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LA TROMBA SUONERÀ di Worsley Peter
Rigon Gaia (matr. 126312)
Il capitolo "diffusione e sviluppo" si apre citando due differenti culti: quello del Toro e la pazzia delle Vailala che sono inoltre fra i primi ad essere nati in quella zona. Ad essi ne seguiranno poi numerosi altri, la maggior parte dei quali si ha poca conoscenza, ma che avevano in comune tra loro numerose caratteristiche. Fra i primi culti a nascere vi fu il German Wislin che solo all'inizio del 1914 divenne un movimento organizzato. I seguaci di tale culto s'aspettavano che gli antenati portassero con sé denaro, farina, calicò, coltelli ecc.
Agli occhi degli indigeni, il punto fondamentale di questa credenza era rappresentato dalla necessità che si verificasse un profondo cambiamento nelle relazioni fra bianchi e neri. L'influenza delle missioni cristiane, che esercitavano uno stretto controllo sugli isolani, si faceva sentire in questo movimento. L'interpretazione del cristianesimo da parte degli indigeni era però fuori dall'ortodossia: Dio si manifestava per mezzo degli antenati. In tale movimento Worsley ha potuto osservare un passaggio da pratiche magiche miranti ad assicurare beni tradizionali a nuove pratiche indirizzate ad ottenere nuove specie di prodotti.
Per l'antropologo non è stato difficile rintracciare il suo significato in condizioni sociali, che stimolavano negli indigeni bisogni nuovi che esprimevano nel desiderio i beni europei, che a loro volta, secondo gli indigeni, ricevevano i doni per mezzo di un piroscafo proveniente da luoghi sconosciuti e quindi prodotti dagli spiriti dei morti.
Il montare della marea
Verso la fine degli anni 20 del XX sec. Fiorì il mito dell'Età dell'oro, con il quale si tornò a parlare nuovamente dell'imminente risurrezione dei morti. Le montagne sarebbero franate nelle valli in modo da formare giardini, fiori e prati.
Il distretto di Sepik
La zona di Sepik è sotto il controllo europeo. Gli effetti del contatto fra bianchi e indigeni non furono trascurabili. Ad esempio, quando un nuovo centro prendeva vita i tedeschi reclutavano indigeni per lavorare oppure rapivano coloro che si rifiutavano. Tra gli indigeni vi era comunque la convinzione che i tedeschi se ne sarebbero presto andati, anche se questo avvenne solo dopo che il governo australiano li cacciò dall'isola.
Giada Grezzani (matr. 124658)
Verso gli anni '30 anche nel confinante distretto di Morose si andarono propagando dei culti, uno dei quali asseriva che gli antenati avrebbero cagionato la fine del mondo mediante terremoti ed inondazioni. Tutto ciò non impedì che sorgesse nella regione del Merkham un altro movimento, il cui protagonista era Marafi, il quale sosteneva di aver parlato con i morti e con Satana. Il suo obiettivo era quello di indurre gli abitanti dei villaggi a credere a Satana come Essere Supremo e a costruire dei grandi edifici per accogliere il ritorno dei morti. Marafi i riuscì, inoltre, a convincere alcuni villaggi che aveva ricevuto dal Principe delle Tenebre poteri misteriosi. Quindi, quando faceva visita ad un villaggio gli si offrivano doni ed in cambio venivano nominati dei rappresentanti, che avrebbero avuto il compito di diffondere al resto del villaggio canti e danze del culto.
Per convincere gli irresoluti, Marafi affermava che, se il governo avesse cercato di intervenire, Satana avrebbe provocato un terremoto che li avrebbe inghiottiti.
Molti fra i rappresentanti di Marafi, però, ammisero pubblicamente d'aver ingannato la popolazione. Il risultato fu la distruzione di tutte le case comuni. Nonostante la soppressione e lo scandalo che lo aveva colpito, il movimento di Marafi continuava ad operare.
Sempre in questo periodo, nel distretto di Morose si diffusero culti simili. Dalla penisola di Huon, un indigeno di nome Upikno, che viveva da eremita, cominciò ad udire delle "voci" e a fare miracoli. Egli assunse il nome di Lazzaro e predicava un rinnovamento morale, al cui centro dovevano esserci le scuole e le chiese.
Il movimento di Mambu, invece, sorse nella zona cattolica del Suaru-Ulingan-Banara. Anche Mambu, il profeta di questo movimento, agiva da cristiano. Un giorno, però, dopo una serie di strani comportamenti, andò a predicare una nuova dottrina, che univa sia cristiani che pagani e alla base di esso vi era una tendenza antibianchi, antimissione e antigoverno. Era, quindi, necessario abbandonare ogni atteggiamento di obbedienza e di sottomissione. I non aderenti a questo culto venivano boicottati, essendo esclusi dai benefici del movimento. In seguito, Mambu istituì una serie di riti, tra i quali delle preghiere a pagamento presso le tombe degli antenati e la costruzione dei templi.
Sandra Reggiani (matr. 126386)
Dapprima il messaggio di Mambu aveva un tono ostile soprattutto al governo. Agli inizi, egli non trovò molta rispondenza fra il suo popolo, sicché si recò nella zona di Tanggum, ove ebbe il più grande successo e cominciò a levare "tasse". In seguito Mambu si trasferì nella zona interna di Suaru-Banara, dove era nota l'ostilità della popolazione verso i bianchi. In quella zona Mambu fece la base delle proprie operazioni. La popolazione costruì per lui una casa speciale e numerosi templi.
È abbastanza paradossale che fossero proprio i lavoratori immigrati a costruire l'anello più debole dei piani di Mambu. Nel marzo 1938 egli fu arrestato, mandato in esilio e condannato a sei mesi di prigione da scontarsi a Madang. Il 1939 vide il movimento riaccendersi nella regione di Banana, con una punta anche verso l'interno oltre Rempi, dove in precedenza il movimento Kuduj aveva reso propizio il terreno. Al fine di continuare l'analisi dei culti nel mandato prima del 1939, è necessario ricordare uno di tali culti diffusosi in una zona da lungo tempo posta sotto il controllo delle autorità amministrative, in cui gli indigeni erano stati per lungo tempo a contatto coi bianchi. I conflitti che si svilupparono all'interno della comunità non coincisero con le linee della divisione tra bianchi e neri; ma presero la forma di un urto fra gli anziani conservatori e i giovani. Il casus belli fu offerto da un incidente accaduto in un villaggio: una giovane coppia voleva sposarsi senza il consenso dei genitori ma i sacerdoti rifiutarono poiché la coppia apparteneva alla stessa unità esogamica; e, dunque , agli occhi degli indigeni, avrebbero commesso incesto. Questo rifiuto costituì, per la sua delusa giovane generazione, la goccia che fece traboccare il vaso; la sua protesta si espresse sotto la forma di un sollevamento religioso che venne guidato da un profeta che si fece portavoce della nuova generazione. Questo movimento dimostra in un modo particolarmente evidente che il mito millenaristico esprime non soltanto un malcontento di natura politica ed economica, ma anche una reazione agli sconvolgimenti avvenuti in altri campi sociali. Nella regione settentrionale e, a Kairuku, si ebbe un'ondata di spirito religioso, aventi come centro il distretto di Makeo. La prima sorse in un villaggio e iniziò quando una ragazza di sedici anni si sentì invasata. La ragazza sognò che Dio le aveva detto che il popolo viveva nel peccato non bisognava più coltivare e bisognava uccidere i maiali. Le sue profezie furono ignorate fino a quando un'ondata d'influenza epidemica non uccise sessanta persone.
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