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ALLA RICERCA DI DINAMISMO E SIMULTANEITA': il Futurismo
Tra le avanguardie che fecero propri i concetti della filosofia della "durata" di Bergson c'è il Futurismo.
Iniziato negli anni precedenti la prima guerra mondiale, questo movimento si caratterizza per la completa rottura col passato e per il modo nuovo di intendere l'arte. Nel Manifesto Tecnico dei Pittori Futuristi, del 1910, si proclama che l'arte aveva il compito di esprimere il dinamismo e la velocità della società moderna. Per questa ragione l'esaltazione delle macchine, la figura dell'automobile e dell'aereoplano e i soggetti in movimento diventano temi ricorrenti delle opere futuriste.
La nostra brama di
verità non può più essere appagata dalla Forma né dal Colore tradizionali!
Il gesto per noi, non sarà più un momento fermato dal dinamismo universale:
sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale.
Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro zampe: ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari.»
(Manifesto Tecnico dei Pittori Futuristi, 1910
Come si può leggere, il dinamismo è il concetto chiave della poetica futurista. La convenzionalità della pittura tradizionale viene contrapposta alla necessità di esprimere la mutevolezza del reale come una sintetica "sensazione dinamica", che supera le distinzioni tra passato e presente, per collocarsi in una dimensione temporale nuova che comprenda tutti e tre gli elementi contemporaneamente, in "simultaneità".
Per realizzare la simultaneità, i futuristi utilizzano la frammentazione delle figure, l'uso radicale degli accostamenti di colori complementari, la disgregazione della materialità dei corpi attraverso il moto e la luce.
Uno dei teorici del futurismo, nonché tra i principali esponenti del movimento, fu Umberto Boccioni.
In "Dinamismo di un cavallo in corsa + case" (1914-1915; gouache, olio, legno, cartone, rame e ferro dipinto; Venezia, Collezione Peggy Guggenheim), Boccioni non offre la rappresentazione di un cavallo, ma quella del dinamismo del suo galoppo. In un'altra scultura, "Forme uniche di continuità nello spazio" (1913; bronzo; Milano, Galleria d'arte moderna), la macchina del corpo umano in movimento è rappresentata nel suo energico groviglio di muscoli e tendini e, al tempo stesso, si fonde aerodinamicamente con l'ambiente, quasi sfaldandosi nell'atmosfera circostante. La linea di contorno, infatti, si sviluppa come una sequenza di curve ora concave, ora convesse, così che i contorni, invece che limitare la figura come avviene solitamente, la dilatano espandendola nello spazio.
Un altro esponente di spicco del Futurismo fu Giacomo Balla. Nella resa del movimento, l'atteggiamento di Balla è più pragmatico e analitico, rispetto alla sintesi e alla "simultaneità" di Boccioni. In "Bambina che corre sul balcone" (1912; olio su tela; Milano, Civiche Raccolte d'arte, Collezione Grassi) il movimento è trascritto in una serie di immagini sfumate poste in successione, ma nello stesso tempo distinguibili. La sequenza è rappresentata come cinematograficamente, senza esprimere la continuità e la simultaneità del dinamismo.
La ricerca futurista dell'attimo non può essere equiparata a quella impressionista, come in passato qualcuno ha tentato di fare. Se è vero infatti che gli impressionisti fecero dell'attimo il nucleo della loro ricerca, il loro scopo era però quello di fermare sulla tela un istante luminoso, unico e irripetibile. La ricerca futurista, invece, si muove in senso quasi opposto: il suo scopo è rappresentare sulla tela non un istante di movimento, ma il movimento stesso, nel suo svolgersi nello spazio e nel suo impatto emozionale.
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