Il
Congresso di Vienna: decisioni e conseguenze
Come si è già
detto,gli anni che segnarono la nascita e l'estendersi della cultura romantica
furono quelli del congresso di Vienna, con il quale si cercò di creare ordine,
alla luce della sconfitta di Napoleone e dei profondi mutamenti delle monarchie
europee. Nel congresso, le potenze vincitrici si riunirono fra il novembre del
1814 e giugno del 1815 per ridisegnare la Carta d'Europa. Il criterio che fu
adottato in questa occasione, rispondeva al principio di "legittimità", cioè
all'imperativo di ricondurre sul trono, i sovrani legittimi e le dinastie
spodestate dalla rivoluzione francese e dall'impero napoleonico. Ebbe così
inizio l'età della Restaurazione. Diversi e talora divergenti si rivelarono gli
obbiettivi e gli intenti delle potenze vincitrici. La Gran Bretagna, ossia il
paese che aveva ottenuto i maggiori benefici con la rivoluzione industriale,
non pretese compensi territoriali, ma si accontentò di vedere consolidata la
propria egemonia marittima e commerciale: In realtà essa con i suoi proclami
verso la parità e l'equilibrio tra gli stati, avrebbe, infatti, ulteriormente
valorizzato la sua economia. Russia e Prussia, invece, si ingrandirono
espandendosi verso occidente. Agli zar toccarono il gran ducato di Finlandia,
gran parte della Polonia e la Besserabia; alla Prussia la Sassonia e le
province Renane di Treviri e Colonia. L'impero austriaco acquisì la Lombardia,
ottenne il Veneto e nel gran ducato di Toscana e nei ducati di Parma e Modena
impose sovrani legati alla corona Asburgica. Nel sud della penisola italiana,
il Regno delle Due Sicilie, restaurato con questo nome dalla dinastia dei
Borboni, si trovò legato all'Austria da un'alleanza militare. Sul territorio
italiano, il regno di Sardegna, poteva essere considerato relativamente
autonomo rispetto all'egemonia austriaca. Furono inoltre restaurate le dinastie
legittime in Spagna, dove Ferdinando sesto abolì la liberale costituzione di
Cadice del 1812. Nei Balcani non fu messa in discussione la sovranità ottomana
sebbene l'onda dell'insurrezione faceva sentire i suoi effetti. La Francia, pur
essendo la potenza sconfitta non uscì la potenza umiliata al congresso: essa
rientrò nei confini del 1791 e riaprì le porte alla dinastia spodestata del
1792. Dal congresso emerse tuuttavia la figura del principe di Metternich,
ministro degli esteri austriaco tessitore della Santa Alleanza stretta tra
Russia, Austria e Prussia. Tale alleanza, si proponeva di rendere organico, il
legame tra gli stati che intendevano dividere "il trono e l'altare".
L'equilibrio, delineato dal congresso, si dimostrò assai fragile, così,
l'opposizione liberale e democratica, fece sentire la sua forza contro le gerarchie
che erano state create. In particolar modo, fu l'avvento della classe borghese
ad affermare un nuovo equilibrio sociale: tutto ciò portò allo scoppio di
diversi moti rivoluzionari tra il 1820 e il 1830 fino all'apice della rivolta
del 1848.