balere in riva al fiume, dove canottieri, operai e allegre fanciulle danzano e conducono una vita gioiosa. Renoir ci fa rivivere i week-ends spensierati dei canottieri, sempre pronti a far festa dopo una passeggiata sulla Senna, simbolo di una vita semplice e giocosa cara all'artista.
Renoir, per dipingere questa tela, il cui soggetto gli stava a cuore da molto tempo, si stabilisce a Chatou. La scena si svolge al ristorante Fournaise, uno dei luoghi favoriti dai canottieri e dagli impressionisti.
La giovane donna in primo piano a sinistra è la futura moglie dell'artista. In primo piano seduto, di schiena, si scorge il pittore Gustave Caillebotte. Ma anche atri amici del pittore sono presenti. Questo dipinto rivela un cambiamento nella tecnica pittorica dell'artista: i colori sono più variati, i contrasti più netti, i personaggi meglio definiti. in particolare il vermiglio del collaretto indossato dalla futura moglie risalta in maniera particolare con il bianco luminoso della tovaglia, un effetto che l'artista userà anche in altre opere come La fete arabe.
'Dopo aver realizzato questo dipinto, modificò profondamente il suo modo di dipingere, la sua tavolozza si arricchì, diceva di sapere comporre meglio di prima i suoi personaggi'.
LE BAL DU MOULIN DE LA GALETTE :
(1876,
PARIGI, MUSEE D'ORSAY)
E' un'opera tra le più conosciute della scuola impressionista. Celebrazione di
un mondo pieno di fascino e di gioia di vivere, quello dei balli popolari,
ormai scomparso. In quest'opera Renoir per la prima volta dipinge una scena di
ballo così complessa, costruita a partire da un'elaborata composizione, con
figure in movimento e giochi di luce complessi. a seconda della posizione del
sole, le zone d'ombra e di luce si alternano sui visi e sui vestiti dei
personaggi.
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