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Botticelli Sandro
Poetica
Sandro Botticelli si forma nella bottega del Verrocchio. Egli appare estraneo alla cultura del rinascimento,non segue le ricerche che i suoi contemporanei stanno affrontando. Queste conoscenze vengono ignorate da Botticelli,che dà una nuova finalità all'arte del Rinascimento,quella estetica e non più scientifica. Questa ricerca della bellezza coincide con una rappresentazione formale in cui prevale la linea ondulata,sinuosa,elegante e raffinata,sottile,mossa e allo stesso tempo diventa anche l'elemento decorativo,esigenza che viene motivata da un desiderio di fare dell'arte uno strumento di espressione individuale e non strumento di indagine scientifica,per cui l'interesse dell'artista si sposta dall'oggetto al soggetto. Ciò che viene espresso e non più riprodotto come prima è la bellezza spirituale,cioè quella capacità che ha lo spirito umano di cogliere,riconoscere,apprezzare il bello,il bene e il vero,e di queste idee nella poetica di Botticelli,quella del bello ha la sua massima esaltazione e viene visualizzata in una forma perfetta.
Botticelli nega,quindi l'esperienza come unica strada che conduce alla verità e con essa l'insegnamento che viene dalla natura,tanto prezioso a Leonardo da Vinci;della realtà vuole esprimere l'idea,l'essenza,non contaminata dai sensi.
Questa idea di bellezza che è presente in tutte le opere di Botticelli è espressa da una linea di contorno che definisce ed astrae le figure,non più costruite come in Masaccio e né si fondono con l'atmosfera di Leonardo.
La prospettiva che razionalizza e dà ordine allo spazio viene posta in secondo piano perfezionando quelle soluzioni estetico formali del corpo umano che meglio possono esprimere l'idea della bellezza. Le produzione artistica di Botticelli si divide in due fasi:
Biografia
Sandro Filipepi, detto il
Botticelli, nacque a Firenze nel 1445. La sua formazione avvenne nella bottega
di Filippo Lippi come ci mostra una delle sue prime opere: La Madonna con Bambino del museo di Capodimonte a
Napoli. Influenzato anche dall'arte del Pollaiolo,
Botticelli produsse opere come
Dopo una serie di opere che rispecchiano questo suo
carattere iniziale, il pittore dipinge per Lorenzo di Piero de' Medici la Primavera. Verso la fine del secolo il suo stile
subisce un mutamento, la sua pittura si fa di carattere sacro probabilmente
dovuto all'influenza delle predicazioni di Savonarola. All'abbandono dei
soggetti mitologici corrisponde un'indurimento delle forme, l'uso di un
cromatismo più cupo, una mimica dei personaggi più patetica e un maggiore
dinamismo nelle composizioni, anche se il carattere astratto delle sua
produzione precedente è ancora presente.
Nel 1495 dipinge la Calunnia, la cui composizione è molto movimentata ed
inquadrata entro un'architettura piuttosto fastosa.
Tra le altre opere abbiamo la Natività, La Pietà, l'Annunciazione, tutte opere che rispecchiano questo suo
nuovo modo di dipingere, opere di alta tensione spirituale in forme
arcaicizzanti.
Botticelli morirà a Firenze nel 1510.
La primavera
Zefiro,figura che apre la lettura,vento
primaverile feconda con il soffio della passione la vergine Cloris,e da questo
amore carnale nasce Flora che rappresenta la terra fecondata,quindi rappresenta
Si conclude all'estrema sinistra con la figura di Mercurio,simbolo della ragione e del buon consiglio,veglia sul compiersi armonioso del ciclo,dissipando con il caduceo,la bacchetta che ha il mano,le nubi della passione e dell'intemperanza che trasformano l'amore che nasce dall'istinto in amore per il divino. Cupido scocca la freccia a una delle tre Grazie,forse Castitas.
La linea è predominante rispetto agli altri elementi. Ha un ruolo importante ed ha anche una funzione decorativa perché è sinuosa,ondeggiante e armonica. L'aspirazione di Botticelli è quella di raccogliere e di riportare sulla tela qualcosa di assolutamente perfetto. La linea è leggera,non ha spessore. Mentre ci sono linee ampie e linee curve più strette e contenute. La linea è continua e non presenta frammentazione.La sua qualità è quella di essere armonica e contribuisce a dare eleganza a tutte le figure.
La superficie è liscia perché colorata da un'estensione del colore per copiature uniforme e piatta. Le pennellate non si distinguono perché sono uniformi.
I colori sono quelli primari,cioè più puri e hanno una loro luminosità.
Le luci e le ombre rappresentano la profondità dello spazio. Qui non c è una luce che ha una sorgente precisa,ma essa è uniformemente distribuita che illumina soprattutto le parti interne delle figure e per contrasto prende valore il contorno. In questo modo esse appaiono aeree,delicate che trovano unico paragone che le può eguagliare,la luminosità del cielo. Per quanto riguarda la percezione della profondità,non è presente,ma solo un minimo indizio spaziale che è determinato dalla semplice sovrapposizione delle forme e dalla linea di contorno.
Questo modo di trattare le figure va inteso come un processo di purificazione e sublimazione della materia,cioè alle figure toglie la gravità e il peso per liberarle o staccarle dalla realtà terrena e giungere cosi all'essenza. Le figure non esprimono azioni molto forti,ma atteggiamenti ed espressioni con movimenti leggeri.
È opinione indiscussa che il quadro vada guardato da destra a sinistra, contrariamente alla pratica più diffusa. Il primo particolare che colpisce l'occhio è costituito da due alberi inclinati, in contrasto con la perpendicolarità di tutti gli altri. Li piega la forza di Zefiro, che, per quanto vento di natura gentile, non riesce a trattenere il suo impeto di afferrare la ninfa Clori. Sono piante di alloro, con le foglie rese in modo realistico: si distingue il diverso colore della pagina superiore e inferiore delle foglie, e si notano delle foglie giovani ancora leggermente contorte. Gli alberi in posizione arretrata, con i loro aghi che sembrano spuntare dai tronchi sono stati identificati come tassi, mentre sotto le ali di Zefiro sono ben visibili i galbuli di uno o più cipressi. Lo spazio sotto i piedi, o meglio sotto il leggerissimo manto di Cloris, è occupato da un prepotente giaggiolo (o iris) contornato da margherite e violette e inframmezzato da fiordalisi. Si potrebbe, forse, cominciare a parlare di omaggio al committente. Forse.In realtà i fiori che appaiono nella Primavera sono in grandissima maggioranza portatori di significati amorosi o gioiosi.
Il quadro è unanimamente riconosciuto come uno dei capolavori del Rinascimento italiano, eppure qui, Botticelli, parte da una concezione stilistica che sembra più tardo gotica che realmente rinascimentale. Del primo stile è senz'altro la costruzione spaziale priva di una reale profondità, nella quale le figure si dispongono senza un realistico peso di gravità e senza lasciare alcuna ombra. Ma è tardo gotica anche la grande attenzione al dettaglio naturalistico con il quale il pittore realizza ogni fiorellino e ogni singolo filo d'erba. Una pittura, in sostanza, fatta di tessiture lineari alla maniera degli ultimi pittori miniaturisti. Tutto è realizzato in punta di pennello.
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