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ASTRATTISMO
Nelle arti figurative il concetto di astratto assume il significato di «non reale». L'arte astratta è quella che non rappresenta la realtà. L'arte astratta crea immagini che non appartengono alla nostra esperienza visiva. Essa, cioè, cerca di esprimere i propri contenuti nella libera composizione di linee, forme, colori, senza imitare la realtà concreta in cui noi viviamo.
L'astratto, in tal senso, nasce agli inizi di questo secolo. Ma esso era già presente in molta produzione estetica precedente, anche molto antica. Sono astratte sia le figurazioni che compaiono sui vasi greci più antichi, sia le miniature altomedievali, solo per fare alcuni esempi. In questi casi, però, la figurazione astratta aveva un solo fine estetico ben preciso: quello della decorazione.
L'arte astratta di questo secolo ha, invece, un fine completamente diverso: quello della comunicazione. Vuole esprimere contenuti e significati, senza prendere in prestito nulla dalle immagini già esistenti intorno a noi. L'arte astratta nasce come volontà di espressione e di comunicazione, ma lo fa con un linguaggio di cui difficilmente si conoscono le regole, per cui sorge inevitabilmente un problema interpretativo.
L'astrattismo nasce intorno al 1910, grazie al pittore russo Kandinskij. Egli operava, in quegli anni, a Monaco dove aveva fondato il movimento espressionistico «Der Blaue Reiter».
Secondo l'astrattismo, detto anche arte non-rappresentativa o non-figurativa, l'arte non è rappresentazione del mondo esteriore, ma solo estrinsecazione di quello intimo e non bisogna limitarsi a proiettare la nostra vita interiore negli oggetti reali dipinti, ma bensì abolire completamente questi ultimi, visualizzando con forme, linee e colori il complesso dei sentimenti.
Mondrian si dedica molto al tema dell'albero, che mostra il suo cammino evolutivo verso l'Astrattismo; inizialmente infatti il suo albero ha la forma presa dalla natura, poi pian piano si riduce sempre più all'essenziale, fino a sparire del tutto in "melo in fiore", lasciando di sé solamente le linee scure dei rami, non più uniti al tronco.
Mondrian ritiene che l'arte deve esprimere quell'essenza, quella realtà che non muta, al contrario delle forme particolari che variano continuamente. Ecco allora che nascono opere il cui linguaggio è ridotto sempre più all'essenziale, a soli segmenti orizzontali e verticali, come in "Composizione n.10, Molo e oceano". Qui tutto lo spazio immenso di una porzione di oceano è racchiuso in un ovale e rappresentato da segmenti orizzontali e verticali che tendono a farsi più fitti e piccoli andando dal basso verso l'alto. Si ha l'impressione di trovarsi dinanzi alla concretizzazione dei riflessi di luce sul mare piatto. E' rappresentata la caratteristica formale dell'acqua, non l'apparenza.
Mondrian afferma che l'arte deve perdere ogni valenza oggettiva, per cui non vi deve essere l'intervento dell'artista: ciò avviene utilizzando solo linee rette, senza decorazioni, e utilizzando una sola tinta di colore, e in particolar modo solo i colori primari.
Le regole da lui dettate furono seguite non solo in pittura,ma anche in architettura e nel design.
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