Antonello da Messina
importante per lo studio della luce,
ha un'alta capacità descrittiva e una forte capacità espressiva che si può
notare nel San Gerolamo nello studio, in quella prospettiva segna ogni elemento
del quadro, la luce svolge un ruolo nel dare risalto le figure che l'artista
vuole mostrare la prospettiva anche la funzione di raffigurare la realtà
stessa. Nel San Sebastiano c'è grande chiarezza prospettica, il volume ha dato
da senso di movimento come il corpo del santo, il cielo sfondo diventano sempre
più chiari, questo influenzerà il naturalismo veneto. Antonello da Messina fu
sicuramente una delle figure cardine 400 italiano. Antonello se per conciliare
due tradizioni stilistiche più importanti dell'epoca: quella fiamminga, con la
sua luce e il suo naturalismo, e con la italiana, col suo antropocentrismo e la
sua compostezza formale. Nacque a Messina da un taglia pietre nel 1430. Egli
lavorò per periodi diversi a Messina poi stabilito due anni a Venezia. Tornai
infine nella sua città natale dove rimase fino alla sua morte 1479. Nel San
Sebastiano si nota la fase veneziana di Antonello che coincide anche con una
rinnovata attenzione per la figura umana. Nel San Sebastiano culminano le
ricerche di un'armoniosa bellezza classica e al contempo di un controllo
intellettuale della composizione. Il corpo del santo, di armoniose proporzioni
greche, e leggermente avvitato nello spazio e arcuato verso destra, a
contrastare spostamento dell'albero a cui ha vinto dall'asse centrale del
dipinto. In questo quadro molto evidente l'influsso di Piero della Francesca,
sia per l'accorta disposizione matematica di ogni elemento sia per l'enfasi
prospettica del vertiginoso pavimento scorciato. Il pavimento porta lo sguardo
verso il piazzale urbano retrostante popolato di figurine di cui minuscole
proporzioni contrasto non con quelle del santo accentuate dal punto di vista
ribassato.