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Nome dell'opera:
La nascita di Venere.
Autore:
Sandro Botticelli, (Alessandro Filipepi),
Ubicazione:
Firenze, Uffizi.
Edificata nel 1485, per il giovane Lorenzo di Pierfrancesco,
Dimensioni:
172 x 278 cm.
Stato attuale di manutenzione:
Opera restaurata.
Tecnica:
Tempera su tela.
Descrizione dell'opera:
La 'Nascita di Venere' è uno dei capolavori dei Botticelli in cui è rappresentata Venere nuda, in piedi su di una conchiglia, scaldata dal soffio fecondatore di Eolo e da quello di Bora, dei del vento, mentre approda ad una spiaggia dove Flora, la dea della natura, gli porta una veste ricamata. Vi è anche un'altra interpretazione che vede in Eolo il personaggio di Zefiro, ed in quello di Flora una delle Ore.
Significati simbolici e caratteristiche formali:
In quest'opera, com'era solito per il Botticelli, l'elemento essenziale della composizione è la linea. Le figure emergono in superficie ed il loro contorno è evidenziato da un sottile, ma insistente strato di pigmento più scuro che generalmente crea una curva morbida. Egli ricercò attraverso i valori musicali di una linea danzante e sinuosa, l'armonia melodica della composizione e la trasparenza del colore, la contemplazione di una realtà trasfigurata, fuori dal tempo e dallo spazio, nell'autonoma perfezione della forma, secondo le raffinate concezioni della cultura umanistica medicea.
L'opera, ove si trovano complessi temi allegorici e mitologici, come quello ovidiano, nasconde probabilmente un'allegoria neoplatonica fondata sul concetto dell'amore come forza motrice della natura, e gode di un delicato lirismo grazie anche alla rappresentazione di esili e longilinee figure femminili, adorne di veli trasparenti, dai colori tenui e leggeri, che formano delicati rabeschi sullo sfondo di giardini incantati, cosicché io mitologia antica filtra attraverso una rappresentazione libera e nostalgica.
L'evento rappresentato simboleggia Venere che nasce dall'acqua, il luogo da cui la vita ebbe origine; Flora rappresenta la terra che offre i suoi frutti all'uomo, ai quali alludono i fiori sul manto che la dea porge a Venere, mentre il soffio di Eolo e Bora raffigura lo spirito che viene dato con la vita. Nell'insieme questo dipinto è una vera e propria celebrazione della vita.
Come nella 'Primavera', si è colpiti dalla leggiadria delle figure e dall'animazione religiosa del dipinto, in cui le delicate ombreggiature dell'opera sono quasi completamente scomparse ed il suo incanto si è incrinato. Attraverso questi elementi è possibile scorgere una crisi personale dell'artista che coincide con quella della società fiorentina nel suo complesso, dovuto alla morte di Lorenzo, alla cacciata dei Medici ed all'annientamento dei sogni umanistici travolti dalle predicazioni apocalittiche dei Savonarola.
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