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La Belle Epoque
Epoca
di pace e armonia, che precede le guerre;
la sua doppia faccia .
Il termine Belle Epoque
viene usato per riferirsi al periodo di quiete che precede la Grande Guerra;
epoca di una nuova rivoluzione consumistica, intellettuale e sociale.
Il termine è di derivazione francese; ricorda Parigi, città dei sogni, dove
ogni follia sembrava possibile. Venne coniato in seguito per definire il
periodo pieno di fede nel progresso, che precedette la Grande Guerra, in modo
nostalgico.
Negli anni compresi tra la
fine dell'800 e gli inizi del 900 l'Europa viveva un periodo di pace e
prosperità: l'entrata in scena di nuovi grandi Stati come la Germania e
l'Italia e la fine della bellicosa stirpe dei Bonaparte francesi, crearono in
Europa un clima ideale in cui le nuove scoperte scientifiche vennero applicate
alla vita quotidiana.
I conflitti avevano come teatro luoghi lontani dai
confini europei.
Tra le potenze europee ogni accordo sembrava possibile, pur di conservare un
benessere tanto evidente.
L'epoca fu senza dubbio
segnata dall'ascesa della borghesia produttiva, commerciale, bancaria.
All'alta borghesia fece da contorno una piccola borghesia di provincia, oltre
alla nuova classe dei colletti bianchi che mandava avanti l'apparato
industriale e burocratico.
Resta inteso
che la Belle époque era tale
solo per chi se la poteva permettere.
Il progresso aveva infatti un prezzo: il benessere di alcuni
si basa sul disagio di altri come le colonie e la classe operaia (in
Inghilterra il fenomeno era noto come Victorian Compromise, ad indicare il
duplice volto di un'epoca segnata dalla filosofia utilitaristica che sfruttava
le classi più basse per il benessere delle altre).
Gli orari di lavoro divennero sempre più pesanti, le macchine presero il posto
di contadini e operai con conseguente aumento di disoccupazione, crescita del
sottoproletariato urbano ed emigrazione.
È superfluo precisare che la borghesia non si faceva alcun carico dei problemi dei
lavoratori e il nuovo metodo di produzione basato sulla catena di montaggio
alienava sempre di più l'operaio.
Tuttavia fu proprio in questo anni che questa classe cominciò a godere di qualche vantaggio soprattutto
grazie alla nuova logica dell'economia del mercato: "se si
vuole guadagnare di più bisogna produrre e vendere di più"; per aumentare le
vendite era necessario quindi che masse
sempre più estese avessero sempre più denaro per comprare.
Gli imprenditori accettarono così di aumentare i salari: si venne a creare una sorta di classe di
superproduttori da cui dipendeva tutto il resto della popolazione e si accentuò
il divario tra le classi.
Per allargare ulteriormente il mercato venne ottimizzata la produzione di massa
di beni di consumo come abiti, calzature, utensili domestici, prima prodotti artigianalmente; si moltiplicarono inoltre
i grandi
magazzini e furono introdotte nuove forme di pagamento rateale, che indebitarono
le famiglie, ma nel contempo resero accessibili ai
meno abbienti una quantità prima impensabile di prodotti costosi.
Le invenzioni
e i progressi nelle tecniche furono molteplici e i loro benefici nella vita di
tutti i giorni ben visibili: l'energia elettrica, i servizi igienici. Tutto
questo determinò un profondo ottimismo
sulle possibilità dell'uomo, a cui niente sembrava precluso (positivismo).
L'applicazione del motore elettrico ai
treni permise di costruire metropolitane e gallerie ferroviarie (Gottardo e
Sempione); le automobili cominciarono ad affollare le strade delle
metropoli americane ed europee.
Le applicazioni della radiotelegrafia di Marconi portarono in breve alla
costruzione della prima Radio cui seguì un regolare servizio pubblico e navale.
Intanto la borghesia celebrava i risultati raggiunti in pochi decenni di
egemonia con Esposizioni universali, in cui esibivano
le ultime strabilianti meraviglie della tecnica. (Exposition Universelle,
Parigi).
Le città crebbero a
dismisura con l'inurbamento degli operai e di pari passo si ridusse la
percentuale di analfabetismo.
Tutti questi miglioramenti nelle condizioni di vita portarono ad un inevitabile
incremento demografico.
Gli abitanti delle città scoprirono il piacere di
uscire, anche e soprattutto dopo cena, di recarsi a chiacchierare nei caffè e assistere a spettacoli teatrali.
I caffè diventarono così luoghi di
ritrovo anche di giovani autori dalla vita sociale molto brillante (D'Annunzio)
e i teatri si riempivano per le grandi
dive (Duse).
Le vie e le strade cittadine si riempirono di colori:
manifesti pubblicitari, vetrine con merci di ogni tipo.
Le stamperie di giornali sfornavano
decine di riviste a colori sulle quali, a puntate, comparivano gli ultimi
romanzi di autori, anche di prim'ordine.
La lettura di quotidiani e riviste si diffuse a causa della nuova sete di
sapere, conoscere e informarsi.
I pittori diedero sfogo alla loro arte non più su solo commissione, creando la
figura dell'artista di strada.
Soprattutto nella letteratura però gli autori spesso si riducevano a produrre per la massa, per intrattenere e vendere: le opere si abbassarono alla stregua
di altra merce e gli intellettuali divennero quasi normali lavoratori; a questo
fenomeno reagirono ad esempio i decadenti e gli scapigliati.
In Francia nacquero il cabaret, il cancan, l'arte prendeva nuove forme con l'impressionismo e l'art nouveau: è Belle Epoque anche per queste nuove e innovative
forme d'arte.
Sul finire del XIX secolo nasceva anche
il cinema, grazie ai fratelli Lumière.
Due costruttori di biciclette, i fratelli Wright, diedero forma al sogno di
Icaro; si può volare, era il 1903.
Nell'Inghilterra vittoriana gli eccessi francesi del Moulin Rouge e dei
Bohemien non arrivarono, ma comunque si verificò la diffusione di nuovi
prodotti esotici che portano le classi più agiate alla ricerca del lusso.
I nuovi mezzi e le conoscenze tecniche portarono i nuovi esploratori in
regioni del globo che fino a quel momento erano rimaste sconosciute, spesso non
per motivi di ricerche scientifiche, usate come espediente, ma per volontà di
colonizzare.
Le conferenze degli esploratori, raccontavano le
grandezze e le miserie di mondi lontani, il cui contrasto con l'Occidente
inorgogliva gli ascoltatori e confermava la loro certezza di appartenere a un
mondo superiore, che non poteva essere
incrinato.
L'Europa era ormai in pace da trent'anni, nessuno pensava che la guerra potesse scatenarsi nuovamente: nel 1896 ebbero luogo le prime Olimpiadi, che da allora si svolgono ogni 4 anni.
A concludere quest'epoca di pace e perfezione non poteva che essere la creazione nei cantieri navali a Belfast della più grande nave del Mondo, il Titanic: il lussuoso transatlantico considerato inaffondabile.
Ma al suono dell'orchestrina
di bordo affondava la Belle Epoque con molti dei suoi protagonisti, e insieme
alla nave tutte le speranze dell'epoca bella con le sue contraddizioni.
Era ormai tempo di guerra.
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