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Lettura dell'opera d'arte
PITTURA
Per la lettura di un opera d'arte bisogna individuare ed organizzare delle griglie per l'analisi¹ e l'interpretazione² dell'opera d'arte.
L'operazione iniziale prima delle analisi è la raccolta d'informazioni:
WHO? CHI? Soggetto AUTORE
WHAT? CHE COSA? Oggetto TITOLO
WHERE? DOVE? Luogo COLLOCAZIONE
WHEN? QUANDO? Tempo DATA
WHY? PERCHÉ? Causa -Fine
HOW? COME? Mezzo- Modo TECNICA- MISURA
Esempi di didascalia
AUTORE (stampatello maiuscolo), TITOLO (grossetto, corsivo o sottolineato), data, tecnica (minuscolo), misure (in cm: h,l,p), collocazione (città ed edificio)
Il nostro compito sarà quello di rispondere a due domande: Com'è un opera d'arte? analisi
Perché quell'opera? interpretazione
Es
FILIPPO LIPPI, Il banchetto di erode, 1452-1464, affresco, Prato,Duomo
UMBERTO BOCCIONI, Volumi orizzontali, 1912, olio su tela, 95*95 cm, Milano, Collezione privata.
Arti maggiori e arti minori
3 sono le cosiddette arti maggiori: pittura, scultura e architettura . La pittura è un arte bidimensionale, la scultura un arte tridimensionale invece l'architettura è un arte più complessa perché oltre alle tre dimensioni dello spazio presenta un interno e un esterno e più della pittura e della scultura impegna la dimensione del tempo: può essere percorsa, può essere partecipata fisicamente. È un'arte totalmente quadrimensionale.
Accanto alle arti maggiori ci sono quelle minori (arti applicate): oreficeria, stampa, tessuto, disegno industriale, ecc
Oggi questa distinzione non è più accettabile, non si può fare una distinzione fra le arti. Non importa cosa ma come.
LIVELLI DI LETTURA
LIVELLO ASPETTO TEMA
grafico disegno LINEA
scultoreo chiaro scuro LUCE
pittorico cromatico COLORE
architettonico composizione organizzazione dei temi
LINEA
Morfologia della linea
Possiamo distinguere 2 tipi diversi di linee: quella retta e quella curva le quali hanno 2 diverse personalità.
osservare e guardare con intelligenza traendone dati
trovare il significato dell'opera attraverso i dati
LINEA
RETTA CURVA
dura morbida
artificiale naturale
amara dolce
ribelle pacifica
3 TIPI DI LINEE
La linea retta presenta 3 possibilità fondamentali: l'orizzontale, la verticale, l'obliqua.La diagonale è un caso particolare della lina obliqua, è la linea obliqua inclinata a 45°, a metà tra la linea orizzontale e quella verticale.
ORIZZONTALE VERTICALE
passiva attiva
riposo tensione
terra cielo
La diagonale è una linea di sintesi che mette in comunicazione queste 2 dimensioni opposte, è comunque la linea del movimento, della salita e della discesa.
LUCE
Dalla linea passiamo alla luce, dall'aspetto grafico passiamo all'aspetto scultoreo. La luce infatti è un elemento che rivela attraverso il chiaroscuro¹ rivela il volume, la plasticità. La forma 3d degli oggetti rappresentati. La luce proietta 2 ombre: le ombre proprie quelle proiettate all'interno dell'oggetto e quelle portate, quelle proiettate fuori dall'oggetto. Lo studio della luce all'interno di un quadro deve partire da diversi parametri.
I diversi parametri:
CONTRASTO: è il rapporto tra luce ed ombra, può essere netto e violento, fortemente chiaroscurato oppure si può avere una luce diffusa e omogenea sena forti risalti chiaroscurali.
In questo caso si lavora sulle mezze luci, sui grigi più che sui bianchi e sui neri.
Il passaggio dal chiaro allo scuro è dolce e graduale: effetto sfumato.
NATURA: la luce può essere fondamentalmente di 2 tipi: naturale o artificiale. Può provenire dal sole, dalla luna oppure dal fuoco, da una lampadina, ci può essere anche una luce metafisica: l'aureola di un angelo.
FONTE: la fonte di luce si differenzia non solo dalla base della sua natura ma soprattutto in base alla sua collocazione: può essere interna o esterna al quadro, in campo o fuoricampo.
DIREZIONE: 6 sono le direzioni della luce: LATERALE da destra o sinistra sono le direzioni che maggiormente evidenziano il volume attraverso il chiaroscuro. La luce laterale può colpire l'oggetto in pieno oppure sfiorarne la superficie: la luce RADENTE.
E quella che maggiormente enfatizza la superficie, le irregolarità, le sue tessiture: rugosità, levigatezza,
La luce può provenire dall'ALTO scendendo a picco, è luce zenitale che non proietta ombre portate.
Luce dal BASSO ha un effetto particolare che conferisce all'oggetto qualche cosa di strano, inquietante. Altera i tratti rendendoli grotteschi come una maschera.
contrasto tra luce ed ombra
Luce dal DAVANTI, frontale è una luce che appiattisce l'oggetto diminuendo al massimo la proiezione delle ombre.
Luce da DIETRO controluce riduce l'oggetto ad una sagoma scura.
È l'opposto della luce frontale:entrambe appiattiscono una in chiaro l'altra in scuro.
SIGNIFICATO: dopo aver classificato la luce e le sue manifestazioni cercheremo ora di trovare il significato che una particolare rappresentazione della luce in un opera d'arte può assumere, possiamo dunque alla descrizione, all'interpretazione, alla lettura.
IL COLORE
La luce e la linea sono elementi che definiscono la forma in superficie e nel volume. Il colore per se non ha forma ma prende la forma definitiva appunto dalla linea e dalla luce. Dal punto di vista fisico il colore è un'onda elettromagnetica che si ottiene componendo la luce bianca attraverso un prisma. Quest'ultimo scompone la luce in colori definiti che possono essere classificati in 7 varianti: i sette colori dell'iride: ROSSO, ARANCIONE, GIALLO, VERDE, BLU, CELESTE, VIOLA,
Ognuno di questi colori occupa una propria banda di emissione onda.
ROSSO = ampia lunghezza d'onda e minore frequenza d'onda.
VIOLA = minima lunghezza d'onda e massima frequenza d'onda.
Sopra e sotto di queste onde ci sono gli infrarossi e gli ultravioletti.
COLORE LUCE =colori emessi direttamente da una fonte luminosa naturale o artificiale =SOMMA =BIANCO
COLORE MATERIA = colori pigmenti, paste colorate che normalmente si usano per la pittura e la tintura = SOMMA = NERO
GIALLO ROSSO e BLU sono i colori primari, da questi si fondano i secondari: ARANCIONE VERDE e VIOLA, infine mescolando primari e secondari si hanno i colori terziari: TERRE e GRIGI.
BIANCO E NERO SONO NON COLORI
La definizione di ogni colore è possibile attraverso:
TONO = tinta.
LUMINOSITÀ = quantità di B o N contenuta nel colore, può avere una gamma di luminosità massima B o minima N.
SATURAZIOE = quantità di grigio contenuta.
Ogni colore dipende da quello che gli sta di fianco. Le possibilità sono per contrasto o per analogia.
FREDDI CALDI
viola rosso
blu giallo
verde arancione
Il massimo del contrasto si ha se affianchiamo 2 colori complementari
G » R + B »V il complementare del viola è il giallo perché non è presente nella sua formazione
R » G + B »V il complementare del verde è il rosso perché non è presente nella sua formazione
B » G + R »A il complementare dell'arancione è il blu perché non è presente nella sua formazione
FUNZIONE DENOTATIVA:descrive e riproduce la realtà, colore naturalistico.
Il colore non soltanto è denotativo ma può caricarsi anche di una:
FUNZIONE SIMBOLICA: rappresenta qualche cosa che va oltre la realtà oggettiva e che può appartenere al mondo dei sentimenti o al mondo delle idee; colore come emozione e come concetto. Non sarà più quindi un colore naturalistico ma simbolico.
Il colore può avere anche una:
FUNZIONE NARRATIVA: per esempio in un ciclo di affreschi, il colore di un personaggio permanente è caratterizzato dall'abito.
Il colore ha anche un:
ASPETTO COMPOSITIVO: ogni colore ha un suo peso visivo e attraverso la combinazione dei colori l'artista può conferire all'immagine diversi ritmi, simmetrie, equilibri, sbilanciamenti e assimetrie.
GIOTTO, Compianto sul Cristo morto; Prevale la funzione denotativa, usa colori naturalistici, realistici. Il mantello rosso della Maddalena e quello blu della Vergine hanno una funzione connotativa e nell'intero ciclo assumono anche valore narrativo.
MUNCH, Il grido; Nel colore di Munch il valore connotativo prevale sul valore denotativo: i colori di Munch non sono colori naturali ma quelli dell'anima, esprimono emozioni, stati d'animo: l'angoscia.
MONDRIAN, Quadro I; In Mondrian c'è solo l'aspetto compositivo perché Mondrian attraverso i riquadri colorati ricerca solo l'equilibrio, il bilanciamento.
Cristo giudice tra 2 angeli Qui il colore ha una funzione simbolica con un valore mistico, non espressivo. Non esprime emozioni ma concetti di valore teologico e c'è anche la funzione compositiva.
PIERO, L'adorazione del.; Funzione denotativa, narrativa e compositiva per i chiasmi e la simmetria.
CARAVAGGIO, La vocazione; C. più che sul colore punta sulla luce e dunque sul contrasto.
MAGRITTE, L'empoire des lumieres; I colori di M. sono colori denotativi, fino all'eccesso quasi fotografici, vero più del vero, imperialismo che scatena lo stanziamento.
Didascalia
GIOTTO, Il compianto sul Cristo morto,1303-1305, 2*1.85 m, Padova, Cappella degli Scrovegni
Informazioni
Giotto è un pittore italiano che vive ed opera tra il 1200 e il 1300, siamo ancora nel Medioevo precisamente nel periodo Gotico.
Giotto è un artista rivoluzionario perché scopre la profondità, mettendo fine allo stile Bizantino precedentemente in voga, il quale proponeva immagini piatte e fisse, rigide e ieriotiche.
La pittura di Giotto invece comincia a introdurre il senso di profondità, dello spazio attraverso la prospettiva che sostituisce il fondo oro e il senso della profondità e del volume alle immagini con forte plasticismo che non c'era nella pittura precedente dove oggetti e figure erano senza corpo e senza peso, puri simboli. Prospettiva e plasticità ci conducono ad una pittura realistica.
Tema: è un tema sacro tratto dai Vangeli, Cristo deposto dalla croce è attorniato dai suoi cari. Accanto alla Madonna 2 personaggi sono rilevanti: la Maddalena che è riconoscibile attraverso gli attributi iconografici, il manto rosso e i capelli lunghi biondi: perché questi elementi ricordano il suo passato da peccatrice.
L'altro personaggio è Giovanni, l'apostolo prediletto di Cristo, che allarga le braccia in senso di disperazione.
L'affresco: è una tecnica di pittura su muro che è caratterizzata dal fatto che il colore viene steso sull'intonaco ancora umido e fresco. In questo senso la " pittura a fresco" si oppone alla pittura a secco.
La tecnica " a fresco" resiste di più perché filtra nel muro. I pittori definivano ogni giorno le aree da dipingere:si chiamavano giornate.
Gli Scrovegni: sono stati i committenti di Giotto. Era una famiglia di Banchieri. Il figlio Enrico fece dipingere la cappella per poi donarla in cambio dell'onore del padre accusato di usura.
La linea forte:è costituita dalla linea forza della collina:
Sparti acque tra cielo e terra
è una linea spartiacque che separa sotto, sopra, cielo e terra. divisi e uniti, cielo e terra, le braccia di Giovanni sfondano il confine e risaldano le due zone: dilatano il dramma della terra al cielo come un urlo universale.
Al dramma umano si unisce quello celeste: gli angeli si disperano, agitano le braccia.
Nel cuore del dramma
La diagonale ci conduce direttamente al dramma dove il lettore punta direttamente gli occhi.
La diagonale entra poi nel cerchio ideale formato dal volta della Madonna. In un cerchio ideale tra madre e figlio, nell'ultimo bacio.
La discesa e la risalita
Il paesaggio spoglio, l'albero stecchito.
Anche la natura partecipa alla morte del Cristo.
L'albero eretto segna anche lasse verticale dell'immagine a cui si contrappone l'asse orizzontale del corpo del Cristo.
Alla verticale si oppone l'orizzontale, alla morte la vita.
Il crinale diagonale collega le due opposte dimensioni scoscende e precipita quasi ad indicare la discesa, la caduta del Cristo dalla croce alla morte.
Ma la diagonale può essere letta anche nell'altro senso: come passaggio dall'orizzontale alla verticale, dal Cristo all'albero, non è più discesa ma salita, non più morte ma resurezzione.
Le figure dei personaggi come gradini aiutano e accompagnano a scatti "Cristo a rialzarsi": quelle sedute in primo piano, quelle inclinate verso l'alto, quelle in piedi a destra in asse con l'albero.
L'effetto è dinamico, cinematografico.
Possiamo immaginare la figura del Cristo che si rianima, si alza pian piano e risorge seguendo la linea della collina che, come una dissolvenza incrociata ci fa passare da una scena all'altra del film: la resurezzione.
Cristo non è più disteso ma in piedi, non più a sinistra ma a destra.
La collina è ridiscesa dopo averlo accompagnato nella salita, ora lo accompagna fuori dalla scena. anche il paesaggio rinasce come il Cristo.
Didascalia
Cristo giudice tra due angeli,50-526 ca, mosaico, Ravenna, Basilica di S.Appollinare Nuova
Autore è anonimo, non conosciamo l'artefice. Stiamo entrando nel medioevo e spesso in questo in questa fase storica gli artisti non venivano nominati, non lasciano la loro firma, perché?
Il medioevo inaugura una nuova concezione del mondo che diversamente da quella classica non vedeva come motore e centro dell'universo l'uomo ma Dio, si passa cioè dalla concezione antropocentrica a quella teocentrica. L'artista quindi non ha più valore come individuo non lavora per la sua gloria ma per la gloria di Dio ecco perché quasi sempre le opere medievali sono anonime, gli artisti sono gli strumenti nelle mani dell'unico grande artefice.
Titolo si tratta di un tema sacro Cristo al centro giudica e divide "buoni" da "cattivi".
Il 6° secolo siamo in un periodo dell'arte chiamato paleocristiano (antico cristianesimo) è il perododei primi cristiani che si sviluppa nel 4° secolo fino al 6° secolo. In questo momento assistiamo ad una transizione culturale: la civiltà classica sta finendo, sta nascendo la civiltà medievale.
Dissolvenza incrociata della storia.
Il mosaico è una tecnica rappresentativa dove le immagini vengono create attraverso dei frammenti di materiali variamente colorati, detti tessere, fissati in un supporto che serve da collante.
Il mosaico è una tecnica molto antica che già era conosciuta dai greci e romani ma che nel periodo paleocristiano e bizantino conosce il suo massimo splendore.
Ci sono differenze tra mosaico classico e quello bizantino:
1 la collocazione il mosaico antico era preferibilmente, anche se non comodamente, a terra, sul pavimento delle basiliche o domus romane. Con l'arte paleocristiana il mosaico è preferibilmente collocato sulle pareti e sui soffitti.
2 materiali cambiando la collocazione favorisce anche il cambiamento dei materiali. Mentre nel mosaico classico si usavano preferibilmente materiali lativei (marmo) più resistenti all'usura e al calpestio, nel periodo paleocristiano si diffonde l'uso di nuovi materiali: paste vitree su lamine dorate e smalti colorati. L'effetto dunque è diverso: dall'opacità si passa alla brillantezza.
3disposizione non essendo più appartenenti ad una superficie pavimentare nel periodo bizantino le tessere sono disposte con diverse inclinazioni creando così una superficie non livellata ma irregolare ed accidentata. L'effetto è quello che al passaggio della luce l'immagine, il fondo oro, sembra sprigionare un barbaglio di scintille luminose, una luce non fissa ma vibrante, palpitante.
Ravenna nel 5° secolo fu per un certo periodo capitale dell'impero romano d'occidente. Roma infatti come tutta la penisola è saccheggiata e invasa dalle invasioni barbariche, non è più luogo sicuro. Lo è invece Ravenna che collocata sulla costa Adriatica è circondata da zone palustri che fatalmente diventavano elemento di difesa. È in questo periodo che Ravenna diventa protagonista dell'arte e sorgono edifici unici.
Sant'Appollinare Nuova è una basilica dedicata al primo vescovo di Ravenna.
Lettura dell'opera
SPAZIO SENZA SPAZIO LO SPAZIO la rappresentazione dello spazio nell'arte paleocristiana è antigiottesca non c'è senso della profondità sia per quanto riguarda lo sfondo sia per quanto riguarda le figure. Nello sfondo non ci sono elementi architettonici che possano dare il senso della profondità. anche gli elementi naturalistici sono comunque ridotti all'osso. Qualche sasso, qualche fraticello, il cielo non è reso in modo naturalistico ma con uno sfondo d'oro.
Lo spazio paleocristiano si risolve quindi una superficie di pura luce è uno spazio senza profondità, spessore, dimensione puramente trascendente. Non c'è chiaroscuro ne volume, solo sagome piatte circondate da una linea scura, figure senza corpo e senza peso, completamente smaterializzate all'opposto dei personaggi di Giotto, massicci densi come pietre.
Per quanto riguardo lo spazio siamo in una situazione di ricerca irrealistica, astratta, simbolica.
IL TEMPO le figure del mosaico ravennali sono frontali, rigide, disposte paratatticamente. Le figure non agiscono, non reagiscono, non interagiscono ma se non c'è spazio non c'è tempo. L'immagine dei mosaici paleocristiani è un'immagine senza spazio e senza tempo. Immagine metafisica, metastorica: un immagine ieratica.
ICONOGRAFIA:per iconografia si intende lo studio delle immagini, icone. L'iconografia è una disciplina che descrive e classifica le immagini rispetto al tema rappresentato e ne evidenzia costanti e varianti, identifica i personaggi in base agli attributi iconografici (oggetti, abbigliamento, postura, caratteristiche). Si può parlare ad esempio di iconografia cristologia o iconografia mariana individuando le varie soluzioni con cui sono stati rappresentati nella storia. Le figure di Cristo e della Vergine(manto blu, vestito rosso, barba) si può parlare ancora di iconografia dell'ultima cena o della Annunciazione,
ICONOLOGIA: se l'iconografia classifica e identifica le immagini in relazione al tema rappresentato servendosi delle costanti rappresentative, l'iconologia invece spiega il perché delle scelte iconografiche cioè va a ricercare, di quelle scelte le motivazioni profonde, culturali, antropologiche (umani).
Per quanto riguarda l'iconografia del nostro mosaico si può notare una rappresentazione del Cristo diversa da quella canonica. il Cristo infatti non presenta i classici attributi come i capelli lunghi e la barba. È questa del Cristo inerme, apollineo, una variante in voga nel periodo paleocristiano che verrà poi soppiantata dall'immagine del Cristo barbuto.
Non Cristo come Apollo ma Cristo come filosofo, maestro. altri elementi iconografici interessanti sono i 3 agnelli a destra e i 3 caproni a sinistra.
Il primo sistema simbolico è il n°3: 3 personaggi e 3+3 animali il riferimento è ovviamente alla Trinità di Dio: Padre Figlio e Spirito Santo.
Il secondo sistema simbolico è l'opposizione destra-sinistra come opposizione tra bene e male nel caso specifico tra i buoni che si salveranno e i cattivi che si danneranno. È una simbologia che si radica su una simbologia molto antica secondo cui la mano destra è a mano abile, la mano della ragione, la mano di Dio la mano sinistra è la mano inabile, la mano del cuore, la mano del Diavolo.
In alcune culture primitive i riti di magia bianca vengono realizzati con la mano destra, i riti di magia nera con la mano di sinistra.
Jung è uno psicanalista tedesco che ha studiato i simboli onirici secondo cui se in un sogno una figura proviene da destra rappresenta la parte conscia, se proviene da Sinistra rappresenta l'inconscio.
Questa opposizione tra destra e sinistra si evidenzia ulteriormente. A destra le 3 pecore a sinistra i 3 caproni, le pecore animali miti e candidi sono da sempre simbolo della bontà della purezza, della pace e della fedeltà. Sono i giusti, i cristiani che seguono il loro pastore. I caproni invece animali scontrosi selvatici e dal manto scuro rappresentano gli uomini malvagi non a caso l'immagine del demonio presenta attributi caprini: corna, barbetta e zoccoli. Ma destra e sinistra si ripropone anche a livello cromatico nelle figure degli angeli, l'angelo a destra in rosso e l'angelo a sinistra in azzurro. Il rosso è un colore caldo, il colore della luce, della verità; l'azzurro è invece un colore freddo, il colore del peccato, delle tenebre.
Tra rosso e blu, tra caldo e freddo il colore viola della tunica del Cristo giudice, che è somma di entrambi i colori: insieme gli mescola e li bilancia ma se dal punto di vista formale il viola è elemento di equilibrio dal punto di vista simbolico esso si rifà con ogni probabilità alla porpora imperiale il colore cioè che designava il più alto potere terreno. Cristo come imperatore terriero.
LA LUCE Non è facile individuare la provenienza e nemmeno la fonte della luce all'interno del mosaico. A prima vista potrebbe sembrare che la luce proviene dal davanti, di fronte, esterna in realtà il gioco dei chiaroscuri risulta incoerente e comunque diversamente da Giotto poco costruttivo, poco plastica, più che dall'esterno la luce sembra provenire dal dentro, più che figure illuminate le figure di Ravenna all'interno del mosaico sono luminose, sono figure di luce, una luce dunque non credibile, non naturale e nemmeno fisica metafisica.
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