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LEONARDO (Firenze 1452 - Amboise 1519)
Introverso, amore per solitudine. GENIO UNIVERSALE, per dominare interamente realtà, spirito Rinascimentale. «Esperienza, madre di ogni certezza», «omo sanza lettere», non aveva studiato, solo esperienza. Pittura = mezzo per la conoscenza. Scrive un Trattato della pittura, postumo.
Importante formazione in bottega Verrocchio. Impara a concepire figura umana inserita nello spazio. Coglie fin da subito rapporto uomo-spazio, mutabilità delle cose.
Verrocchio, Il battesimo di Cristo forse fa angelo di sx.
PRIMO PERIODO FIORENTINO (1473-1482) Paesaggio linea a piccoli tratti che evoca le cose, non le descrive, per rendere vastità spaziale. Ritratto di dama (1474-1476), impostazione in ¾ per tracciare psicologia personaggio e inserire figura nello spazio, attenzione per i dettagli (capelli dorati e sottoveste trasparente), nello sfondo prospettiva aerea, poiché forse è stata tagliata una striscia no analogie con Busto di dama ignota di Verrocchio, forse era come quella e Gioconda. Annunciazione (1475), rispetta tradizione: angelo a sx, Madonna a dx. Basamento leggio somiglia al Monumento a Piero e Giovanni de' Medici del Verrocchio per i Medici. Novità: l'evento si verifica all'esterno (villa toscana) ed è sereno perché c'è razionalità, tutto il mondo è partecipe. «La pittura è un poesia che si vede e non si sente [.] dalle proporzionali bellezze di un angelico viso risulta un armonico concetto», cioè rappresenta idea (neoplat.). Prato ricco di fiori. Le ali dell'angelo sono aperte ma stanno per chiudersi. Luce non è piena, no stacchi netti quindi rapporto tra tutte le cose. La prospettiva zona anteriore è tradizionale (lineare), al di là del muretto aerea (digradare dei colori), fonde prospettiva cromatica e aerea. No linea protagonista (Botticelli), ma vastità spaziale. L'adorazione dei magi (1481-82), rapporto uomo ambiente, elimina la linea di contorno. Incompiuto perché sente la linea un condizionamento. Forma quadrata. Madonna e Magi fanno piramide con movimento rotatorio. Impeto, tema fondamentale. Anche se incompiuta, è coerente.
PERIODO MILANESE (1482-1499), deve fare statua bronzea equestre di Francesco Sforza, ma non realizzò. Modo di disegnare inserisce l'oggetto nell'ambiente (chiese a pianta centrale mobili nello spazio come Bramante). Fa degli studi sul corpo umano («microcosmo perfetto»). La Vergine delle rocce (1483), forma piramidale tra Madonna, S.Giovanni, angelo, Gesù, che è indice di unità concettuale. Movimento rotatorio, inserimento personaggi nello spazio. No linea di contorno che è limite, confine. L'ombra si trasforma in «sfumato», che permette di passare da un volume all'altro senza violenza. Rapporto fra uomo e tutte le cose è rapporto d'amore. Anche le figure appaiono sfuocate. Prospettiva aerea. Luce doppia, da sx e dal fondo, diverso colore del cielo per «la aria grossa». Scompare l'aureola medievale. L'ultima cena (1495-97), tavola e figure sembrano uscire dal dipinto per inserirsi nel refettorio (le pone nella nostra dimensione, contestualizzandole); Andrea del Castagno le poneva in una nicchia a parte. Gli apostoli sono a gruppi di 3, formano piramidi (anche Gesù), isolato perché è nel momento di sacrificio supremo. Ansia apostoli, calma Gesù. Prospettiva lineare nella sala, aerea oltre le finestre. Due illuminazioni, una da sx, una dal fondo.
Secondo periodo fiorentino (1501-06) Gioconda (1503-05 o 13-15), forma piramidale, "sfumato", no più linea. Gioconda immersa nell'ambiente e il sorriso esprime rapporto d'amore tra uomo-natura (e anche consapevolezza della conoscenza della natura). Il paesaggio è deserto e aspro non è idilliaco, c'è prospettiva aerea. La natura è antropizzata (c'è ponte). Il busto è tagliato sotto il gomito (Verrocchio). Il microcosmo rappresentato si trasforma in macrocosmo, rappresentando tutto il mondo. S.Anna, la Madonna e il Bambino con un agnello (1510), immensità spaziale, fusione, rotazione della forma piramidale, maggior cromatismo. Agnello simbolo di agnus Dei. Rispetto a Masaccio, più spontaneo e naturale. "Sfumato". Battaglia di Anghiari (1503), realizza pittura ad "encausto" (ricavata da Plinio)[ad olio, asciugata con fuoco], non si asciuga bene, cola. Azioni umane rappresentano intenzioni dell'animo, perciò no modello per copiare.
GLI ULTIMI ANNI A Milano (1506): progetta Monumento equestre a Giangiacomo Trivulzio, non lo realizza, spunto dal Colleoni del Verrocchio. Divergenza tra testa cavallo e uomo, moto impetuoso (come Battaglia Anghiari). Nel 1516 va in Francia da Francesco I, portando con sé Gioconda, S.Anna e il S.Giovanni. Studia ad Amboise.
MICHELANGELO (Caprese 1475 - Roma 1564)
Per Vasari si apre la terza maniera (perfezione dell'arte). Per i neoclassici, rispettare canoni greci; i romantici riscoprono la forza "titanica" di Michelangelo. '600 e '700 lo si critica (aspro e duro). Studia dal Ghirlandaio (Firenze), ma non si vede traccia. Importante è il periodo nel "Giardino di S. Marco" (Lorenzo aveva raccolto opere antiche, dove gli allievi le copiavano e capivano le proporzioni classiche), convivenza con personalità culturali importanti. Arte come impegno culturale prima che manuale ("Si dipinge con la mente, non con la mano").
Per Michelangelo la statua è già presente in potenza nel marmo, è nella mente. Come è l'uomo imprigionato così la statua deve liberarsi degli strati esterni.
PRIMO PERIODO FIORENTINO (1490-95) La Madonna della scala (1490-92), rapporti con Donatello ("stiacciato", conferisce potenza, figure appiattite e monumentali), il Bambino testa e braccia divergenti. Battaglia dei centauri (1492), non più significato mito greco (ragione su forza), ma prevale il senso di lotta tra uomini (groviglio). Scena dominata dal giovane Apollo (movimento rotatorio), imprime movimento a tutta la composizione (idea che riprenderà nella Cappella Sistina). Figure ancora contenute nel marmo, ci sono molti piani (almeno 3).
PRIMO PERIODO ROMANO (1496-1500) Bacco (1496-97). La pietà (1498-99), classica (totale idealizzazione). Esprime idea, Madonna e Gesù raggiungono perfezione divina. Forma piramidale (unità alla composizione). Visione frontale, l'altezza è tanto maggiore della larghezza (sembra un rilievo). Vergine giovane (bellezza ideale). Tante pieghe veste fanno risaltare bellezza. Non vi è edonismo (bellezza per sé), c'è neoplatonismo (idea compiutamente espressa).
SECONDO PERIODO FIORENTINO (1501-05) David (1501-04), blocco di marmo già usato. David concepito per essere visto di fronte, davanti alla facciata di Plazzo Vecchio. Il muro è piano d'appoggio posteriore. È simbolo della repubblica fiorentina (libertà). David è uomo rinascimentale, cosciente si sé. Evidenziate qualità interiori. Crescendo plastico dal passo verso l'alto. Testa fulcro della composizione (sede del pensiero). No sproporzioni (perché Michelangelo vuole rendere l'idea). Mani più grandi (strumento ragione). Non ha testa di Golia e spada. San Matteo (1505), doveva fare 12 apostoli per Duomo di Firenze. È incompiuto perché l'idea è irraggiungibile (l'uomo deve lottare). Pessimismo michelangiolesco (moderno). Il non-finito ha infinite possibilità di soluzione. L'apostolo tenta di uscire dalla materia con sofferenza. Il cartone per la Battaglia di Cascina (distrutto). Tondo Doni (1504), non consueta (per il desco da parto) perché obbliga ad adattare composizione. È regalo di nozze. Piramide che sale a spirale. Umanità eroica che lotta per affermarsi. No assenza di femminilità nella vergine perché uomini e donne sono aspetti della stessa umanità. Il paesaggio manca (l'ambiente non è coerente con l'uomo di Michelangelo), i sentimenti legati all'ambiente. Secondo lui pittura fiamminga senza sostanza. Forse i nudi sono neòfiti che attendono immersione nel Giordano. Il colore è squillante (influenza sul manierismo).
SECONDO PERIODO ROMANO (1505-15) Tomba di Giulio II (progetto 1505), voleva porlo nel coro della basilica di S. Pietro. Continuità tra la Chiesa del primo papa (Pietro) e dell'ultimo. Immenso complesso architettonico scultoreo. Il papa vuole togliergli il progetto, e va via. Dopo 40 anni e diversi progetti la tomba viene collocata a S.Pietro in Vincoli. ("La tragedia della mia vita"). La volta della Cappella Sistina (1508-12), forse Bramante vuole sbarazzarsi di lui come scultore. 500 m2 con storie bibliche, sibille e profeti. Quasi da solo. Dà impianto architettonico scultoreo (cornici, architravi, capitelli; sembra che aggettino). Nei singoli pannelli le scene immaginate al di là della volta, quindi quasi grande altorilievo. Storie bibliche iniziano con separazione luce - tenebre, finiscono con l'ebbrezza di Noè. Prime scene tante piccole figure, poi meno è più grandi (monumentalità), forse si è stancato, forse da fatti terreni a fatti divini. Nelle prime impeto drammatico, nelle altre più sé stesso. Creazione d'Adamo, Dio veloce, Adamo più lento (intorpidito) perché coscienza del suo dramma. Uomini di Michelangelo non agiscono, meditano consci della sconfitta (non arrivano alle idee), ma eroi perché combattono lo stesso. Linea netta, decisa. Spessore proporzionato alla potenza del volume (esaltato). Chiaroscuro lo fa emergere dal fondo. Tutte le figure sono parte d'un grande poema. Colori anneriti dal tempo, ma restauro evidenzia importanza del colore. Statue per la tomba di GiulioII, Schiavo ribelle, sofferente, moto rotatorio. Schiavo morente, proporzionato con bellezza alessandrina, sofferente. Mosè, vitalissimo per vigore interiore, disposizione per contrapposti (braccia e gambe). Energia morale. Sguardo imperioso. Energia espressa con corna (lingue di fuoco), perché traduzione errata di cornutam (che voleva dire "splendente di raggi di luce"). L'opera esprime terribilità michelangiolesca.
TERZO PERIODO FIORENTINO (1515-34) Progetto per la facciata di S.Lorenzo (1517-18), c'è disegno e plastico. Prospetto non rispecchia forme basilica, presenza 3 navate è appena accennata, altezza della centrale indicata dal timpano. Autonomo dalla tradizione romanica. Sarebbe risultato un'insieme plastico. Anche in architettura Michelangelo è scultore, architettura come rapporto pieni - vuoti. La sagrestia Nuova e le tombe Medicee (1520-24), voluta da Leone X. Caratteristiche brunelleschiane: strutture architettoniche in pietra contro fondo chiaro, ma Brunelleschi usava pietra "serena" (serve per definire lo spazio), Michelangelo il grigio della pietra serve per risaltare le architetture dal piano di fondo (si staccano con forza dalla superficie e si moltiplicano). Spazio diviso orizzontalmente da cornici in vani sovrapposti con finestre in quello più alto. Pareti mosse, costituite da materiale nobile e duraturo (marmo). Il punto di vista è al centro del vano (dov'è l'osservatore), le sculture muovono verso di lui. I sepolcri costituiti da sarcofagi sui cui coperchi sono figure nude. Le statue dei defunti sono dentro nicchie sovrastanti. Gruppo divino, riprende tema gioventù accentuando rapporto madre - figlio con un moto a serpentina che li unisce. La serpentina è espressione di dolore (tipico della condizione umana). Sarcofago di Lorenzo, giacciono sopra l'Aurora (si desta lentamente) e il Crepuscolo(si piega su se stesso). Sarcofago di Giuliano, Giorno (giace con gambe accavallate) e Notte (dorme sonno pesante) sopra, rappresentano caducità vita umana. Giuliano e Lorenzo pensosi, figure ideali, pessimismo michelangiolesco si accentua. La Biblioteca (1523), consta di due ambienti, l'atrio (sviluppato verticalmente, è angusto, al centro è occupato da una scala vera protagonista, prepara alla sala di lettura) e l'aula di lettura.
TERZO PERIODO ROMANO (1535-64) Giudizio Universale (1536-41), lavoro solitario, no più timore per vastità superficie, non suddivide più in settori architettonici. Tutto incentrato su figura di Cristo giudice, imprime movimento a intera composizione col suo giudizio, moto ascendente a sx e discendente a dx. Grandiosità etica delle figure, grandiosità concettuale dell'insieme. Eletti e dannati entrambi uomini (degni di grandiosità). Solo Dio può dare grazia (come Lutero). Suscitò perplessità per i nudi che apparvero scandalosi (Aretino lo critica perché non gli aveva fatto disegno). Daniele da Volterra copre parti oscene. Il Campidoglio (1546), al centro statua di ignoto di Marco Aurelio, fulcro della piazza (si pensava di Costantino e per questo è rimasta). Pavimento motivo a quadrangoli curveggianti iscritto in un ovale. Scala non prevista in lieve salita come oggi, ma ripida per accentuare distacco dalla città bassa. Salendo i palazzi e la statua si scoprono gradualmente. Michelangelo inverte l'impianto prospettico allargando la scala procendo verso l'alto e pone i due palazzi laterali divergenti rispetto a Senato. S.Pietro (1546), progetto Bramante, Raffaello (basilica longitudinale), Antonio da San Gallo e poi Michelangelo (riprende progetto di Bramante). Cupola ispirata al Brunelleschi. Pietà di Firenze (1550-55), moto discendente. Nicodemo, Gesù, Maria Maddalena, un po' di non - finito. Pietà di Palestrina (1555), tre persone Maria, Maddalena, Gesù, moto discendente, finito e non - finito anche qua. Pietà Rondanini (1552-64), solo Gesù e Maria nel momento supremo. Precipitano verso il basso. Si chiude definitivamente un'epoca. No rapporto con realtà visibile, totale espressione del proprio mondo interiore.
RAFFAELLO SANZIO (Urbino 1483 - Roma 1520)
Anch'egli "divino", raggiunge perfezione con grazia. Figlio pittore locale, Giovanni Santi. Erede tradizione umbro - marchigiana. Va da Perugino, vede Laurana e Piero della Francesca. Sicuro dominio del rapporto spazio - volumi. Sposalizio della Vergine (1504), questo tema è diffuso a Perugia perché c'è anello della Vergine. Il tempio assomiglia a quello di S. Pietro in Montorio di Bramante. Il tempio si colloca nello spazio, moto circolare (16 lati), personaggi disposti in più piani. In quello del perugino c'è taglio della cupola e il tempio si appiattisce, fa da piano di fondo, ci sono solo 2 piani. Nei due donne e uomini sono invertiti (R, donne sx).
PERIODO FIORENTINO (1504-08) Madonna del Granduca (1504), volti totalmente idealizzati, pur partendo da realtà quotidiana, attenuazione luce, dolcezza figure. Parte dalla molteplicità dell'esperienza umana per raggiungere idea, tutti possono apprezzarlo, anche se c'è intellettualismo. Madonna del cardellino (1507), il rapporto fra le persone è di affetti semplici e familiari e la natura è luogo amico e piacevole dove vivono. Il chiaroscuro leonardesco si trasforma in una velatura, che attenua contorni e dà grazia ai volumi. La deposizione (1507), posizione di cristo uguale a quella della Pietà di S. Pietro, quello della Madonna è uguale al Tondo Doni, sapiente disposizione delle figure e bellezza del paesaggio. Maddalena Strozzi (1506), natura bella e Raffaello ritrae una persona reale. Rappresenta caratteristiche individuali fisiche e morali con l'indagine accurata dei dettagli del volto, delle mani, delle vesti. PERIODO ROMANO (1509-20) Stanze Vaticane. La stanza delle segnatura, tema trattato è uno speculum doctrinale, una suma della teoria dell'uomo che superato ogni timore medioevale con la ragione, resosi conto della continuità storica fra antichità classica e cristianesimo si pone al centro della realtà, la domina. L'intelletto gli permette di comprendere il divino operando sintesi delle tre facoltà dell'anima: il vero (si raggiunge con fede, quindi teologia, e la scienza, quindi filosofia), il bene, il bello. La Disputa del Sacramento (1509), è il trionfo della chiesa, nella parte inferiore è l'ostia consacrata che è punto di convergenza delle linee prospettiche indicate dalle strisce di una pavimentazione in primo piano e vertice di un triangolo ideale che ha per base il bordo dell'affresco. All'ostia si coordinano in asse verticale cerchi successivamente più ampi dal basso verso l'alto. Fondamento della salvazione è la chiesa espressa mediante due semicerchi orizzontali. La Scuola d'Atene (1509 - 1510), al centro avanzano Platone e Aristotele, vicino a loro c'è Socrate, in primo piano c'è Eraclito che scrive. R. conferisce vigore volumetrico ai suoi personaggi (c'è influsso di Michelangelo che sta facendo la Sestina). Stanza di Eliodoro, tema religioso e politico: Dio interviene direttamente in aiuto della chiesa con riferimenti al programma di Giulio II che di essa si dice liberatore. Cacciata di Eliodoro (1511 - 1512) pacatezza a sx, drammaticità a dx. Il Miracolo di Bolsena (1512), è affrescato su parete occupata in parte dalla finestra che è spostato leggermente a sinistra: la superficie è limitata assimetrica disorganica. La presenza di Giulio II significa la certezza della chiesa nella constatazione del miracolo eucaristico, la sua continuità storica, l'infallibilità del suo insegnamento. Cromatismo è più caldo e più tonale (influsso novità veneziane), rapporto colori coordinati reciprocamente. C'è equilibrio a dx e drammaticità a sx. Liberazione di San Pietro dal Carcere (1513 - 1514), straordinari illuminazione notturna con cinque fonti di luce. La luce emessa dall'angelo insieme all'organicità compositiva dà la certezza del miracolo che sta accadendo. La luce bianca fredda della luna e quella rosata dell'aurora ne l cielo minaccioso fanno da sfondo all'agitato risveglio dei soldati i cui movimenti e corpi, plasticamente rilevato (quindi tangibili e terreni) sono realizzati drammaticamente con la contrapposizione di chiari e di scuri provocata dalla luce artificiale mobile della fiaccola. La Trasfigurazione (1518-20), scena divisa in due parti, in alto soggetto principale in basso liberazione di un giovane indemoniato. Per rendere la trasfigurazione volto di Gesù si sfalda nella trasparenza solare. Il viso umano, ma no consistenza volumetrica e linea di confine precisa perché si sta smaterializzando. In basso la folla agitata è plastica avvolta nella oscurità dell'attesa, braccia uomini convergono verso Cristo (si forma piramide). La trasfigurazione di Giovanni Bellini: non segue narrazione evangelica, sono tutti uomini (cristo è uomo tra gli uomini) gerarchia definita da posizione, poche figure, c'è prospettiva cromatica, tutto costruito con il colore, ambiente è reale, uomo e natura convivono.
GIORGIONE (Castelfranco Veneto, 1477 - Venezia, 1510)
Opere certe sono pochissime. Non si sa tanto, solo un po' dal Vasari. Lavorava per privati soprattutto, quindi opere non certe. Quadri profani, significato difficile da dare (specie 500 anni dopo). Forse studia da Bellini (il maestro aveva avuto influssi del Giorgine nelle ultime opere). Ma tiene conto di molti personaggi (Antonello e Leonardo). La Pala di Castelfranco (1504-05), tradizionale: tema della "sacra conversazione", simmetria dei santi rispetto alla Vergine, altezza del trono (Antonello, Pala di S.Cassiano). Ma: non più entro architettura (c'è tramite tra sacro e profano, tra intimità del gruppo sacro e l'apertura verso il mondo), linee prospettiche convergenti e il punto di fuga è molto alto (sguardo al di là del muro separatrice, verso l'apertura al mondo). Madonna e Bambino forse disegnati un po' più grandi perché le leggi prospettiche li vorrebbero troppo piccoli. Solo l'impianto prospettico è disegnato, tutto il resto ottenuto con strati di colore. Al di qua del muretto prospettiva lineare, al di là aerea (Leonardo) e cromatica (Bellini). Luce morbida attenuata, atteggiamento rilassato e pensoso dei personaggi.
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