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Titolo: Concetto spaziale: attese;
Autore: Lucio Fontana;
Collocazione attuale: Milano, Collezione privata;
Cronologia:
Tecnica e materiali: idropittura su tela;
Dimensioni: 55 x 46 cm.
La crisi del rapporto fra arte e società, già avvertita dalle avanguardie del primo novecento, esplose nuovamente con più ampie proporzioni negli anni che vanno dal 1945 in poi. La realtà esterna, storica e sociale, era sentita come totale assurdità. Tale sensazione era dovuta all'irrazionalità con cui la guerra e le sue conseguenze (le città rase al suolo dai bombardamenti, la scoperta delle atrocità subite da milioni di persone nei campi di concentramento, la totale distruzione provocata dalle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, il deficit economico e la prospettiva di una dura ricostruzione) avevano colpito l'intera popolazione europea.
Si ha, perciò, la volontà di rinunciare a ogni riferimento con il passato e, quindi, di superare ogni tipo di tradizione, sia figurativa che non. Si ricerca un rapporto nuovo tra l'artista, i materiali con cui lavora, il gesto creativo e l'opera, il segno che ne scaturisce. Non deve più esserci l'intercessione della "forma": l'arte perciò diventa "Informale".
In questo contesto si inserisce il movimento artistico proposto da Lucio Fontana: lo "Spazialismo".
Lo studio di sistemi di rappresentazione dello spazio è stato uno dei temi di ricerca più importanti delle arti figurative a causa della difficoltà incontrata dagli artisti nel trasferire sul piano bidimensionale del foglio e della tela l'immagine della realtà tridimensionale percepita dall'occhio.
Fontana aspira a raggiungere una nuova spazialità lirica che mira alla costruzione di uno spazio "artistico" differenziato rispetto all'ambiente, del tutto astratto e non riferibile ad alcuna realtà estrinseca o intrinseca. Constata quindi l'insufficienza del "quadro da cavalletto" e della trita distinzione tra quadro e statua. Vuole affermare l'importanza di un'arte capace di protendersi oltre i limiti della tela o della creta e lo fa concretamente fondendo nelle sue opere pittura e scultura.
Uno dei mezzi utilizzati da Fontana per raggiungere il suo scopo è il taglio della tela.
Diverse
sono le tipologie dei 'Tagli', che si differenziano principalmente
per la quantità e la disposizione dei tagli stessi. Dalla tela con un unico
taglio, disposto obliquamente e leggermente arcuato, a quella, sempre con un
solo taglio, ma disposto verticalmente, si passa a tele con coppie di tagli che
possono essere paralleli, convergenti o contrapposti verticalmente, sino a
giungere a superfici segnate da una pluralità di tagli a volte della stessa
misura, altre volte di misure diverse.
Fontana buca la tela per oltrepassarla, superarla, ma la penetrazione accentua
il valore della superficie stessa, la trasforma in una presenza che si impone
con la sua fisicità. Con un taglio viola un campo cromatico omogeneo, uno
spazio dove il colore non ha importanza,
occorre solo sia saturo per comunicare come ormai sia inerte. Così lo riattiva,
lo riapre al mistero di uno spazio ulteriore e di un tempo infiniti. Si crea un
varco tra uno spazio di "qua" e di "là"; lo stesso varco che Montale ricerca
nella sua poesia. E allo stesso tempo una cesura tra un passato che non esiste
più e un futuro che deve ancora accadere, soglia, costante stato di sospensione
che oggi, in modo del tutto particolare, caratterizza l'esperienza del presente,
continuamente schiacciata, appiattita e resa ansiosa dalla velocità in cui
viviamo.
Non c'è, però, volontà di imporsi al pubblico, di costringerlo a porsi degli interrogativi morali, sociali, artistici, c'è invece la più pura e assoluta libertà di interpretazione concessa all'osservatore che, nell'opera, si 'ambienta' egli stesso. In questa concezione libertaria dell'arte riecheggia la voce di Kandinskij, per il quale l'opera d'arte non è un modello, ma uno stimolo.
Il taglio è il "gesto", il "segno". Lo stesso dell'"action painting" di Pollock, che esprime ed eterna il modo di essere dell'artista il quell'unico momento. Non è tuttavia un movimento casuale, ma frutto di un preciso calcolo e di un minuzioso studio formale.
In queste opere è il Fontana amante dell'ordine, della pulizia, della purezza a prevalere spinto dalla necessità di sintesi ed essenzialità. Ciò si concretizza nel saturo monocromatismo della tela e nella regolare e raffinata sistemazione dei tagli, che tendono ad imporsi come strutture primarie, essendo le uniche linee che attraversano la tela.
La superficie tagliata si flette, avanza, arretra, facendo sì che la composizione sia dinamica e armonica. Tale caratteristica è data dalla luce e dagli effetti chiaroscurali che provoca. Inoltre l'ombra nera del taglio è accentuata sia dal colore uniforme, sia dalla presenza di garze nere sul retro della tela. Il tutto rende una sorta di bicromia.
OSSERVAZIONI CRITICHE
Fontana:
sul colore:
'Il bianco l'ho usato molto []. Ma poteva essere nero. Io lo volevo fare rose choc, rose, quello di moda, lo volevo far nero, non aveva importanza il colore non ha nessuna importanza, agli effetti del mio pensiero, il bianco o il rosso o il giallo'
sul significato dell'arte:
'L'arte è una manifestazione dell'intelligenza dell'uomo; per esprimerla l'uomo ha usato i mezzi e le tecniche del suo tempo, idee e espressioni della sua epoca. Il cemento e il ferro hanno contribuito all'evoluzione della statica dell'architettura (l'arte contemporanea deve entrare in questo ordine d'idee; il mutamento degli stili non è una rivoluzione) per questa architettura un'arte rivoluzionaria, néné pietra, ma movimento e luce e spazio, il problema dell'arte contemporanea non è più del cambiamento di stile ma è rivoluzione dei concetti e dei materiali"
Guido Ballo sottolineando una caratteristica dei 'Tagli':
'A lui interessava la presenza del segno gestuale sulla superficie, il rapporto tra questo segno e tutta la superficie: insomma il valore grafico nella misura dell'insieme"
BIBLIOGRAFIA
Gillo Dorfels: Ultime tendenze nell'arte d'oggi
Edito da Feltrinelli
Giulio Carlo Argan: L'arte moderna
Edito da Sansoni
Carlo Beltelli, Giuliano Briganti, Antonio Giuliano: Storia dell'arte italiana
Edito da Electa-Bruno Mondadori
Elena Tornaghi: Il libro dell'arte
Edito da Loescher
Piero Adorno: L'arte italiana
Casa editrice G. D'Anna
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