La
mentalità induista
Il nostro punto di partenza sarà dunque
questo: accostando 1' induismo, accettiamo di credere che esiste, ma
misterioso, lontano, difficilmente accessibile agli occidentali.
E cominciamo a distaccarci dalla nostra
cultura confrontando, al livello più profondo, la visione del mondo degli uni e
degli altri.
Per noi occidentali, ciò che è considerato
come oggetto di percezione immediata, e di cui siamo assolutamente sicuri, è il
mondo esterno (questa cosa che sta davanti a me, le nuvole nel
cielo, il volto della persona con cui sto parlando). Al contrario, quello
che potremmo chiamare il mondo spirituale, il mondo dell' anima, il mondo di
Dio, appare come in secondo piano, problematico e, al limite, illusorio.
Per 1' India tradizionale, invece, ciò che
viene percepito per primo, ciò di cui si è certi, è il mondo interiore (il
mondo invisibile, il mondo dell' anima, il mondo di Dio). Il mondo esterno è
quello che ha un' esistenza secondaria, problematica e, al limite, illusoria: è
maya, illusione Di conseguenza, il cammino religioso dell' induista
consisterà sostanzialmente nel convincersi dell' esistenza di una sola realtà,
quella che sta al di là dell' irrealtà del mondo delle apparenze, sebbene anche
quest' ultimo, nella sua vita quotidiana, venga considerato come realmente
esistente.