|
Appunti superiori |
|
Visite: 1859 | Gradito: | [ Medio appunti ] |
Leggi anche appunti:Aforismi, novelle e profezie di leonardo da vinci - aforismi, aforismi e proverbi sull'uomo, novelle, facezie, indovinelli fantastici o profezieAforismi, novelle e profezie di Leonardo da Vinci AFORISMI · Ciò L'etnologia francese fra le 2 guerreL'ETNOLOGIA FRANCESE FRA LE 2 GUERRE Per quanto riguarda la Francia nei primi Nietzsche e l'"odissea del Superuomo"Nietzsche e l'"odissea del Superuomo" "2001: Odissea nello spazio" di Kubrick |
GUSTAV KLIMT (1862_1918): VITA
Gustav Klimt nasce
il 14 Luglio
Vienna Tra realtà ed illusione
A Vienna, la città di Gustav Klimt, quella della Belle Epoque al volgere del secolo, si assiste a una fioritura culturale senza raffronti. L'estrema tensione tra realtà ed illusione, tra tradizione e modernità in cui vivono artisti ed intellettuali, produce una potente energia creativa. Nomi come Sigmund Freud, Otto Wagner e Gustav Mahler ne sono testimonianza. Tra loro si inserisce anche Gustav Klimt con la sua arte. Ciò che affascina di Klimt è la sensualità del disegno, la resa caleidoscopica della pittura, la bellezza dell'ornamentazione e l'impulso di decifrare i segreti racchiusi nelle sue opere.
Ma ciò che
interessa ed affascina di più è il soggetto principale dell'artista: la
bellezza femminile. Klimt eleva la sessualità in ambito artistico a
''leitmotiv'' della propria opera. L'atmosfera che si respira a Vienna
costituisce un evidente stimolo a portare in primo piano sulla scena l'erotismo
e la donna, quale elemento ad essa rappresentante. Klimt, per parte sua,
dipinge Eva, la donna per eccellenza, in tutte le pose immaginabili, anche le
più ardite. Ella seduce, non più con la mela, ma con il proprio corpo che
esibisce allo sguardo, che mostra apertamente, senza pudore, nella sua nudità
(v. Nuda Veritas). Klimt ha
contribuito quindi a creare quell'immagine di ''femme fatale'', e la raffigura
tanto nei ritratti ufficiali delle signore viennesi quanto in rappresentazioni
come Giuditta o Salomè, Danae, o fanciulle senza nome (v. Le Vergini)
oppure nelle personificazioni allegoriche. L'attenzione in questo periodo è
tesa esclusivamente verso l'erotismo: persino nei paesaggi vi sono
caratteristiche che richiamano questo tema. Talvolta le sue opere vengono
accolte con entusiasmo e l'artista viene esaltato fino a diventare il
ritrattista per eccellenza della società borghese di Vienna. Tuttavia il suo
manifesto erotismo si scontra con un esasperato rifiuto: lo scandalo è
all'ordine del giorno e ne sono oggetto, per esempio, i dipinti destinati
all'università di Vienna che alla fine dovranno essere rimossi. E' ben vero che
l'imperatore Francesco Giuseppe concederà all'artista la croce d'oro al merito,
ma gli rifiuterà per ben tre volte la cattedra all'Accademia! L'artista così si
rende indipendente dagli incarichi statali e si dedica alla ritrattistica e ai
paesaggi. Ma sotto la formale rispettabilità dei ritratti, egli intende
comunque dipingere la sensualità
seduttiva della donna e l'onnipresenza dell'eros. Per mantenere le apparenze,
egli veste le donne con abiti sontuosi che ne celano la nudità solo per
metterla ancora più in risalto. L'impianto dell'opera, nello stile dei mosaici
bizantini, suscita rispetto e la profusione dei dettagli distoglie l'attenzione
dal vero messaggio: capelli fluttuanti, fiori stilizzati, decorazioni
geometriche, stravaganti capelli. Ma proprio questo sovrappiù accentua ed
esalta il fascino erotico delle donne ritratte che l'artista, prima di
avvolgere in abiti, dipingeva nude, come ha rivelato, dopo la sua morte, una
tela rimasta incompiuta:
Sin dagli esordi Klimt osa infrangere i limiti del perbenismo imposti dall'ipocrita società viennese: nelle allegorie per il Kunsthistorisches Museum avrebbe dovuto essere rappresentata l'antica Grecia, mentre dipinge ''ragazze di facili costumi'' viennesi, molto contemporanee,per quanto vi siano i riferimenti storici. Il nudo accademico fortemente idealizzato, soprattutto quando è funzionale ad un messaggio storico, viene accolto con favore dal pubblico, ma una donna svestita, disponibile, tratta dalla vita quotidiana, suscita solo scandalo. Prima di Klimt, già Manet aveva dovuto affrontare le critiche per la sua Olympia, non certo una pura Venere, ma una donna somigliante ad una prostituta e lontana anche dalle idealizzate cortigiane di Tiziano che egli rese sotto l'apparenza di mistiche dee.
Simbolismo seccesionista & ''femme fatale''
Uno dei temi principali di questo movimento è quello del dominio che la donna esercita sull'uomo (v.Pallade Atena). Klimt rimane ancorato all'esteriorità,differentemente dai giovani artisti espressionisti che vogliono direttamente inoltrarsi nella ''psiche'' e nel sentire interiore. Il linguaggio visivo di Klimt trae ispirazione dall'universo onirico freudiano. I temi da lui affrontati provocano una continua polemica: l'erotismo innanzi tutto, la malattia, la decadenza fisica, la povertà in tutto il loro orrore (v. le tre allegorie). Lo stesso Klimt afferma: ''Sono del tutto insensibile alle critiche. Molto più sensibile divento invece nel momento in cui mi rendo conto che il mio committente non è soddisfatto del mio lavoro.'' Klimt sembra riservare ai mecenati il suo stile più adulatorio così come appare nei suoi ritratti. I suoi soggetti hanno tutti la medesima espressione trasognata, sono donne assenti, melanconiche che osservano il mondo e l'uomo con lo stesso sguardo sereno. L' ''horror vacui'' dell'artista si esprime tutto nella loro monumentale presenza. Sempre colpisce la palese passività del personaggio (v. ritratti). Tanto nei paesaggi come nei ritratti o nelle allegorie Klimt pone le figure in rilievo su uno sfondo di piatta ornamentazione. Nei ritratti di Klimt l'abito è importante quanto la modella e ha la sottile funzione di svelarne la personalità e metterne in risalto la gola e le mani. In questo si sente l'influenza del classicismo di Ingres, nei cui ritratti viene espressa una analoga sensualità. Per entrambi gli artisti l'abito ha la medesima valenza delle parti del corpo: esso stesso è un organo.
Giuditta I
Giuditta I, dipinta
nel 1901, segna il punto di partenza della fase matura di Klimt, il periodo
detto ''aureo'', in cui è presente un linguaggio di forte astrazione simbolica ed un uso massiccio dell'oro
puro in foglia e carta dorata. Racchiusa entro una cornice di rame sbalzato, Klimt dipinge per la prima
volta (una seconda Giuditta seguirà nel 1909) la bella eroina biblica che, per
salvare la sua città ebraica di Betulia, uccise, decapitandolo con la spada, il
generale nemico Oloferne, capo dell'esercito degli Assiri. Seguendo la
descrizione dei testi sacri, secondo la quale Giuditta si orna per sedurre il
generale e portare a compimento il suo piano, il pittore raffigura la
protagonista come una donna moderna e le dà il volto di una signora dell'alta
borghesia viennese. Non vi è dubbio che la scelta del soggetto come Giuditta è
per Klimt simbolo della punizione inflitta dalla donna all'uomo che egli deve
espiare con la morte. Così il personaggio biblico diviene emblema perfetto del
coraggio e della determinazione a servizio di un ideale. Al collo porta un pesante collare che ne
separa nettamente il corpo dalla testa, come in una simbolica decapitazione
rivelando così, mediante una sottile citazione, l'allusione all'atto compiuto.
Ciò testimonia come
Giuditta ii / salomè
Questo quadro fu ultimato da Klimt a distanza di otto anni dalla prima versione del 1901 e da quest'ultima possiamo riscontrare profonde differenze di carattere stilistico e una mutata rilevanza simbolica.
La figura femminile rappresentata nella sua interezza e non più sino alla vita conferisce una forte verticalità all'insieme pittorico, tanto che il limite inferiore del quadro tagliando di netto la gonna della donna ci lascia immaginare quasi che la sua figura possa continuare ancora verso il basso. Lo slancio verticale quasi sproporzionato delle figure femminili è una caratteristica peculiare dei quadri del pittore austriaco, che con tale mezzo espressivo conferiva ai suoi soggetti una monumentalità e un' eleganza assolutamente predominanti all'interno delle sue opere. Le parti del corpo di carattere figurativo si concentrano soprattutto su viso, busto, mani (elemento fondamentale) e seppure in ombra sulla testa di Oloferne in basso a destra. Gli altri elementi pittorici all'interno dell'opera ricompongono nell'occhio dell'osservatore le parti rimanenti della figura, ovvero i capelli della donna e il suo vestito, che solo dopo un'attenta valutazione si può ben vedere come siano isolati e sciolti da un'idea di plasticità e di adattamento alle forme voluminose del corpo. Partendo dal concetto liberty della linea sinuosa curva Klimt è riuscito a creare una sua speciale estetica che rende i suoi quadri inimitabili nel loro genere. Le tipiche linee spiraleggianti si mischiano a cerchi colorati concentrici che, forse maggiormente in altre sue opere, ricordano la forma dell'occhio umano, fino ad arrivare a motivi geometrici come triangoli o piccoli rettangoli colorati ravvicinati.
Giuditta, o Salomè come dir si voglia, fu l'eroina ebrea che liberò il suo popolo da Oloferne tagliandogli la gola dopo essere riuscita tramite la sua intelligenza e bellezza a sedurlo. Lo sguardo è quello di una donna bellissima, seducente, passionale ma al tempo stesso fiera e coraggiosa, ha un'espressione sfuggente che pensando al gesto che ha appena compiuto potremmo quasi definire cinica e crudele. Le sue mani sembrano gli artigli di un' aquila che ha appena afferrato la sua preda tenendola saldamente tra i suoi artigli, e la sua preda in questo caso è proprio la testa di Oloferne che tiene per i capelli, come simbolo di vittoria e di riscatto per lei e per il suo popolo.
Danae
Con Danae, iniziata nel 1907, Klimt affronta un soggetto tratto dalla mitologia antica , ma ora e per la prima volta, rinuncia alla consueta struttura verticale a favore di uno sviluppo compositivo ellittico, non estraneo al contenuto simbolico del quadro. Il mito narra di Danae, figlia di Acrisio, re di Argo, che venne rinchiusa in una torre dal padre stesso, per tenere lontani i suoi corteggiatori (secondo una profezia il sovrano sarebbe stato ucciso dal nipote Perseo). Un giorno essa vnne visitata da Giove che penetrò sotto forma di nuvola nella torre, fecondandola con una pioggia d'oro. Dalla loro unione nacque appunto Perseo che, con un atto involontario, uccise il re. I capelli, il velo orientaleggiante e la pioggia d'oro sulla sinistra, rivestono e circondano il corpo completamente abbandonato di Danae. La donna, rannicchiata in primo piano, non ha più un aspetto minaccioso come Giuditta. Il suo ripiegarsi su se stessa, avvolta in una forma circolare e chiusa, rimanda da una parte al significato di maternità, facendone la metafora di una fertilità universale, e dall'altra all'idea di un ritorno allo stato prenatale, dove pace ed abbandono si leggono anche nel volto e nella posizione fetale della bella fanciulla. Nello scroscio della pioggia d'oro, che riecheggia preziosismi bizantini, Klimt aggiunge un simbolo tutto suo: il rettangolo verticale nero sulla sinistra, inteso dal pittore come principio maschile.
Danae non è una giovane donna consapevole e, in un certo senso, partecipe del miracoloso evento, ma una fanciulla persa nel sonno e nella dimensione onirica, totalmente dimentica di sé e in balìa dei propri istinti sessuali. Ogni aspetto narrativo è assente, tutto si concentra sull'unico eterno momento della fecondazione: all'interno del formato quadrato del dipinto, la straordinaria corrente erotica assume un andamento ellittico; nella posizione fetale e nei tratti infantili della ragazza circola una sensualità dolce e appagata, quasi un desiderio prenatale di un erotismo dimentico e inconscio. In nessun altro dipinto di Klimt la donna è così interamente identificata con la propria sessualità, una sessualità da cui l'uomo è escluso.
Bacio
Il dipinto Il Bacio è l'opera di Klimt più famosa e anche maggiormente diffusa attraverso riproduzioni di ogni tipo. Appartiene a una fase della produzione klimtiana chiamato ''periodo d'oro'', perché l'artista fece allora un uso particolarmente intenso di colori dorati e di oro a foglie. La popolarità dei quadri di questo periodo è dovuta, probabilmente, all'accentuato uso dell'oro, non propriamente definito colore. Questo infatti evoca associazioni di tipo mistico religiose o altre legate più alla sfera materiale, alla preziosità. In una sorta di climax ascendente all'interno di un tema più volte ripetuto, il Bacio può rappresentare il punto di arrivo dell'unione perfetta, simbolica di uomo-donna. Nel Bacio si esprime la visione di abbandono e dedizione della donna nei confronti dell'uomo, uomo rappresentato proteso in avanti,in atteggiamento di forza protettiva e tenerezza nei confronti di chi si abbandona totalmente a lui: l'accento in questo caso si pone, quasi un'eccezione nel panorama della produzione klimtiana, sul connubio ideale, spirituale e fisico, delle due figure. La donna non è più conturbante e solitaria, arbitro unico del mondo maschile in un gioco di rimandi e ammiccamenti erotici, ma c'è una dualità di principi vitali che si fondono, in un reciproco scambio di sensi e amore infinito, fissato nell'attimo di compenetrazione spirituale attuata dall'atto del dare e del ricevere. Klimt, nel Bacio, è così riuscito nel difficile, se non impossibile tentativo, di fermare l'attimo di compenetrazione totale, di 'sympatheia' dell'amore, fissando in una dimensione a-temporale ed a-spaziale quel gesto di respiro cosmico che vive di per sé, incarnato nell'intreccio degli amanti. L'andamento delle linee, curve o spigolose, esprimono rispettivamente la morbidezza femminile e il rigore maschile. La coppia si struttura su uno schema piramidale (ricordo classico da cui l'autore ha preso spunto in una visita a Ravenna ai mosaici bizantini), ambientato su uno sfondo dorato che assume una prevalenza inedita e assoluta, funzionale ad accogliere e racchiudere il momento estatico dell'amore. In contrasto con quest'ultimo il prato fiorito ai piedi dei due amanti, che li lega simbolicamente alla terra. Torna quindi il tema della sintesi tra cielo e terra, realtà e utopia. Quello dell'autore è uno stile bidimensionale dove si fondono elementi naturali, geometrici e astratti. La donna risulta completamente dedita e abbandonata all'uomo, mentre quest'ultimo è proteso in avanti in atteggiamento di forza protettiva e tenerezza nei confronti della persona amata. L'equilibrio della loro unione è allo stesso tempo perfetto e precario, armonico e inquieto, specchio di un'epoca sospesa tra illusioni e certezze, dove l'amore sembra l'unico baluardo in cui rifugiarsi. Gli amanti raffigurati sono lo stesso Klimt e la sua compagna Emilie Flöge. Isolati dal mondo in un abbraccio che è fusione sensuale e spirituale, i due amanti del dipinto celebrano il trionfo del potere dell'eros, capace di sconfiggere i conflitti tra uomo e donna, persona e natura.
La vergine
Per
dipingere le sue ultime allegorie piramidali come
Fregio di Beethoven
Klimt e i suoi
compagni vedono nella figura di Beethoven l'incarnazione del genio e nella sua
opera l'esaltazione dell'amore e della rinuncia che possono redimere l'uomo.
Klimt crea per
Le Tre età della donna
Questo dipinto evoca non solo la condizione umana, il destino, le fasi della vita e il ruolo centrale della donna ma anche il cosmo infinito nella successione delle generazioni su uno sfondo ricco di ornamentazione ed espliciti riferimenti biologici sessuali. Micro e macro-cosmi si compenetrano così in un mosaico carico di allusione e inondato di colore. In una società in cui la morte e la sessualità sono vissute come elementi del caos e quindi bandite come tabù, Klimt sembra ora essere più attratto dal percorso febbrile, sempre più angoscioso della ricerca esistenziale. L'intera opera è percorsa da dai simboli della ribellione umana alla tirannide della materia e da un anelito di verità.
L'albero della vita
Fa parte dell'ultima composizione murale di Klimt, il Fregio Stoclet (1905-09). Nei nove pannelli del fregio klimtiano motivi astratti così come elementi stilizzati, tra cui L'albero della vita. Esso costituisce il motivo centrale del fregio. Dopo l'Apocalisse, esso porta la salvezza ai pagani, costituisce l'emblema dell'età dell'oro che anche Matisse successivamente riprenderà per la sua famosa Cappella del Rosario di Vence. Per Klimt è un simbolo che riunifica tutti i temi a lui più cari,dai motivi floreali alla figura femminile,dalla morte della vegetazione alla rinascita attraverso il ciclo delle stagioni. L'Albero e la donna si riuniscono qui in un mondo paradisiaco ed incantato in cui si danza, si ama e in cui le donne, trasformate in alberi, invadono la natura intera. L'albero della vita, l'albero della conoscenza per ritrovarsi nel giardino dell'Eden. Sotto uno degli alberi una danzatrice rappresenta L'attesa. L'abbraccio (o L'avveramento) si realizza si relizza nella coppia abbracciata sotto l'altro albero. Naturalmente anche la morte, che per Klimt come per Freud fa parte del ciclo vitale, è presente nella forma dell'uccello rapace posato sul ramo. La coppia, che nel Fregio di Beethoven era ancora in lotta, qui è divenuta un quieto simbolo della felicità domestica, della ritrovata gioia di vivere.
Appunti su: https:wwwappuntimaniacomsuperioriarte-culturagustav-klimt73php, |
|
Appunti Pittura disegno | |
Tesine Film foto | |
Lezioni Gioco | |