L'Ermetismo
Col termine Ermetismo si
indica un tipo di poetica che sorge intorno agli anni '20 e si sviluppa negli
anni compresi tra le due guerre mondiali. Fondatori della poesia ermetica sono
considerati Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale e la definizione fu coniata
in senso dispregiativo dalla critica tradizionale che intendeva condannare
l'oscurità e l'indecifrabilità della nuova poesia, ritenuta difficile in
confronto alle chiare strutture della poesia classica. Il nome deriva da Ermete
o Mercurio, il dio delle scienze occulte, e fu adoperato in senso dispregiativo
appunto da Francesco Flora nel suo saggio 'la poesia Ermetica'.
Di tutte le poetiche sorte nell'ambito del decadentismo la poesia ermetica fa
sua e sviluppa quella dei simbolisti francesi (Rimbaud, Mallarmé, Verlaine).
Perciò è detta anche poesia neosimbolista. I poeti ermetici perseguono l'ideale
della 'poesia pura libera', cioè libera non solo dalle forme metriche
e retoriche tradizionali, ma anche da ogni finalità pratica didascalica e celebrativa.
Il tema centrale della poesia ermetica è il senso della solitudine disperata
dell'uomo moderno che ha perduto fede negli antichi valori, nei miti della
civiltà romantica e positivistica e non ha più certezze a cui ancorarsi
saldamente. Egli vive in un mondo incomprensibile sconvolto dalle guerre e
offeso dalle dittature per tanto il poeta ha una visione della vita sfiduciata,
priva di illusioni. Altri temi della nuova poesia che ci fanno accomunare gli
ermetici a Pirandello e Svevo sono: l'incomunicabilità, l'alienazione (la
coscienza di essere ridotto ad un ingranaggio nella moderna civiltà di massa),
frustrazione (deriva dal contrasto fra realtà quotidiana che è sempre deludente
e i nostri sogni).
I loro temi sono desolati e intimistici, i poeti ermetici rifiutano il
linguaggio e le forme della poesia romantica e positivistica a scopo
celebrativo, in quanto il poeta dell'800 aveva miti e certezze da porre e
celebrare. Il nuovo poeta non ha più miti e certezze in cui credere, perciò va
alla ricerca di parole essenziali, scabre e secche che meglio descrivano il
loro stato d'animo; per poter far questo ricorrono all'analogia e alla
sinestesia. L'analogia si può considerare una metafora in cui è stato soppresso
il primo termine di paragone (es.: da 'accarezzo i tuoi capelli neri come
la notte' a 'accarezzo la tua notte'). La sinestesia è
l'accostamento di parole appartenenti a diverse aree sensitive (es.:
'l'urlo nero').