Cinghiale Dovunque la vegetazione
sia abbastanza fitta da offrirgli un nascondiglio, lì può vivere il cinghiale,
uno dei mammiferi italiani più adattabili. Progenitore delle varie razze di
maiali domestici, lo si può incontrare nei boschi lungo le coste, come in
montagna. Fatta eccezione per il lupo, che può divorarne intere cucciolate, il
cinghiale non ha quasi nemici naturali. I suoi lunghi canini - oltre
naturalmente alle notevoli dimensioni - costituiscono infatti una temibile arma
sia di offesa che di difesa. Non ha neppure troppe preferenze alimentari. Nella
sua dieta rientrano ghiande, faggiole (i frutti del faggio), vari tipi di erbe
tenere, ma anche piccoli roditori, rane, serpenti, chiocciole, vermi, larve di
insetti, uova di uccelli, persino le carogne di grandi animali morti come lepri
e caprioli. La vista del cinghiale non è molto buona. In compenso sono
sviluppatissimi l'udito e l'olfatto, utili rispettivamente per accorgersi in
tempo dell'avvicinarsi di un pericolo e per trovare il cibo. La vita dei grandi
maschi è solitaria, ciascuno all'interno del suo territorio. Solo all'inizio dell'inverno,
nella stagione degli accoppiamenti, si avvicinano ai branchi delle femmine e
dei piccoli. E' allora che si scatenano i combattimenti per il possesso delle
femmine, in posizione testa-coda, fatti di poderosi colpi delle spalle e spesso
anche delle zanne. Per ridurre il rischio di gravi ferite, le spalle di questi
animali sono protette da un ispessimento dei tessuti. Il numero di piccoli per
ogni femmina varia ogni anno a seconda della disponibilità di cibo. I nuovi
nati restano poi anche quindici settimane insieme alla madre, che li allatta e
li protegge, mostrando nei confronti degli intrusi una fortissima aggressività.
In questo periodo i piccoli, dal caratteristico mantello striato che li
mimetizza tra la vegetazione, restano per lo più nella tana. All'età di un anno
i maschi si allontanano, mentre le femmine restano nel branco nel quale sono
nate.