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VEDUTISMO
Manifestazione artistica veneta i cui principali esponenti sono Canaletto, Guardi e Carriera. Il Vedutismo è l'antenato della fotografia: precede quella che sarà l'arte della fotografia. La camera ottica è una portantina chiusa in legno ad altezza d'uomo in cui il pittore vedutista entra e si nascone: all'interno c'è una piccola sedia e un foglio o un supporto di vetro smerigliato. L'immagine arriva al vedutista dentro la portantina attraverso uno specchio esterno regolabile con un'asta metallica dall'interno. C'è un obiettivo interno che riflette l'immagine capovolta e l'artista ricalca l'immagine riflessa su questo supporto.
Il vedutista si applica anche su palazzi e edifici: è un fotografo, e in quanto tale vuole essere preciso.
Ci sono due tipi di camera ottica: una è quella descritta adesso, l'altra è più tecnologica, è una scatola piccola, portatile, in cui il vedutista entra solo con la testa, coprendosi con un panno.
La cosa importante, è la precisione!
"Il ritorno del Bucintoro" è l'opera più famosa del Canaletto: è il ritorno del doge in barca al palazzo ducale. Durante la cerimonia sacra il doge immerge l'anello nel mare, simbolo dello sposalizio affermato tra Venezia e il mare. Tutto ciò per confermare la sua tradizione di città marinara e preservare nella sua talassocrazia. Bucintoro è una grande gondola i cui remi sono rivestiti in oro. Lo sfondo è quello del Palazzo Ducale di Venezia.
L'adozione generalizzata della camera ottica ha mutato il modo di dipingere del XIX secolo. La perfezione della rappresentazione e la relativa semplicità del procedimento ha fatto sì che l'attenzione degli artisti si concentrasse su ciò che in precedenza era stato tralasciato. Ci riferiamo alle architetture dal vero che, per la prima volta, assumono la dignità di veri e propri soggetti artistici: case, strade, chiese, palazzi e rovine cessano di essere semplici sfondi (scenografie di base) e diventano protagonisti autonomi. Affinché ciò avvenga si abbandonano le finzioni ottiche e i trucchi scenografici come al Barocco, e si privilegiano visioni prospettiche il più aderente possibile alla realtà.
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
Località del torinese tra le campagne di Orbassano e Nichelino. L'architetto è Filippo Iuvara e la costruzione fu commissionata da Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1729 e inaugurata nel 1731: un lasso di tempo ridottissimo per una tale costruzione.
PIANTA: salone centrale di pianta ellittica sormontato da un arco di bronzo, dal quale si dipartono 4 bracci che formano una croce di Sant'Andrea.
Due di questi bracci, quelli anteriori, proseguono e sono più lunghi a contenimento di un cortile ottagono di dimensioni gigantesche nei quali ci sono gli ambienti della servitù: mascalcia, maggiordomi, camerieri, manodopera indispensabile e ben remunerata.
Nella parte posteriore si diramano i giardini con aiuole, piccoli viali costituiti da giusquiamo, basso e pini.
L'interno del salone rappresenta un tipico esempio di stile roccoco' italiano ( lampadari lunghi quasi fino a toccare a terra, a piu' fuochi come si portava anticamente, arricchiti di oro, ceramiche e vetro soffiato.
Il salone è interamente stuccato con rilievi a campitura di colri con motivi a cineseria e mitologici che ben si arredano con la caccia e il giardino. In questo salone, nella pausa notturna, venivano organizzati dei balli. Ci sono piccole salette salette roccoco', piccole cabinette particulaires attorno a questo salone.
Cio' indica una sorte di sospensione surreale questa vita del signore dal mondo esterno dilaniato dalle guerre. Questo è il mondo chiuso, silenzioso e separato dal tempo crudo e spietato dell'esteno.
I Savoia, ad esempio, vivono una realtà storica indipendente.
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