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ITALO SVEVO
Italo Svevo ha le sue radici culturali nella Trieste di fine secolo , che è una delle realtà italiane più vive , in quanto soggetta alla cultura mitteleuropea . Tra la seconda metà dell' ottocento e il primo novecento , in Prussia e nell' impero Asburgico sono infatti venuti alla ribalta personaggi come Nietzsche , Marx , Freud ed Einstein , capaci di rivoluzionare la visione dell' uomo sul mondo e su sè stesso . In questo clima di veloce e radicale mutazione degli epistemi classici l' uomo sente come inadeguati i tentativi di porre un ordine alla realtà : il positivismo , sempre alla ricerca di nessi causa - effetto riconduce l' esistenza al solo dato empirico , mentre il naturalismo , in letteratura, vuole sempre attenersi al reale , al concreto . E' comprensibile quindi come queste tendenze filosofico - letterarie non reggano l' impatto con le nuove istanze relativistiche e individualiste . Se l' uomo disorientato che si affaccia al nuovo secolo perciò è alla ricerca di un pensiero che lo rassicuri , Svevo procede invece nella direzione inversa, cioè mette il coltello nella piaga , inchiodando l' uomo a un' immagine di sè che non è gradevole osservare ( ed è forse questa la causa dell' iniziale disinteresse del pubblico per i suoi romanzi ) . La figura principale che caratterizzerà tutta la sua produzione letteraria è infatti l' inetto , cioè colui che è inadatto , incapace di vivere instaurando rapporti normali con altri individui . L' inetto si sente sempre in una situazione di disagio interiore e non riesce mai a sentirsi in pace con se stesso e con gli altri ; è un uomo abbozzato , nel quale nessuna parte è completamente sviluppata e proprio per questo è capace sempre di cambiare . Nella Trieste di fine '800 , Svevo individua le radici dell' inettitudine nella declassazione sociale e nell' interesse per la cultura umanistica . Infatti , in un' epoca in cui il motore della società sono il capitalismo e il profitto , chi non è capace di spendersi in campo economico e preferisce attività letterarie non può che risultare un emarginato .
In una prima fase del suo pensiero , Svevo giudica negativamente la figura dell' inetto perchè vede in lui l' incapacità di dare un senso alla propria vita , di realizzare i propri progetti . Legati a questa visione sono i primi due romanzi di Svevo : ' Una vita ' ( 1892 ) e ' Senilità ' ( 1898 ) .
Alfonso Nitti , protagonista di ' Una vita ', è un intellettuale costretto a lavorare come impiegato in banca , non riesce a essere una persona forte e virile , come richiederebbe la società borghese triestina , i cui unici valori sono il profitto e la produttività . Non aderendo ai canoni richiesti dal mondo esterno , Alfonso si rifugia nella vocazione letteraria , che ritiene simbolo di una superiorità spirituale . Questa esigenza di costruirsi una realtà alternativa gratificante non fa altro che mettere in evidenza la coscienza dell' inetto , una coscienza caratterizzata da autoinganni e contraddizioni . Se in 'Una vita' prevale un' indagine sociale sulla tipologia umana dell' inetto , nel secondo romanzo 'Senilità' l' attenzione si sposta sulla realtà psicologica : il protagonista Emilio Brentani è un piccolo borghese che ha paura di affrontare la realtà e per questo decide di rinunciare al godimento e di mortificare la propria vita . Emilio vive in un rapporto quasi simbiotico con la sorella Amalia , che viene vista quasi come una figura materna ; questo comportamento mette dunque in risalto una forte immaturità psicologica perchè Emilio è rimasto ancorato a una fase senile dell' evoluzione psichica . In entrambi i romanzi assistiamo allo stesso schema del confronto dell' inetto con un suo antagonista , che ne mette in maggior risalto la condizione malata . Macario in 'Una vita' e Balli in 'Senilità' sono infatti personaggi sicuri di se stessi , che agiscono decisi e raggiungono sempre i loro obiettivi , a scapito di Alfonso ed Emilio che rispetto a loro sembrano inermi , incapaci di qualsiasi affermazione di volontà . Questo scontro sembra ricalcare il dibattito di stampo schopenhaueriano sul rapporto lottatori - contemplatori . I lottatori sono coloro che, certi dei loro mezzi e sicuri delle loro verità , cercano sempre di prevalere sugli altri , e i lottatori in questo caso sono rappresentati dalla classe borghese . I contemplatori, cioè i personaggi che Svevo sceglie come protagonisti dei suoi romanzi , sono coloro che risultano schiavi delle proprie insicurezze , dell' eccessiva riflessione su se stessi .
Dopo i primi due romanzi , da cui emerge dunque l' interesse nel tratteggiare l' identità di un nuovo tipo di uomo , Svevo passa un lungo periodo di astinenza dalla scrittura, forse anche per il suo momentaneo insuccesso tra il pubblico . In questo periodo incontra a Trieste , dove soggiorna , James Joyce il quale , dopo avere letto i suoi romanzi , lo esorta a continuare la sua attività letteraria perchè gli sembra promettente. Poi , evento fondamentale , conosce le opere di Freud , la cui 'Interpretazione dei sogni' esce nel 1900 . Sotto il profilo terapeutico , Freud gli provoca 'un' impressione disgustosa' , perchè Svevo non accetta la sua pretesa di potere arrivare alla guarigione dei nevrotici , mentre è interessato alle possibilità conoscitive permesse dalla psicoanalisi , capace di indagare a fondo la complessità della realtà psichica dell' uomo . Altra forte influenza viene esercitata dalla teoria evolutiva di Darwin , che viene rielaborata originalmente nel saggio 'L' uomo e la teoria darwiniana' : qui Svevo spiega le differenze tra animale e uomo . Per Svevo lo sviluppo eccessivo di qualità inferiori che servono nell' immediato per la sopravvivenza non è altro che un arresto dello sviluppo : ' L' animale più capace di evolversi è quello in cui una parte è in continua lotta con l' altra per la supremazia ' . Svevo quindi pensa a un uomo in continuo divenire , capace di infinite mutazioni .
E' partendo da questi presupposti che , dopo un ventennale silenzio , Svevo pubblica la sua opera fondamentale , cioè ' La coscienza di Zeno ' ( 1923 ) . Questo terzo romanzo mostra una grande coerenza di temi con i due precedenti , in quanto Zeno è fondamentalmente fratello di Alfonso Nitti ed Emilio Brentani , come afferma lo stesso Svevo , quando dichiara di non aver scritto in realtà che un solo romanzo .
Zeno Cosini , ricco e malato immaginario di infinite malattie , giunto alla vecchiaia scrive la propria autobiografia per soddisfare i desideri dello psicanalista che lo ha in cura . Risaliamo così a ritroso nella vita di Zeno ed assistiamo al suo passare da una facoltà universitaria all' altra , alla morte del padre , al suo ingresso in casa Malfenti, dove trova tre ragazze da maritare . Dopo avere ricevuto due secchi rifiuti dalla prime due , ottiene la mano di Augusta , la ragazza cui meno ambisce ma che forse inconsciamente ha già scelto . Dopo il matrimonio , Zeno trova l' amante e mette in piedi una disastrata attività commerciale ; il romanzo si interrompe quando la situazione comincia a cambiare , cioè allo scoppio della guerra . Gli affari vanno a gonfie vele , Zeno fa un mucchio di quattrini e ciò lo porta a preoccuparsi meno dei suoi mali . Il tema principale del romanzo non è tanto la vita di Zeno , quanto piuttosto la storia della sua malattia , cioè la resistenza a ogni tipo di salute . Zeno infatti abbandona quasi subito la psicanalisi perchè la ritiene una cura che ha la presunzione di portare alla guarigione totale ; inoltre non accetta il tipo di salute che gli presenta la società in cui si trova a vivere , cioè la salute dei componenti di casa Malfenti . Nel suo tentativo di arrivare alla consapevolezza di sè , Zeno scopre che la differenza tra salute e malattia consiste nel fatto che il sano non analizza la sua malattia mentre il malato non fa che pensarci continuamente . Zeno comprende che la realtà psichica è ben più complicata di quanto si pensi , che la volontà è un carattere effimero e inconsistente , che non esistono certezze assolute , non c'è una verità : per questo l' uomo deve continuamente riflettere su sè stesso , nella consapevolezza che ciò possa portare all' inettitudine . Questa mancanza di certezze porta all' incapacità di realizzarsi , di scegliere una strada piuttosto che un' altra . Essendo conscio di questa sua incapacità alla vita normale , Zeno decide di affiancarsi a persone 'sane' , come Augusta , guidate da una sicurezza totale sul senso del reale e della vita . Nel descrivere Augusta , Zeno rappresenta se stesso in antitesi , contrapponendo la presunta salute della moglie alla propria malattia e mostrando come il confine tra sano e malato sia molto labile : ' Io sto analizzando la sua salute , ma non ci riesco perchè mi accorgo che , analizzandola , la converto in malattia . E scrivendone, comincio a dubitare se quella salute non avesse avuto bisogno di cura o d' istruzione per guarire . Ma vivendole accanto per tanti anni , mai ebbi tale dubbio ' . Zeno, ritenendosi malato , ha sempre creduto che la sua fosse una situazione individuale, isolata , perciò ha sempre cercato di raggiungere la salute ; successivamente , quando si ritrova a guardarsi indietro , Zeno si accorge di quanto malate siano in realtà le convinzioni che sostengono un comportamento sano e di come sia ' atroce quella salute che non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio ' . Zeno arriva così alla conclusione che la sua nevrosi non sia un caso raro , ma abbia radici storiche legate ad una male morale che investe l' intera società cui appartiene : Zeno diventa così metafora della crisi dell' uomo contemporaneo , una crisi acuita dalla lucida consapevolezza della propria condizione .
La stessa struttura narrativa del romanzo è metafora della concezione sveviana della realtà , che non esiste come oggettiva conoscenza , ma è frutto di una narrazione in cui il soggetto fa emergere certi aspetti ed attribuisce loro un certo senso , un valore arbitrario . La realtà esterna dipende da quella interna dell' uomo , poiché è solo un' attribuzione di un senso relativo : Lo Zeno che scrive nel presente , durante la cura psicanalitica , ricostruisce ed interpreta lo Zeno del passato . Il relativismo è sottolineato anche dal tono umoristico usato per mettere in evidenza sia gli autoinganni costruiti dallo Zeno passato per evitare le decisioni , sia quelli inventati dallo Zeno scrivente , per non vedere tutto quello che il suo passato potrebbe rivelargli, per camuffarsi e presentarsi onorevolmente all' analista .
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