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ANTROPOLOGIA
Evoluzione:
L'evoluzione dal punto di vista della fisiologia dell'uomo cambia nel tempo, ciò è dovuto alla sua evoluzione rispetto al contesto. Noi oggi siamo un costructos e facciamo un cammino atavico.
La ricostruzione della storia umana include lo studio del comportamento e dell'evoluzione dei mammiferi imparentati più da vicino con gli esseri umani, le proscimmie e le scimmie antropomorfe che, come l'uomo, appartengono all'ordine dei primati. Gli antropologi, psicologi e biologi specializzati in questo settore sono detti primatologi. L'osservazione scientifica può svolgersi nel contesto naturale o in laboratorio. Attraverso lo studio dei primati l'antropologia fisica distingue le caratteristiche tipiche dell'uomo dai tratti che questi ha ereditato dai suoi antenati non umani.
Mondo vitale
Mondo vitale
Nascita vivere e morire morte
Società
Cultura
religiosità
L'uomo vive una dimensione, ovvero il mondo vitale, questo è un cerchio dalla nascita alla fine della vita. Il tragitto che passa da alfa a omega è determinato dalla società in cui vive, dalla cultura che tipizza tale società, dal senso della religiosità/spiritualità della vita.
L'organizzazione cambia con il tempo perché l'uomo ai misura con il contesto e crea modelli di riferimento. Nella professione infermieristica troviamo una cultura diversa perché risponde al contesto e alla spiritualità.
Antropologia
L'antropologia (dal greco ànthropos = 'uomo' e lògos = nel senso di 'studio') è la scienza che studia l'uomo dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella società.
L' antropologia fisica: attiene allo sviluppo fisico (razza, tipi costituzionali, sesso, età, ecc..) le razze ad esempio possono essere differenti nei vari contesti e nelle varie culture.
Le differenze di ordine fisico vanno considerate come un adattamento alle condizioni ambientali. Nella nostra società, per esempio, si apprezzano le persone alte e magre. È probabile, tuttavia, che se individui con questa costituzione fossero costretti a vivere nel Circolo polare artico preferirebbero avere una corporatura più tozza, più adatta a trattenere calore
L'antropologia culturale: attiene all'analisi dell'uomo culturale, quindi la creatività umana, i modi di vita dei vari gruppi umani nel tempo e nello spazio.
L'uomo tende a non riflettere sulla propria cultura perché essa è talmente parte di sé che egli la dà per scontata.
Etnocentrismo:
Chi giudica le altre culture esclusivamente nei termini della propria cultura è detto etnocentrico. L'etnocentrismo impedisce la comprensione delle usanze di altri gruppi e, allo stesso tempo, delle proprie. Se pensiamo che tutto quello che facciamo è la cosa migliore in assoluto, non siamo disposti a domandarci le ragioni né dei nostri comportamenti né di quelli degli altri.
relativismo culturale
Nella maggior parte dei casi l'impatto degli europei con le culture che scoprirono nei loro viaggi provocò shock o rigetto, e ciò non desta meraviglia, poiché l'uomo tende a considerare corretti i propri costumi e le proprie abitudini mentali, e a giudicare immorali o inferiori i modelli diversi. I nostri stessi schemi comportamentali, tuttavia, potrebbero sembrare barbari o strani ad un osservatore che faccia parte di un'altra società. La prospettiva antropologica parte dal presupposto che i costumi e la mentalità di un gruppo debbano essere descritti oggettivamente, e calati nel contesto dei problemi e delle opportunità della società studiata: questo tipo di approccio è detto relativismo culturale. Esso richiede un atteggiamento di empatia e di comprensione, e inoltre impone l'imparzialità dell'osservazione e la verifica delle possibili spiegazioni dei fenomeni; per questa seconda caratteristica va considerato un metodo scientifico. Generalmente il relativismo culturale è ostacolato da 2 comportamenti differenti quanto diffusi:
1. è una tendenza alla valutazione negativa risultante dell'etnocentrismo
2. è la propensione ad un giudizio positivo che spesso prende la forma di un'ammirazione spontanea verso la vita semplice del 'buon selvaggio'
La cultura
Le culture non cambiano ma si perseverano per una tradizione e un modo di essere.
La cultura è il modo di vita totale di un popolo, strutturato in un sistema di simboli e riti che si incorporano nelle istituzioni, si esprimono in oggetti si interiorizzano nella personalità.
Il termine cultura si riferisce allo stile di vita di una società considerato interamente, e non solo a quei tratti che essa stessa considera di più alto livello o più desiderabili
Per lo scienziato sociale non esistono individui o società (per quanto semplici) senza cultura'. Il concetto di cultura riguarda, quindi, innumerevoli aspetti dell'esistenza umana. Alcuni antropologi considerano la cultura come l'insieme di regole o di principi che determina i comportamenti umani. La maggior parte di essi vi include le credenze, gli atteggiamenti, i valori e gli ideali che caratterizzano una particolare popolazione o società.
Cultura come adattamento Vi sono comportamenti culturali che, se portati all'estremo, possono ridurre le possibilità di sopravvivenza di una data società. Per questo, le usanze che riducono le possibilità di sopravvivenza di una società tendono a scomparire. O le persone che vi rimangono fedeli si estinguono, portando con sé le usanze stesse, o queste vengono sostituite, permettendo alla popolazione di sopravvivere Vi sono comportamenti culturali che, se portati all'estremo, possono ridurre le possibilità di sopravvivenza di una data società. Per questo, le usanze che riducono le possibilità di sopravvivenza di una società tendono a scomparire. O le persone che vi rimangono fedeli si estinguono, portando con sé le usanze stesse, o queste vengono sostituite, permettendo alla popolazione di sopravvivere In entrambi i casi le usanze non adattive (quelle che riducono le speranze di sopravvivenza e di riproduzione) sono destinate a scomparire. I costumi di una società che invece favoriscono la sopravvivenza e il successo riproduttivo sono detti adattivi, ed è più probabile che persistano. Si suppone dunque che se una società è sopravvissuta ed è descritta negli annali dell'antropologia (registrazioni etnografiche), gran parte del suo repertorio culturale, se non tutto, sia adattivo, o lo sia stato un tempo. Quando si dice, tuttavia, che un'usanza è adattiva si fa riferimento ad uno specifico contesto naturale e sociale (essa può infatti essere adattiva in un determinato ambiente e non in un altro). Quando si indagano, dunque, le ragioni per cui una società possiede determinate usanze, in realtà si sta studiando l'adattività di queste alle particolari condizioni ambientali di quella società. Molti comportamenti culturali che possono apparire incomprensibili ai nostri occhi si spiegano altresì come risposta di una società a determinate condizioni ambientali.
Le tre modalità di intendere la cultura:
a) cultura come Paideia, basata sull'apprendimento volontario, cosciente, sulla costruzione personale dell'io
b) cultura come concetto differenziale, legata alla storia, alle tradizioni, all'etnia, alla nazione, al paese. In questi contesti si costruiscono i modelli culturali di riferimento
c) cultura come generalizzante, uomo e contesto, natura e cultura ancora si fondono.
Modelli culturali
Si distinguono in
cognitivi. Per apprendere la realtà (linguaggio, idee filosofiche, percezione di se, visioni del mondo, mitologia, ecc..) i neuroni devono connettersi tra informazione (stimolo) e risposta (linguaggio, idee, ecc..)
normativi: che guidano l'azione umana, come le regole, le leggi scritte e non, usanze e costumi. Rousseau: l'uomo è nato libero ma ovunque io lo guardi lo vedo alle catene.
valutativi e valoriali, come il bello il buono, l'onore, la virtù e il coraggio. (nelle culture occidentali uno dei valori dominanti è la richezza, come possesso economico e di consumo). Questi valori sono fortemente legati all'etica e alla morale.
La funzione della cultura è la mediazione, la produzione di significati e la creazione di cornici morali.
Ci sono 2 modi attraverso cui individuare i modelli culturali:
se ci si occupa di usanze esplicite o chiaramente visibili all'interno di una società, il ricercatore appura l'esistenza di queste pratiche e le studia con l'ausilio di una persona bene informata
nel caso in cui l'oggetto in esame sia una sfera del comportamento che comprende numerose variazioni individuali, o quando gli individui studiati non siano consapevoli dei propri modelli di comportamento, l'antropologo deve raccogliere informazioni da un campione di persone allo scopo di individuare il modello culturale
l'antropologia si occupa delle caratteristiche culturali di una SOCIETÀ = gruppo di persone che occupa un preciso territorio e parla la medesima lingua, generalmente non compresa dalle popolazioni vicine (non coincidono con le nazioni: molti stati riuniscono entro i propri confini popoli di lingua differente)
Durkheim: la cultura è un'entità esterna che esercita su di noi un forte potere di coercizione (norme) (non sempre ce ne rendiamo conto)
Antropologia oggi:
a. le comunità sono in contatto reciproco, perché gli uomini sono in cammino, il contatto può essere sia fisico che virtuale.
b. Sincretismo culturale
c. Negoziazione dei significati, abbiamo la necessità di negoziare e mediare, in quanto le espressioni dell'altro sono espressioni che cambiano me. La negoziazione è la mediazione attraverso il corpo.
L'uomo
L'uomo è un sistema complesso, esso è composto da
Natura biologica, natura sociale, natura psicologica. L'antropologia fisica si occupa della natura biologica mentre l'antropologia culturale si occupa della natura psicologica e sociale
Ciclo vitale
1. Ciclo biologico
Sviluppo (0-22) |
Maturità (22-45) |
Inviluppo (45-75) |
Decadenza (75-..) |
2. ciclo sociale
Dipendenza biol. Sociale (0-16/18) |
Ricerca autonomia (16/18-25/30) |
Responsabilità biol. Sociale (25/30-55) |
Autonomia relativa (55-.. |
Dipendenza biol. |
Dipendenza passiva (0-22) |
Indipendenza produttiva (22-60) |
Dipendenza attiva (60-..) |
3. ciclo psicologico
Infanzia (0-8/19) |
Adolescenza (8/10-15) |
Gioventù (15-30) |
Età adulta (30-65) |
Vecchiaia (65-80) |
Senescenza (80-..) |
Malattia:
La malattia nella sua complessità può essere interpretata e valutata in vario modo:
oggettiva - DEASIS
vissuto personale - ILNESS
come status, condizione riconosciuta all'esterno - SICKNESS
Ogni malattia, qualunque malattia, provoca dentro l'essere umano che la vive, risonanze molto più ampie di quanto ci dica la semplice diagnosi.
Una distinzione classica dell'antropologia medica, proposta dai primi anni '70 in ambiente anglosassone, è quella tra disease e illness , volendo descrivere con il primo termine la malattia così come è conosciuta dalla scienza medica, e con il secondo termine l'insieme di sensazioni, emozioni, pensieri e comportamenti correlati, propri della percezione soggettiva dell'essere ammalato del paziente.
Per usare le suggestive parole di un autore, Cassel (1976) che si è occupato ampiamente dell'argomento, : "illness è ciò che il paziente sente quando va dal dottore, disease è ciò che egli ha quando torna a casa dall'ambulatorio".
Nella medicina tradizionale occidentale l'attenzione alla illness del paziente è stata generalmente trascurata.
Ai medici solitamente interessano i sintomi, ma non la descrizione emotiva che le persone danno del proprio malessere: la definizione della malattia, infatti, spetta al clinico ed è la disease.
I medici e il personale sanitario si occupano di disease, i pazienti percepiscono delle illness.
Delle illness fanno parte le sensazioni fisiche che proviamo quando siamo ammalati, i nostri sentimenti e pensieri, e anche i nostri comportamenti, che non sempre corrispondono alla logica della disease,proprio perché tengono in largo conto la più vasta e complessa dimensione dei propri vissuti soggettivi.
La illness perciò è fortemente influenzata dalla cultura: ogni sistema sociale ha elaborato propri concetti di malattia che servono a spiegarne l'origine, le ragioni per cui ha colpito proprio quella persona e in quel momento, quali ne possono essere le conseguenze e le possibili strategie terapeutiche.
Modello antropologico universale
Infrastruttura: consiste nelle attività etiche e comportamentali con cui ogni società soddisfa i bisogni di sussistenza attraverso le modalità di produzione (e quindi di riproduzione). Si valutano le risorse che si hanno e come accedervi. Se sei in Colombia devi capire la cultura di quella popolazione!!
Struttura: consiste nelle attività economiche, politiche e comportamentali che permettono l'organizzazione delle società in gruppi (famiglie e gruppi di varia natura) che, scambiano merci e lavoro dando vita ad economie familiari o a economie politiche. È essenzialmente l'economia.
Sovrastruttura consiste in comportamento e pensiero volto allo sviluppo delle attività artistiche, religiose ed intellettuali. Corrisponde alla spiritualità, legata alla malattia e alla salute. Come vivo la malattia, nesso causa effetto. Per molte culture la malattiaè mandata da un essere superiore. Se le culture vivono nella spiritualità è questo che determina il senso della vita.
Metodo emico etico:
deriva da fonemico e fonetico
analisi della comunità: assistenza infermieristica. L'analisi della comunità può essere svolta in 2 metodologie differenti:
dalle stesse persone che vivono nella comunità, vivo i problemi dal di dentro (emico). EMIC fa riferimento agli aspetti generici, non professionali. Analisi emica: significati soggettivi condivisi da un gruppo sociale
dalle persone che vengono dal di fuori, do un mandato di ricerca (etico). Fa riferimento alla assistenza professionale. Analisi etica concerne lo sviluppo ed applicazione di modelli desunti dalle categorie teoriche e formali
Struttura dei valori umani:
Potere: si può esprimere bilanciato o sbilanciato sia in senso positivo che in senso negativo (società egualitarie)
Conseguimento: riconoscimento dei valori
Stimoli: il valore della qualità della vita è un valore inestimabile
Auto direzione: senso di percezione di sé, capacità di un uomo nell'indirizzare le proprie scelte, rispetto di sé
Universalismo: valori che appartengono a tutti gli uomini. Attenzione al concetto del non conflitto. Il conflitto appartiene alla società e alle classi che ivi vi appartengono. Tanto più le classi sono differenti tanto più i conflitti sono aspri.
Giustizia: la comunità si è data delle regole condivise ed eque
Nelle famiglie ci sono modelli di riferimento, come comportamentali. Noi guardiamo a quel modelli con interesse perché attribuiamo valori. Il tabù dell'incesto è un valore
Terminologie
Relativismo culturale: analizza le diverse culture umane eliminando ogni giudizio di valore preconcetto e dimostra che non esiste una modalità scientifica per considerare una cultura superiore o inferiore ad un'altra. La comprensione antropologica (e del nursing) sospende ogni giudizio già formulato e analizza i fenomeni culturali "andando a vedere come stanno le cose" verificando sul campo ogni asserzione
Etnia: è il segmento di una società più ampia
Identità: l'identità dal punto di vista antropologico viene considerata come una modalità di relazione e poggia sul sentimento di appartenenza. Quando l'individuo nasce trova nel suo contesto le regole basate su permessi e divieti che saranno determinanti per il senso di appartenenza al gruppo.
Alterità: nell'alterità è implicita la diversità e non l'inferiorità. La diversità va riconosciuta per la sua differenza e non valutata negativamente soltanto perché presenta caratteri non uguali all'identità di chi la osserva. Ampliamento orizzonti!!
Multiculturalità: la molteplicità delle culture da vita a due filoni di pensiero, condivisione con le culture altre poiché creano ricchezza culturale; la convivenza deve poggiare su ciò che è comune e non sulle differenze. In entrambi i casi però, si ha la consapevolezza di far parte di una realtà sociale variegata, multiculturale.
Il corpo è la cartina tornasole della situazione psichica e sociale: è il testimone di una realtà, di una memoria di una condizione. Osserviamo i corpi e riusciamo a capire molto degli uomini.
Empatia: è una dimensione antropologica e un processo psichico che favorisce l'assorbimento diretto dello stato emozionale tra due persone, creando un rapporto reciproca collaborazione e di riconoscimento
Darwinismo sociale (Charles Robert Darwin)
Il darwinismo sociale è una teoria secondo la quale un aspetto particolare della teoria evolutiva o teoria della selezione naturale sarebbe applicabile alle popolazioni umane. Herbert Spencer, scienziato contemporaneo di Charles Darwin ed altrettanto popolare, interpreta questa teoria per la «selezione dei più adatti» (Survival of the fittest).
Le tesi evoluzioniste sono esposte da Spencer già in Social Statistic pubblicato nel 1851, che ripropone le vecchie tesi del Malthusianesimo, che accenna alla lotta per la sopravvivenza e alla selezione naturale. Al contrario di quello che si potrebbe credere, il Darwinismo sociale di Spencer precede le teorie di Darwin esposte per la prima volta in Origin of Species del 1859, quest'ultima opera invece pone solide basi teoriche ai precedenti lavori di Malthus e Spencer, basandosi su accurate osservazioni naturalistiche su animali. Charles Darwin tuttavia non sposerà mai le tesi razziste e sessiste. Il Darwinismo sociale suggerisce dunque che l'eredità (i caratteri innati) avrebbe un ruolo preponderante in rapporto all'educazione (i caratteri acquisiti). Si tratta quindi di un sistema ideologico che vede nelle lotte civili, nelle ineguaglianze sociali e nelle guerre di conquista nient'altro che l'applicazione alla specie umana della selezione naturale. Secondo la teoria vi è quindi una spiegazione biologica alle disparità osservate tra le società nella traiettoria unica della storia umana: i popoli meno «adattati» alla lotta per la sopravvivenza sarebbero rimasti «relegati» allo stadio primitivo concettualizzato dai seguaci dell'evoluzionismo antropologico.
Sul piano politico, il darwinismo sociale servì a giustificare il colonialismo, l'eugenetica, il fascismo e soprattutto il nazismo. In effetti, quest'ideologia considera legittimo che le «razze umane» e gli esseri più deboli scompaiano e lascino il posto alle razze ed agli esseri meglio armati per sopravvivere..
La posizione di Charles Darwin sul razzismo
Darwin inizia il capitolo sulle razze umane, nel suo volume The descent of man, definendole innanzitutto "cosiddette razze". Più avanti, nello stesso capitolo, esamina gli elementi che possono far propendere per considerare le differenze morfologiche fra gli umani come differenze di specie e gli elementi contrari. Fra i primi affronta quello della infertilità degli incroci, un elemento che potrebbe provare in modo inconfutabile l'esistenza di specie e quindi di razze umane diverse. Darwin riporta una tesi, sostenuta da alcuni, secondo cui alcuni incroci non sarebbero fertili e ne denuncia la vera origine, ossia il fatto che spesso i neonati di determinati incroci vengono assassinati, una denuncia questa che circostanza con le fonti delle denunce di varie polizie e che collide con l'idea di un Darwin razzista.
Le conclusioni del volume sono quanto di più distante si possa concepire dall'idea non solo dell'esistenza di razze diverse ma della supremazia dell'uomo sulle altre specie, quelle non umane; nelle parole di Darwin: "l'Uomo porta ancora impresso sul suo corpo il marchio indelebile della sua umile origine".
Correnti antropologiche
Hegel (filosofo tedesco): ipotizza l'esistenza di una continua evoluzione, iniziata con un unico uomo in grado di godere della libertà
A. Comte (illuminismo): Discepolo di Henri de Saint-Simon, è generalmente considerato l'iniziatore del positivismo. Comte coniò il termine 'fisica sociale' per indicare un nuovo campo di studi. Questa definizione era però utilizzata anche da alcuni altri intellettuali suoi rivali e così, per differenziare la propria disciplina, inventò la parola sociologia. Comte considerava questo campo disciplinare come un possibile terreno di produzione di conoscenza sociale basata su prove scientifiche. Volendo sbarazzarsi della metafisica, esalta quasi religiosamente la conoscenza scientifica che mira a osservare per conoscere senza apriorismi. Si richiama comunque a Kant e Leibniz affermando che nell'uomo esistono disposizioni mentali spontanee.
Il libro che secondo la maggior parte degli storici segna l'inizio del Periodo positivista è il Corso di Filosofia Positiva.
legge dei 3 stadi, teologico, metafisico e positivo
Stato teologico:
chiamato anche età teologica o «fittizia», corrisponde quello dell'infanzia
dell'umanità;
nella quale la ricerca delle causa dei fenomeni
viene attribuita ad esseri soprannaturali, dapprima ai feticci delle religioni animistiche poi alla pluralità di divinità
politeista
e alla fine all'unico Dio monoteista.
Questa è l'età dell'immaginazione in cui gli uomini sono sottoposti a regimi
come il Papato, che detiene il potere spirituale, e la casta militare, che
detiene quello temporale (es. Medioevo).
Stato metafisico: chiamato anche
età metafisica o «astratta», corrisponde a quello dell'adolescenza
o giovinezza del pensiero; in cui gli agenti soprannaturali sono rimpiazzati da
forze astratte: la «Natura» di Spinoza,
il «Dio geometra» di Cartesio, la «Materia» di Diderot,
la «Ragione» dell'Illuminismo.
Questa epoca è un'evoluzione rispetto al pensiero antropomorfico
anteriore ed anche sul piano politico porta ad una maggiore consapevolezza
degli uomini, con libertà di coscienza e sovranità popolare. Ma il pensiero
resta prigioniero dei concetti filosofici astratti e universali. Si rapporta la realtà
a dei principi primi. È il «Metodo del filosofo» di Auguste Comte.
Stato positivo: chiamato anche età positiva, è descritto come «lo stato virile della nostra intelligenza», esso comporta lo sviluppo della filosofia positiva.
Diffusionismo culturale: reazione dei primi del XX secolo. La principale fonte di differenze e somiglianze culturali, non è la capacità di inventiva della mente umana, ma la tendenza degli uomini ad imitarsi fra loro (quindi la cultura per diffusione)
Evoluzionismo: esistenza della società secondo lo sviluppo di fasi successive. Oggetto di studio per i primi antropologi non fu una determinata società o cultura, bensì la totalità della cultura umana nella sua estensione temporale e spaziale. Il problema che ossessionava gli antropologi evoluzionisti era il problema delle origini, e le domande che si ponevano erano: qual è l'origine della religione, della famiglia, delle strutture economiche? Si impose un modello generalizzato che vedeva degli stadi e delle tappe nello sviluppo della civiltà.
Secondo le teorie di HERBERT SPENCER come nel mondo sociale è possibile rilevare un'evoluzione dalle organizzazioni semplici a quelle più complesse, e un progresso dei sistemi sociali nei settori economici, politici e religiosi, così nel mondo naturale è possibile osservare una differenziazione delle specie e un miglioramento costante nella capacità di adattamento all'ambiente.
Attraverso le ricostruzioni fantasiose dei primi evoluzionisti, si creò un'immagine del primitivo del tutto mitica, caratterizzata dalla magia e dalla stregoneria, dalla promiscuità sessuale, ecc.. L'evoluzionismo giustificò il razzismo e le guerre coloniali, in quanto i popoli civili dovevano imporre il progresso ai popoli arretrati e selvaggi.
Lewis Henri Morgan: nel suo famoso testo "Ancient Society" (la società antica) divide l'evoluzione culturale nei seguenti tre periodi:
selvaggio
barbaro
civilizzato
tale evoluzione poteva essere meglio compresa una volta che si fosse stabilito un certo numero di periodi che egli chiamò etnici, ciascuno dei quali rappresentava una distinta condizione della società e distinguibile per un un modo di vita ad esso peculiare. La sucessione dei periodi etnici era quella espressa dalla sequenza "selvaggio-barbaro-civilizzato" con l'aggiunta di 3 sottoperiodi, inferiore, intermedio, superiore per ciascuna delle prime 2 epoche. . stato selvaggio, barbarie e civiltà, con le loro relative suddivisioni, apparivano così come tre distinte condizioni connesse l'una all'altra in una sequenza di progresso tanto naturale quanto necessaria.
La disciplina per tutto l'Ottocento fu dominata da coloro che, come Morgan, ipotizzavano che le somiglianze indicassero che i differenti gruppi fossero passati attraverso i medesimi stadi di evoluzione culturale.
L'autore evoluzionista che mitigò i modelli più rigidi fu EDWARD BURNETT TYLOR. Egli pubblicò nel 1871 Cultura primitiva, studio articolato sullo sviluppo delle idee religiose. Taylor ha formulato un concetto di cultura che include le conoscenze, le credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità o attitudine acquisita dall'uomo in quanto membro di una società. Questa definizione afferma che la cultura si ritrova ovunque in ogni popolo, anche il più selvaggio, che è un insieme complesso e che ha la caratteristica di essere acquisita.
Taylor tenta di rintracciare l'origine delle forme religiose, e pensa di scoprirle nell'animismo, ovvero nella credenza nelle anime e negli esseri spirituali in genere. Anche Taylor non resiste alla tentazione di determinare fasi nello sviluppo della religione, fasi che comprendono il manismo (culto dei defunti), il feticismo (culto dei feticci o di oggetti ritenuti sacri), il politeismo e infine il monoteismo
L'evoluzionismo perse egemonia in seguito alle accurate critiche di FRANZ BOAS, che pubblicò nel 1896 un celebre saggio dal titolo I limiti del metodo comparativo dell'antropologia, che è una contestazione radicale delle tesi evoluzioniste.
Per dimostrare la fragilità teorica degli evoluzionisti Boas portò centinaia di esempi relativi alla differente origine dei fenomeni culturali. Gli evoluzionisti erano convinti che il totemismo fosse nato dall'associazione di più famiglie entro un più ampio clan, che aveva scelto come antenato mitico un animale. Boas mostrò che il totemismo e la scelta del totem nascono in situazioni esattamente contrarie, consistenti nella scissione di tribù molto numerose in segmenti meno ampi come i clan, che si scelgono, una volta separati, un totem come antenato mitico.
Quando si postulava la priorità della discendenza matrilineare su quella patrilineare, Boas mostrò come tra gli Indiani della costa americana del Pacifico fosse accaduto esattamente il contrario.
Franz Boas fondò la scuola antropologica statunitense. Fu specialista di geografia, linguistica, scienze naturali, archeologia e studiò a fondo i nativi americani con spedizioni sul campo. Raccolse un'enorme quantità di dati etnologici riguardanti usi, costumi, arte mitologia, rituali degli Indiani della costa settentrionale del Pacifico. Fu attento osservatore dei fatti sociali, ed evidenziò la dimensione storica dei fenomeni culturali.
Franz Boas studiò in particolare i
fatti umani concreti, le lingue e la mitologia, raccogliendo una vastissima
massa di dati. Egli sostenne che un fenomeno culturale, anche se compare in
varie culture, può avere ragioni e motivazioni totalmente diverse, confutando
le generalizzazioni degli evoluzionisti. Descrisse il potlatch, un
complesso cerimoniale di ostentazione di ricchezza realizzato in grandissime
feste, in cui un capo decide di sommergere gli avversari con fastosissimi
banchetti, regali e distribuzione di beni. In tale pratica si nasconde l'idea
di ottenere una supremazia attraverso la generosità e
Franz Boas (il relativismo culturale). Non esistono forme più o meno elevate di cultura. Termini come stato selvaggio, barbarie e civiltà esprimono l'etnocentrismo di coloro che ritengono il loro modo di vivere l'unico rispetto ad altri popoli. Boas dimostrò che razza, linguaggio e cultura erano indipendenti dalla condizione umana.
Egli sosteneva che ogni cultura ha una sua storia unica con una ben definita durata. Per comprendere e studiare una determinata civiltà il metodo migliore è quello di ricostruire il suo iter storico unico e particolare.
Diffusionismo: i fatti sociali hanno avuto origine in posti precisi dai quali si sono diffusi in altri. Malgrado l'evoluzionismo dominasse il pensiero tardo-ottocentesco, vi fu anche la corrente diffusionista, che mirava ad analizzare i fenomeni culturali in base alla loro diffusione in aree geografiche e la loro persistenza in aree storiche chiamate da Wissler "aree cronologiche e temporali". Uno degli autori più interessanti della scuola diffusionista fu W. SCHMIDT (1868-1954). La sua scuola, nota anche come "scuola di Vienna", si occupò dell'origine dell'idea di Dio e dell'antropologia religiosa. Numerosi ricercatori ed etnologi furono spinti dallo Schmidt a ricerche sul campo per analizzare le idee religiose di popoli primitivi in Africa, in Asia e nelle Americhe.
Funzionalismo: spiega i fatti antropologici in base alla funzione che hanno all'interno della società La teoria funzionalista vede il suo principale rappresentante in BRONISLAW MALINOWSKI (1884-1942). La scuola funzionalista privilegia la ricerca sul campo e l'osservazione diretta dei fenomeni culturali.
Malinowski infatti visse a lungo in Melanesia, studiando la popolazione dei Trobriandesi. La sua opera Gli Argonauti del Pacifico occidentale resta un modello di monografia antropologica. Il testo inaugura una nuova epoca, in quanto l'osservazione partecipante permette all'antropologo di entrare nel cuore dei problemi culturali e di capirne il significato.
Struttural funzionalismo: considera la società come la realizzazione di strutture sociali e mentali
Strutturalismo: CLAUDE LEVI-STRAUSS è l'esponente di spicco dell'antropologia strutturale francese, corrente di pensiero sviluppatasi a partire dagli anni 50.
Influenzato dalla linguistica strutturale e dalla nozione del linguaggio inteso come sistema di segni, egli avvicina l'antropologia alla semiologia (scienza generale dei segni) per arrivare a una teoria generale del significato.
I campi d'indagine di Lévi-Strauss
sono stati la parentela e
Il tabù dell'incesto implica quindi la prescrizione dell'esogamia (sposarsi al di fuori del gruppo ristretto dei parenti).
Secondo Lévi-Strauss le società organizzano sistemi di comunicazione almeno a tre livelli come la comunicazione linguistica, in cui si scambiano messaggi, la comunicazione dei beni economici, in cui si scambiano i prodotti, e il sistema degli scambi matrimoniali, in cui circolano le donne che sposandosi stabiliscono relazioni di affinità.
Antropologia interpretativa: si interessa sul significato e sul simbolismo dei fatti sociali, e dal fatto concreto alla persona coinvolta. Dall'inizio del 1970 se da un verso si intensificano gli studi antropologici, dall'altro si verifica una crisi teorica, quella che è stata chiamata "crisi della rappresentazione etnografica": si indaga sulla affidabilità degli informatori e sulla capacità dell'etnologo di comprendere le culture indigene. L'antropologia interpretativa, rappresentata da Clifford Geertz, propone di interpretare le culture come fossero dei "testi", ipotesi che impone la necessità di una "traduzione"; in questo senso traduzione e interpretazione sono le due modalità per comprendere le culture altre e diverse.
Attualmente la dimensione interpretativa ha postulato il metodo della "negoziazione dei significati": l'antropologo scende a patti con il suo gruppo di ricerca e con gli informatori, interpretando i significati dei fenomeni culturali in base a una transazione, in cui il punto di vista "interno", quello dei nativi, viene confrontato esplicitamente con il punto di vista "esterno", quello dell'antropologo, che implicitamente opera con metodo comparativo. Attualmente la situazione nel mondo implica di interpretare i fenomeni di sincretismo culturale. Oggi le comunità sono in contatto reciproco, la civiltà occidentale ha invaso in maniera pervasiva l'intero pianeta, sconvolgendo gli equilibri sia culturali che ecologici, e imponendo una serie di situazioni che hanno scardinato le strutture socioculturali originarie dei popoli di interesse etnologico.
Madeleine M. Leininger
Ci sono tre punti del pensiero leiningeriano:
La teoria della diversità e dell'universalità della culture care
Il modello del sole nascente
Il metodo entonursing
Nel 1955, infatti, lavorando con i
bambini nell'ambito della psichiatria infantile,
Quando non trovò le risposte
cominciò ad attingere ad altre discipline, ed è proprio in questi anni che
E' stata molto attiva nel nursing, nell'insegnamento, nella ricerca e nell'antropologia.
· Fase I: l'infermiere acquisisce consapevolezza e sensibilità rispetto alle differenze e somiglianze dell'assistenza culturale
· Fase II: L'infermiere approfondisce la teoria dell'assistenza infermieristica e dei risultati della ricerca con le competenze acquisite in assistenza culturale
· Fase III: l'infermiere utilizza in modo creativo e pratico i risultati della ricerca con prove documentate per ottenere pratiche assistenziali culturalmente adeguate e valuta i risultati.
L'infermieristica transculturale è assai creativa e richiede la conoscenza di specifiche culture e dei rispettivi modi di vivere l'assistenza e il sistema sanitario ponendo il proprio interesse principale sul confronto delle differenze e delle affinità esistenti tra le credenze, i valori e gli stili di vita delle culture nell'ambito dell'assistenza agli esseri umani al fine di offrire un'assistenza sanitaria culturalmente congruente, utile e valida.
I costrutti di cultura e assistenza
rappresentano i due più importanti domini transculturali che richiedono uno
studio approfondito delle persone per acquisire il bagaglio di conoscenze
necessario per guidare il pensiero, le azioni o le decisioni degli infermieri:
senza questo tipo di preparazione, gli infermieri potrebbero mostrare
incompetenza o assumere decisioni inappropriate. Per
Nursing Tramsculturale ed obiettivi
Far fronte ad una realtà sempre più multietnica
Analizzare i diversi comportamenti nelle diverse culture per sviluppare pratiche assistenziali specifiche per ogni cultura ed universali
Scoprire i valori culturali, le credenze e le pratiche di nursing di specifiche culture per prestare un'assistenza che si modelli sui specifici bisogni culturali dell'utente paziente.
I principi transculturali del nursing secondo
Il nursing transculturale richiede in primo luogo la comprensione del proprio universo culturale di riferimento e dei propri modi di approcciarsi a un'altra cultura e di aiutare gli altri. Le azioni assistenziali debbono essere guidate dalla conoscenza transculturale
ogni cultura ha in se specifiche credenze, valori e modelli di assistenza e guarigione
è un diritto umano che ogni cultura abbia propri valori, credenze e pratiche di riferimento rispettati e compresi nei servizi per la salute
nelle culture occidentali l'assistenza transculturale così come le credenze e le pratiche possono variare nel tempo
valori, significati e modelli culturali di assistenza su base comparativa sono fonti fondamentali di nursing transculturale
la conoscenza e le pratiche emic di assistenza popolare o tradizionale e le pratiche etic di assistenza professionale hanno spesso basi di riferimento che devono essere attentamente valutate.
La teoria fa riferimento sia alle similarità che alle differenze.
I principi transculturali del nursing secondo
Il linguaggio verbale e non verbale, con i suoi simboli e significati è determinante, in special modo nella comunicazione terapeutica. L'assistenza transculturale fa un forte e determinante riferimento al principio ed al rispetto dei diritti umani contrari a pratiche non etiche.
Modello del sole nascente di m. Leininger
Il modello del sole nascente è uno strumento, una guida per analizzare il contesto culturale ed il valore del prendersi cura
Madeleine Leininger teorizza il modello del sole nascente per:
far fronte ad una realtà multietnica
analizzare la situazione assistenziale sia del singolo che di una comunità
conoscere la culture care x offrire un'assistenza culturalmente possibile
E' costituito a 4 livelli: 3 per comprendere l'assistenza presente in quella cultura, 1 per conoscere l'appliazione pratica dell'assistenza (genetic or folk systems, Nursing care, Professional System(s)
Nel suo approccio si usano tre modalità:
conservazione, mantenimento della culture care
adattamento/negoziazione: attraverso la fusione di culture e valori diversi trovare una forma assistenziale che porti benefici al pte
ristrutturazione della culture care: messa in atto di una forma assistenziale che tenga conto sia della cultura del pte, sia di altre cose provenienti da altre culture che possa essano utili
Etnonursing:
il termine etnonursing si riferisce ad un metodo di ricerca qualitativa che si incentra su pratiche induttive (emic) per documentare, descrivere, spiegare e interpretare i significati, i simboli e le esperienze di vita correlate a fenomeni assistenziali in uso o potenziali.
E' un metodo di ricerca di tipo induttivo, qualitativo,centrato sulla persona, sull'utente, finalizzato alla conoscenza di forme di assistenza e della relativa influenza sulla salute e sul benessere delle persone. Aiuta le infermiere a comprendere e documentare sistematicamente il significato delle esperienze quotidiane delle persone relativamente care, alla salute e al benessere.
Durante il processo di ricerca di etnonursing si usano i seguenti criteri di valutazione:
a) credibilità dei dati
b) confermabilità dei dati
c) significatività dei dati
d) ricorrenza
e) saturazione (possibilità di avere tutte le informazioni possibili)
f) trasferibilità (possibilità di trasferire i dati ad altri contesti simili)
Modello della competenza culturale di Pursell e Paulanka
Tale modello sviluppato nel
Il modello è rappresentato iconograficamente come un circolo il cui bordo esterno rappresenta la società globale che include: la comunicazione globale, la politica, i conflitti, i disastri naturali, gli scambi commerciali ed educativi, l'information technology, gli avanzamenti nelle scienze della salute e le sempre maggiori opportunità da parte delle persone di spostarsi e interagire con gli altri individui. Inoltre in questo primo macro aspetto del modello abbiamo gli eventi globali trasmessi dai media elettronici e digitali che socializzano, direttamente o indirettamente, tutte le società e che inconsciamente influenzano gli stili di vita e le visioni del mondo delle persone.
Il secondo bordo rappresenta la comunità che è un gruppo di persone che hanno un comune interesse o identità. La comunità include le caratteristiche sociali, fisiche e simboliche che sono la causa della connessione tra individui. L'età, la religione, lo stato civile, la politica delineano il concetto sociale di comunità. Sono caratteristiche simboliche di una comunità condividere uno stesso linguaggio, stile di vita, storia, vestiti o arte. Gli individui interagiscono con la comunità attivamente e passivamente e possono cambiare volontariamente la comunità di riferimento quando i loro bisogni fisici, ociali e simbolici non possono essere presi in considerazione.
Il terzo bordo rappresenta la famiglia, in altre parole il concetto che lega due o più persone, unite affettivamente che vivono spesso in stretta vicinanza ma anche persone che non hanno legami di parentela ma che hanno significato profondo per la vita di una persona. La struttura famigliare e i ruoli al suo interno cambiano in accordo con l'età, generazione, stato civile, immigrazione, rilocazione, status socioeconomico, e tutto ciò richiede un ripensamento sulle strategie di vita e sui modi di vivere.
Un quarto circolo, più interno rappresenta la persona che è un essere bio-psico-socio-culturale, che è in adattamento continuo con la comunità. Gli esseri umani si adattano sia biologicamente che fisiologicamente al processo di invecchiamento, psicologicamente alle relazioni sociali, allo stress, poiché interagiscono con la società dinamica ed etnoculturalmente dentro la più vasta società globale. La concezione prettamente individualistica della persona nelle culture occidentali lascia poco spazio a forme di pensare la persona come gruppo comunità in altri tipi di contesto. (distinzione tra persona ed individuo: individuo è una entità biologica con una propria complessità, la persona è un prisma fatto di esperienze, ruolo che riveste, età, sesso.)
L'interno del cerchio è diviso in 12 spicchi che rappresentano i diversi significati di cultura. Tali concetti sono tra loro correlati e si modificano vicendevolmente nei loro significati simbolici.
Il cerchi nero centrale raffigura i fenomeni sconosciuti della cultura di riferimento, nel basso del modello abbiamo una linea discontinua che indica il concetto non lineare di consapevolezza e competenza culturale da parte dell'operatore sanitario o delle organizzazioni sanitaire
In sintesi: il modello oleografico della complessità assistenziale può essere usato da tutti gli operatori sanitari nei diversi contesti ambientali
Tutti i modelli prendono in considerazione l'aspetto spirituale
Orientamento temporale
i
Modello compinha Bacote
Il modello è applicabile al contesto di un individuo, di una famiglia, o di una comunità. Il modello identifica:
1. la consapevolezza culturale,
2 la conoscenza culturale,
3 le abilità culturali,
4 gli incontri culturali
5. desiderio culturale come costruzioni di competenza culturale.
Le cinque aree hanno un rapporto interdipendente
1. La consapevolezza culturale consiste nell'autoanalisi sulle conoscenze di altre culture
2 La conoscenza culturale è definita come una ricerca di informazioni sulle altre culture sia per quanto concerne la salute che per quanto concerne la malattia
3.l'abilità culturale è la capacità di condurre una valutazione culturale per raccogliere i dati culturali relativi al problema attuale del paziente
4 Incontri culturali sono il processo che incoraggia il professionista sanitario ad interagire con altre etnie di culture differenti allo scopo di modificare i propri stereotipi e preconcetti
5 Il desiderio culturale è la motivazione del professionista sanitario ad divenire culturalmente edotto al fine di raggiungere una competenza culturale. "
La religione:
tutte le società posseggono sistemi di credenze ai quali è possibile applicare il termine religione. Si definisce religione qualsiasi complesso di atteggiamenti, credenze e pratiche che fanno riferimento a potenze soprannaturali
in tutte le società vi sono specialisti magici o specialisti religiosi. È possibile individuarne i seguenti 4 tipi:
lo sciamano (uomo delle comunità di rango elevato che si occupa di guarigioni)
il fattucchiero o stregone (uomini e donne di rango basso di cui si ha timore poiché si pensa possano provocare malattie, danni o morte) Poiché i fattucchieri, per le proprie magie, impiegano dei materiali, le prove della pratica della fattucchieria possono venire trovate e i presunti fattucchieri spesso vengono uccisi a causa delle loro attività malvagie. Ciò, invece, è difficile che accada agli stregoni. Tuttavia, ciò non ha impedito di accusare e di uccidere chi venga considerato colpevole di stregoneria.
il medium (sono di solito donne, si ritiene siano possedute dagli spiriti, hanno manifestazioni come tremori, convulsioni, attacchi ed amnesie temporanee)
il sacerdote (generalmente uomini che si occupano a tempo pieno di officiare cerimonie pubbliche)
religioni prevalenti: monoteiste e politeiste
buddismo
cristianesimo
ebraismo induismo
islamismo
buddismo |
buddha |
vinaja |
La vita è sofferenza e dolore |
nirvana |
cristianesimo |
bibbia |
Gesù cristo |
chiesa |
Resurrezione dei morti |
ebraismo |
bibbia |
Dio |
sinagoga |
Muro occ.gerusalemme |
induismo |
Shiva |
I veda |
templi |
Le caste |
islamismo |
maometto |
corano |
moschea |
Fede in un solo Dio,credenza nel giudizio universale |
Concetto di individuo
La persona umana è un soggetto attivo, storicamente, culturalmente e socialmente situato. Le sue potenzialità trovano possibilità di espressione e di attuazione in uno specifico contesto ambientale. Quest'ultimo pone vincoli e impedimenti, nonché offre opportunità e risorse in modo ineguale ai singoli individui. Le persone sono quindi agenti sociali che costruiscono significati nella loro interazione con gli altri.
Concetto di ambiente socio antropologico
L'ambiente sociale è un contesto gerarchico creato storicamente. Le disuguaglianze di potere e di accesso alle risorse tra gli individui non sono naturali ma storiche e modificabili
Le mutevoli forme della comunità
Villaggio: agglomerato di uomini e case, un'unità sociale con scopi di produzione economica, di governo, di religione e di scambi sociali.
Città: lo sviluppo fisico ed economico della città ha modificato e cambiato i rapporti che sono molti e superficiali. Inoltre, la specializzazione delle funzioni e degli interessi impediscono agli uomini di sentirsi parte attiva della comunità.
Metropoli: si differenzia esteriormente dalla città per la grandezza e per un diverso e più ampio mercato delle attività economiche
Le comunità aspaziali
Sono comunità in crescita dato il progresso tecnologico. Gli uomini possono allontanarsi senza interrompere le loro relazioni. Conoscersi senza essere mai stati in presenza fisica.
comunità simboliche: idee, modelli culturali comuni (Verdi, Italia Nostra, associazioni di volontariato, ecc..) non necessitano di basi territoriali
comunità biopsicologiche: costituite da individui o gruppi i cui rapporti si basano su forme di socialità biologica e culturale (es. zingari, comunità di extracomunitari, rumeni, filippini, polacchi, russi, ecc..)
evoluzione storica di comunità
l'insieme delle persone e delle
relazioni sociali che appartengono ad un medesimo spazio geografico
territoriale (comune, quartiere, distretto) entro il quale vi sono variabili
significative, tipo: attività, riflessioni, trasformazioni, affetti, scambi tra
individui, gruppi, ambiente, bisogni e risorse. Queste caratteristiche le
troviamo in quelle che oggi unanimemente definiamo comunità locale. La comunità
locale è un insieme sociale organizzato anche a livello politico amministrativo
collocato in un sistema più ampio quale può essere lo Stato,
Profilo antropologico
Storia della comunità
Analisi dei valori condivisi
Atteggiamenti sociali, gradi di coesione o elementi di disgregazione.
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