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L'esplosione del Neorealismo è propria degli anni che vanno dall'immediato dopoguerra (1945) al 1956, anno in cui entra in crisi il comunismo e letterialmente inizia un acceso dibattito attorno all'opera 'Metello' di Pratolini.
Ma, anche se in modi diversi, il periodo terminale degli anni '30 viene considerato come fondamentale anticipatore di questo fenomeno culturale, con le reazioni di alcuni intellettuali, in Italia e all'estero, alla dittatura fascista, ormai stabilizzata.
La letteratura neorealista nasce per delle esigenze culturali che volevano in primo luogo isolare gli scritti ermetici perché considerati di disimpegno, sia letterario che politico, infatti il neorealismo si pone come 'letteratura della presenza', in quanto testimone della realtà storica, sociale e politica.
Inoltre si voleva creare un nuovo protagonista: il popolo, e l'intellettuale ne era il portavoce.
L'Italia era stata divisa ulteriormente dopo la seconda guerra mondiale e la distinzione tra nord e sud era ancora molto presente; l'intellettuale tuttavia cercava di scrivere, seppur prendendo spunto dai fatti della propria terra, una realtà generale.
Seppur l'opera 'la ciociara' sia collocata verso la fine del periodo neorealista, ho voluto comunque parlarne perchè mi è sembrata quella che meglio ha saputo delineare i caratteri essenziali di questo movimento storico, letterario e cinematografico. Inoltre da questo romanzo, il regista De Sica ha tratto l'omonimo film, che ha riscosso molto successo, vincendo molti premi artistici; tra gli attori la nota Sofia Loren, che interpreta il ruolo di protagonista: Cesira.
TRAMA:
Cesira è una contadina della Ciociaria, venuta a Roma dopo aver sposato un uomo pizzicagnolo, fondamentalmente onesta e sana, pur essendo molto attaccata alla roba. Vedova da qualche tempo, ha allevato la figlia Rosetta in modo del tutto riservato e timido, ma con sincera confidenza e affettuosità. Intanto la guerra incombe su Roma. I tedeschi hanno occupato la città e gli americani dal sud premono sui tedeschi. La vita in città è diventata impossibile anche perché scarseggiano i viveri e i pericoli della guerra sono sempre più minacciosi. Per questo Cesira e la figlia fuggono da
Roma per rifugiarsi verso le montagne della Ciociaria (Lazio e Campania). Ma a contatto con la nuova realtà del paese e della campagna per la mutata situazione economica e per la scarsità di cibo,
fanno una triste esperienza in mezzo ai vizi e alle viltà degli uomini. I tedeschi e i fascisti fanno razzie di uomini, di animali e di cose; tutti rubano come possono, tutti tradiscono per farsi spazio in mezzo a tanta miseria. Fra i tanti sfollati le due incontrano Michele, figlio del negoziante Filippo. Padre e figlio non vanno d'accordo; il figlio ha studiato ed ha un gran disprezzo per la borghesia e per il padre, il quale si vanta di non esser fesso, perché fessi sono coloro che credono a quello che c'è scritto nei giornali, pagano le tasse, vanno in guerra e magari muoiono. Moravia chiama questo personaggio Michele, come il protagonista de 'gli indifferenti' (primo romanzo neorealista), in realtà è tutto l'opposto. Michele prende spunto dalle parole di Karl Marx e rimprovera chi non è convinto che la guerra dei fascisti sia un atto di prepotenza e di violenza contro ogni forma di libertà. Purtroppo muore (anche se nel romanzo non è chiara la morte), scompare dalla scena, costretto con le armi ad accompagnare dei tedeschi che non conoscevano la strada, proprio nel momento in cui gli americani avevano sfondato il fronte tedesco, rimanendo inflitto nel cuore di Cesira e Rosetta come esempio di uomo puro e innocente, come il paesaggio in cui temporaneamente, tra le colline, si erano rifugiate.
Ma quando le due donne lasciano quel rifugio in montagna, con l'arrivo degli anglo-americani, povere come non mai, ma ricche di una nuova esperienza di vita e di dolore, proprio allora la loro avventura si scioglie in un dramma più cruento. Vengono infatti raggiunte da un gruppo di soldati mercenari marocchini in una chiesa bombardata e violentate. Sono le pagine più drammatiche del romanzo e nella sua disperazione interiore, Cesira vede la figlia cambiare giorno per giorno sotto i suoi occhi; infatti si accorge che Rosetta su concede facilmente a tutti gli uomini che incontra e che la soccorrono; sembra quasi che con la guerra sia cambiata anche la morale. Si è verificato anche quello che diceva Michele spiegando la resurrezione di Lazzaro: 'tutti siamo putrefatti, perciò è necessario risorgere', anche il suicidio che Cesira sogna non avrebbe senso, perché la vita deve continuare: 'così dovevo continuare a vivere; ma come prima, come sempre, non avrei mai saputo perché la vita era preferibile alla morte'.
Gran parte delle opere neorealiste trattano del tema della 'Resistenza', quindi, per capire meglio il significato di questo termine accennerò alle tappe fondamentali che, a partire dal 1943, hanno portato alla democrazia in Italia:
mentre a Sud si organizza un corpo Italiano di Liberazione, composto da volontari. Intanto Mussolini al Nord forma la Repubblica di Salò.
La resistenza è stato l'ultimo e più drammatico atto della lotta contro il fascismo e l'antifascismo in Europa durante la II Guerra Mondiale. In Italia l'esperienza della resistenza cominciò dopo che la caduta del fascismo e l'armistizio (firmato con le forze alleate l'8 sett. '43) trasformarono le forze tedesche da alleate in forze di occupazione con la conseguente guerra civile tra le forze partigiane e i fascisti della repubblica di Salò, alleati dei tedeschi.
Anche la filmografia del neorealismo ha affrontato il problema della resistenza, con opere di grande valore artistico, di cui alcune originali, come 'Roma città aperta'.
Oltre alla 'resistenza' altre tematiche sono presenti nelle pellicole e nei romanzi neorealisti, come il sentimento antifascista, la miseria durante il fascismo, la guerra e il dopoguerra e l'impegno politico.
L'antifascismo
la letteratura italiana sull'antifascismo è particolarmente vasta, come intenso è stato il movimento politico che si oppose al fascismo nel ventennio della sua permanenza al potere e poi durante la resistenza; anche per questo motivo essa è articolata come articolate sono le forze politiche antifasciste che operarono sia in Italia che in Europa.
La posizione degli intellettuali nei confronti del fascismo è diversa, infatti alcuni, convinti fascisti, come D'Annunzio prestano fede al Duce, altri invece non scrivono durante il periodo della dittatura o per opportunismo si iscrivono al partito, limitando gli scritti.
La reggenza del Carnaro
Il 12 settembre del 1919 D'Annunzio, alla testa di alcune migliaia di soldati sottrattisi ai loro obblighi di disciplina e da lui ribattezzati 'legionari', s'impadroniva della città di Fiume, fino allora soggetta a un regime di occupazione e vi instaurava una sia REGGENZA DEL CARNARO.
Fece in seguito elaborare dall'anarco-sindacalista Alceste De Ambris la 'carta del Carnaro', nella quale non mancavano enunciazioni rivoluzionarie. Data la brevità dell'esperimento la Carta non fu mai applicata.
Il D'Annunzio sotto alcuni aspetti può essere considerato il 'padre' del fascismo, in quanto dalla sua spiccata immaginazione nacquero espressioni che nel periodo fascista riscossero molto successo; in più alcuni suoi riti, come il dialogo da capo carismatico dinnanzi alle folle furono successivamente adottati da Mussolini e da Hitler.
La reggenza del Carnaro trovò la sua fine al momento dell'attuazione, da parte di Giolitti, durante il suo ultimo governo, del 'trattato di Rapallo', il 12 novembre del 1920, il quale consisteva nella conservazione della città di Zara e alla rinuncia del resto della costa dalmata, abitata da popolazioni slave, e nella liberazione della città di Fiume.
La miseria durante il fascismo, la guerra e il dopoguerra
nella migliore tradizione del Verismo e del Naturalismo ottocentesco, tanto la filmografia che la letteratura del neorealismo hanno affrontato in molte opere il problema della miseria e delle difficili condizioni delle classi disagiate; si può dire che la stragrande maggioranza dei film e delle opere letterarie, qualunque fosse la loro tematica fondamentale, hanno toccato il problema della miseria materiale e spirituale della popolazione italiana negli anni difficili del fascismo, della guerra e del dopo guerra. Ci sono stati però film e opere letterarie la cui tematica è concentrata su tale problema e in cui emerge con forza e con efficacia artistica la denuncia aberrante in cui si trovavano la popolazione italiana ed europea.
un esempio è un'opera di A.Moravia: 'la ciociara, da cui è stato tratto l'omonimo film di De Sica.
L'impegno politico
La problematica relativa all'impegno politico è uno dei temi più discussi ed importanti della storia del neorealismo perché coinvolse tutti gli intellettuali del tempo sia nella produzione letteraria, sia nella saggistica che nella pubblicistica politica. Lo sviluppo del neorealismo ebbe almeno due fasi importanti: una prima, caratterizzata da una creatività spontanea, che va fino al 1947/48, e una seconda più condizionata dalla presenza del PCI., sia che ci fosse piena adesione ad esso, sia che si fosse in un atteggiamento di polemica e di dialettica con esso.
Le cause di questa evoluzione sono legate sia a fatti storici che a eventi politico-culturali. Il fatto storico di rilievo fu la vittoria della Democrazia Cristiana nelle elezioni politiche del '48, vittoria che fu vista dalle forze della sinistra come un momento di regresso dei confronti degli ideali della resistenza e che imponeva una nuova lotta e un nuovo tipo di impegno politico dell'intellettuale all'interno del partito.
L'evento di natura letteraria fu la pubblicazione dei 'quaderni dal carcere' di Gramsci che provocò un ampio dibattito sulla funzione dell'intellettuale nella società e nel partito.
Gramsci
Nato ad Ales il 22-1-1891, Antonio Gramsci visse una infanzia ostacolata da problemi di famiglia e di salute.
La sua esperienza universitaria ebbe luogo a Torino , dopo aver vinto una borsa di studio, ma a causa di problemi di salute non riuscì a rimanere al passo con gli esami e perdette la borsa di studio, e , a causa dei conseguenti problemi economici, dovette abbandonare la carriera universitaria.
Ma, vivamente interessato alla cultura e alla educazione, forse anche a causa delle problematiche esperienze che fu costretto a vivere , nei quaderni dal carcere approfondirà il problema pedagogico. Lasciata l'università si dedicò all'attività giornalistica
In un primo momento, lasciata l'università nel 1915, interessato agli scioperi contro la guerra , si dedicò al giornalismo da socialista , ma senza firmare, inizialmente, articoli. Poi , nel 1919, fondò con Tasca e Terracini il settimanale , e poi dal 1921 quotidiano, 'ORDINE NUOVO'.
Gramsci e il gruppo 'ordinovista' concorsero alla formazione del Partito Comunista d'Italia nel 1921.
Nel '24 esce il 1° numero dell'Unità e poco dopo nel '26 viene arrestato, nonostante godesse dell'immunità parlamentare dovuta all'elezione in Veneto. A partire dal '29 nel carcere di Turi scrive ' I quaderni dal carcere', che contengono studi sulla complessa realtà storica ed elaborazioni teoriche riguardo a temi di carattere politico, sociale, culturale. Ritiene che la classe operaia necessiti della figura di un intellettuale organico , che educhi le masse e , attraverso un partito egemone, conduca la classe operaia e contadina ad assumere il ruolo di classe dirigente. In Italia ,Gramsci notò che l' intellettuale non fu portavoce della cultura popolare.
Possiamo ricavare notizie riguardo agli aspetti più personali della sua vita dalle toccanti 'Lettere dal carcere ' nelle quali Gramsci descrive le sue ultime giornate e le sue, sempre peggiori condizioni di salute . Infatti Gramsci morì di tubercolosi il 27 Aprile del 1937, proprio il giorno prima della sua effettiva scarcerazione.
La seconda guerra mondiale
In Europa nel 1939 si era andato definendo sempre più il disegno imperialistico tedesco, volto a espandere il territorio abitato dai tedeschi. Dopo aver annesso l'Austria, conquistato la Boemia, sottomesso la Slovacchia, nel settembre 1939 Hitler invase la Polonia, avendo prima firmato un'alleanza militare con l'Unione Sovietica DI Stalin. Di fronte a questo ulteriore grave atto, le potenze occidentali, Francia e Gran Bretagna, dichiararono guerra alla Germania, ma non riuscirono ad impedire la conquista, da parte dei tedeschi, della Polonia, della Germania e della Norvegia.
Nella primavera del 1940, Hitler volse l'esercito tedesco contro la Francia, che in poche settimane venne spazzato via.Il 10 giugno 1940, quando ormai la Francia era allo stremo, l'Italia fascista di Mussolini dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Conquistata la Francia la Germania cercò, inutilmente, di invadere la Gran Bretagna, mentre in Africa l'Italia perdeva la colonia etiopica a vantaggio degli inglesi. Nell'ottobre del 1940 l'Italia intraprese la conquista della Grecia, partendo dalla colonia albanese, ma, di fronte ai disastri militari italiani, dovette intervenire la Germania, che, in pochi giorni, conquistò la Jugoslavia e invase la Grecia.
Nel giugno del 1941 la Germania iniziò l'invasione dell'Unione Sovietica, sostenuta anche in quest'opera dall'esercito italiano. Le armate nazi-fasciste giunsero fino a Mosca, Leningrado e Stalingrado, ma nel febbraio 1943 subirono una pesante sconfitta che le costrinse a ritirarsi disordinatamente verso ovest. In Oriente, frattanto, il Giappone nel dicembre 1941 aveva aggredito gli statunitensi, provocandone l'intervento in guerra. Nel settembre 1943 l'Italia, dopo aver perso anche la colonia libica, venne occupata per la parte meridionale dagli alleati anglo-americani. così il 25 luglio di quell'anno il re fece arrestare Mussolini, nominando Badoglio capo del governo e il
fascismo venne dichiarato decaduto. Lo stesso governo Badoglio l'8 settembre 1943 firmò l'armistizio con gli alleati e subito dopo fuggì, assieme alla corte, a Brindisi nel territorio controllato dagli americani, mentre l'esercito tedesco invadeva l'Italia del centro-nord.
Iniziò così la guerra di Resistenza in Italia, che vide contrapporsi le truppe irregolari partigiane ai soldati tedeschi occupanti e al risorto esercito fascista della Repubblica Sociale Italiana di Mussolini. Frattanto l'Armata Rossa sovietica avanzava da est e gli alleati erano sbarcati in Normandia. Nel maggio 1945 ebbe termine la guerra in Europa con la conquista dell'intera Germania da parte degli eserciti alleati, il Giappone continuò la guerra ancora fino ad agosto, quando le due bombe atomiche americane su Hiroshima e Nagasaki posero fine al conflitto mondiale.
Roma. È durante la terribile occupazione nazista che si intrecciano le vicende dell'ingegnere Manfredi, capo partigiano ricercato dalla polizia tedesca e di Pina, una vedova prossima alle nozze con Francesco, militante nella resistenza. Mentre la Gestapo è sulle sue tracce, Manfredi, grazie all'aiuto provvidenziale di Francesco, riesce a trovare rifugio nella casa di Don Pietro, punto di riferimento per tutti gli abitanti del quartiere e attivo nella lotta contro l'oppressore. Ma la copertura del prete non basta a salvare i partigiani. Un'attrice, ex fiamma di Manfredi, lo tradisce e rivela il suo nascondiglio. La situazione precipita: Francesco viene arrestato dalla Gestapo e Pina - in una scena che resta scolpita nella memoria collettiva di più d'una generazione - viene uccisa con una raffica di mitra proprio mentre insegue il camion che sta portando via il suo uomo. Niente ferma la furia nazista. Manfredi muore sotto le sevizie della Gestapo. Don Pietro, invece, viene fucilato davanti agli occhi increduli dei suoi parrocchiani
Crisi del neorealismo
Ciò che mette in crisi il Neorealismo, fu nel 1948 la sconfitta delle sinistre alle elezioni e l'ascesa della destra, quindi il comunismo entrò in crisi; non si vedeva più il popolo come protagonista del rinnovamento sociale italiano.
Per quanto riguarda la filmografia, la trama dei film era diventata di carattere 'rosa', e la testimonianza storica veniva mescolata con le vicende sentimentali dei personaggi, i quali non erano più scelti tra le persone comuni che giravano per le strade, ma l'attore diventava una professione strapagata e degna di successo.
In letteratura il declino del neorealismo comincia nel 1955, quando fu pubblicata l'opera 'Metello' di Pratolini, che raccolse intorno a se molte critiche, per la mescolanza del documento storico a quello idillico degli amori raccontati in esso.
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