ARCO
Elemento costruttivo fondamentale in
architettura, usato singolarmente con funzione portante o decorativa e, insieme
alla volta, per coprire lo spazio che separa le pareti, i pilastri o altri
supporti e per creare tetti e soffitti. Gli archi e le volte costituirono, fino
al XIX secolo, l'unica alternativa possibile all'uso di pilastri e architravi
come sostegni di tetti piatti o a trave spiovente.
L'arco è una struttura rigida ad
asse curvilineo, con la curvatura rivolta verso l'alto, che collega due punti
di sostegno; è presente, reiterato, nelle arcate (formate da una fila di archi
e sostenute da archi di rinforzo), nei tetti e nei ponti; può anche essere
unico, come nell'arco di trionfo. L'originario arco in pietra o mattoni,
composto da diversi segmenti (conci) tenuti insieme grazie alle spinte
laterali, venne ideato per collegare due sostegni separati da una distanza tale
da rendere impossibile la copertura con una trave orizzontale (architrave). A
partire dal XIX secolo vennero costruiti anche archi a singola campata in
ferro, acciaio e cemento armato.
L'arco in muratura è composto di diverse parti; mura, pilastri o colonne
fungono da sostegni; i due punti su cui poggiano le estremità dell'arco sono
detti piani d'imposta; le parti vicine all'imposta sono dette reni; i segmenti
di pietra che compongono la parte curva dell'arco, tagliati a forma di spicchi,
sono detti conci rastremati e quello centrale è detto chiave di volta. Il
profilo interno dell'arco (come anche la superficie interiore) si chiama
intradosso, quello esterno estradosso; la fascia lavorata che segue il profilo
dell'arco e ne costituisce il prospetto si chiama archivolto. Le superfici ai
due lati di un arco che si apre in una parete, o fra due archi adiacenti, sono
dette pennacchi. Se sulle imposte poggia un architrave, la parte compresa tra
questo e l'arco può essere murata: questa superficie prende il nome di timpano
ed è spesso riccamente decorata (a rilievo marmoreo, a mosaico, ad affresco).
Fin dalla preistoria era in uso una
sorta di arco (detto falso arco) costruito non da conci rastremati bensì da
pietre piatte che, a partire dai due sostegni, venivano appoggiate l'una sopra
l'altra in modo che ne sporgesse una parte verso il centro: i gradini così
ottenuti si avvicinavano tra loro fino a incontrarsi al centro, creando un arco
a profilo spezzato. La tecnica costruttiva si affinò poi nel tempo, prevedendo
tra l'altro l'uso della malta per tenere uniti gli elementi (pietre o mattoni)
modellati in varie fogge. Gli egizi, i babilonesi e i greci usavano
generalmente gli archi nelle costruzioni civili (magazzini, fognature); agli assiri si devono i primi palazzi con soffitti ad arco. Gli
etruschi utilizzavano gli archi soprattutto nei ponti e nelle porte. Si deve
comunque ai romani lo sviluppo su ampia scala di strutture ad arco
semicircolari, che trovarono numerose applicazioni in edifici civili quali
anfiteatri, palazzi e acquedotti; nell'architettura religiosa era invece in uso
il sistema a pilastri e architravi dei templi greci: fra le poche eccezioni
degne di rilievo si ricorda il Pantheon, a Roma, con la sua struttura a volta (Vedi Arte e architettura romana).
Diversa storia e funzione ha l'arco trionfale, a volte erroneamente avvicinato
e confuso con la porta della città. L'arco di trionfo era dedicato
all'imperatore e al suo esercito vittorioso di ritorno da una campagna bellica:
il passaggio sotto l'arco (fornice) costituiva un atto simbolico, una sorta di
rituale di purificazione dopo i massacri compiuti in guerra, necessario per
potere ritornare nuovamente alle attività 'civili' (in origine, per
tale cerimonia si usavano due lance piantate nel terreno). L'arco di trionfo
assunse a Roma forme monumentali (Arco di Giano, Arco di Costantino),
rivestendosi di decorazioni marmoree e rilievi scolpiti. Una volta decaduta la
pratica rituale del trionfo, restò nella tradizione architettonica europea come
struttura con funzione celebrativa ed esornativa; utilizzato in versioni
effimere nelle feste rinascimentali, fu ripreso invece con scrupolo filologico
nel Settecento, in pieno neoclassicismo (Arco di Trionfo di Chalgrin
a Parigi, Arco del Sempione o della Pace di Luigi Cagnola
a Milano).