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La scultura a Roma




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La scultura a Roma era costituita da elementi architettonici di tipo strutturale, come colonne o archi, che venivano poi trasformata in vere e proprie opere d'arte di tipo politico- celebrativo.

Un esempio noto a tutti può essere l'Arco di trionfo in onore di imperatori e generali che avevano conquistato popoli e territori. Questi archi venivano costruiti nelle strade che conducevano da Roma ai luoghi conquistati in modo che l'esercito, ritornando vittorioso, potesse passarci sotto. Per ricordare l'evento venivano scolpiti sulle pareti e sulla raggiera rilievi in cui SINTETICAMENTE  ma CHIARAMENTE si ricordavano le imprese compiute dal personaggio che si voleva ricordare.

Grazie a questi archi di trionfo chiunque passava imparava la storia di Roma. Possiamo definire questo un modo di fare la storia semplice perché era necessario un linguaggio semplice per far comprendere a tutti la storia. Si può quindi parlare di due tipi arte popolare:

  1. LINGUAGGIO POPOLARE che scaturisce dal fatto di far comprendere a tutti i contenuti di ciò che si vuol far capire. Questo linguaggio non bada alle proporzioni, alla prospettiva e all'armonia ma cerca di essere compreso immediatamente. Pertanto non avendo questo linguaggio le cratteristiche artistiche usuali, può sembrare un linguaggio rozzo e soprattutto anticlassico ma di immediata comprensione.
  2. LINGUAGGIO COSTRUITO DA UN POTERE FORTE (dittatura) che mira a far entrare tutti i cittadini nel sistema.

Quando i Romani capiscono che si può far politica con l'arte, ne approfittano e cominciano a riempire Roma e le province con colonne (elementi strutturali) molto grandi su cui era scolpita su tutto il fusto la storia di Roma.

La più antica è la COLONNA TRAIANA che racconta la prima e la seconda campagna di Traiano contro i Daci. E' presente una Nike (vittoria). Si nota una grossa differenza rispetto a quella greca:

Infatti in quella greca la Nike era alata (che indica la provenienza dal cielo e quindi dagli Dei) che si posava sulla nave del popolo vincitore. Da questo possiamo dire che i Greci erano convinti che il loro benessere o malessere provenisse solamente dagli Dei. Invece presso i Romani la Nike non è alata e scrive il nome del vincitore sul suo scudo. Per questo possiamo dire che nel mondo romano l'uomo scrive il suo destino grazie a ciò che fa quindi tutto parte e tutto arriva dagli uomini.


Quando Augusto diventa imperatore e capisce che le guerre sono finite fa costruire l'ARA PACIS (confronta l'altare della patria di Mussolini). Augusto per celebrare la pace fa costruire un edificio molto grande di forma QUADRANGOLARE al quale si accede da una con gradini molto bassi e larghi che danno un ritmo serafico, pomposo e calmo. All'interno di quest'ambiente troviamo al centro l'altare dei sacrifici e tutt'intorno un grande sedile dove sedevano le persone più importanti sia della politica sia del sacerdozio. La parte esterna è divisa in due fasce: nella parte inferiore ci sono elementi decorativi di tipo floreale mentre nella parte superiore c'è la storia di Roma raccontata attraverso il mito di Romolo e Remo. Con questo mito si voleva sottolineare come Roma fosse una città combattiva e forte essendo nata da marte (dio della guerra) .

Il concetto di prospettiva nella cultura Romana doveva dare il senso della verità e della realtà ma veniva anche usata per dare un significato politico ai personaggi: infatti quelli più in rilievo erano quelli più importanti mentre via via che si procedeva verso l'interno si avevano quelli meno importanti. Si può parlare quindi di PROSPETTIVA BUROCRATICA. Si può dire inoltre che per riconoscere questi personaggi si scolpivano i volti in modo molto realistico. Perciò il ritratto romano può essere definito simile a quello etrusco per la forma ma anche a quello greco perché si badava anche alla posizione sociale che i personaggi rappresentati avevano.


L'ETA' DEGLI ANTONINI corrisponde all'età avanzata dell'impero. C'è gia stato il connubio della civiltà romana con quella greca e quindi comincia la fase ellenizzante. Gli imperatori romani copiano e imitano la civiltà greca. Perciò la struttura delle immagini e il loro significato resta lo stesso ma si hanno rappresentazioni di tipo più scenografico. Si può definire vera arte romana solo quella di traiano dal momento che l'arte dell'età degli antonimi è più superficiale e scenografica e tentano di recuperare l'armonia e l'equilibrio nel momento in cui l'armonia e l'equilibrio di Roma stanno cadendo.


Un altro esempio di scultura romana è la SCULTURA A TUTTO TONDO. Con Augusto, che doveva essere riconosciuto in tutto l'impero viene fatta una statua che lo doveva rappresentare come l'uomo per eccellenza, cioè l'uomo vero, politico, che conduceva Roma con forza e vigore. Possiamo dire che doveva rappresentare nella figura di Augusto tutti i simboli principali per cui Roma era conosciuta in tutto l'impero.


Riprendendo il discorso del ritratto romano, che aveva provenienza etrusca e greca, si può dire che i volti venivano rappresentati con lineamenti molto regolari. Nella statua di Augusto sullo scudo viene rappresentata la nascita di Roma ed ha l'indice della mano destra alzato come se stesse parlando al popolo quindi in una posizione che possiamo definire oratoria. In basso sulla destra troviamo un bambino che ha una funzione strettamente pratica (doveva in parte sorreggere la statua) ma ha anche una funzione che noi possiamo interpretare di augurio rispetto ad Augusto. Infatti è detto il genio della fortuna e della sorte. Di questa statua vennero fatte molte copie in modo da poterle distribuire in tutte le province. Nella politica Augusto si definiva PRIMUS INTER PARES (primo tra gli uguali). Questa definizione fa capire come Augusto avesse una posizione di rilievo anche se definiva i cittadini (i cives e non i plebei) tutti uguali.


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