|
Appunti superiori |
|
Visite: 1625 | Gradito: | [ Picolo appunti ] |
Leggi anche appunti:Il coloreIL COLORE LE TECNICHE. LA TEMPERA. Antica tecnica pittorica Il seicento - monumentalita' e fantasiaIL SEICENTO - MONUMENTALITA' E FANTASIA -I caratteri del Barocco- Il Velocita'VELOCITA' Nell'immaginario romantico il tema della velocità non appare nella |
CATTURARE L'INFINITO: STAMPE CON MOTIVI DI DIMENSIONI DECRESCENTI
Escher successivamente abbandonò la regola di usare unicamente delle ripetizioni di forme congruenti, e usò invece la ripetizione di figure dalla forma identica ma di dimensioni decrescenti.
La trasformazione geometrica in scala di una figura piana - che ingrandita o ridotta conserva la propria forma - si chiama similitudine; ".si possono creare percorsi di spirali con forme simili, facendo ruotare una figura attorno ad un perno e insieme riducendola e poi ripetendo ancora ed ancora la stessa trasformazione. [.]
Usando queste trasformazioni geometriche, Escher poteva riempire il piano, con un numero teoricamente infinito di figure dalla forma simile, dato che il numero reali delle immagini era limitato soltanto dai vincoli fisici della mano, dell'occhio, degli strumenti con cui effettuare l'incisione. Tali composizioni catturavano l'infinito entro i confini di una stampa attraverso l'infinita reiterazione ritmica di una figura.". (estratto di pag. 248 di "Visioni della Simmetria").
NUOVI MEZZI ESPRESSIVI. LO SPAZIO TRIDIMENSIONALE.
".L'attività di grafico porta Escher ad agire sul piano bidimensionale, ma è da subito evidente che il suo interesse per le caratteristiche della realtà tridimensionale è talmente forte che lo impegna a ricercare mezzi espressivi adatti a sottomettere la forma spaziale alle leggi limitative dell'immagine piana. [.]
In verità il discorso non è così chiaro e lineare come potrebbe sembrare, perché, in Escher, non solo siamo davanti alla straordinaria suggestione di un'immagine spaziale tridimensionale su una superficie piana, ma anche ad un ulteriore fatto insolito: in ogni rappresentazione, l'immagine costruita, guardando bene ed abbandonando precostituiti schemi mentali, è quella di una figura che non potrebbe mai avere un'esistenza spaziale concreta, secondo la logica corrente. [.]
La sfida finale di Escher è quella di contenere l'infinito nel piano bidimensionale della pagina su cui lavora.
Alla base del suo lavoro ci sono i concetti che stanno alla base delle geometrie non-euclidee, della geometria iperbolica dal matematico russo Nicola Lobačevski e quella ellittica di Riemann; nonché alcune pubblicazioni di Roger Penrose.
Il lavoro di Escher non fu inoltre scevro di un vivissimo interesse per i cinque solidi platonici, che inserì in numerose sue opere.".
[Estratto dall'articolo di Wilma Torselli: "Maurits Cornelis Escher ed i suoi mondi impossibili"].
Appunti su: |
|
Appunti Gioco | |
Tesine Pittura disegno | |
Lezioni Poesia | |