L'ETNOLOGIA FRANCESE
FRA LE 2 GUERRE
Per quanto riguarda la Francia nei primi 2 decenni del'900 le ricerche
etnografiche continuarono soprattutto nella zona dell'Africa Nord Occidentale
sub sahariana . Negli anni 1931-32 fu infatti varata dallo Stato Francese una
legge per l'istituzione ed il funzionamento della missione " Dakar -Gibuti"con l'obiettivo di
raccogliere dei dati sulla lingua e le culture delle regioni africane
attraversate dall'oceano Atlantico a quello indiano ,ma l'obiettivo principale
era la raccolta di oggetti di uso comune e rituale per il Museo de Etnographie
du Tracodero di Parigi. La missione durò circa 2 anni e fu diretta dal francese
Marcel Griaule ,allievo di Mauss.
Durante le tante soste l'équipe di Griaule ,entrò in contatto con un popolo
destinato ad attirare su di sé le attenzioni di molti ricercatori : i DOGON.
Nel 1938 Griaule avanzò l'ipotesi di un interconnessione fra simbologia ,
mito,rito e sacrificio dei Dogon. Egli concepì le cosmologie primitive come
sistemi autonomi di pensiero.
Tale considerazione trovò il suo sviluppo in una delle opere più lette
dell'antropologia: "Dio d'acqua" . L'organizzazione sociale, la vita
religiosa ,cerimoniale e gli stessi rapporti fra sessi non potevano essere
compresi secondo Griaule ,senza una profonda conoscenza di quella cosmologia
costituissero dei sistemi complessi ed autonomi di idee, e che la realtà
sociale dipendesse in qualche maniera dall'idea che gli attori sociali hanno di
tali complessi di idee. Quella che venne definita "iniziazione di Marcel
Griaule" e che nell'ottica dell'etnologo doveva costituire la chiave d'accesso
alla società e alla cosmologia dogon, fu ottenuta mediante una serie di interviste
al saggio " Ogotemmeli ".
I Dogon erano consapevoli dei
bianchi e della loro religione e nel
1931 non erano un popolo isolato come si potrebbe credere leggendo le opere di
Griaule. In contrasto con la tradizione durkheimiana Griaule affermò la priorità
degli studi monografici su quelli comparativi sostenendo che solo la conoscenza
approfondita di una società e del suo sistema di pensiero potesse contribuire
alla costruzione di un repertorio completo delle culture dell'umanità .
Il lavoro che Griaule dovette
compiere per ottenere le informazioni contenute in "Dio d 'acqua" fu lungo e
faticoso. Per questo egli dedicò molte lezioni universitarie alla metodologia
della ricerca , ed in particolare all'indagine orale. Nell'opera "Il metodo
dell'etnografia" pubblicata 1'anno dopo la sua morte vi è contenuta l
'accuratezza nonché la spregiudicatezza di Griaule in materia . Alcune metafore contenute
nell'opera alludono alle informazioni lacunose offerte degli informatori ,al
continuo sforzo del ricercatore per
riportare il selvaggio sulla giusta strada a causa della sue tendenza a
divagare ecc. Griaule fu anche sostenitore di una sorta di" etnografia
d'urgenza" ossia la raccolta di dati su fatti sociali e culturali destinati a
scomparire rapidamente a causa dell'influenza europea. Griaule e i suoi
collaboratori lavorarono presso i Dogan per molti anni . Alla morte di Griaule
le ricerche proseguirono per opera di altr etnologi che affrontarono alla
prospettiva inaugurata da Griaule lo studio dei sistemi cosmologici e delle
religioni africane dell'Africa nord occidentale . L'etnologia di Griaule
apparve inadeguata quando durante il periodo della decolonizzazione molti
antropologi francesi si dedicarono allo studio delle trasfrormazioni sociali e
dei cambiamenti culturali ,accusando la prospettiva di Griaule di congelare le
culture in sistemi di pensiero e strutture sociali avulse dal contesto storico.
Una figura di grande rilievo per l'etnologia francese degli anni 1920-1930 è Maurice Leenhardt ,fondatore virtuale
in Francia della cosiddetta etnologia oceanistica .Missionario protestante egli
venne inviato in Nuova Caledonia ,una grande isola della Melanesia a nord
-ovest della Nuova Guinea. A contatto con i popoli della nuova Caledonia ,i
CANAKI , nacquero i suoi interessi etnologici . Egli tentò di costruire un
ponte con i Canaki al fine di trasfondere in loro il culto del Dio Cristiano.
Egli si impegnò in una grande traduzione delle Sacre Scritture nella
lingua del posto ,giungendo così ad una profonda conoscenza della lingua dei Canaki. Egli elaborò non senza
l'influenza della religione cristiana ,una teoria circa la concezione del mito
e della persona nei popoli canaki. Tale teoria venne esposta nell'opera " Do
Kamo La persona e il mito nel mondo melanesiano". E'dai fatti personali e
non sociali che Leenhardt ,in parziale contrasto con la tradizione francese di
ispirazione durkheimiana ,affronta l'analisi del mito. Egli concepì il mito come strettamente connesso all'idea di
persona. Egli non interpretò il mito come un racconto nel quale vi è
trasfigurata una realtà storica , e neanche come un tentativo pre-razionale di
comprendere la realtà. Egli interpretò il mito come qualcosa in grado di dare
un senso al paesaggio ,al tempo ,alla persona ecc. Il mito rendeva conto della
partecipazione dell'uomo al mondo . La tradizione sociologica francese
d'ispirazione durkheimiana trovò orientalistico nella tradizione della
sociologia magherebina ,ossia nello studio delle società della zona del Maghreb
,fra Marocco ed Algeria . Fra coloro che rappresentano in maniera straordinaria
tale indirizzo di ricerca ricordiamo Robert
Montagne che svolse le proprie ricerche in Marocco ed in Siria
,raccogliendo una grande quantità di testi epici beduini. Una sintesi dei suoi
laudi si trova nell'opera " La civiltà del deserto",pubblicata nel 1947.
Già dal 1924 Montagne cominciò a pubblicare ,su alcune riviste orientalistiche
,alcuni articoli sulle popolazioni barbare del Marocco e dall'Algeria . Questi
articoli andarono poi a fondare una grande opera : " I berberi e il Makhzen"
di straordinaria importanza per l'etnologia e l'antropologia . Montagne si
considerò sempre sociologo,allievo intellettuale di Durkheim e Mauss ,ma negli
anni in cui svolse le sue ricerche gli interessi degli etnologi francesi non
erano rivolti al Marocco o al vicino Oriente ,ma all'Africa Subsahariana ,al
Sud America e all'Oceania, per questo la sociologia Marghrebina venne all'epoca
ignorata dall'antropologia. Il quadro presentato da Montagne in " I berberi ed
i Makhzen" riguardo l'organizzazione politica dei popoli stanziati nell'area
dei monti dell'Atlante,fra il Marocco e l'Algeria.