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L'EDUCAZIONE NELL'ANTICA GRECIA
L'origine della
pratica educativa e pedagogica nell'Occidente fu
Questo perché furono i primi a cogliere il pensiero filosofico con strutture che ancora oggi fanno parte della nostra cultura.
L'antica Grecia era l'età degli eroi perché, come in ogni civiltà, c'erano i nobili che eccellevano per le loro virtù.
Le caratteristiche di questa società si possono trovare nelle due opere più importanti scritte da Omero: ILIADE e ODISSEA.
OMERO è ritenuto il primo poeta greco.
La sua biografia tradizionale è fantasiosa, infatti possiamo trovare un "corpus" di sette biografie indicate come "Vite di Omero
Nella prima opera prevale lo stato di guerra e l'ideale di un uomo è quello dell'eroe.
Opera complessa, ritenuta un caposaldo della letteratura greca, narra le vicende di un breve episodio della storia della guerra di Troia, quello dell'ira dell'eroe Achille che è l'argomento portante del poema.
Invece, la seconda opera fa conoscere il mondo aristocratico in tempo di pace.
L'argomento del poema è in parte una continuazione dell'Iliade, e tratta principalmente delle avventure capitate all'eroe Greco Odisseo (o Ulisse) durante il suo lungo viaggio di ritorno verso la sua patria Itaca, dopo la caduta di Troia.
Racconta, anche, della vita di corte alla reggia di Alcinoo, delle donne che prendono rilievo essendo celebrate per le loro virtù (soprattutto Penelope, simbolo della fedeltà coniugale) e, infine, dell'educazione di Telemaco (figlio Ulisse e Penelope). La prima educatrice di Telemaco è la madre; in seguito, completerà l'educazione facendo dei viaggi avendo due guide: Mente e Mentore (nei quali si cela Minerva). Questi due consiglieri e precettori hanno il compito di prepararlo al suo nobile destino.
[Differenza tra gli eroi delle due opere: Achille agisce dominato dagli istinti primordiali (ira in particolare) invece, Ulisse ricorre sovente a stratagemmi e ai suoi molteplici talenti.]
Un'altra opera importante di quest'epoca fu "Le opere e i giorni" del poeta ESIODO.
Qui, illustra la necessità del lavoro da parte dell'uomo, consigli pratici per l'agricoltura e giorni del mese nel quale compiere determinate attività.
POLIS (o città Stato)
Erano città stato dell'antica Grecia, ognuna di esse comprendeva il centro urbano, cinto da mura e costituito da:
acropoli (parte più alta della città), fulcro della vita politica, religiosa e culturale;
agorà (piazza), parte più bassa della città dove si svolgevano attività commerciali;
abitazioni.
Agorà →
Oltre al centro urbano la polis comprendeva il territorio circostante che si chiamava chora (regione), cioè fuori dalle mura dove i contadini coltivavano i campi e si dedicavano all'agricoltura.
Le strade principali, che univano l'agorà, i santuari e le porte della città, avevano un aspetto monumentale ed erano lastricate con grande cura.
Le polis erano l'istituzione politica caratteristica della Grecia, piccole comunità autarchiche, rette da governi autonomi; una sorta di piccoli stati indipendenti l'uno dall'altro. Il carattere autonomo delle polis deriverebbe dalla conformazione geografica del territorio greco, che impediva facili scambi tra le varie realtà urbane poiché prevalentemente montuoso. Spesso, le varie polis erano in lotta tra loro per l'egemonia del territorio greco; ne è un esempio la celebre rivalità fra Sparta e Atene.
Infatti, a Sparta c'era l'oligarchia (potere governativo di pochi), invece ad Atene vigeva la democrazia (potere governativo in mano al popolo).
L'indipendenza e la mancata unità delle polis furono le cause principali della loro caduta. Il re macedone Filippo II e suo figlio Alessandro Magno infatti sfruttarono a loro vantaggio le lotte interne fra le città stato per dominarle e sottometterle.
La polis fu un modello di struttura tipicamente e solamente greca che prevedeva l'attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica. Invece, nelle altre città stato antiche, non si aveva una forma di governo ma c'era l'isonomia cioè tutti i cittadini liberi dovevano obbedire alle stesse norme di diritto.
SPARTA
Il caratteristico sistema educativo a cui obbligatoriamente era sottoposto ogni giovane spartano veniva detto agogé.
Nella società primitiva s'iniziava col decidere se il neonato era sano ed in grado di affrontare la vita. In caso contrario veniva soppresso.
A sette anni lasciava la famiglia ed era inserito in una sorta di collegio militare, in una caserma dove imparavano poesia (genere eroico), danza e musica marziale, ed a leggere e scrivere; ma lo scopo preminente era quello di indurire il carattere e addestrarlo all'arte della guerra.
L'educazione intellettuale era limitatissima e, per questo, Sparta non diede un contributo sostanziale alla cultura greca.
Infine, il giovane verso i vent'anni faceva parte degli ireni (eirenes), soldati che continuavano il proprio addestramento addestrando a sua volta un gruppo di più giovani spartani. A trent'anni acquisiva il diritto di far parte dell'assemblea degli Spartiati.
A quest'età poteva sposarsi ma il suo regime di vita rimaneva costante: addestramento e banchetti comunitari (specialità era il brodo nero) come semplice e rustica era la condotta di tutta la sua vita.
Anche le donne ricevevano un'educazione atte a farle divenire buone madri di un valoroso guerriero. Erano le madri stesse a consegnare il figlio alle scuole militari.
Il loro stile era definito laconico (=spartano) che non indulge alcuna ricercatezza e si esprime in poche parole.
soldato spartano
ATENE
A sette anni il bimbo iniziava la frequentazione del ginnasio (dal greco ginnastica), una sorta di palestra di educazione dove imparava la musica, ginnastica, scrittura e lettura. Il tutto sino al compimento del 18esimo anno di età.
Poi, dai diciotto ai vent'anni diveniva "efebo" (bellezza tipica dell'adolescenza) e veniva educato all'uso delle armi.
Terminata la formazione militare era considerato cittadino a tutti gli effetti.
Non v'era ad Atene una scuola "specialistica", bensì "umanistica" dove si formava l'uomo nella sua interezza.
Le critiche mosse alla metodologia pedagogica di Atene nell'antica Grecia sono:
trascuratezza dell'infanzia;
nessun valore della famiglia. I bambini infatti, venivano affidati ad un educatore (quasi sempre uno schiavo) sino ai diciott'anni. Il pedagogo (così definito) lo accompagnava a scuola, lo aiutava a prendere appunti e a studiare, gli lavava i vestiti. Non era dunque una mansione di elevato livello sociale.
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