FRANCESCO HAYEZ: "PIETRO L'EREMITA" cm 210x280 - Milano,
coll. Privata - 1827-29
Esposto a Brera,
il quadro fu considerato Il "manifesto" della pittura civile di Hayez.
Fu lodato dalla critica liberale e dal Mazzini che videro nella scelta di un
soggetto storico la volontà di rappresentare allusioni al Risorgimento
italiano. L'opera si ispira a testi letterari contemporanei come "Storia delle
crociate" e "I lombardi alla prima crociata". L'azione si svolge nel Medioevo:
il frate Pietro l'Eremita incita gli italiani a liberare Gerusalemme e lo
spazio è dominato dai crociati e i popolani che si accalcano intorno a lui in
gruppi distinti. Il gruppo più numeroso è alle spalle del frate mentre in primo
piano si distinguono le due donne che si prostrano al suo cospetto e un
personaggio inginocchiato nell'atto di badare una croce e infine il gruppo
sullo sfondo presso il castello. L'intera composizione mira comunque ad
evidenziare la figura del protagonista: verso di lui confluiscono tutte le
linee di movimento e il frate, a cavallo, domina l'intero gruppo. La vivace
gestualità del protagonista è sottolineata anche dalle dissonanze cromatiche
come il contrasto netto tra la tonaca scura e il bianco del cavallo e dello
stendardo. L'opera ha contenuto simbolico e presenta una forte analogia tra
pittura di storia e narrazione scenica. Già il titolo per esteso "Pietro
l'Eremita che cavalcando una bianca mula col Crocifisso in mano e scorrendo la
città e le borgate predica al crociata", dà un contesto alla scena e la mette
in relazione con la convenzione letteraria a cui si riferisce. Umberto Eco in
un saggio attribuisce la modernità di Hayez, e di
conseguenza il suo successo, al rapporto con la cultura teatrale, sostenendo
che questo, non piaceva per motivi pittorici ma per motivi letterari e
scenografici in quanto la sua pittura permetteva di rivivere emozioni provate a
teatro e tali esperienze erano essenziali per il pubblico di allora. Il legame
tra la scelta del soggetto e l'implicito messaggio che questo deve trasmettere
si nota nell'ambientazione italiana con il paesaggio alpestre sullo sfondo e
nei gruppi familiari che esprimono affetti e valori cari all'etica
risorgimentale. Infine la coralità dell'azione sottolinea come, in vista del
riscatto politico e morale, il popolo non esiti a superare qualsiasi interesse
per unirsi in vista di un comune ideale. Anche la varietà delle espressioni che
i personaggi presentano indica appunto l'unione delle passioni individuali in
una partecipazione collettiva al di sopra della quale si libra un unico
pensiero e legame di unità che la anima e cioè lo spirito di crociata: "Dio lo
vuole". La critica del Mazzini mira a evidenziare il valore politico
-risorgimentale dell'opera tra i più alti mai raggiunti dalla pittura civile di
Hayez. ln polemica con la
tradizione classicista Mazzini scrive che da un tale soggetto un pittore
classicista avrebbe ricavato solo una bella figura mentre nelle mani di Hayez è diventato un prologo alla storia delle crociate.
Inoltre, per sottolineare l'impegno assunto e la propria partecipazione al
clima risorgimentale, l'autore ritrae se stesso nel crociato con l'elmo dietro
l'Eremita. Secondo il Mazzini Hayez è un artista
completo che assimila in simboli il pensiero dell'epoca per poi riprodurlo.