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Guernica è il nome di una cittadina spagnola che ha un triste primato. È stata la prima città in assoluto ad aver subìto un bombardamento aereo. Ciò avvenne la sera del 26 aprile del 1937 ad opera dell'aviazione militare tedesca. L'operazione fu decisa con freddo cinismo dai comandi militari nazisti semplicemente come esperimento. In quegli anni era in corso la guerra civile in Spagna, con la quale il generale Franco cercava di attuare un colpo di stato per sostituirsi alla legittima monarchia. In questa guerra aveva come alleati gli italiani e i tedeschi. Tuttavia la cittadina di Guernica non era teatro di azioni belliche, così che la furia distruttrice del primo bombardamento aereo della storia si abbatté sulla popolazione civile uccidendo soprattutto donne e bambini.
Quando la notizia di un tale efferato crimine contro l'umanità si diffuse tra l'opinione pubblica, Picasso era impegnato alla realizzazione di un'opera che rappresentasse la Spagna all'Esposizione Universale di Parigi del 1937. Decide così di realizzare questo pannello che denunciasse l'atrocità del bombardamento su Guernica. L'opera di notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8) fu realizzata in appena due mesi, ma fu preceduta da un'intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi preparatori che Picasso ci ha lasciato.
Il dipinto raffigura il momento del bombardamento.
La scena si svolge in uno spazio contemporaneamente interno ed esterno.
Nella parte centrale c'è il cavallo che nella mitologia spagnola rappresenta il popolo, questo cavallo è ferito a morte, si contorce e sembra lanciare un urlo terribile verso l'alto, dove troviamo un lampadario che diffonde raggi di luce e una lampada a petrolio, sorretta da una donna che chiede aiuto, che sembra simboleggiare l'improvvisa regressione della civiltà.
Sotto il cavallo sono disseminati brandelli umani tra cui una mano con le linee della vita spezzate
Sul lato sinistro troviamo il toro, simbolo di brutalità e violenza, che si torce e sovrasta una donna che piange il figlio morto che tiene tra le braccia.
A destra, in alto, da un edificio si sprigionano linee di fuoco che sembrano aculei, e una donna ormai condannata delle bombe e dalle fiamme, alza le braccia urlando la sua disperazione.
La rappresentazione spaziale è frantumata in diversi tagli prospettici slegati tra loro.
La complessa e confusa percezione dello spazio e delle forme dà la sensazione che i fatti avvengano ovunque.
L'aspetto che più colpisce al primo sguardo è la mancanza del colore, infatti Picasso ha usato solo i bianchi, i neri e i grigi, ma la deformazione delle figure e la composizione agitata assorbono l'attenzione dell'osservatore e lo coinvolgono nel dramma.
Questo schema interpretativo sintetizza il dipinto in tre tonalità che raffigurano: la luce, l'ombra, e le zone intermedie. In questo modo viene evidenziato un linguaggio basato sui contrasti netti, senza chiaroscuri e morbidezze. Le forme risultano quindi schiacciate, ritagliate nello spazio in un tragico sovrapporsi di parti umane ed animali
Appare evidente che Picasso ha voluto rappresentare l'orrore della guerra. La scena è stata organizzata come un crescendo doloroso che sale dai lati ed esplode al centro nel nitrito del cavallo.
Le figure sono forme drammatiche e violente, sembrano dei fantasmi che si dimenano disperatamente. I toni cromatici trasmettono un freddo senso della morte.
In questo modo il dipinto diventa una fortissima denuncia storico-politica di come la civiltà finisce di fronte alla violenza e alla guerra.
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