L'alternativa fiamminga
Il Rinascimento si
sviluppa contemporaneamente in Italia e nelle Fiandre, e successivamente nel
resto d'Europa assumendo caratteristiche diverse nei vari paesi. Nelle Fiandre
soprattutto, ma anche in Francia, Germania e Spagna non si rinnovano tanto l'architettura e la scultura che rimangono legate
ai modelli tardo-romano, quanto piuttosto la pittura.
La pittura fiamminga
Le Fiandre,
territorio che comprendeva la regione mediorientale della Francia e l'Olanda
meridionale, fra il XIV e il XV sec. anche la crescita delle arti. Le arti in
quell' epoca oltre alla funzione di visualizzazione delle verità religiose,
assumono quelle di mostrare il prestigio dei committenti laici. Gli scambi
commerciali fanno si che altri centri europei stabiliscano dei contatti e
che artisti si
trasferiscano dalle proprie città alle Fiandre o viceversa. D'altro canto
diversi artisti fiamminghi si trasferiscono in Italia che è considerata per la
sua superiorità culturale e il fascino dell'antichità romana, metà ambito dagli
artisti. Durante questi viaggi gli artisti fiamminghi possono studiare la
concezione dell'arte rinascimentale italiana, e suscitano allo stesso tempo
vivo interesse negli italiani per la tecnica raffinata della pittura ad olio.
Italiani quali Domenico
Veneziano, Giovanni Bellini, Antonello da Messina, Piero della Francesca.
Il rinascimento fiammingo non ha l'obiettivo di
rendere visibili le verità divino invisibili, come accadeva nel
medioevo quanto piuttosto studiare ciò che è
conoscibile da parte dell'uomo l'ambiente nel quale vive. Il dominio
dell'uomo sulla realtà che lo circonda, la conoscenza del mondo tramite le
leggi della prospettiva, è il concetto umanistico in Italia. Nelle Fiandre
invece si
compie uno studio minuzioso della realtà, fin nei minimi
particolari, è un'analisi che accosta innumerevoli elementi senza una scala di
proprietà raggiungendo così, anche nelle scene più serene, una sorta di sottile
angoscia. Il fine è tuttavia lo stesso la conoscenza del mondo attraverso l'arte.
Se l'Angelico in Italia si serve della prospettiva per costruire uno spazio,
Rogier, (pittore fiammingo) se ne serve per spalancare un vuoto che viene
colmato da oggetti e figure, raffigurati fin nei minimi dettagli.