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Kandinsky: la teoria armonica dei colori
Se già i Simbolisti parlavano (sebbene in termini di correspondance) di affinità tra pittura e musica, Kandinsky la trasporta sul piano tecnico. Ciò che nella rappresentazione pittorica è ordine, proporzione, simmetria, nella rappresentazione musicale era armonia, contrappunto, tonalità. Lo schema dell'ordine rappresentativo era dedotto dall'ordine provvidenziale della natura: in pittura, per esempio, la riconoscibilità delle cose è l'effetto di una moderazione delle emozioni, di una conoscenza "per comparazione". Se il rosso di un tetto o il verde di un prato escono dai contorni del tetto e del prato, si spessa l'equilibrio della rappresentazione come in musica una dissonanza rompe l'equilibrio tonale.
Le "improvvisazioni" e le "composizioni astratte" del pittore sono ancora legate alla musica contemporanea: la loro struttura è per molti aspetti vicina a quella della dodecafonia di A. Schönberg.
Eliminato ogni equilibrio o simmetria, nessuna nota cromatica è costretta a ripetersi o a modularsi per equilibrarne un'altra. Così il quadro non ha più statica, ha una dinamica aritmica: ma questa, a differenza del dinamismo futurista ancora inerente agli oggetti, si sprigiona dalle linee e dai colori.
Un parte fondamentale del saggio sullo "Spirito nell'arte" è dedicata alla relazione stabilita fra stimoli cromatici e reazioni psicologiche, la possibilità cioè di suscitare delle sensazioni nello spettatore attraverso l'uso particolare dei colori.
Nell'elaborazione di questa sorta di psicologia dei colori, Kandinsky fu sicuramente influenzato da una vasta tradizione letteraria sull'argomento, che va dalla "teoria dei colori" (1810) di Goethe alle suggestioni simboliste contenute nel celebre sonetto di Rimbaud intitolato "Vocali" (1871).
Secondo Kandinsky i colori hanno un suono interiore che "assomiglia al suono di una tromba"; colori come il bianco e il giallo rendono l'opera luminosa, mentre il blu e il nero trasmettono un senso di "drammaticità" e "tristezza struggente". Il rosso si connota come colore "sconfinato, tipicamente caldo" e "interiormente ha l'effetto di un colore molto vivace ed inquieto", mentre il giallo è pieno di energia, ma con un "carattere spensierato"; l'azzurro è invece il "colore tipico del cielo", del soprannaturale, fatto di trasparenze e di vertiginose profondità. Troviamo poi la quiete del verde, l'immobilità del grigio, la tristezza del viola e poi i colori del silenzio
Il silenzio primordiale del bianco, che coincide con il"nulla prima dell'origine, prima della nascita", e il silenzio tragico del nero: "Come un nulla senza possibilità, c'è la morte del nulla dopo che il sole si è spento, come un eterno silenzio senza futuro e senza speranza, risuona dentro di noi il nero".
Alcuni colori sono poi potenziati da determinate forme o indeboliti da altre. I colori squillanti, ad esempio, "si intensificano se sono posti dentro forme acute (per esempio il giallo in un triangolo)", mentre i colori profondi "sono rafforzati da forme rotonde (l'azzurro, per esempio, da un cerchio)" . Ne è un esempio la composizione VIII.
E' solo con questa psicologia dei colori che si può giungere a comunicare contenuti spirituali attraverso mezzi visivi, per riuscire a stabilire un contatto diretto con l'anima dello spettatore.
Il colore è dunque per Kandinsky "un mezzo per influenzare direttamente l'anima"
"Il colore è il tasto.
L'occhio è il martelletto.
L'anima è un pianoforte con molte corde.
L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima
Questa splendida metafora del pianoforte ci induce anche a riflettere sulle profonde affinità fra musica e pittura. Anche nei titoli della produzione pittorica, a partire dal 1909, Kandinsky stabilì volontariamente un'analogia con l'arte astratta per eccellenza: la musica.
A partire da questa data, infatti, l'artista lavorò a tre gruppi di opere, intitolate "impressioni", "Improvvisazioni", e "composizioni", che vanno vista come gradini di una scala che porta all'astrazione.
Lo stile Wagneriano lo stimolava a cogliere i rapporti fra suono e immagine, e lo convinceva della possibilità di realizzare l'opera d'arte totale, coinvolgendo poesia, musica, danza e pittura.
Fondamentale fu nella vita dell'artista anche l'amicizia con il compositore Arnold Schönberg, con il quale condivideva l'interesse per le "dissonanze nell'arte", nella pittura come nella musica.
In lui l'influsso della musica si è espresso: nella capacità di esprimere visivamente i suoni attraverso l'esperienza della sinestesia, la facoltà sensoriale che consente di percepire i colori espressi musicalmente in suoni e viceversa; nella creazione di composizioni pittoriche e sceniche basate su principi derivati dalla tecnica della composizione musicale; nella elaborazione di una teoria artistica che partendo dall'analogia fra il suono e il colore giungesse a vagheggiare un'opera d'arte sintetica, fondata organicamente su tutte le arti.
L'uso di termini musicali per definire elementi pittorici non deve essere però interpretato come un semplice accostamento analogico, bensì come l'espressione di una realtà percettiva e di un particolare convincimento teorico.
Kandinsky elabora una teoria armonica del colore fino a arrivare a un accostamento programmatico dei colori con i timbri prodotti da determinati strumenti musicali: il giallo alla tromba, l'azzurro chiaro al flauto, il rosso alla tuba, l'arancione a una campana, il verde al violino, il viola al fagotto, il blu al violoncello, il bianco alla pausa creativa, simbolo di un silenzio carico di nuove possibilità espressive.
La musica serve dunque alla pittura come modello da seguire per un radicale rinnovamento in direzione dell'interiorità, essa assume la funzione di vero e proprio modello "spirituale" nei confronti della pittura in quanto è il dominio del non figurativo e dell'immateriale.
Essa è l'arte più adatta a parlare direttamente all'anima umana, a influenzarne i comportamenti scavalcando l'accidentalità del fenomenico. Per questo motivo vengono ricercate analogie tra i principi della composizione musicale e i mezzi pittorici: ritmo, ripetizione cromatica, movimento.
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