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CHARTRES
Vista da lontano, la cattedrale di Notre Dame di Chartres sembra un vascello
misterioso velato dalla distanza che naviga sulla distesa ondeggiante dei campi
di grano. E solo all'ultimo momento, al di là del ciglio dell'ultima collina,
che si rivela improvvisamente la città, distesa ai suoi piedi come una coperta
lavorata a patchwork, con toppe di tetti punteggiati di tegole, pinnacoli, tetti
aguzzi e campanili. Le strade strette, fiancheggiate da case in legno e malta
di calce, scendono verso il fiume che è attraversato da una serie di ponti a
schiena d'asino. E per queste strade tortuose e su questi ponti che per un
millennio sono passati, salmodiando, i pellegrini che si recavano a rendere
omaggio alla Regina dei Cieli nella sua dimora terrestre. Qui venne San
Bernardo a bandire una Crociata e qui venne a farsi incoronare re il francese
Enrico IV. Ed è qui che venivano gli studenti ad ascoltare l'insegnamento dei
maestri di Chartres.
La storia
di Chartres e della sua cattedrale Dalle
testimonianze archeologiche sappiamo che Autricum,
La fama intellettuale di Chartres aumentò con l'arrivo nel 990 di Fulberto, il
"venerabile Socrate dell'Accademia di Chartres" , venuto ad insegnare alla
scuola della cattedrale. Nei duecento anni successivi essa fu una delle massime
istituzioni scolastiche dell'Europa medievale finché, con la fondazione
dell'Università di Parigi nel 1215, non iniziò il suo declino. Sotto il vescovo
Fulberto un grande incendio distrusse la cattedrale nel settembre del 1020.
Entro il 1024 si era già completata una cripta nuova, grandissima, la più
grande costruita in Francia ancor oggi. Con i capitali messi a disposizione da
Roberto re di Francia, da Canuto re di Inghilterra e di Danimarca, da Guglielmo
IV duca di Aquitania, da Riccardo duca di Normandia e da Eudes, conte di
Chartres-Bois, la nuova cattedrale romanica era quasi ultimata alla morte di
Fulberto nel 1028. Fu a causa di un altro incendio avvenuto nel 1030 che si
dovette aspettare fino al 1037 per la cerimonia di consacrazione.
Un secolo più tardi, sotto i vescovi Goffredo di Leves ( 1115 - 1149 ) e
Goslein de Musy ( 1149 - 1156) la cattedrale di Fulberto venne ampliata sul
lato ovest, dapprima con la costruzione di una torre campanaria isolata a nord-ovest
che in origine aveva una cuspide di legno. Poi nei decenni che seguirono si
costruì la torre meridionale, con un'elegante cuspide ottagonale di pietra che
si elevava altissima sulla chiesa di allora, assai più bassa di quella attuale.
Le cripte vennero allungate per portarsi fino alle due nuove torri, fra le
quali venne eretto un magnifico portale scolpito detto Portale dei Re. La
schiera delle rigide figure del portale ovest sembra stia per cominciare a
rappresentare uno dei misteri medievali; sui gradini della cattedrale e sopra
le teste delle singole figure sono disposte oltre 200 figurine che narrano i
grandi misteri della nascita e morte di Cristo, l'Ascensione e il ritorno in
gloria alla fine dei tempi, con brevi intervalli per narrare le fatiche umili e
intellettuali di questo mondo.
La
cattedrale gotica
Nella notte del 10 giugno 1194 un altro incendio distrusse la città di Chartres
e la cattedrale fu ridotta ad un ammasso di ceneri. Si salvarono solo le
cripte, le due torri occidentali appena completate e il portale dei Re. Il
resoconto viene da un libro del '300. Vi si narra che dapprima la gente fu
presa da disperazione, pensando che la preziosa reliquia della Madonna fosse
andata distrutta nell'incendio e che perciò la città avesse perso la protezione
di Maria. Ma il terzo giorno il cardinale Melior, di Pisa, un ambasciatore del
Papa, che si trovava a Chartres la notte dell'incendio, fece radunare la
popolazione davanti alle rovine della cattedrale e, mentre esortava i fedeli a
ricostruire un santuario nel nome di Maria, si vide apparire una processione
che portava la reliquia sana e salva. Il cardinale proclamò allora che quello
era un segno irrefutabile della volontà della Madonna di avere una chiesa
ancora più splendida e questo fece rinascere subito un grande fervore di ricostruzione.
La popolazione andava alle cave di Bercher-les -Pierres, caricava pesanti
blocchi di pietra sui carri e li trascinava per otto chilometri fino al
cantiere della nuova cattedrale. Nei cinque anni che seguirono il vescovo
Regnaud de Mouçon e il Capitolo della cattedrale rinunciarono alla maggior
parte del loro cospicuo reddito per aiutare la ricostruzione. Il re Filippo
Augusto, recatosi a Chartres nel 1210, fornì loro ogni anno i fondi necessari
alla costruzione del portale Nord e lo stesso fece suo figlio Luigi VIII, alla
moglie del quale, Bianca di Pastiglia, regina di Francia dal 1226 al 1236, si
deve il dono del rosone della vetrata settentrionale e delle ogive. San Luigi,
loro figlio, fece dono della parete divisoria fra la navata e il coro, disgraziatamente
demolita nel XVIII secolo.
Riccardo Cuor di Leone, benché in guerra con Filippo Augusto, permise al clero
di raccogliere offerte in Inghilterra. Altri benefattori furono un re di
Pastiglia, probabilmente Ferdinando III, che è ritratto in una delle vetrate
del rosone del coro, insieme al principe Luigi di Francia, figlio di Filippo
Augusto ed altri cavalieri in arcione, tutti rivolti ad Oriente, come in punto
di partire per una crociata in Terra Santa e recanti gli stemmi nobiliari dei
Beaumont, dei Courtenay e dei Montfort. Pierre Monclerc , conte di Dreux e duca
di Bretagna, fece dono del rosone meridionale ed è raffigurato insieme ad altri
membri della sua famiglia vicino al suo stemma nobiliare. Altre vetrate del
coro furono donate da Thibault VI, conte di Chartres.
La cripta
romanica e l'architettura gotica
La cripta di Fulberto del XI secolo venne rafforzata, soprattutto nell'abside,
con il raddoppio del muro intorno alle tre ampie cappelle a volta di botte e
con l'aggiunta alla fine del 1100 delle cappelle con volta a costola.
L'alternarsi nella cripta delle cappelle gotiche e di quelle romaniche ampie,
determinò sia la forma semicircolare dell'abside della cattedrale gotica
sovrastante sia la disposizione a raggiera delle cappelle, mentre le lunghe
gallerie dalle volte a costoloni sottostanti le navate della cattedrale gotica
ne determinarono l'ampiezza e l'orientamento. Quanto alla lunghezza, essa è
dovuta alla decisione di conservare il portale dei Re del 1110 e le torri che
lo fiancheggiavano. Gli architetti gotici fecero il lavoro di espansione in due
modi : prima con l'aggiunta di un vasto transetto, cosicché la pianta formasse
simbolicamente una croce latina, e poi costruendo in altezza.
Lo spazio interno è articolato su tre ordini, con le arcate, il triforio e la
parete finestrata. Il piano inferiore, o arcata, è costituito da una serie di
archi a sesto acuto nella navata, nel transetto e nel coro. Essi sorreggono il
triforio, uno stretto loggiato orizzontale con una fila di eleganti colonnine
che sostituiscono i pesanti matronei delle cattedrali più antiche. La parete
finestrata prende luce da una serie di ogive, sormontate da un piccolo rosone.
Le nervature a croce, con tonde pietre scolpite nell'incavo, dividono il
soffitto in volte rettangolari quadripartite. Nel punto in cui le nervature e
gli archi trasversali si appoggiano sulla fiancata dell'edificio, gli archi
rampanti esterni ne neutralizzano la spinta. Questa realizzazione permise non
solo di costruire un edificio più alto, ma anche di aprire le pareti come prima
mai nessuno avrebbe osato fare e di riempirle con le vetrate per farle sembrare
come le mura della Gerusalemme celeste "ornate
di ogni sorta di pietre preziose" ( Apocalisse XXI, 19-20 ).
Le vetrate Le
finestre ad ogiva del lato occidentale, del 1150 circa, la famosa vetrata di
Notre-Dame-de
Incastonate come giganteschi codici miniati nelle pareti di calcare di
Bercheres, le vetrate di Chartres sono popolate di re, di principi, di
gentildonne di corte in sontuosi abiti di seta e di ermellino e mantelli d'oro.
Ci sono cavalieri in armatura e sacerdoti con preziosi vestimenti talari
ricamati d'azzurro, di rubino, di giallo e di smeraldo. I contadini con ruvide
vesti di tela, con il cappuccio sollevato per proteggersi dai freddi venti di
marzo, oppure nudi fino alla cintola per la mietitura d'agosto, sono colti e
immortalati per sempre nelle loro attività stagionali, così come gli artigiani,
che, con utensili in mano, scolpiscono la pietra o tessono o lavorano il legno
nelle loro botteghe, per l'eternità. Pescivendoli sotto un pittoresco
ombrellone, macellai e panettieri che vendono le loro merci, pellicciai e
mercanti di stoffe che mostrano orgogliosamente le loro mercanzie; un
maniscalco ferra un cavallo tenuto fermo da un'impalcatura di legno, un
calzolaio mette lacci agli stivali e un vignaiolo pota la sua vigna.
i narrano storie di imprese eroiche: di come Carlo Magno sconfisse i Mori e Orlando
uccise in battaglia l'infedele Farraguto; le vite esemplari della leggenda
aurea illustrano le virtù necessarie per trionfare sulla condizione umana e
entrare nella vita eterna. San Nicola e San Martino, ad esempio, illustrano la
carità; Maria Maddalena e San Giuliano, peccatori pentiti, ricevono la
ricompensa nel regno dei cieli. Le implicazioni morali di queste vetrate erano
comprensibili a tutti, mentre le interpretazioni delle finestre bibliche,
essendo assai più complesse, potevano essere comprese appieno solo dai dotti
che vi si erano familiarizzati attraverso le esegesi dei padri della chiesa
come Sant'Agostino, San Girolamo e Sant'Ambrogio di Milano oppure di antichi
commentatori come il venerabile Beda e Isidoro di Siviglia. Quindi Noè come salvatore,
Giuseppe tradito che perdona, Davide nuovo re dei Giudei, Mosè che dà le tavole
della legge e Salomone, sono tutte prefigurazioni del Cristo. Anche le parabole
come quella del buon samaritano venivano interpretate in modo analogo. Così,
secondo il venerabile Beda, l'uomo ferito per la strada rappresenta l'umanità
ferita dal peccato di Adamo ed Eva, il samaritano è Cristo Redentore, la
locanda è
Le sculture
del XIII secolo Come
attori pietrificati del primo 200, le statue dei portali nord e sud
interpretano
Il ciclo della creazione è splendidamente scolpito nei due archivolti esterni
della campata centrale del Portale nord, partendo dal lato sinistro, con Dio
che crea Adamo, e Eva alla sommità. Il peccato originale è narrato sul lato
destro e culmina con la cacciata di Adamo e Eva dal Paradiso terrestre.
Sotto, nella stessa campata centrale, le figure sul montante sinistro prefigurano,
o preannunciano il sacrificio di Gesù, il secondo Adamo. Le figure sono, da
sinistra a destra: Melchisedec, come Cristo sacerdote e re, che tiene un calice
contenente pane e vino; Abramo che si appresta a immolare il figlio Isacco,
così come Gesù sarebbe in seguito stato sacrificato dal Padre; Mosè, il
legislatore, che addita il serpente di bronzo, con cui aveva guarito le persone
morse dalle serpi velenosi nel deserto e perciò un simbolo di Cristo sulla
croce; Aronne che uccide un agnello, un altro simbolo del sacrificio, un altro
simbolo del sacrificio di Cristo, e infine, il re Davide, profeta della
passione di Cristo che porta la lancia e la corona di spine.
A destra, sul lato opposto, sono Isaia e Geremia, i profeti del Vecchio
Testamento, e Simeone che disse a Maria, "una lancia trafiggerà anche il tuo
cuore"; segue la figura stanca, di Giovanni Battista, che addita l'Agnello del
Sacrificio, e infine Pietro con la chiavi in piedi sopra una roccia. Il suo
calice (infranto) adesso contiene il sangue e il corpo di Cristo.
Le figure centrali, sul pilastro mediano, sono i genitori di Maria, Anna e
Gioacchino, e sopra la centrale sono scolpite le scene della morte e
dell'Assunzione della Vergine e l'incoronazione in Paradiso. La campata destra
contiene altre figure del Vecchio Testamento, Baalam e l'asina,
Le scene della natività sono nella campata sinistra con l'Annunciazione e
Questo
vasto programma iconografico culmina in alto con la seconda venuta di Cristo
per giudicare i vivi e i morti. Le anime redente guadagnano il Paradiso e
quelle dannate bruciano nelle fiamme dell'Inferno.
Se alla gente del Medioevo le vetrate ricordavano le pietre preziose, che
adornano le mura della città di Dio, secondo la descrizione di San Giovanni, i
portali scolpiti e i portici esterni, riccamente decorati e dipinti, le porte
di questa città, costruita sulla terra, rappresentano le Porte del Paradiso.
Questa non è un'esagerazione, perché nel Medioevo, nel giorno della
consacrazione, una nuova chiesa veniva paragonata alla Gerusalemme Celeste, e
venivano letti ai fedeli passi pertinenti tratti dal libro dell'Apocalisse.
Il progetto di costruzione di nove campanili fu abbandonato e il 17 o il 24
ottobre 1260, indubbiamente in un'atmosfera di grande tripudio e sfarzo, la
nuova cattedrale, degna dimora della Regina del Cielo, fu consacrata alla
Madonna Assunta.
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