Claude Monet: Cattedrale
di Rouen
La cattedrale di Rouen è insieme ai covoni a uno dei più accentuati
esempi di pittura in serie. Monet, dipingendo i covoni, aveva immaginato
inizialmente due tele, una per il cielo grigio e l'altra per una giornata di
sole. Scoprì però che gli effetti della luce cambiavano continuamente e decise
di registrare i mutamenti in una serie di tele, per ottenere l' istantaneità.
Dipinse in seguito la cattedrale di Rouen, in diverse stagioni, diversi momenti
del giorno, da diverse angolazioni. In armonia bianca si può notare l'effetto
ottenuto dalla riflessione della luce dell'alba sul marmo della cattedrale.
L'effetto viene reso da colori molto chiari; il bianco, il non colore della
luce, si ottiene sommando i sette colori dell'iride. Il monumento gotico è
posto in uno spazio indefinito, i soli punti di riferimento sono le case
adiacenti e le rondini che ne fanno risaltare l'altezza. La cattedrale appare
come un tessuto di colori creato dalla luce del mattino non avente un volume.
Il pittore adotta una tecnica rapida di pennellate rapprese, di tocchi, di
virgole; i colori non sono mescolati, le ombre non sono rese tramite toni
neutri, ma giustapponendo e sovrapponendo spessi tocchi di colore puro.
L'effetto del dipinto è un'armonia totale data dall'appartenenza di un elemento
all'altro, si può notare una fusione tra costruito e ambiente. La forma, non
viene data da linee nette ma è definita dall'incidenza della luce. Nonostante
l'interesse per il colore della luce, Monet ritrova in questo dipinto una
rinnovata attenzione al soggetto. La cattedrale gotica, con la sua
monumentalità e col suo valore di luogo sacro conferisce al dipinto
un'intensità mistica.