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I Macchiaioli
Il movimento dei macchiaioli fu uno tra i più significativi e innovativi della pittura italiana dell'Ottocento.
Un gruppo di artisti, provenienti da ogni parte d'Italia, che si riunivano al Caffè Michelangelo (Michelangiolo) di Firenze in Via Larga fra il 1855 e il 1867 e propugnavano una
pittura antiaccademica atta a riprodurre l'impressione del vero, volta a cogliere il senso più che l'apparenza delle cose, attraverso la tecnica abbreviata e diretta
della macchia.
Nei giovani artisti attivi intorno al 1850, si avvertiva in forma singolare il disagio che identificava gli spiriti di ribellione sociale e politica con una attiva volontà di riforma in
senso 'europeo' dei generi pittorici affermati; in particolare, di quel romanticismo storico a cui ormai quasi tutti i più evoluti tra loro avevano aderito.
E' nel 1856 che si suole collocare la nascita di questo movimento. In tale anno, a Firenze, i giovani frequentatori del caffè, punto di ritrovo degli artisti della vicina accademia,
avvertirono con maggiore nettezza la necessità di confrontare il loro operato con ciò che andava accadendo in ambito europeo, e soprattutto con quanto di più aggiornato
si faceva in quel momento in Francia.
Il termine "macchiaioli" deriva appunto dalla tecnica detta "macchia", che definiva l'immagine attraverso pennellate di colore e contrasti cromatici.
In questa nuova pittura, l'evidenza dell'oggetto, della figura, dell'atmosfera stessa è ottenuta non col disegno, la velatura, il chiaroscuro plastico, ma con tocchi precisi di
colore per contrasto di scuri su chiari e viceversa; i volumi e le ombre sono dati solo dai colori, mentre le prospettive e gli spazi sono resi dai toni graduati della luce,
tecnica che coglie il senso e l'atmosfera delle cose, prima della loro apparenza. I Macchiaioli, quindi, abolirono il chiaroscuro per dipingere ad accostamenti di colore-ombra
e colore-luce, ottenendo effetti di grande luminosità di suggestiva resa atmosferica e semplificarono il paesaggio fino alle sue strutture essenziali.
Ogni artista presentava caratteri stilistici personali. Le forme sono semplificate, i particolari ridotti.
I macchiaioli erano respinti dalle mostre ufficiali, ma portarono avanti la loro ricerca visiva con coraggio e grandi sacrifici.
Il nome fu utilizzato per la prima volta nel 1862 in occasione di un'esposizione fiorentina e fu successivamente adottato dal gruppo.
Non si rappresentavano più soggetti storici e stereotipati delle accademie, ma la vita rurale, le attività lavorative e le campagne toscane secondo un intento realistico.
Nel 1862 venne chiuso il "Caffè Michelangelo" e con esso ebbe fine il periodo eroico della "Rivoluzione della macchia".
I principali rappresentanti di questo movimento furono: Giovanni Fattori, Telèmaco Signorini, Silvestro Lega.
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