La
nuova borghesia e la nascita del mercato dell'arte
Negli anni della cosiddetta Belle Èpoque ,durante i quali il
benessere economico prodotto dall'espansionismo capitalista arrivò a
interessare settori sempre più vasti della media e piccola borghesia, dando a
tutti l'illusione di vivere nel migliore e più ricco dei mondi possibili, le
capitali europee si accendono di luci e di mondanità: ovunque è un proliferare d'iniziative
artistiche e culturali.
L'Europa dalla seconda metà del secolo XIX e
fino alla Prima Guerra Mondiale, è caratterizzata da una crescita, che appare
inarrestabile, in tutti i settori dell'economia e del lavoro, con la nascita di
nuove industrie e di nuove tecnologie e lo sviluppo dei modi di produzione
capitalistici. Questa industrializzazione causa la ripetitività e l'alienazione
del lavoro, la produzione di serie è
scadente e priva di ogni pregio, assolutamente svincolata dall'arte: al minor
costo dei prodotti si era necessariamente dovuta sacrificare una serie di
raffinatezze lavorative e di riguardi estetici che, al contrario, costituivano
la caratteristica più qualificante dell'oggetto artigianale, la quantità arriva
a sopraffare la qualità.
Questo periodo a cavallo tra i due secoli è
segnato dalla nascita della nuova borghesia imprenditoriale, essa sostituisce
la nobiltà come classe dominante e questo determinò una serie di conseguenze
non secondarie per i fatti dell'arte. L'adattamento del gusto e della mentalità
dei collezionisti alla sensibilità borghese è una conseguenza, ma la
grande novità è la comparsa di vere e
proprie dinastie di mercanti che,acquistavano i quadri dei Salon soprattutto
per ragioni di ostentazione e per investimento. Un ruolo centrale, in questa prospettiva, è assunto dai mercanti d'arte ,mentre il
rapporto committente e artista non è più diffuso come in precedenza. Questo
nuovo sistema che è ancora oggi vigente nel campo delle arti, per cui la
fortuna di determinati artisti dipende in misura non piccola dalla'abilità di
un mercante,comincia proprio con gli impressionisti. Il mercante Paul Durand Ruel, fu la prima figura di
grande importanza: comprava le opere degli artisti su cui riteneva di poter
contare, stabilendo una forma di monopolio.
Queste conseguenze in campo culturale sono inevitabili
e vistose, non solo perché mutano le condizioni del lavoro degli artisti, anche
riguardo alla committenza e alla destinazione delle opere, ma soprattutto perché
sono introdotte tecniche operative di tutto inedite, e dagli effetti
potenzialmente sconvolgenti.